Nel profondo degli occhi

Gli occhi vedono, guardano, osservano, sorvegliano, frugano, scoprono, rivelano, piangono, gridano, ridono, implorano, si spalancano e si socchiudono, si aprono al primo vagito, si chiudono con l’ultimo respiro. Gli occhi dalle iridi di tanti colori dal nero velluto al celeste trasparente come cristallo. Gli occhi dalle forme svariate che connotano la varietà umana. Occhi che incantano, occhi che penetrano, occhi sbalorditi, occhi furbi, occhi dolci, occhi furenti, occhi innamorati, occhi sdegnati, occhi lieti, occhi tristi, occhi che trasportano l’essenza dell’anima sulle finestre del mondo.

Cos’altro mi dite?

232 thoughts on “Nel profondo degli occhi

  1. Complimenti Tosca, bell’argomento!!!

    BIOPSICOLOGIA

    Gli occhi specchio dell’anima
    Le ultime ricerche sembrano indicare una relazione tra colore degli occhi e carattere, attitudini e persino preferenze artistiche.
    Marco Pacori

    Gli occhi, l’avremmo detto o sentito un migliaio di volte, possono essere furbi, tristi, vacui, intelligenti e quant’altro ancora. Non si tratta unicamente di modi di dire; la psicologia ha fornito prove più che convincenti che le intuizioni popolari sono una volta tanto valide. La moderna scienza della comunicazione non verbale ha permesso di identificare con precisione l’espressione che lo sguardo assume quando siamo in collera o abbiamo paura; quando ci sentiamo tristi o felici. Si sa anche che un certo modo di guardare sfuggente, guizzante, incerto é spesso un indizio che l’interlocutore sta mentendo. La sessuologia ha poi constatato come la dilatazione della pupilla e la luminosità dell’occhio siano indiscussi segni di interesse e di attrazione.
    Ma l’avremmo previsto mai che basandoci sul solo colore degli occhi, saremmo stati in grado di fare ipotesi molto verosimili sul temperamento, sulle attitudini e addirittura sulle preferenze artistiche di chi ci sta di fronte? Una vasta serie di ricerche sembra dare atto che esiste una relazione tra colore dell’iride (la regione colorata dell’occhio) e una particolare disposizione del carattere e del comportamento.
    In un recente numero della rivista “Development Psychology” è stato riportato l’esito sorprendente di una ricerca condotta su bambini in età prescolare. Nella prima infanzia uno dei contrassegni più accurati della timidezza é il colore degli occhi: chi é inibito con buona probabilità ha gli occhi azzurri! Lo studio eseguito dagli psicologi Coplan, Coleman e Rubin dell’Università di Carleton di Ottawa in Canada é la conferma definitiva di una serie di indagini che l’hanno preceduta. La corrispondenza scoperta viene meno dopo i 4-5 anni, quando il bambino comincia a frequentare la scuola e ha di conseguenza maggiori contatti con coetanei ed adulti. A quel punto, commentano i ricercatori Rubin e Both, lo svantaggio iniziale di chi ha gli occhi chiari viene bilanciato dall’interazione con l’ambiente, rimettendo tutti sullo stesso piano. Rosenberg e Kagan, altri due studiosi che hanno investigato il riguardo, ritengono che alla base del rapporto fra occhi celesti e inibizione ci sia un comune substrato biologico. Numerose altre ricerche analoghe sembrano dimostrare la fondatezza di questa ipotesi.
    Studi paralleli hanno infatti dato prova dell’esistenza negli individui con gli occhi scuri di un maggiore stato di reattività neurofisiologica e mentale; questa condizione li rende più scattanti, dinamici e vivaci rispetto alle persone con l’iride chiara, che appaiono tendenzialmente più pacate, moderate e riflessive, ma anche, per lo meno nei primi anni di vita, meno socievoli e più schive. La causa di queste due diverse predisposizioni sembrerebbe dipendere da una sostanza naturalmente presente nel nostro cervello che, in funzione del suo ammontare, renderebbe il sistema nervoso più o meno eccitabile. Il nome di questo elemento é neuromelanina e si trova anche nell’iride e nella pelle (dove é chiamato melanina o eumelanina) determinando il colorito di questi tessuti. La neuromelanina appare in grado di facilitare gli scambi nervosi, accelerandone la trasmissione. Il pigmento degli occhi e il suo omologo cerebrale sembrano andare di pari passo: in altre parole, alte concentrazioni di melanina nell’iride (e quindi occhi molto scuri) corrisponderebbero ad un altrettanto elevato livello di neuromelanina (e ad una grande reattività nervosa). L’inverso accadrebbe se gli occhi sono chiari. Un’indagine di Miller e altri dell’Università di Louisville sembra dare peso a questa spiegazione. Questi psicologi hanno constato come gli individui con gli occhi scuri forniscano in media prestazioni migliori in attività fisiche che richiedano una bassa soglia di reazione come la boxe o il giocare in difesa nel football; mentre chi ha gli occhi chiari pare dia il meglio di sè in sport più misurati e di precisione come il bowling o il golf. Lo stato di più alta eccitazione delle persone dagli occhi bruni é una condizione generalizzata che coinvolge non solo la mente, ma l’intero organismo. Uno staff di medici coordinato da Friedl ha riferito su “Autonomic Nervous System” il risultato di un esperimento in cui era stata iniettata dell’atropina (un sedativo) a un gruppo di uomini di età tra i 20 e i 30 anni. E’ emerso che gli individui reagivano diversamente a seconda del colore degli occhi: chi aveva gli occhi castani esibiva un rallentamento del battito del cuore per un intervallo inferiore rispetto a chi possedeva l’iride chiara. Inoltre, la ripresa del normale ritmo cardiaco avveniva per questi ultimi con una progressione molto più lenta. In uno studio affine, un equipe medica del “Kaiser Permanente Medical Care Program” di Oakland, ha esaminato 1.031 persone che soffrivano di ipertensione e altrettante con livelli medi di pressione. Si é così appurato che gli individui maggiormente a rischio di ipertensione (un correlato in genere dell’eccitabilità) avevano in misura statisticamente significativa l’iride di colore bruno. Gli occhi scuri suggeriscono che l’individuo é anche più impressionabile di chi li ha chiari. E’ quanto ha dimostrato lo psicologo Markle. Lo studioso ha esposto a delle scene in TV un rilevante numero di individui di entrambi i sessi. Le immagini riguardavano situazioni neutre, violente oppure di accoppiamento fra animali. Le reazioni erano testate con una sorta di macchina della verità. Facendo quindi un confronto fra colore degli occhi e intensità delle risposte emotive é apparso evidente che chi aveva gli occhi scuri aveva reagito in modo più forte; e, per contro, le “iridi celesti” erano rimaste più impassibili.
    Persino il giudizio estetico é connesso al colore degli occhi. Da indagini sulle preferenze per forme e colori si é rilevato come chi ha gli occhi castani o neri tende a prediligere figure simmetriche, oggetti complessi e strutture che presentino un grande numero di angoli. Al contrario, le persone con gli occhi chiari dichiarano un maggiore gradimento per forme più ordinarie, regolari e non sono particolarmente sensibili al colore. Quest’ultimo dato é stato provato sempre da una ricerca di Markle. Lo psicologo aveva sottoposto un gruppo di soggetti al test di Rorshach (il test in cui vengono mostrate delle macchie di china e viene chiesto cosa ci si vede). 7 tavole del test su dieci sono in bianco e nero e 3 a colori. Dall’esame dei risultati, il ricercatore ha constato come in generale chi aveva gli occhi chiari avesse visto nell’insieme un maggior numero di profili; tuttavia, in relazione alle tavole a colori (elaborate proprio per verificare l’effetto dell’emotività), il rapporto si invertiva: erano gli individui con gli occhi scuri a rintracciare il numero più grande di forme.
    Partendo da queste osservazioni, altri studiosi hanno voluto verificare se queste diversità avessero un rilievo anche in relazione al tipo di trattamento psicologico. Gli studi che hanno coinvolto bambini e giovani adulti, hanno rivelato che chi ha gli occhi scuri da risultati migliori con interventi di tipo comportamentale che prevedono un maggiore coinvolgimento dell’individuo e una partecipazione più attiva. Per converso, gli individui con gli occhi celesti trovano più giovamento con terapie basate sul dialogo o comunque più “cerebrali”.

  2. Gli occhi sono lo specchio dell’anima”?

    In un recente numero della rivista “Development Psychology” è stato riportato l’esito sorprendente di una ricerca condotta su bambini in età prescolare. Nella prima infanzia uno dei contrassegni più accurati della timidezza é il colore degli occhi: chi é inibito con buona probabilità ha gli occhi azzurri! Lo studio eseguito dagli psicologi Coplan, Coleman e Rubin dell’Università di Carleton di Ottawa in Canada é la conferma definitiva di una serie di indagini che l’hanno preceduta. La corrispondenza scoperta viene meno dopo i 4-5 anni, quando il bambino comincia a frequentare la scuola e ha di conseguenza maggiori contatti con coetanei ed adulti. A quel punto, commentano i ricercatori Rubin e Both, lo svantaggio iniziale di chi ha gli occhi chiari viene bilanciato dall’interazione con l’ambiente, rimettendo tutti sullo stesso piano. Rosenberg e Kagan, altri due studiosi che hanno investigato il riguardo, ritengono che alla base del rapporto fra occhi celesti e inibizione ci sia un comune substrato biologico. Numerose altre ricerche analoghe sembrano dimostrare la fondatezza di questa ipotesi.

    Studi paralleli hanno infatti dato prova dell’esistenza negli individui con gli occhi scuri di un maggiore stato di reattività neurofisiologica e mentale; questa condizione li rende più scattanti, dinamici e vivaci rispetto alle persone con l’iride chiara, che appaiono tendenzialmente più pacate, moderate e riflessive, ma anche, per lo meno nei primi anni di vita, meno socievoli e più schive. La causa di queste due diverse predisposizioni sembrerebbe dipendere da una sostanza naturalmente presente nel nostro cervello che, in funzione del suo ammontare, renderebbe il sistema nervoso più o meno eccitabile. Il nome di questo elemento é neuromelanina e si trova anche nell’iride e nella pelle (dove é chiamato melanina o eumelanina) determinando il colorito di questi tessuti. La neuromelanina appare in grado di facilitare gli scambi nervosi, accelerandone la trasmissione. Il pigmento degli occhi e il suo omologo cerebrale sembrano andare di pari passo: in altre parole, alte concentrazioni di melanina nell’iride (e quindi occhi molto scuri) corrisponderebbero ad un altrettanto elevato livello di neuromelanina (e ad una grande reattività nervosa). L’inverso accadrebbe se gli occhi sono chiari.
    Un’indagine di Miller e altri dell’Università di Louisville sembra dare peso a questa spiegazione. Questi psicologi hanno constatato come gli individui con gli occhi scuri forniscano in media prestazioni migliori in attività fisiche che richiedano una bassa soglia di reazione come la boxe o il giocare in difesa nel football; mentre chi ha gli occhi chiari pare dia il meglio di sè in sport più misurati e di precisione come il bowling o il golf. Lo stato di più alta eccitazione delle persone dagli occhi bruni é una condizione generalizzata che coinvolge non solo la mente, ma l’intero organismo. Uno staff di medici coordinato da Friedl ha riferito su “Autonomic Nervous System” il risultato di un esperimento in cui era stata iniettata dell’atropina (un sedativo) a un gruppo di uomini di età tra i 20 e i 30 anni. E’ emerso che gli individui reagivano diversamente a seconda del colore degli occhi: chi aveva gli occhi castani esibiva un rallentamento del battito del cuore per un intervallo inferiore rispetto a chi possedeva l’iride chiara. Inoltre, la ripresa del normale ritmo cardiaco avveniva per questi ultimi con una progressione molto più lenta.
    In uno studio affine, un equipe medica del “Kaiser Permanente Medical Care Program” di Oakland, ha esaminato 1.031 persone che soffrivano di ipertensione e altrettante con livelli medi di pressione. Si é così appurato che gli individui maggiormente a rischio di ipertensione (un correlato in genere dell’eccitabilità) avevano in misura statisticamente significativa l’iride di colore bruno. Gli occhi scuri suggeriscono che l’individuo é anche più impressionabile di chi li ha chiari. E’ quanto ha dimostrato lo psicologo Markle. Lo studioso ha esposto a delle scene in TV un rilevante numero di individui di entrambi i sessi. Le immagini riguardavano situazioni neutre, violente oppure di accoppiamento fra animali. Le reazioni erano testate con una sorta di macchina della verità. Facendo quindi un confronto fra colore degli occhi e intensità delle risposte emotive é apparso evidente che chi aveva gli occhi scuri aveva reagito in modo più forte; e, per contro, le “iridi celesti” erano rimaste più impassibili.

