Corsa,
minigonna a pieghe
sotto il cappotto spalancato.
Corsa,
dieci lire
di foglio protocollo a righe
per la bella
dieci lire per la brutta.
Corsa,
peso di libri
e di vocabolario di latino.
Corsa,
fumo di fiato
in aria fresca
e capelli che si spettinano.
Corsa,
suono di clacson
fiat coupè bianca.
Si ferma la corsa
impazza il cuore
in corsa
non conosce più ritmi
non trova più limiti.
Corsa,
auto in corsa
sgommata di ruote
sull’asfalto brumoso
libri abbracciati
sul cuore che schianta.
Fermata
spiazziale della littorina
angolo riservato
con tenda d’alberi spogli
fischio di treno in arrivo
pieno di
libri e gioventù
in corsa verso la scuola.
Corsa di treno che riparte.
Auto in sosta.
Si farà tardi
tremendamente tardi.
I volti si accostano
le labbra
il sapore nuovo
del bacio
dolciastro
schiumoso
tabacco e menta
il cuore s’arresta
il tempo si liquefà
in una bolla
e si solleva
sconfina
nel tutto
nel nulla.
Guance in fiamme
la felicità non ha peso
non ha forma
non ha nè ieri
nè domani
solo l’eterno adesso
che evapora
diventa universo.
E via
di corsa!
Corsa di ladra
di pregiato bottino.
Corsa,
già la campanella
si sente da lontano.
Corsa,
si farà tardi,
si farà in qualche modo.
La classe
le scuse
gli occhi due lampade
abbaglianti.
La versione già alla lavagna
il banco, i libri
venti lire di fogli protocollo
a righe spiegazzati.
Di corsa
tocca iniziare
mentre il cuore
ancora scherza
ha battiti di zoccoli
di cavalli sciolti.
“Marius et Sylla”
ecco l’incipit del compito.
Tra le righe un nome
un nome
in tutte le declinazioni
perchè la vita è strana
ma ti parla, ma te le dice
le cose, te le anticipa
se solo potessi capirle
al momento che vanno capite.
Invece è una corsa
una penna che scorre lesta
su venti lire
di fogli di carta protocollo a righe
stropicciati in un bacio
alle otto di mattina.
( Tosca Pagliari – 3 dicembre 2020)