Fufi fa le fusa sul sofà
sfila un filo e si fa in là
ne sfila ancora
e la stoffa fora.
Sbuffa mamma tutta offesa!
Ma Fufi ha l’aria così indifesa…
e allora che ci fa
se fa i fori sul sofà?
Tosca Pagliari – La maestra (ottobre 2022)
Fufi fa le fusa sul sofà
sfila un filo e si fa in là
ne sfila ancora
e la stoffa fora.
Sbuffa mamma tutta offesa!
Ma Fufi ha l’aria così indifesa…
e allora che ci fa
se fa i fori sul sofà?
Tosca Pagliari – La maestra (ottobre 2022)
Chi c’è nello specchio?
Io non sono.
È da parecchio
che me lo chiedo.
Avevo un’altra pelle
altri occhi e colori
così diversi e dal tono deciso.
No, non mi ravviso.
Avevo un altro sorriso
e quell’espressione
tra lo stupore e la derisione .
Ricordo che avevo quindici anni
e adesso?
Che ne posso sapere
di questo specchio sbagliato
e di quel che mi fa vedere.
È un’immagine che non conosco
sarà frutto dell’immaginazione
sì, amavo immaginare
e anche recitare
mi sarò confusa
con qualche personaggio
inventato alla rinfusa.
Di certo io non sono
avevo altre guance e labbra
e capelli e membra.
Io non sono
quella sconosciuta.
Sarà forse il fantasma
di qualche antenata?
Sì, perché un pizzico mi somiglia,
ma non so in che di preciso.
Io avevo quindici anni
e poi dove sono stata
chi sono diventata?
Non di certo quella lì
sbalordita, persa in uno sguardo
riflesso in uno specchio bugiardo.
Tosca Pagliari (ottobre 2022)
C’era la luna così stralucente
che le stelle potevano brillare poco più di niente.
Il cielo sfumava nel blu della sera
non come di nero notturno doveva .
Il mare pareva tinto ad olio e ondeggiava
a ritmo lieve, con mormorio di risacca cantava.
E da tanto quadro meraviglioso
un olezzo pungente di fogna si levava
che nel dettaglio spiegarvi non oso.
Ecco l’uomo come rompe l’incanto
siamo una specie di cui non far vanto.
Tosca Pagliari (ottobre 2022)
Sono una maestra
faccio rima con finestra
perché mi piace fare aprire
le giovanissime menti.
molto da imparare.
Amo l’arte del far nascere
spargo sementi,
ma il miracolo sono gli studenti
che sanno far fiorire
piante strabilianti
tutte diverse
e mai prima apparse
Tosca Pagliari (ottobre 2022)
Vissi per riavere un’altra estate
perché era così che contavo il tempo
che ci contavo sul tempo.
Ad altro non credetti
altro non attesi.
Tosca Pagliari ( settembre 2022)
Morirà la poesia
e non lo capirete
morirà mentre siete
ancora in ansia
per gli efficientismi
di una tecnologia
che vi renderà fantasmi
vuoti di ogni malinconia.
Morirà la poesia
e non lo saprete
presi nella frenesia
della rete
controllati da un potere
che non vi accorgerete.
Morirà di morte naturale
lasciata andare
all’ultimo sospiro
nel demenziale ritiro
del sentimento
sostituita
da un ingranaggio lento
e persistente.
Morirà la poesia
morirà ammutolita
e ne bruceranno tutti i testi
finché traccia non resti
di tale umana trascorsa fantasia.
Tosca Pagliari ( settembre 2022)
Bisognerebbe essere falsi e cordiali
sorridenti e sleali
menefreghisti e di fatica apparente
andare ossequiosi dietro alla corrente
passare tra i lupi portandogli altrui ossa
macchinare a dovere ogni mossa .
Bisognerebbe imparare a mettere nella fossa
coscienza, doveri e ideali
fingendo moderni principi morali
e usare toni di voce suadenti
fingersi remissivi e consenzienti
aspettando momenti opportuni
per dire con ingannevoli toni
ciò che serve a sembrare i più buoni.
Bisognerebbe cambiare natura
confondersi con altra cultura
con vello di pecora
mimetizzare la criniera
che belare ispira pietismi
e ruggire fomenta nervosismi.
Ma chi nasce fuoco acqua non muore
chi se la lotta fa troppo rumore
chi si fa vento non si fa terra
e soffia invece di calpestare.
Chi è responsabile della propria fierezza
l’animo da solo si ferisce e si spezza.
Ma la natura non te la smonti
con spiriti d’avi ribelli devi fare i conti
con le esperienze i dovuti confronti
e se ti arrendi non hai più scampo
che la vita vola in un lampo
e non puoi passarla ad abbassare la testa
sperando che da sola diventi una festa.
Tosca Pagliari ( settembre 2022)
Non è una forma
è un’arma
il mio cerchio segreto
dove l’animo mi cheto.
E’ un baluardo
da dove il mondo riguardo
e lo vesto a modo mio.
Lì vado solitaria, da lì mi avvio
e lì mi abbandono
giacché me ne fu fatto dono.
Nacqui e me lo ritrovai
fu una dote casomai
ripararsi dal destino.
E lì vado e semino
versi
pensieri dispersi
mescolanze di parole
lì medico ciò che duole.
Ci vado da che mi ricordo
ci vado e trasbordo
la furia in calmo respiro
la paura in freddo controllo.
Da lì decollo
e ammiro
un panorama diverso
meno perverso
dove ogni male ha la sua ragione
e ogni prigione
la sua evasione.
Tosca Pagliari ( settembre 2022)
Vidi entrare due donne
così a fianco da strusciarsi le gonne
una era vestita del buio della notte
l’altra indossava l’arancio del sole.
Così in contrasto che dovevano fare a botte
invece erano abbinate come bottoni e asole.
Vidi entrare due donne che andavo accanto
così ricoperte di luce e oscurità
di sorriso e pianto
una mescolanza di pena e felicità
si facevano da specchio
si aiutavano parecchio .
Vidi entrare due donne a contrasto
colorate come le loro anime
potevano sembrare un disastro
invece erano un dipinto unanime
che la vita è un chiaro oscuro
e nessuno da solo va sicuro .
Tosca Pagliari ( settembre 2022)