    Persino il giudizio estetico é connesso al colore degli occhi. Da indagini sulle preferenze per forme e colori si é rilevato come chi ha gli occhi castani o neri tende a prediligere figure simmetriche, oggetti complessi e strutture che presentino un grande numero di angoli. Al contrario, le persone con gli occhi chiari dichiarano un maggiore gradimento per forme più ordinarie, regolari e non sono particolarmente sensibili al colore. Quest’ultimo dato é stato provato sempre da una ricerca di Markle. Lo psicologo aveva sottoposto un gruppo di soggetti al test di Rorshach (il test in cui vengono mostrate delle macchie di china e viene chiesto cosa ci si vede). 7 tavole del test su dieci sono in bianco e nero e 3 a colori. Dall’esame dei risultati, il ricercatore ha constato come in generale chi aveva gli occhi chiari avesse visto nell’insieme un maggior numero di profili; tuttavia, in relazione alle tavole a colori (elaborate proprio per verificare l’effetto dell’emotività), il rapporto si invertiva: erano gli individui con gli occhi scuri a rintracciare il numero più grande di forme.
    Partendo da queste osservazioni, altri studiosi hanno voluto verificare se queste diversità avessero un rilievo anche in relazione al tipo di trattamento psicologico. Gli studi che hanno coinvolto bambini e giovani adulti, hanno rivelato che chi ha gli occhi scuri da risultati migliori con interventi di tipo comportamentale che prevedono un maggiore coinvolgimento dell’individuo e una partecipazione più attiva. Per converso, gli individui con gli occhi celesti trovano più giovamento con terapie basate sul dialogo o comunque più “cerebrali”.

    tratto da digilander.libero.it

  3. Interpretazione dei Sogni

    Non riuscire ad aprirli indica amore passionale, se sono belli e sani si tratta di un presagio di felicità e amore sincero, se lacrimano significa sfortuna.
    Numero smorfia: 15, 85

    Il ruolo delgi occhi nei sogni può presentarsi nei modi più svariati. Se di essi conta lo sguardo particolarmente intenso, il sognatore è vicino alla presa di coscienza di un problema che lo turba nel profondo. Se il sognatore si sente scrutato da uno sguardo che non riesce a sostenere dovrà cercare di individuare un errore che ha commesso. Sognare malattie agli occhi sottolinea la difficoltà di prendere atto delle conseguenze di eventi che lo riguardano.

  4. Mi sono sempre chiesta : ma come mai il colore degli occhi cambia? Ad esempio cambia quando si è neonati, quando si piange e quando si avvicina un temporale.
    Ma perchè? Con quali criteri?

    Gli occhi possono cambiare colore in base a molti fattori, tra i quali uno che è più noto degli altri che è il tempo, o per meglio precisare la quantità di luce che viene assorbita, questo perchè gli occhi sono come lenti e il loro comportamento in presenza della luce è molto simile alla superficie riflettente di una lente.
    In base alla quantità di luce la pupilla può allargarsi o restringersi, riflettendo indietro più o meno radiazione solare.
    Il colore dei nostri occhi è la risultante della radiazione bianca che contiene tutte le lunghezze d’onda e quindi tutti i colori, meno i colori riflessi (non assorbiti). Gli occhi ed in generale qualsiasi corpo illuminato, tendono quindi ad assumere una sfumatura diversa a seconda del tipo e della quantità di luce.
    Tutti gli occhi potrebbero cambiare colore, solo che, quelli più scuri (come gli occhi neri) se anche assorbono una quantità grande di luce proprio perchè sono neri e assorbono tutte le lunghezze d’onda non si noterebbe una differenza, mentre per gli altri colori, più sono chiari e più si vede.

  5. frasi sugli occhi

    L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose. (Italo Calvino)

    Paggio Fernando, perché mi guardi e non favelli? Guardo i tuoi occhi che son tanto belli. (Giuseppe Giacosa)

    Aveva solo un occhio, e il pregiudizio popolare è in favore di due. (Charles Dickens)

    Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come ha fatto all’altro; frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro. (Bibbia, Levitico)

    Specchi in cui uno vede se stesso, così com’è e come l’altro lo vede. Questo sono gli occhi degli altri. (Barbara Garlaschelli)

    Al rio sottile, di tra vaghe brume, | guarda il bove coi grandi occhi: nel piano | che fugge, a un mare sempre più lontano | migrano l’acque d’un ceruleo fiume. (Giovanni Pascoli)

    E se le fantasie nostre son basse | a tanta altezza, non è maraviglia | ché sopra ‘l sol non fu occhio ch’andasse. (Dante Alighieri )

    Quando gli occhi dicono una cosa e la bocca un’altra, l’uomo avveduto si fida del linguaggio dei primi. (Ralph Waldo Emerson)

    “Amor che nella mente mi ragiona” cominciò egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona. (Dante)

    “Che cosa sarebbe l’umanità, signore, senza la donna?” “Sarebbe scarsa, signore, terribilmente scarsa”. (Mark Twain)

    A chi più amiamo, meno dire sappiamo. (Proverbio inglese)

    A donna dona baci. (Anonimo)

    A provocare un sorriso è quasi sempre un altro sorriso. (Anonimo)

    Al cor gentil repara sempre Amore… (G. Guinizzelli)

    Allor fui preso, e non mi spiacque poi; sì dolce lume uscia dagli occhi suoi. (Petrarca)

    Ama e fai quel che vuoi. (S. Agostino)

    Amano davvero, quelli che tremano a dire che amano. (Ph. Sidney)

    Amare è gioire, mentre crediamo di gioire solo se siamo amati. (Aristotele)

    Amare è la metà di credere. (V.Hugo)

    Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro. (G.W.von Leibnitz)

    Amare è scegliere, baciare è la sigla della scelta. (Anonimo)

    Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita. (Oscar Wilde)

    Amare significa agire ed esaltarsi senza tregua. (Emile Verhaeren)

    Amate, amate, tutto il resto è nulla. (La Fontaine)

    Amico mio, non pensiamo al domani e cogliamo insieme quest’attimo della vita che trascorre. (Kyyam)

    Amor s’io posso uscir dei tuoi artigli appena creder posso che alcun altro uncin mai + mi pigli. (Boccaccio)

    Amore è credula creatura. (Ovidio)

    Amore è rivelazione improvvisa: il bacio è sempre una scoperta. (Anonimo)

    Amore e tosse non si possono nascondere. (Ovidio)

    Amore guarda non con gli occhi ma con l’anima… (Shakespeare)

    Amore non è guardarsi a vicenda; è guardare insieme nella stessa direzione. (A.deSaint-Exupery)

    Amore! Ecco un volume in una parola, un oceano in una lacrima, un turbine in un sospiro, un millennio in un secondo.
    (Tupper)

    Amore, amabile follia… (Nicolas Chamfort)

    Amore, amore, che schiavitù l’amore. (La Fontaine)

    Amore, fuoco una volta mi trasse con un sol, lungo bacio tutta l’anima di tra le labbra, così come il sole beve la rugiada. (Tennyson)

    Amore, impossibile a definirsi! (Giacomo Casanova)

    Anima, Bacio, Cuore: l’ABC dell’amore. (Anonimo)

    Armoniosi accenti – dal tuo labbro volavano, e dagli occhi ridenti – traluceano di Venere i disdegni e le paci – la speme, il
    pianto e i baci. (Ugo Foscolo)

    Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze. (Paul Valery)

    Baci ardenti come il sole, baci profondi come la notte. (Anonimo)

    Baci avuti facilmente si dimenticano facilmente. (Proverbio inglese)

    Baci uguali non esistono: ogni bacio ha un suo sapore. (Anonimo)

    Baci: parole che non si possono scrivere. (Anonimo)

    Bacia gli occhi della tua donna se sono velati di lacrime. (Anonimo)

    Baciami 100 e 1000 volte all’ora e +, se + baciarmi ancor tu puoi: pareggino le stelle i baci tuoi, ed il numero lor raddoppia ognora. (Orsetto Giustiniani)

    Baciamoci, Aminta mia, io bacio, se tu baci: bacia che bacio anch’io. (Cavalier Marino)

    Bacio. Primula nel giardino delle carezze. (P.Verlaine)

    Bacio: abbandono del cuore quando non è più solo. (Anonimo)

    Bacio: amore, fedeltà, amicizia, affetto, adorazione, dolcezza. (Anonimo)

    Bene tu fai, Amore, a celebrare la tua festa solenne nel virginal febbraio. (Patmore, S.Valentino)

    Bisogna scegliere tra amare le donne e conoscerle: non c’è via di mezzo. (Chamfort)

    Bocca dolcissima, se parli o taci sei tutta amori, sei tutta grazie e sempre affabili, sempre vivaci. (Rolli)

    Brinda a me solo con gli occhi…o solo lascia un bacio nella coppa, e non chiederò vino (B.Jonson)

    Celami in te, dove cose più dolci son celate, fra le radici delle rose e delle spezie. (Swinburne)

    Che cos’è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce? (Heinrich Heine)

    Che diano o che rifiutino, godono tuttavia d’esser richieste. (Ovidio, L’arte di amare)

    Che faccenda maledettamente pazza è l’amore. (Emanuel Schikaneder)

    Che l’amore è tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore. (Emily Dickinson)

    Chi ama non teme la tempesta, teme solo che l’amore si spenga. (Anonimo)

    Chi ora fugge, presto inseguirà, chi non accetta doni, ne offrirà, e se non ama, presto comunque amerà. (Saffo)

    Chi vive amante sai che delira, spesso si lagna, sempre sospira né d’altro parla che di morir. (Metastasio)

    Chiunque ami… crede nell’impossibile. (Elizabeth Barret Browning)

    Ci si trova per caso, ci si incontra con un bacio. (Anonimo)

    Ci sono due cose che ho sempre amato alla follia: le donne e il celibato. (N.Chamfort)

    Ciò che diventa scherzo sulle labbra di tutti lo sentiamo più sacro, noi 2, nel nostro cuore. (Hulsoff)

    Ciò che una donna dice a un amante scrivilo nel vento, o nell’acqua che va rapida. (Catullo)

    Coloro che vivono d’amore vivone d’eterno. (Emile Verhaeren)

    Come in fondo al mare, ci sono sirene in fondo alle pupille. (Lorrain)

    Come sentiamo, così vogliamo essere sentiti. (H.von Hofmannsthal)

    Com’è soave l’amore quand’è sincero da entrambe le parti, è un airone bianco sulla neve: l’occhio non lo separa. (Anonimo giapponese)

    Come ti vidi mi innamorai. E tu sorridi perché lo sai. (Arrigo Boito)

    Con te conversando, dimentico ogni tempo e le stagioni e i loro mutamenti: tutte mi piacciono allo stesso modo. (Milton)

    Cos’è un bacio? Nulla. Cosa può essere? Tutto. (Anonimo)

    Cos’è un tuo bacio? Un lambire di fiamma… (VictorHugo)

    Cupido se ne va in giro a scagliare frecce: sfortunatamente però, non è mai stato a scuola di tiro con l’arco… (Anonimo)

    Da capo a piedi son fatta per l’amore; è tutto il mio mondo e altro non esiste. (dal’Angelo Azzurro)

    Da un uomo grande c’è qualcosa da imparare anche quando tace. (Seneca)

    Dal giorno che tu baci una donna, non sai più di che colore sono i suoi occhi. (Anonimo)

    Dall’amicizia all’amore c’è la distanza di un bacio. (Anonimo)

