LA GILERA ROSSA ( Dedicata a mio padre)

LA GILERA ROSSA

( Dedicata a mio padre)


Quando si volava sulla Gilera rossa
il fiato era giovane
il rombo era gioco
la strada incoscienza
l’avvenire una scrollata di spalle.
Solo la corsa aveva senso
tra i filari di pioppi
le braccia intorno alla vita
il capo sulla schiena scarna
la risata in gola
con i capelli
che s’appiccicavano
in bocca.
Ieri ho rifatto questo viaggio
mentre il pilota ne faceva un altro.

Tosca Pagliari ( 29/11/2011)

DORME LA NOTTE

Stanotte dormono le foglie,
le strade, l’aria.
Dorme la notte
dorme il mio nome.
Dormono le case
con le luci spente,
dormono i lampioni
con le luci accese.
Dorme la notte
dorme il mio nome.
Stanotte dormono le stelle,
la cima del monte
la faccia della luna.
Dorme la notte
dorme il mio nome.
Dorme il grido
dorme la lacrima
dorme il respiro.
Dorme la notte
dorme il mio nome.
Tutto dorme
ed io mi sto sognando
sveglia
senza anni nè tempo
pulsione di vita
in divenire.
Dorme la notte
dorme il mio nome.
Stanotte si veglia la notte
che dorme.
TOSCA PAGLIARI ( 25/11/11 )

QUANTO PIOVE

Quanto piove
quando piove!
Manca quel ticchettio garbato
quel gocciolio di gronda
di rimabalzo cadenzato.
… Quanto piove
quando piove!
Scrosci improvvisi
tra lunghi silenzi
torrenti tra cielo e terra
gorghi di flutti
impazziti.
Quanto piove
quando piove!
Anche la natura
ha imparato l’arte
della spettacolarità.

Tosca Pagliari ( ottobre 2011)

SE DOMANI

Se domani ci fosse un miracolo
se domani fosse migliore
se domani si potesse sorridere
se domani si potesse dirigere ogni cosa
nel verso giusto,
ecco sarebbe già sprecato
dover attendere tutta la notte,
ma il domani è incerto
e tutta la notte serve
per immaginare e sperare
forse anche pregare.

Tosca Pagliari (ottobre 2011)

FOGLIE D’AUTUNNO

Dalla voce di Carlotta Ciulli ( ottobre 2020)

Che si diranno mai
le foglie moribonde
che frullano nell’aria?
Che si diranno nel brusio
… dell’ultimo grido?
Lo sanno che vanno via
nel vento
per tornare alla terra
e dalla terra
trasformarsi in
alimento del domani?
O soltanto
si lasciano andare
quiete
senza l’inutili domande
senza dubbie risposte?

Tosca Pagliari.

(ottobre 2011)

L’OMBRELLO ARCOBALENO

Il cielo piange
cantilene di pioggia,
gocce infinite
rimbalzano a terra
formano rivoli tristi
accanto ai marciapiedi,
ma un ombrello arcobaleno
piroetta tra le mani
di un fanciullo allegro
che si para gli schizzi
tra schiamazzi e risa;
confonde la circostanza,
l’animo padrone di vita
e se la gioca a sua letizia.

Tosca Pagliari (ottobre 2011).

SUL PONTE

Imparare a camminare sul ponte
sospeso
tra il pilone del passato
e il pilone del futuro.
Camminare serena
senza vertigini
nell’ampio spazio del presente
senza saltare da cima a fondo
tra nostalgie e desideri
tra ricordi e preghiere
tra rammarichi e proponimenti.
E vivere, finalmente vivere
di vita immediata
come una creatura appena nata.

Tosca Pagliari. (ottobre 2011)

FOTOGRAFIE

Livida la linea dell’orizzonte
spezza
il cielo di cenere
e il mare d’argento.

Massi di nero lucido
in abbraccio
di bianca spuma.

Il pescatore
attende quieto
il pesce all’amo.

Il gabbiano
plana adagio
ad ali spiegate.

Il mio volto
s’inumidisce
di spruzzi salmastri.

La mia pelle
s’arriccia
alla brezza di mare.

Solo i miei occhi
scattano fotografie.
Le sviluppa
la camera buia della mente
su membrane indelibili
e segrete
dove nessuno
ha accesso.

Tosca Pagliari (28 settembre 2011).

13 AGOSTO 2011

Come quando si secca una fonte
il battito s’arresta
tutto si sospende
e può più l’incredulità
che il dolore
più la rabbia
che il dolore.
Ma il dolore
cuoce fino al midollo
e non c’è sole
che c’era ieri
non c’è cielo
che c’era ieri,
anche la speranza
diventa paura
di delusione.
Sospesa ai confini del mondo,
di tutto il mio mondo.
Vergognosa
di non saper sostenere la lotta.
Avvilita
di non saper trasmettere
forza e conforto.
Come un lembo di nube
vago nel vento
e non so posarmi
non so salire
non so dire
se non alludere
perchè anche il dire
fa paura.
Inimmaginabile era
inimmaginabile
avrebbe dovuto rimanere.
Adesso mi sveglio
sudata
era un sogno cattivo
d’ agosto.
Adesso mi sveglio
sudata
era prima
tutto un lieto sogno
ora è inquietante
realtà.

Tosca Pagliari ( agosto 2011)