    Dammene uno dei tuoi più amorosi. Te ne renderò 4 più caldi che braci. (L.Labè)

    Dammi 100 baci, baci 1000 e ancora 100 baci baci, 1000 baci.… (Catullo)

    Dammi 1000 baci e quindi 100 e quindi altri 1000 ed altri 100 e poi di nuovo 1000 e ancora 100. (Catullo)

    Dell’amicizia a prima vista, come dell’amore a prima vista, va detto che è la sola vera. (H.Melville)

    Dice più un bacio che una dichiarazione d’amore. (Anonimo)

    Dolce Elena, fammi eterno con un bacio; suggono le sue labbra la mia anima: guarda ove vola. (Marlowe)

    Dolce, rossa, spendida bocca che bacia. (A.C.Swindburne)

    Donna, l’ora declina. Dammi la bocca porporina, ch’io la baci. (Walther von der Vogelweide)

    Dove gli occhi van volentieri, anche il cuore va, né il piede tarda a seguirli. (Carlo Dossi)

    Dovunque brilla amore, si riflette in un bacio. (Anonimo)

    E che cos’è un bacio? Un apostrofo rosa fra le parole t’amo, un segreto detto sulla bocca. (Rostand)

    E che cos’è un bacio? Un segreto detto sulla bocca, un istante di infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante. (Rostand)

    E’ dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca. (H.Heine)

    E guardò gli occhi splendenti di luce, e le baciò le dolci labbra. Secondo voi non aveva ragione? (Anonimo)

    E’ il ben pensare che conduce al ben dire. (Francesco De Sanctis)

    E lì le chiuse gli occhi / selvaggi e appassionati / con quattro baci. (J.Keats)

    E’ più facile dare un bacio che dimenticarlo. (Anonimo)

    E’ preferibile l’aver amato e aver perso l’amore al non aver amato affatto. (Lord Tennyson)

    E stupisco se non è questo, quello che si chiama Amore. (Ovidio)

    E’ viva la tua anima? e lascia che si nutra! Non lasciare balconi da scalare, né bianchi seni su cui riposare, né teste d’oro
    con guanciali da spartire. (Edgar LeeMasters, Antologia di Spoon River)

    Ed io che intesi quel che non dicevi, m’innamorai di te perché tacevi. (Guerrini)

    Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l’ho scordato. (Walt Whitman)

    Fa del tuo amore una pioggia di Baci sulle mie labbra. (Shelley)

    Finchè la vita, e la stagion d’amore/ ad amare ci invitano..Vieni amor mio, e sia colma la deliziosa messe dei baci. (de Ronsard)

    Fortunato quanto gli dei a me pare colui che siede di fronte a te e da vicino ode la tua voce e il riso melodioso. (Saffo)

    Fra due cuori che si amano non occorrono parole (Desbordes-Valmore)

    Fra i rumori della folla ce ne stiamo noi 2 felici di essere insieme, parlando poco, forse nemmeno una parola. (Whitman)

    Fu il tuo bacio, amore, a rendermi immortale. (M.Fuller)

    Giove, dall’alto, ride dei falsi giuramenti degli amanti. (Ovidio, L’Arte di Amare)

    Gli amici non sono né molti né pochi ma in numero sufficiente. (Hugo von Hofmannsthal)

    Gli uomini guardano le donne x vederle; le donne guardano gli uomini x essere viste. (Normand)

    Gli uomini sono sempre sinceri. Cambiano sincerità, ecco tutto. (Tristan Bernard)

    I baci mettono a nudo il cuore e vestono l’amore. (Anonimo)

    I baci sono le monete spicciole dell’amore. (Taddeus)

    I bisticci degli amanti rinnovano l’amore. (Terenzio, Andria)

    I gesti dicono poco; le parole, un po’ di più; i baci, tutto. (Anonimo)

    I mariti delle donne che ci piacciono sono sempre degli imbecilli. (G.Feydeau)

    I ragazzi che si amano si baciano in piedi…nell’abbagliante chiarezza del loro 1°amore. (Prevert)

    Il bacio ama il blu: preferisce la notte. (Anonimo)

    Il bacio dovrebbe essere un’erba spontanea, non una pianta da giardino. (Anonimo)

    Il bacio è come la musica, il solo linguaggio universale. (Anonimo)

    Il bacio è la più alta poesia dell’amore. (Anonimo)

    Il bacio è un dolce trovarsi dopo essersi a lungo cercati. (Anonimo)

    Il bacio è una promessa scritta dalle labbra. (Anonimo)

    Il bacio fa più giovane il cuore e cancella le età. (Anonimo)

    Il colpo di fulmine è la cosa che fa guadagnare più tempo. (F.Arnoul)

    Il cuore di una donna è sfuggente come una goccia d’acqua su una foglia di loto. (Proverbio cinese)

    Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. (Pascal, Pensieri)

    Il cuore non ha rughe. (M.mede Sevignè)

    Il cuore sente la testa confronta. (Chateaubriand)

    Il denaro è come le donne: per tenerlo, bisogna occuparsene. (F.Bourdet)

    Il flirt è l’acquerello dell’amore. (Bouerget)

    Il matrimonio è una catena così pesante che x portarla bisogna essere in 2: e spesso in 3. (Dumasfiglio)

    Il silenzio di un bacio vale più di mille parole. (Anonimo)

    Il silenzio più eloquente: quello di due bocche che si baciano. (Anonimo)

    Il sole abbraccia la Terra e i raggi di Luna baciano il mare. Ma a che vale tutto questo baciare se tu non baci me (Shelley)

    Il suono del bacio non è forte come quello di una cannonata, ma la sua eco dura molto più a lungo. (O.W.Holmes)

    Il tuo amore è x me come le stelle del mattino e della sera, tramonta dopo il sole e prima del sole risorge. (V.Goethe)

    Il vero amore è come l’apparizione degli spiriti: tutti ne parlano, quasi nessuno li ha visti. (F. de la Rochefoucauld)

    Il vero amore non ha mai conosciuto misura. (Properzio)

    In amore chi arde non ardisce e chi ardisce non arde. (Niccolò Tommaseo)

    In amore si scrive “per sempre”, si legge “fino a quando”. (Anonimo)

  6. PROVERBI SU “OCCHI”

    A chi compra non bastano cent’occhi; a chi vende ne basta uno solo.

    Alle volte con gli occhi aperti si fan dei sogni.

    Bisogna guardare alle mani e non agli occhi.

    Chi ha contenti gli occhi, non si sa quel che il cor faccia.

    Chi non apre ben gli occhi a’ fatti sui, stentando va per arricchire altrui.

    Chi troppo frena gli occhi, vuol dire che gli sono scappati.

    Comprar cavalli e tor moglie; serra gli occhi, e raccomandati a Dio.

    Corvi con corvi non si cavano gli occhi.

    Fa più il padrone co’ suoi occhi, che l’opre col badile.

    Gli occhi sono la finestra dell’anima.

    guardati dagli occhi piccini.

    I fanciulli hanno l’anima negli occhi.

    I morti aprono gli occhi ai vivi.

    I sudditi dormono cogli occhi del principe.

    I vecchi son lepri, dormono con gli occhi aperti.

    Il piano ha occhi, e il bosco orecchi.

    L’abito della vedova mostra il passato, gli occhi piangono il presente, e il cuore va cercando l’avvenire.

    Le buone donne non hanno né occhi né orecchi.

    Lontan dagli occhi, lontan dal cuore.

    Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

    Meglio cecitá d’occhi che cecità d’intelletto.

    Nell’oscuro si vede meglio con uno che con due occhi.

    Nutrisci il corbo, e’ ti caverà gli occhi.

    Né occhi in lettere, né mani in tasca, né orecchi in segreti d’altri.

    Occhi bassi e cuor contrito, la bizzoca vuol marito.

    Vedono più quattr’occhi che due (o quattro occhi vedono meglio che due).

  7. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
    questa morte che ci accompagna
    dal mattino alla sera, insonne,
    sorda, come un vecchio rimorso
    o un vizio assurdo. I tuoi occhi
    saranno una vana parola,
    un grido taciuto, un silenzio.
    Così li vedi ogni mattina
    quando su te sola ti pieghi
    nello specchio. O cara speranza,
    quel giorno sapremo anche noi
    che sei la vita e sei il nulla
    Per tutti la morte ha uno sguardo.
    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
    Sarà come smettere un vizio,
    come vedere nello specchio
    riemergere un viso morto,
    come ascoltare un labbro chiuso.
    Scenderemo nel gorgo muti.

    Cesare Pavese

  8. LONTANO DAGLI OCCHI (Sergio Endrigo)

    Che cos’è?
    C’è nell’aria qualcosa di freddo
    Che inverno non è.
    Che cos’è?
    Questa sera i bambini per strada
    non giocano più.

    Non so perchè
    l’allegria degli amici di sempre
    non mi diverte più.
    Uno mi ha det..to che
    lontano dagli occhi,
    lontano dal cuore,
    e tu sei lontana,
    lontana da me.

    Per uno che torna
    e ti porta una rosa,
    mille si sono scordati di te.

    Lontano dagli occhi,
    lontano dal cuore,
    e tu sei lontana,
    lontana da me.

    Ora so
    che cos’è questo amaro sapore
    che resta di te,
    quando tu
    sei lontana e non so dove sei,
    cosa fai, dove vai.

    E so perchè
    non so più immaginare il sorriso
    che c’è negli occhi tuoi
    quando non sei
    con me.

    Lontano dagli occhi,
    lontano dal cuore,
    e tu sei lontana,
    lontana da me.

    Per uno che torna
    e ti porta una rosa,
    mille si sono scordati di te.

    Lontano dagli occhi,
    lontano dal cuore,
    e tu sei lontana,
    lontana da me.

    Per uno che torna
    e ti porta una rosa,
    mille si sono scordati di te.
    Lontano dagli occhi,
    lontano dal cuore,
    e tu sei lontana,
    lontana da me.

  9. Grazie Daniela, il thread è appena nato e già l’hai colmato d’interessanti notizie e piacevolissimi video di stupende canzoni.
    Grazie anche a te Raffaele, in atmosfera di post festival di Sanremo, una canzone che ci giunge dal passato fa molto piacere. L’unico inconveniente è mi son detta come accidenti avevano fatto già a passare tutti quegli anni se era soltanto ieri che le melodie di Sergio Endrigo si sentivano nelle case e per le vie. Meglio andarci a dormire sopra. Prima però ho voglia di lasciare un’altra canzone, anche questa non di certo recente, ma intramontabile. Chissa perchè, ma la televisione in bianco e nero mi fa tanta nostalgia Forse si trasmetteva poco, ma quel poco aveva della qualità. O forse invecchiando si tende sempre a prediligere il passato. Quale delle due ipotesi sarà più giusta?

  10. Ancora non posso andare a dormire se prima non racconto quel che mi è venuto in mente oggi. A volte un pensiero tira l’altro e si arriva a considerazioni scontate, ma che si riscoprono con “occhi nuovi”, tanto per usare una metafora in tema.
    Pensavo che quando siamo particolarmente tristi, disperati, doloranti oppure quando siamo talmente felici da non riuscire a contere tanta felicità al punto che ci fa persino male, quando tutto questo accade allora piangiamo. Le lacrime dei nostri occhi in pratica sono una risposta fisica alle tensioni dell’anima. La nostra parte immateriale agisce su quella materiale provocando delle alterazioni. Gli occhi appunto lacrimano, s’arrossano e anche il nostro naso si congestiona e sgocciola, il nostro viso diventa come tumefatto. Questo è quel che vediamo dall’esterno. E dall’interno? E tutti gli altri nostri organi? Che scompensi si avranno? Ogni nostra profonda emozione può in fondo alterarli così come fa il pianto con la nostra faccia. Ecco perchè ci ammaliamo piangendo dentro. E’ come se ogni nostra cellula avesse occhi sul nostro spirito. Chissà che piangere non sia in qualche modo una salvezza. “Somatizzare” è un modo di dire che in questo momento mi è così chiaro come non lo era mai stato.

    Buona notte e manteniamoci lieti il più possibile.

  11. INDIMENTICABILE

    For Your Eyes Only
    (Solo per i tuoi occhi)
    Lyrics by Michael Leeson, Music by Bill Conti & Sung by Sheena Easton
    For your eyes only, can see me through the night.
    For your eyes only I never need to hide.
    You can see so much in me, so much in me that’s new.
    I never felt until I looked at you.

    For your eyes only, only for you.
    You’ll see what no-one else can see, and now I’m breaking free.
    For your eyes only, only for you.
    The love I know you need in me, the fantasy you’ve freed in me.
    Only for you, only for you.

    For your eyes only, the nights are never cold.
    You really know me, that’s all I need to know.
    Maybe I’m an open book because I know you’re mine.
    But you won’t need to read between the lines.

    For your eyes only, only for you.
    You see what no-one else can see, and now I’m breaking free.
    For your eyes only, only for you.
    The passions that collide in me, the wild abandoned side of me.
    Only for you, for your eyes only.

    Solo per i tuoi occhi, puoi vedermi nella notte.
    Solo per i tuoi occhi non ho mai bisogno di nascondermi.
    Puoi vedere così tanto in me, così tanto in me di nuovo.
    Non ho mai provato nulla fino a quando non ho guardato te.

    Solo per i tuoi occhi, solo per te.
    Tu vedrai ciò che nessun altro può vedere, e ora mi sono liberata.
    Solo per i tuoi occhi, solo per te.
    L’amore che so tu hai bisogno da me, la fantasia che hai liberato in me.
    Solo per te, solo per te.

    Solo per i tuoi occhi, le notti non sono mai fredde.
    Tu veramente mi conosci, questo è tutto quello che ho bisogno di sapere.
    Forse sono come un libro aperto perché so che tu sei mio.
    Ma non dovrai leggere tra le righe.

    Solo per i tuoi occhi, solo per te.
    Tu vedrai ciò che nessun altro può vedere, e ora mi sono liberata.
    Solo per i tuoi occhi, solo per te.
    Le passioni che si scontrano in me, il lato selvaggio abbandonato in me.
    Solo per te, solo per i tuoi occhi.

  12. buonasera amici, ho gli “occhi” gonfi dalla stanchezza, oggi non mi sono fermato neanche un pò. Approfitto per un saluto a tutti voi.

    Occhi dischiusi alla notte nel perir dei pensieri
    occhi che rubano sguardi nel gioco dell’amore
    occhi che leggono nel più profondo del cuore
    occhi d’una lacrima che non sia dolore…..

  13. Modificare il taglio degli occhi
    Occhi vicini o distanti, piccoli o infossati: ecco i trucchi per valorizzare lo sguardo

    Occhi vicini
    Depilare le sopracciglia alla radice del naso, distanziandole e spostandone il punto di massima altezza verso l’esterno. Con l’ombretto: sfumare una tonalità scura a partire dalla metà della palpebra verso l’esterno; nella parte interna e accanto alla radice del naso, invece, stendere una tonalità più chiara e luminosa. Con la matita scura, delineare la palpebra superiore a partire dalla metà interna e allungandola verso l’esterno. Con il mascara, insistere con il colore, sulle ciglia verso l’angolo esterno.

    Occhi distanti
    Infoltire le sopracciglia verso la parte centrale. Con l’ombretto: usare una tonalità scura per la parte interna dell’occhio, sfumandola verso la radice del naso, e riservare il colore più chiaro al resto della palpebra. Stendere il mascara in modo uniforme su tutte le ciglia. Un piccolo accorgimento: allungare un po’ il disegno delle labbra.

    Occhi infossati
    Stendere un ombretto chiaro nella zona sotto il sopracciglio e sulla palpebra mobile, e uno più scuro sulla sporgenza ossea sopra la piega naturale della palpebra. Sul bordo delle ciglia, stendere una linea della stessa tonalità chiara usata per l’arcata sopraccigliare. Con il mascara, cercare di separare perfettamente le ciglia facendole sembrare più lunghe.

    Occhi piccoli
    Applicarela matita o l’eye liner solo sul lato esterno dell’occhio, sia sul bordo della palpebra superiore sia su quella inferiore, allungando il tratto e sfumandolo verso l’esterno e in alto. Evitare il kajal (che rimpicciolisce) e applicare al suo posto la matita bianca, che allarga e ingrandisce. Stendere l’ombretto chiaro sulla palpebra mobile, e scuro sulla parte superiore della palpebra. Applicare il mascara sia sulle ciglia superiori sia su quelle inferiori, insistendo sul lato esterno.
    Clara Giacconi
    http://www.leiweb.it

  14. Ragazza Occhi Cielo

    Io non ho mai dimenticato quello che ho fatto da me,
    lascerò questo triste porto, e porto via dolori da qui.
    Io non ho mai cancellato il dolore che ho dentro da un pò,

    non c’è riposo mio migliore, e riposo del dopo viaggiare con me, con me, con me, con me
    viaggio con me

    voglia mia di vita,
    voglia di una colpa,
    voglia di perdono,
    voglia di calore umano,
    voglia di partire,
    voglia di sapori buoni,
    voglia di sognare forte,
    voglia di star bene,
    nel mio viaggio ho solo posto per me,
    e nel mio viaggio ho solo posto per me, per me, per me, per me, per me.

    Questa ragazza occhi cielo, questa ragazza ha un’idea,
    e partorire tra le stelle, un giorno quando sarà
    libera e fiera di sè, già sicura del nome che avrà,
    questa ragazza occhi cielo, non avrà male mai più, mai più, mai più, mai più, mai più, mai più, mai più

    voglia di una stanza,
    voglia di silenzio,
    voglia di saltare,
    voglia di colore chiaro,
    voglia di partire,
    voglia di silenzio,
    voglia di star bene,
    voglia di conoscer pace,
    e nel mio viaggio ho solo posto per me,
    e nel mio viaggio ho solo posto per me, per me, per me, per me, per me per me, per me.

    Questa ragazza occhi cielo

    Biagio Antonacci: ha conquistato anche me

  15. Ciao a tutti… Approdo per la prima volta sul blog… E’ bellissimo! Complimenti!
    Gli occhi; fatico a trovare un tema altrettanto vasto, affascinante e misterioso… Ho un ricordo che vorrei condividere con voi: quando guardavo negli occhi la mia bisnonna, che è mancata alcuni anni fa a 99 anni; uno sguardo raccontava più di mille parole… Io arrivavo a casa sua stanco, dopo aver letto tanto, o scritto tanto, o dopo aver guardato tanta televisione (o anche dopo aver studiato!), poi la guardavo e vedevo quegli occhi sereni, decisi, belli… Mi perdevo nei suoi occhi e rivivevo la guerra, la vita in campagna, le stagioni passate. Ora vado a letto a far riposare i miei occhi stufi di vedere il De brevitate vitae (e sperando che domani la verifica vada bene)… Buonanotte a tutti.
    Un’ultima cosa: secondo me, gli occhi non sono lo specchio dell’anima, ma la sua porta…

  16. Ciao Giacomo, sono molto felice che tu sia approdato su questo blog. E’ stupendo quel che dici della tua nonna. E’ vero che gli occhi degli anziani raccontano.A volte sembrano vacui, quasi già spenti ed invece se si sta più attenti là dentro si può veder passare tutta una vita. Approvo pure il fatto che gli occhi siano la porta dell’anima, del resto a volte basta guardarsi negli occhi per capirsi e tutti quelli che si sono davvero innamorati nella loro vita se lo sono detto la prima volta con gli occhi. Spero tanto che “il navigar ti sia dolce in questo sito” e che la tua vela sia spinta dal vento ispiratore di molti nuovi commenti. Domani la tua verifica andrà benone e il “De brevitate vitae” si trasformerà in ” De vita beata” con un gran bel voto.

  17. Ciao Daniela,
    grazie per i post, specialmente quello sul trucco mi ha molto interessata. Un po’ di frivolezza rende la vita più vivibile. Molto belle anche le parole della canzone. Chissà se l’avesse cantata lo stesso Biagio Antonacci come sarebbe stata.
    A domani, in attesa di felice giorno.

  18. SE QUESTA NON E’ FOLLIA FORSE E’ UN ALTRO ACROSTICO

    Immaginarie
    Luminose
    Linee
    Uniscono
    Segni
    Ingannevoli
    Offuscando
    Nitide
    Idee

    Ogni
    Tentativo
    Trasforma
    Inverosimilmente
    C
    Che
    Ha
    Evidenziato

  19. Non ho tempo per soffermarmi su tutti i video e gli scritti e, al solito, devo muovermi cercando di cogliere qua e là ispirazioni e selezionare spunti di riflessione. Per intanto do il mio benvenuto a Giacomo e gli auguro una buona verifica su Seneca. A tutti noi propongo questa citazione dell’Autore latino: “Non exiguum temporis habemus, sed multum perdidimus”,”Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto”. (da De brevitate vitae, I, 1.3) che sempre fa riflettere sulla gestione del tempo. Il mondo attuale vive una distorsione frenetica della dimensione temporale. Il tempo diventa spesso il contenitore dell’onnipotenza del pensiero, della negazione di una visione realistica e meditativa dell’esistenza, lo spazio forzato per un’iperproduttività e la frequente dimenticanza dell'”hic et nunc”. Tosca più sopra faceva riferimento, attraverso la riflessione sulle lacrime, alla somatizzazione: sono molto d’accordo. Aggiungo che spesso anche la terapia psicologica, mediante l’ascolto,la giusta considerazione e la lettura di questo “pianto” sintomatico e simbolico, riconcilia il soggetto con la realtà e con il suo “qui e ora”. Buona giornata a tutta la classe.

  20. Buongiorno amici, un benvenuto a Giacomo . Ciao Tosca si, quei miseri versi sono i miei li ho scritti di getto invitato dall’argomento questo blog per me è molto stimolante. Io credo che gli occhi siano non lo specchio dell’anima, ma lo specchio dell’uomo stesso. Guardando negli occhi una persona, si intuisce il portamento, il carattere ed a volte si riesce a carpirne pure le emozioni. Dagli occhi sovente si nota se c’è tristezza, malinconia e più in generale lo stato d’animo dell’individuo; qundo si dice che ” gli occhi non mentono mai “, a mio parere è reale considerazione. un saluto a Raffaele e Daniela.

  21. Ma grazie! Come siete gentili! Grazie Tosca, mi è molto dolce navigare in questo sito… Grazie anche a Raffaele; la frase da te citata è stata quella che oggi ha aperto la verifica. Ma stendiamo un velo pietoso su questo argomento…
    Concordo pienamente con Giuseppe, e credo anche attraverso gli occhi si possa “entrare” dentro una persona. Mi è capitato più volte di essere completamente (consentitemi l’espressione un po’ metaforica) frastornato da uno sguardo. Sarà un esempio sciocco, però a me viene in mente quando si è ad un concerto (amo la musica) e la/il cantante che piace sale sul palco e comincia a cantare… Lì cominciano i brividi, ma che dire di quando i suoi occhi si incrociano con i tuoi? Di quando, per pochi secondi, sembra di essere soli con lei/lui? In quei momenti, se la personalità dell’artista è grande, e se è una persona sincera e diretta, si può davvero percepire le sue emozioni, sembra di non so….E’ belissimo….

  22. OK! Basta così! Più che un blog è diventata una discoteca con musica retrò,. Ma dico, gli occhi non li cantano più al giorno d’oggi? Sono passati di moda anche quelli? Mah! Eppure la magia è tutta lì, nello sguardo. Sono d’accordo te con Giacomo, con quel che ha saputo spiegare. Hai ragione anche tu, Giuseppe, quando affermi che guardando gli occhi di una persona si possono cogliere importanti informazioni sul suo animo.

    Spero che stiate trascorrendo un bel pomeriggio. Oggi è particolamente tiepido, un vero preludio di primavera. Mi auguro che duri.

    Buona serata a tutti . Se stasera troverò un po’ di tempo per tornare da queste parti vorrei trovarvi tutti quanti. E’ una gioia quando entro nel blog e trovo i vostri commenti.

  23. ACROSTICO ROMANTICO

    Ogni momento
    Che il mio sguardo s’incrocia
    Con il tuo, sento che
    Ho un brivido che corre
    In tutto il mio corpo.
    Ogni
    Nostro
    Istante

    Deve essere
    Ornato di momenti
    Lieti e poter
    Chiarire ogni
    Inevitabile dubbio sul tuo amore!!

  24. Un calorosissimo benvenuto anche da parte mia a Giacomo, bellissimi i tuoi ricordi della nonna, sarai davvero un tipo molto sensibile. Sono d’accordo con te quando dici che gli occhi non sono lo specchio dell’anima ma la sua porta!

    Ti posso dedicare questa canzone? Ok eccola e buon ascolto!!

  25. Dopo scappo! Ma perdono per perdono perdonatemi anche questa ormai che sono sul tema del revival. Del resto democraticamente bisogna tener conto anche di chi la pensa diversamente e c’è chi preferisce le gambe agli occhi.

  26. Che bello! Mentre traffico con le anticaglie e ancora non scappo, ti trovo, Daniela, con i tuoi insuperabili acrostici e un brano moderno con il tema degli occhi! Grande Daniela! Speciale anche il tuo pensiero di dedicare la canzone al nuovo arrivato.
    Baci. Ora chiudo davvero.

  27. Il Buio Ha I Tuoi Occhi

    Ho pensato a te intensamente,
    Ho pensato a te continuamente.
    Ho cercato di riportarti qui,
    da me, con me, con ogni mezzo
    riportarti qui a qualunque prezzo.
    E ho lasciato sempre accese
    luci bianche nella nebbia
    per non perderti di più.
    Quante inutili difese
    io che non volevo cedere.
    Anche adesso che
    il buio ha i tuoi occhi
    sono notti che non dormo più
    Belli da urlare i tuoi occhi
    incredibilmente azzurri ma
    sereni quasi mai.
    Il buio ha i tuoi occhi
    belli come li hai soltanto tu,
    come farò a non guardarli più
    a non guardarli più.
    Ho vissuto te, amando amando
    ho vissuto te, esagerando
    quando penso che, mi nutrivo io
    cosi di te, a grandi morsi
    respiravo te, a grandi sorsi
    e per questo lascio ancora
    le mie orme sulla rabbia
    che non hai inseguito mai
    io da solo e tu da sola
    forse mi dovrei convincere
    Solamente che
    il buio ha i tuoi occhi
    sono notti che non dormo più
    Belli da urlare i tuoi occhi
    incredibilmente azzurri ma
    sereni quasi mai.
    Il buio ha i tuoi occhi
    belli come li hai soltanto tu.
    Come farò a non guardarli più
    a non guardarli più.

  28. Eyes Without A Face

    Billy Idol

    I’m all out of hope
    One more bad dream could bring a fall
    When I’m far from home
    Don’t call me on the phone
    To tell me you’re alone
    It’s easy to deceive
    It’s easy to tease
    But hard to get release

    Les yeux sans visage eyes without a face
    Les yeux sans visage eyes without a face
    Les yeux sans visage eyes without a face
    Got no human grace your eyes without a face.

    I spend so much time
    Believing all the lies
    To keep the dream alive
    Now it makes me sad
    It makes me mad at truth
    For loving what was you

    Les yeux sans visage eyes without a face
    Les yeux sans visage eyes without a face
    Les yeux sans visage eyes without a face
    Got no human grace your eyes without a face.

    When you hear the music you make a dip
    Into someone else’s pocket then make a slip.
    Steal a car and go to Las Vegas oh, the gigolo pool.
    I’m on a bus on a psychedelic trip
    Reading murder books tryin’ to stay hip.
    I’m thinkin’ of you you’re out there so
    Say your prayers.
    Say your prayers.
    Say your prayers.

    Now I close my eyes
    And I wonder why
    I don’t despise
    Now all I can do
    Is love what was once
    So alive and new
    But it’s gone from your eyes
    I’d better realise

    Les yeux sans visage eyes without a face
    Les yeux sans visage eyes without a face
    Les yeux sans visage eyes without a face
    Got no human grace your eyes without a face.
    Such a human waste your eyes without a face
    And now it’s getting worse

  29. Se parliamo di occhi non possiamo non parlare di lacrime, e a questo punto voglio regalare al vostro ascolto questa canzone cantata da Alessandra Cora, la ragazza di circa 20 anni morta nel crollo della sua casa nel terremoto del 6 aprile all’Aquila… ogni volta che l’ascolto piango pensando a questa giovane vita spezzata.

  30. E’ passato quasi un anno da questa immane sciagura e mi sembra ieri e mi sembra un’eternità. Qui davvero il tempo mi confonde o meglio è il dolore che confonde, il dolore non ha una dimensione temporale e minuti, giorni, mesi, anni, decenni, non rappresentano nulla di fronte al dolore.
    Io non ho perso nessuno dei mie cari, io non c’ero neppure sul luogo del terremoto, ma come spesso mi accade in tutte le tragedie, mi pare d’averne in qualche modo fatto parte. Non so perchè, forse sarà la teoria dell’inconscio collettivo di cui ha gia parlato Raffaele riguardo allo sterminio degli ebrei, o forse è che noi siamo noi stessi e tutti gli altri contemporaneamente e solo il dolore ce lo rende noto.
    Grazie Daniela per aver inviato il link a questo video.

  31. Gli occhi nelle culture antiche
    L’occhio è un’icona che si ritrova in quasi tutte le culture. Nei tempi antichi, l’occhio aperto, senza palpebra, era il simbolo del potere trascendente e terreno, della divinità, della spiritualità. Il dio Ra era rappresentato da un occhio fiammeggiante. Anche il Dio dell’Antico Testamento era rappresentato da un grande occhio inscritto in un triangolo isoscele. Nelle filosofie orientali, il terzo occhio era un simbolo di chiaroveggenza, indicava intuizione e la capacità di accedere a una conoscenza superiore.

    Ma l’occhio poteva anche avere una simbologia negativa. Il Ciclope era un mostro con un occhio solo: ciò simboleggiava mancanza di luce, e quindi una coscienza limitata e selvaggia. L’ occhio malvagio era definito malocchio, appunto: trasmetteva odio, invidia e minaccia attraverso il solo sguardo.
    Gli occhi nei sogni
    L’immagine dell’occhio è molto frequente nei sogni. Lo sguardo, in particolare acuto e intenso, simboleggia la volontà di guardarsi dentro, di chiarire una situazione, di comprendere come stanno realmente le cose o scoprire le intenzioni altrui. Viceversa, uno sguardo profondo indica ingenuità e innocenza, e simboleggia il nostro lato che vuol restare bambino Il colore degli occhi sognati ha un forte valore simbolico. L’azzurro è il colore dell’occhio che vuole guardarsi dentro, che vuole scoprire il divino, mentre il colore scuro è collegato alla realtà. Sognarsi ciechi o orbi indica l’impossibilità di vedere qualcosa che ci tocca da vicino, oppure la volontà di rifiutare un avvenimento che ci riguarda.
    Iridologia: leggere nello sguardo*
    Gli occhi hanno attirato da sempre l’attenzione degli uomini, per la loro capacità di trasmettere le emozioni e la vitalità della persona. Per questo, con il tempo è nata una disciplina che si propone di collegare gli occhi allo stato di salute dell’uomo. L’iridologia studia la predisposizione del nostro corpo a manifestare disturbi psichici o fisici, attraverso un attento studio dell’iride. L’iridologo confronta la sua osservazione con apposite macchie topografiche dell’iride. Segni e macchie di colore in determinate zone dell’iride corrisponderebbero a determinati organi del corpo e la loro rispettiva predisposizione alle patologie.
    Sguardo e salute affettiva*
    Il sistema nervoso invia costantemente all’occhio una serie di impulsi. In caso di problemi, questi segnali appaiono sull’iride sotto forma di macchie, fessure, anelli di varie densità e colorazione. La pupilla, in particolare, comunicherebbe il malessere affettivo. Sembra che una grave delusione d’amore possa deformare il contorno della pupilla, che diventerà rotonda solo quando il dolore sarà passato.
    Le basi dell’iridologia*
    L’iridologo basa la sua diagnosi facendo attenzione a tre segnali particolari. Colori: valuta le colorazioni fondamentali dell’iride: azzurro, grigio, verde, castano, marrone, marrone scuro. Segni: annota le eventuali deformazioni dell’iride: punti, anelli, fessure. Macchie e scoloriture: sfumature di colore in determinate zone dell’iride indicano variazioni importanti negli organi correlati.
    Lo sguardo e la psiche*
    L’iridologia evidenzia anche gli stati psicologici ed emozionali della persona. I movimenti della pupilla sono alle basi di un complesso linguaggio che trasmetterebbe messaggi attraverso lo sguardo, anche inconsapevolmente. Le pupille dilatate esprimono interesse, attenzione e disponibilità verso l’interlocutore. Letture ulteriori sono possibili analizzando l’orlo della pupilla

  32. LA SCHIZOFRENIA SI LEGGE NEGLI OCCHI
    cchi magnetici, occhi rivelatori. La nostra anima e i nostri sentimenti affiorano dalle pupille e, secondo studiosi giapponesi, con essi anche i segni diagnostici della schizofrenia.
    I nostri abituali lettori sanno – e potranno averne conferma attingendo dall’archivio – che di recente ci siamo occupati di occhi: ancora però non sapevamo come lo sguardo potesse dimostrarsi una ‘spia’ infallibile per rivelare questo che è uno dei maggiori disturbi psichiatrici. Le persone psicotiche, infatti, possono essere riconosciute dalla maniera particolare con cui muovono gli occhi, il che consente di individuare – date appunto tali anormalità – i segni da cui desumere la presenza di psicosi.
    Ma come hanno fatto i ricercatori del Sol Levante a fornire una stima così precisa? Pazienti e persone sane sono state esaminate, con un registratore dei movimenti oculari, mentre guardavano immagini differenti. Nel calcolo sono finiti il tempo medio trascorso a fissare le figure, il numero di punti fissati, il tempo medio passato a guardare e la durata totale, sia del tempo passato a fissare le immagini che di quello dedicato all’osservazione generale. Rispetto alle persone sane, coloro che erano affetti da schizofrenia si ‘fissavano’ sulle figure senza riuscire ad esaminarle attentamente: osservavano meno punti ed erano capaci di concentrarsi solo per tempi brevissimi.

  33. Grazie Daniela! Grazie per le belle parole e grazie mille per la canzone, non ho mai ricevuto un’accoglienza così calorosa e gentile. Molto bella la canzone di Alessandra Cora, non la conoscevo ed è stata una bella sorpresa. E’ vero, gli occhi sono strettamente legati anche al dolore. Quante lacrime abbiamo versato… Quante ne verseremo?
    Fino ad un anno fa non capivo mia mamma che si commuoveva davanti ai film o alle notizie più tremende, ora, di fronte a scene tristi, profonde, o simili ad esperienze che ho vissuto, fatico a trattenere le lacrime anche io. Consentitemi una provocazione: che triste quella persona, i cui occhi non si inumidiscono mai davanti a nulla…

  34. Complimenti! Vedo che le teorie di Lombroso stanno risorgendo dalle loro preistoriche ceneri e suscitano nuove e discutibili curiosità. Che dire? “A volte ritornano”. E qui davvero c’è da ridere per non piangere.Stendiamo un velo pietoso..

  35. Raffaele, io spero che il tuo commento non riguardi la mia provocazione… Se sì, allora mi scuso, perchè sono stato frainteso. Io intendevo indicare quelle persone che per orgoglio non piangono, per “insensibilità volontaria”… Comunque mi scuso se ho offeso qualcuno….

  36. CURIOSITA’ SULL’ IRIDOLOGIA.

    Nel 1838 Von Peczely adolescente, catturando una civetta le ruppe una zampa: osservando gli occhi notò che in quello corrispondente all’arto ferito l’iride presentava un segno scuro, che scomparve con la guarigione completa. Da allora prese ad osservare e studiare gli occhi degli animali e giunse col tempo a formulare i fondamenti dell’iridologia moderna.

  37. Il colore degli occhi è un tratto influenzato da più di un gene.

    Gli occhi possono essere di colore: nero, marrone, nocciola, giallo, verde, blu, grigio e viola. Normalmente vengono prese in considerazione tre tipologie.

    OCCHI SCURI.

    Gli occhi scuri, neri o castani, sono il colore degli occhi più diffuso in tutto il mondo. In molte popolazioni gli occhi neri o castano scuri sono l’unica colorazione dell’iride osservabile.

    occhi neri

    Gli occhi neri sono i più scuri in assoluto sono dotati di una grande quantità di melanina che li fa apparire di un colore prossimo al nero ma tendono a scolorire traslando il colore verso il castano scuro con l’avanzare dell’età, possono essere presenti nei fototipi dal 4 in su. Gli occhi neri sono il colore di occhi più raro dopo il viola.

    occhi marroni

    Gli occhi marrone contengono una grande quantità di melanina, in alcuni casi possono apparire di colore tendente al nero. Gli occhi marroni a volte vengono anche detti castani.

    OCCHI INTERMEDI

    Gli occhi intermedi, castano chiari nocciola o ambra, contengono una minore quantità di melanina rispetto agli occhi scuri. Gli occhi di colorazioni intermedie sono diffusi in tutta Europa, in alcune nazioni limitrofe e presso le popolazioni europee del nord America, sud America e Oceania.

    occhi nocciola

    Occhi nocciola

    Gli occhi nocciola sono caratterizzati da una minore quantità di melanina rispetto agli occhi marroni. Gli occhi nocciola sono spesso associati al castano chiaro, in Nord America col termine nocciola (Hazel) si intendono gli occhi marroni con tonalità di verde scuro o blu scuro.

    occhi gialli

    Occhi gialli

    Gli occhi gialli o color ambra sono dovuti probabilmente al deposito di un pigmento di color giallo chiamato lipocroma. Vengono anche chiamati “occhi di gatto” e sono presenti più negli animali che nell’uomo.

    OCCHI CHIARI

    Gli occhi chiari : verdi , grigi e azzurri sono la colorazione degli occhi più rara al mondo essendo in maggioranza rispetto agli occhi scuri solamente in Europa centro-settentrionale ed orientale e nella aree più settentrionali dell’Italia , Spagna e Balcani (in minor misura anche nelle aree meridionali). Sono molto diffusi anche presso le popolazioni europee del nord America , sud America e Oceania , sporadicamente sono osservabili in alcune zone dell’Asia e nord Africa . Gli individui che possiedono occhi di colore azzurro , verde o grigio sono piu esposti ai danni causati dai raggi ultravioletti rispetto agli individui con occhi di colore scuro.

    occhi verdi

    Occhi verdi

    Gli occhi verdi sono il prodotto di una scarsa quantità di melanina e probabilmente rappresentano l’interazione del gene OCA2 con altri geni incluso il gene dei capelli rossi. Uno studio su una serie di adulti Olandesi e Islandesi ha dimostrato che gli occhi verdi sono molto più comuni fra le donne che fra gli uomini.

    occhi grigi

    Occhi grigi

    Gli occhi grigi contengono una maggiore quantità di melanina rispetto agli occhi blu. Nella mitologia greca la dea Atena era famosa per i suoi occhi grigi ( in greco : γλαυκῶπις – glaukōpis ).

    occhi azzurri

    Occhi blu o azzurri
    Gli occhi blu o azzurri sono dovuti ad una piccola quantità di melanina. Nel gennaio 2008 uno studio danese ha dimostrato che una specifica mutazione nel gene HERC2 che regola l’espressione OCA2 causa gli occhi azzurri. Gli occhi azzurri con macchie o con aureola marrone attorno alla pupilla non sarebbero invece dovuti a questa mutazione.

    occhi viola

    Occhi viola

    Gli occhi viola sono rarissimi, Liz Taylor è celebre per questo particolare colore degli occhi.

    liz

    Contenuti prevalentemente tratti da: http://it.wikipedia.org/wiki/Colore_degli_occhi

  38. Sì,certo, Giacomo. Mi riferivo al brano sulla schizofrenia. Trovo davvero inaudito che qualcuno affermi che una diagnosi psichiatrica tanto delicata si possa ricavare – infallibilmente (sic!) – dal movimento degli occhi. Anche il titolo è sgraziato,da gossip.
    Ma sono i nostri tempi davvero strani. Per tanti aspetti, in molti campi dove dovrebbe essere fondante e fondamentale il rispetto per la persona, si osserva il risorgere di una presunzione tecnicistica, spesso ignara e dissociata rispetto a una visione globale e integrata dell’umanità alla quale pretende di rivolgersi.
    Circa la tua provocazione, di diverso spessore rispetto al brano prima citato, invece potrei solo commentare che non sempre le lacrime visibili sono un segnale attendibile di sensibilità e di coinvolgimento profondo. Pensate a certe sceneggiate, a certe manifestazioni teatrali del dolore e delle emozioni.
    Sono dell’idea che le cose più importanti della persona stanno dentro ad un’intimità che non sempre corrisponde all’esteriorità e all’esternazione.

  39. “…la nostra cecità mascherata di scienza…”

    Da:
    UN ANNO (in REPLAY)
    di Alessandro Parronchi,
    poeta ermetico (1914-2007)

  40. Buonasera amici, con piacere vedo che il blog si è animato. Riprendendo la frase di di Alessandro Parronchi, postata da Raffaele, si potrebbe anche dire che a volte la scienza diventa cieca …. è l’eterno contrapporsi fra l’estremizzarsi del concetto del materiale fino a rasentare il cinismo e in contropposizione il radicalizzarsi del concetto emotivo della spiritualità. Io credo che possa esistere nell’immenso piano della ragione, un punto in cui i due concetti convergano. Ritornado sull’argomento occhi, posso affermare che forse la vista è più bene prezioso; sono stato operato agli occhi tre volte, due in intervento lasix per la miopia ( ero a – 22 sul ds e – 19 sul sn, praticamente quasi cieco) ed una volta per un brutto distacco della retina (al 80%) devo dire che se oggi scrivo su questo blog lo devo alle moderne tecniche dell’oculistica. Un saluto a tutti voi.

  41. Molto importante e esperienzialmente concreta la tua testimonianza,Giuseppe.
    Sul punto d’equilibrio – e, a mio avviso, non di coincidenza – tra scientismo e irrazionalismo (tanto per dare un nome a questi estremi, tra i diversi possibili) mi vien da dire che la ragione potrà svolgere il suo compito se si manterrà aperta al dubbio e all’umiltà. In nome della ragione,come in nome di Dio, sono stati anche generati mostri, specialmente quando alla ragione sono state attribuite caratteristiche divine, onnipotenti e “immense”.

  42. Hai perfettamente ragione Raffaele, ma tanto dipende dall’uomo e dalla sua indole, dalla suà umiltà e dalla capacità di autodeterminarsi. Abttribuire alla ” ragione ” caratteristiche divine, è cosa assai lontanà da ciò ed estremamente pericolosa.

  43. Hai perfettamente ragione Raffaele, e sono completamente d’accordo con te quando parli di esternazioni esagerate. Io infatti imaginavo gli occhi lucidi, silenziosi, come il dolore che lentamente cerca di uscire, di soppiatto, senza farsi notare…
    Concordo anche con Giuseppe (sono felice che tu possa di nuovo vedere, leggere e scrivere), se togliamo alla ragione l’umiltà, finiamo col perderci. “Non c’è niente di più oscurantistico che negare l’esistenza di un mistero” diceva uno che non ricordo (pardon!) A volte bisogna credere anche a ciò che non vediamo con i nostri occhi….

  44. Mi piace questo scambio d’opionioni, esperienze e pensieri che si è venuto a creare nella triade maschile degli attuali frequentatori del blog. E’ vero, Giuseppe, ” il blog si è animato”. E ora che si è animato mi viene voglia di gettare un altro sassolino nello stagno delle idee o meglio al centro del fossato dove le acque del razionale e dell’irrazionale si mescolano.
    Secondo voi gli occhi hanno un’energia? Perchè se “sentiamo addosso” gli occhi di qualcuno istintivamente ci voltiamo o se stiamo dormendo ci svegliamo? Se un’energia ci dovesse essere ce l’avremmo tutti uguale ? O ci sarebbe chi sprigiona effetti positivi e chi negativi? Al di là dei preconcetti popolari, delle credenze ataviche e delle fissazioni stregoneche, c’è un fondamento scientifico, o che a dati razionali vuole avvicinarsi, per spiegare quel che appare misterioso? In fondo il mistero è solo una mancata conoscenza, una scarsità di dati tangibili per raggiungere dimostrazioni pratiche di ciò che risulta inafferrabile ai nostri sensi e alla nostra ragione. Eppure i raggi X c’erano e si rivelavano devastanti, ma non si vedevano, non erano documentabili finchè non furono scoperti attraverso mezzi che potevano superare le nostre limitate capacità sensoriali. Gli esempi potrebbero essere molteplici, ma, riprendendo il pensiero di Giacomo, è oscurantismo anche la negazione dell’irrazionale.
    Tornando al dunque, ce l’hanno o no dei poteri i nostri occhi?

  45. Qualcuno ha mai provato l’ipnosi o sa ben argomentare in merito? Anche questa è una cosa che mi incuriosisce.

    Intanto vado a dormire passo e chiudo. Qui sta per scatenarsi un temporale è bene scollegare il tutto. Buona notte.

  46. Invito seriamente alla prudenza.
    Su questi temi non è difficile sconfinare nel pensiero magico e proiettare le proprie fantasie infantili. L’onnipotenza, anche inconsapevole e involontaria, del pensiero e l’autosuggestione possono giocare brutti e pericolosi scherzi.
    Già la parola “potere” è sospetta e meglio sarebbe piuttosto usare “facoltà” o “caratteristiche”.
    Uno sguardo può essere certo rivelatore di aggressività, curiosità, desiderio ecc.,ma tutto ciò non è una concessione all’irrazionalismo e non è un fenomeno extrasensoriale.
    Tutti, più o meno siamo capaci di cogliere “segnali” e decodificarli,ma normalmente non teorizziamo “poteri” e “misteri”, a meno che non si voglia – come in certe trasmissioni TV che nella loro ridondanza suggestiva non dicono molto di interessante – creare audience e stuzzicare il versante infantile dell’umana curiosità.
    Anche l’ipnosi è facilmente oggetto di tali aspettative distorte e per alcune persone è evocativa di “potere” sull’altro, di “guarigioni” rapide e senza sforzo, talvolta di manifestazioni spettacolari, straordinarie e paranormali. Per queste persone l’ipnosi è garbatamente da sconsigliare.
    Occorre anche qui molta umiltà e moderazione.
    La conoscenza, la saggezza e la salute hanno molto poco a che fare con il “potere” che invece volentieri fa comunella con la presunzione, la teatralità e il disordine confusivo.
    L’occhio incantatore non è di regola salutare ed è centrato inevitabilmente sul proprio narcisismo e tornaconto.
    L’occhio che cura e si prende cura invece si flette attento e rispettoso sul bisogno dell’altro.

  47. PENSIERO D’INIZIO GIORNATA

    Tanti occhi colorati, seducenti e incantatori
    sono l’effimera meraviglia dei pavoni.
    Quando il loro vanitoso spettacolo si conclude
    non resta che un incerto gallinaceo..

  48. Buon pomereggio amici, io non sono molto convito sui ” poteri incantatori ” degli occhi o almeno non in senso che non sia quello poetico e romantico; credo piuttosto nell’ampie facoltà della nostra mente e delle sue capacità. Riguardo l’ipnosi, concordo con il parere di Raffaele, quando dice di andare cauti sull’argomento. Se intendiamo per ipnosi il fenomeno psicosomatico oggetto di studi seri applicati anche in campo medico, di cui ad esempio Milton Erickson fu vasto divulgatore e sperimentatore, posso dire che l’argomento è vasto, interessante e sopratutto fondato su basi scientifiche e meriterebbe ampio approfondimento.

  49. Assolutamente d’accordo con Giuseppe e Raffaele! Grazie Tosca per lo spunto così interessante. Sono anche io dell’idea che si debba andare molto cauti quando ci si avventura per i sentieri dell’ipnosi e simili… Per quanto riguarda la forza di uno sguardo non so. In fondo, se gli occhi sono davvero la porta dell’anima (come ha ormai stabilito il blog di Tosca Pagliari 🙂 significa che si può entrare, ma anche uscire : o Fa impressione detto così, lo ammetto. Xò chissà, io credo che noi siamo in grado di emettere energie positive o negative, intese come mix delle nostre sensazioni e stati d’animo. Sicuramente lo sguardo è un interessante “via” per le nostre energie…

  50. D’accordo, Giuseppe, sull’ “incanto” poetico e romantico dello sguardo che indubbiamente è molto rassicurante e – se mi consenti – un po’ idealizzato. Certamente l’occhio non è solo questo e – ribadisco – non per chissà quale “potere” o “energia”. Attraverso lo sguardo si manifesta, si affaccia il mondo interiore della persona. Ciò è perfettamente naturale, come ad esempio un sereno tramonto, un temporale, una nevicata, una limpida alba sul mare si affacciano sulla nostra esperienza del mondo esterno. L’ipnosi non è quello che di solito s’immagina nella sua versione spettacolare, circense e meno attendibile. E’ una tecnica psicoterapeutica e d’indagine del mondo interiore che richiede particolare preparazione, non solo per l’operatore, ovviamente, ma aggiungerei anche per il paziente o cliente.
    Come la psicoterapia, specie quella del profondo, non è per tutti, ma solo per le persone sufficientemente motivate e capaci di collaborare in un’alleanza che richiede maturità e impegno, così l’ipnosi – a mio avviso – è ancor più selettiva. Non è certo una curiosità da salotto, o uno spettacolo, ma un’esperienza di grande spessore dove l’interiorità riesce a rivelarsi in forme di straordinaria chiarezza e genuinità. Anche se spesso l’ipnosi viene ancora associata allo sguardo e al suo “potere” (questa è la versione “autoritaria”, più suggestiva e meno interessante sul piano terapeutico) io ritengo che lo strumento principe dell’ipnosi (e condivido l’approccio ericksoniano) sia la parola.

  51. Ciao Raffaele, Giuseppe e Giacomo, le vostre tesi sono molto interessanti, serie, ponderate e basate anche su conoscenze oltre che su intuizioni. Mi piace starvi a sentire, continuate se avete dell’altro da aggiungere. E’ nello scambio d’idee e saperi che si cresce nella vita.
    Buona notte e grazie per i vostri commenti.

  52. Buongiorno amici ecco alcuni concetti sull’ ipnosi di M. Erickson:

    IPNOSI DINAMICA:
    Erickson parlava al paziente contemporaneamente su due livelli: quello inconscio e quello conscio sembrando infatti spesso che le sue parole non avessero molto senso. Utilizzava molto la metafora e aneddoti ottenendo anche in tale campo guarigioni “magiche”; Utilizzava la tecnica di proiettare il paziente in un futuro immaginario in cui vivesse il raggiungimento di un obbiettivo. Chiedeva al paziente ogni tipo di scena in una sfera di cristallo e ricorreva frequentemente alla regressione di età, alla distorsione temporale in cui sembra che il tempo si accordi e a quello, che chiamava pseudo-orientamento nel tempo; quest’ultimo consiste nel portare il soggetto in ipnosi profonda, in uno stato di dissociazione, in cui crede di aver già fatto una cosa che ritiene al di là delle sue possibilità.

    Distorsione temporale

    Con l’ ipnosi l’ipnostista suggerisce al paziente di immaginare di trovarsi in qualche momento nel futuro e abbia già vissuto quello che nella realtà non è ancora avvenuto. Questa procedura è stata utilizzata con esiti positivi con i pazienti depressi.
    Erickson utilizzò occasionalmente anche tecniche comportamentiste, in situazioni di eccessiva dipendenza dai genitori.

    Prescrizione del sintomo

    Egli chiedeva ad una persona, di assumere volontariamente un certo comportamento, nella speranza di eliminarlo o di portarlo sotto il suo controllo.Dire al cliente di fare quello che faceva già. Per esempio nel caso delle diete, continuare a stare a dieta per tre settimane poi rimpinzarsi. Metodo base nella terapia di M. Erickson per dare il via a un piccolo cambiamento.
    Richard Bandler e John Grinder analizzarono ciò che avveniva nelle sedute terapeutiche, in termini sia di uso del linguaggio, sia dei messaggi verbali che venivano scambiati e misero in evidenza il fatto che le persone hanno la tendenza a rispondere usando prevalentemente un canale sensoriale specifico.
    Nella loro opera sostengono che nella terapia bisogna mirare a comunicare con i processi inconsci.
    Entrambi partono dall’idea che esiste una parte di noi, che ci fa fare ciò che non vorremmo, o che ci impedisce di fare ciò che vorremmo, e che tale parte agisce in nostro nome ed in qualche modo nel nostro interesse. Così facendo, non cercano di eliminare un comportamento ma di integrarlo, e aiutano il paziente a trovare delle alternative che lo conducono allo stesso scopo.

    MILTON MODEL

    Il Milton model è un linguaggio particolare usato in terapia ed in ipnosi in grado di creare uno stato alterato.
    Il Milton model sfrutta le regole del Ricalco. Nel caso dell’ ipnosi l’operatore racconta l’esperienza che il soggetto vive in quel momento sfruttando linguaggio generico, utilizzando il suo canale sensoriale di accesso alle informazioni. Troverete qui di seguito è un esempio di Milton model tratto da una lezione.

  53. Ipnositerapia

    Arriva l’ipnosi per un parto indolore
    Diversi studiosi e ricercatori hanno spiegato che si tratta dell’induzione di un particolare stato mentale, uno stato di coscienza alterata che fa da ponte fra il momento in cui si è perfettamente svegli e lo stato di non coscienza quando si dorme. Bisogna disattivare la parte conscia del cervello, impedendo al principio di realtà di operare, consentendo così alle parole dell’ipnotista di attraversare il corpo e di suscitare immagini ed emozioni.

    È dimostrato, che l’impiego dell’ipnosi nel campo ostetrico ha più volte evidenziato grande utilità ed efficacia nella facilitazione di tutte le fasi del travaglio.

    L’ipnosi, produce l’attenuazione dei dolori del parto attraverso due meccanismi fondamentali: è capace di indurre uno stato psicofisico che permette da solo di controllare il complesso dolore-paura e induce una dissociazione percettiva.

    Va comunque ricordato che l’ipnosi non è tuttavia una tecnica sempre applicabile. Studi recenti indicano che circa il 70% dei soggetti può essere ipnotizzato. Tale percentuale aumenta fino al 90-95% nelle donne incinte che risultano più ipnotizzabili per l’aspettativa ansiosa che spesso le domina e le spinge a cercare aiuto.

  54. ACROSTIPNOTICO

    Immaginare di
    Passeggiare liberamente
    Nello spazio immenso
    Oscuro e misterioso
    Senza paura di
    Inciampare e cadere giù!!!

  55. Ipnotizzare con il corpo
    Una nuova tecnica che fa uso di segnali non verbali si é mostrata più efficace, rapida e potente delle altri procedimenti induttivi … con grandi vantaggi sul piano dell’appicazione pratica

    Capita che mentre parliamo con qualcuno, possiamo accorgerci che non ci sta affatto seguendo; il suo sguardo è vuoto, perso, lontano; il suo volto inespressivo, privo di tono; le sue mani o gli avambracci possono trovarsi a mezz’aria come fosse in procinto di dire qualcosa, ma rimangono immobili dando l’impressione di essere sospesi ad un filo. Immediatamente lo richiamiamo. Pensiamo: ha la testa fra le nuvole, è distratto; è pensieroso.
    Ma ciò che accade veramente in quei momenti è altro: si chiama ipnosi!
    E’ proprio constatando che i fenomeni ipnotici si presentano nelle comuni interazioni umane che gli studiosi di questa disciplina hanno appeso al chiodo pendolini, “guardami, guardami, guardami” e metronomi per investigare e trovare il modo di riprodurre quanto avviene già naturalmente.
    Fatti non parole! L’indagine condotta con una sistematica e accurata osservazione e valutazione di queste occorrenze ha messo in luce che a suscitare questa condizione sono solo in alcune occasioni delle parole; il più delle volte, si tratta di segnali non verbali: suoni, toni di voce, certe scene, contatti fisici.
    Gli stimoli hanno la caratteristica di essere inattesi, evocativi, emotivamente coinvolgenti.
    Il corpo rivela La presenza di ipnosi è segnalata da cambiamenti nelle fisiologia osservabile dell’individuo; spesso le reazioni sono spesso sottili: dilatazione delle pupille, fissità dello sguardo, schiudersi della bocca, lieve dondolio del corpo, riduzione del tono muscolare ed altri ancora.
    Minuti contati: La durata delle trance varia in genere da qualche secondo a parecchi minuti e si produce centinaia di volte al giorno.
    L’ipnosi è un’esperienza quotidiana Queste scoperte hanno dimostrato che chiunque è stato ipnotizzato innumerevoli volte nella sua vita e che ognuno di noi, una volta, identificate le sue personali, uniche e irripetibili chiavi d’accesso all’ipnosi, è ipnotizzabile.
    Ma il limite è stato subito evidente: la profondità di queste trance spontanee e la loro durata si sono rivelate troppo ristrette per un appli- cazione terapeutica.
    Come potenziare l’effetto degli stimoli ipnotici Dopo il primo scorcerto, gli scienziati hanno ideato due possibili soluzioni:
    i abbassare la soglia della sensibilità del soggetto agli stimoli (e aumentare quindi la sua recettività)
    i aumentare la “forza” d’impatto delle sollecitazioni.
    Gli “artifici” per il potenziamento dell’ipnosi: Una selezione delle tecniche più efficaci nella modificazione del comportamento, ha portato alla selezione di due modelli:
    il’Ipnosi Dinamica, il primo procedimento ipnotico basato sul linguaggio del corpo, elaborato Stefano Benemeglio
    iIl procedimento del ricalco-guida, ideato dalla Programmazione Neuro-Linguistica.
    Due parole di spiegazione: L’Ipnosi Dinamica attraverso la gestione di toccamenti, rumori, variazioni della distanza interpersonale e con artifici per disorientare, “mettere sottosopra” e confondere la percezione, si innalza il tono emotivo del soggetto ipnotico, rendendolo estremamente permeabile alle suggestioni e ad ogni più piccola variazione del comportamento dell’operatore.
    Un’altra tecnica per rendere più efficace e pilotare le reazioni degli individui con cui si interagisce é il Ricalco-Guida; consiste innanzitutto nel rispecchiare posture, gesti, timbro e quant’altro del modo di porsi dell’altro.
    Il ricalco può essere fedele (ad esempio, si può assumere la stessa posizione dell’interlocutore), parziale (ci si può toccare il mento, quando chi ci sta di fronte lo liscia tra le dita) o incrociato (si può dare un colpetto al tavolo ogni volta che l’altro mostra un aumento dell’attenzione). Dopo un certo numero di ripetizioni, nella mente del soggetto si stabilisce un’associazione stabile tra il nostro e il suo comportamento, per cui una nostra variante sarà seguita da una sua analoga replica – guida -.
    I passi dell’induzione ipnotica:Il metodo descritto deve molto alle impostazioni originali dell’Ipnosi Dinamica cui, oltre all’integrazione del modello ricalco-guida, sono state apportate delle rettifiche che ne hanno reso più snella e rapida l’applicazione.
    L’individuo viene messo in piedi in mezzo ad una stanza; gli viene chiesto di tenere una postura eretta, ma non tesa; di non fare movimenti volontari e involontari, di non parlare, di non aprire gli occhi una volta che si siano chiusi: tutto questo ha tre obiettivi:
    – “scoraggiare” l’individuo dal fare azioni che allentino la
    tensione emotiva;
    – ridurre la percezione dell’ambiente esterno;
    – agevolare lo spazio di manovra dell’operatore.
    La stimolazione dei sensi l’operatore fa la richiesta di osservare i gesti che eseguirà all’altezza degli occhi (aprire e chiudere le dita, fare movimenti circolari, far scorrere la mano avanti e indietro; ecc.).
    Non appena viene scorto il più piccolo cenno di alterazione della coscienza in coincidenza con uno specifico segnale; si procede ad un “aggiustamento del tiro” (il movimento è fatto più veloce o più lento; più vicino o lontano, da destra oppure da sinistra, ecc.) per individuare la forma che meglio si attaglia al soggetto.
    Individuato il “grimaldello” giusto, lo si ripete, attenti a adattarlo ad ogni minimo cambiamento nella risposta.
    Ripetizione e adeguamento portano ad una intensificazione della reazione, riflesso di una più pronunciata modificazione dello stato di coscienza.
    Se la stimolazione visiva si mostra poco efficace, si può passare a quella sonora (si producono vocalizzi o rumori) o quella tattile (si può toccare l’individuo sulla fronte, appoggiarsi ad esso, poggiargli una mano sulla spalla o sul petto). Il protocollo che segue è lo stesso che per la modalità visiva (si cerca il “profilo” adatto per tono, volume, ritmo e velocità dei suoni o il punto e il modo “corretto” del contatto). Accentuare la recettività.
    In quel momento, si può elevare la responsività dell’ipnotizzato:
    – gli si gira attorno, parlando (in genere dicendo frasi vuote o facendo banali descrizioni di ciò che si sta facendo) per far si che il soggetto individui un riferimento preciso; poi, si cambia direzione all’improvviso.
    – ci si mette di fronte al soggetto e, nel parlare, si dirige la voce verso l’orecchio destro o quello sinistro oppure in alto o verso il basso;
    – si parla a voce bassa e con tono calmo e soffice; quindi, si da un forte battito di mani. · si sposta la testa del soggetto verso dietro (la sua percezione dell’equilibrio viene fisiologicamente alterata)
    – si fanno suoni acuti, aspirati; si fanno cadere oggetti alle sue spalle; si scuote un portapenne con moto ascendente e discendente o da destra a sinistra; ecc.
    A quel punto, la reazione tipica è la caduta; cioè, la perdita dell’equilibrio.
    Si pone quindi l’individuo su una poltrona o su un divano e si formulano delle suggestioni, questa volta verbali. Anche quelle sono calibrate in base alle alterazioni emotive e di coscienza che suscitano (gli studi più recenti si stanno muovendo nel senso di scoprire come ottenere, con lo stesso metodo, le suggestioni articolate con la parola).
    Potremmo dire che procedere con il consueti metodi di induzione ipnotica è come provare a guidare una macchina senza aver fatto prima il pieno; se c’è benzina, l’auto (individuo altamente ipnotizzabile) va avanti lo stesso; se è “a secco” (persona refrattaria), il veicolo non va in moto. Chi applica l’ipnosi non verbale, prima di “mettersi la voltante” – dare le suggestioni – riempie sempre il serbatoio!

    I MITI DA SFATARE

    iAndare in ipnosi vuol dire dormire o perdere la coscienza:
    FALSO: il più delle volte, comporta una condizione che potremmo paragonare al dormiveglia. Questo stato può comportare talvolta una specie di torpore che rende percezione e ricordo annabbiati; ma più comunmente, la trance é una “rilassata” vigilanza.

    iSe non si viene “risvegliati”, si può non uscire più dallo stato ipnotico: FALSO: in realtà, per quanto la trance sia un esperienza piacevole, se non si ricevono sollecitazioni, dopo un po’ ci si riprende da sé

    iNel corso di una seduta ipnotica, l’individuo diventa un automa nelle mani dell’ipnotista:
    FALSO: la persona mantiene sempre un certo grado di autocontrollo e interagisce comunque, anche se a livello passivo e involontario, con l’operatore.

    iL’ipnotizzatore può far fare quello che vuole all’ipnotizzato: FALSO:durante la trance, si produce una maggiore disinibizione, ma se l’individuo moralmente o per volontà non vuole veramente fare qualcosa non lo fa.

    iPer ipnotizzare bisogna essere dotati di poteri particolari:
    FALSO: l’ipnosi è semplicemente una tecnica; tutti possono apprenderla. Naturalmente, come per ogni attività umana, c’è chi è più portato e chi meno.

    iL’ipnosi è uno scontro di volontà:
    FALSO: chi viene ipnotizzato ha una personalità debole: anche questa è una credenza priva di fondatezza; anzi, chi è maggiormente “suggestionabile” spesso tende a mostrare una maggiore rigidità e un più alto grado di allerta.

    iL’ipnosi fa dire o fare cose che non si vorrebbero:
    VERO/FALSO: stato di ipnosi è una condizione di inerzia psichica e motoria per cui la persona non ha “voglia” di produrre delle azioni spontanee o di pronunciare delle parole
    Di solito la persona non parla in ipnosi, se non dopo un lungo e laborioso allenamento: nello stato trance, si attiva una parte del cervello in cui il linguaggio è rudimentale; per altro, corde vocali e gli altri organi fonatori sono rilassati e per l’individuo pronunciare delle parole comporta un grosso sforzo e un impegno arduo.

    iCon l’ipnosi possono emergere impulsi, pensieri e ricordi che possono far star male:
    VERO/FALSO: si tratta di un evento piuttosto raro; più di frequente, l’individuo può avere crisi di pianto, tremori o provare forti emozioni all’inizio dell’induzione, quando il rilassamento favorisce lo scarico di tensioni fino a quel momento trattenute; ma lo stesso può fare una scena di un film o un racconto particolarmente commovente.

    LE CAUTELE NECESSARIE

    L’ipnosi in linea di massima non ha controindicazioni, purché l’operatore rispetti la personalità, lo stato d’animo e le necessità dell’individuo e abbia una solida esperienza e conoscenza del fenomeno.
    Gli eventuali danni ed “collaterali” che andremo ad elencare sono comunque reversibili e passeggeri. I problemi procurati con l’ipnosi possono essere di natura psicologica e/o organica:

    iEmotivi: attacco di panico o d’ansia, percezione di una distorsione della propria immagine o dell’ambiente esterno; attacchi d’ira o di pianto; stato confusionale; sensazione di perdita di controllo o di identità.
    iFisici: emicrania, sensazione di instabilità, torpore, nausea, crampi, disturbi gastrointestinali. Queste complicanze non si verificano o sono contenute quando l’ipnotista segue il protocollo precisato di seguito:
    – Il soggetto non va “risvegliato” rapidamente quando è in uno stadio profondo d’ipnosi;
    – Non bisogna spingere l’individuo a fare cose contro il suo volere ne fargli fare cose umilianti o che lo rendano ridicolo. – Non ipnotizzare individui psicotici o borderline*: la psicosi può essere scatenata dalla condizione di dissociazione (tra comportamento volontario e risposte automatiche) che accompagna la trance.
    – eventuali crisi di ansia, pianto, agitazione e somatizzazioni vanno risolte in ipnosi, se il soggetto si trova ad un livello profondo di trance; se la trance è leggera, vanno tolti eventuali vincoli (del tipo di “non puoi aprire gli occhi” o “non riesci a fare un passo avanti”) e l’individuo è sollecitato a muoversi, ad aprire gli occhi e a parlare.
    – E’ importante fare attenzione a non dare suggestioni postipnotiche involontarie – ad esempio, con un lapsus (il soggetto potrebbe viverle come un’incomprensibile perdita di controllo e sviluppare una crisi d’angoscia).

    Perché funzioni bene

    Le condizioni che favoriscono l’induzione ipnotica e quindi la riuscita dell’ipnosi sono:
    hFiducia nell’operatore sia comeprofessionista, ma soprattutto come persona
    hL’ambiente deve essere; poco rumoroso; la temperatura va tenuta attorno ai 20 gradi; le luci é importante siano soffuse; inoltre, pareti e arredamento é consigliabile abbiano una tinta distensiva (blu, verde, violetto, rosa pallido)
    hSottoporsi all’ipnosi tra le 11 del mattino e le 16-17 del pomeriggio
    hFare l’ipnosi non troppo vicino ai pasti

    C’è un ritmo dentro di noi

    E’ stato scoperto che tutte le persone possiedono un ritmo interno tale, per cui, ogni ora e mezza circa, si altera naturalmente lo stato di coscienza;
    questo “calo” ha la funzione di spingere l’organismo ad una sosta così da riprendere le energie.
    Il ritmo prende il nome di “Ciclo Ultradiano”. I suoi segni sono:
    – Sbadigli, respiri profondi, sospiri;
    – fatica a mettere a fuoco la a fare sogni ad occhi aperti o a fissare nel fuoco;
    – difficoltà a concentrarsi, – tendenza a distrarsi, goffaggine, sbadataggini, dimenticanze, gaffe.
    – scarabocchiare distrattamente, dondolarsi sulla sedia, tamburellare, da seduti oscillare un piede o dalla posizione eretta, sollevarsi sulle punte, ecc.

  56. Colgo il momento per mandare un saluto a tutta la classe, visto che in ogni momento della giornata potete trovarmi a scuola…uffff….solo e sempre a scuola che è ormai diventata la mia casa principale!!!
    Ciao Tosca, il blog è sempre più bello ed interessante.
    Un saluto a Giuseppe, persona davvero dolce e sensibile.
    Un abbraccio al mio sommo poeta Raffaele che ci delizia con la sua poesia e con il suo grande carisma.
    Una stretta di mano calorosissima a Giacomoanche lui persona eccezionale, ho avuto subito questa impressione!!
    Che dire di più, siamo proprio una bella compagnia…soprattutto siamo ormai diventati amici davvero molto stretti ed in perfetta sintonìa.
    V dedico una canzone:(scusate se emerge sempre il mio animo da speaker radiofonica…ormai in pensione… 🙂 )

    http://www.youtube.com/watch?v=dZRkJFSEGCI

  57. Oooohh!! Che tenera Daniela! Canzone bellissima… Ma 6 troppo gentile, ti prego non esagerare che mi fai venire gli occhi lucidi! Basta basta!! 🙂
    Siamo finiti su un tema mooolto complesso e delicato; essendo solo un giovane scrittore di fiabe e uno studente liceale è meglio se evito di parlarne… Non sono abbastanza ferrato! 😮 L’unica cosa che posso dire è che preferisco evitare l’ipnosi (anche se tanta gente vorrebbe ipnotizzarmi per farmi stare fermo e zitto per più di 5 secondi 🙂 ) e personalmente credo che la riuscita dell’ipnosi sia indirettamente proporzionale alla forza della personalità.
    Grazie a Giuseppe e a Raffaele che, nonostante non sia così preparato, mi “leggono” lo stesso. Grazie Tosca per avermi invitato!!! Baci a tutti… Vi lascio (oggi pomeriggio voglio ralizzare un piccolo progetto nella mia città… Speriamo…) con una canzone di una delle cantanti che più amo…. Grazie a tutti

    http://www.youtube.com/watch?v=Ou4xRj366Ig

  58. La “preparazione” migliore, Giacomo,non è certo il nozionismo in un campo, come ad esempio quello dell’ipnosi, dove è l’esperienza diretta e personale che fa testo e può dire legittimamente l’ultima parola. Altrimenti si cade facilmente nel sentito dire, nella chiacchiera, nel copia-incolla, financo nel gossip da salottino televisivo.
    Ma la democrazia consente anche che si esprima il “sentito dire”, il “letto da qualche parte”,il “anch’io devo dir la mia”. Non so fino a che punto questo sia vero arricchimento culturale o “flatus vocis”, chiacchiera.
    Ti suggerisco ,Giacomo, un infallibile strumento di verifica. La cultura basata sul nozionismo è quella della scuola tradizionale: induce scarso spessore introspettivo, non viene davvero assimilata (se non in modo ecolalico) e, vivaddio, presto viene a noia.
    Mi ricorda tanto lo stile di certi insegnanti che riempiono le pareti delle loro aule di tazebao carta, cartelli, cartellini e cartelloni. Certo è “visibilità”,ma corrisponde anche ad un vero carisma didattico e pedagogico?

  59. Acciderba che acrostici, Daniela e Raffele! Sempre più eccezionali!
    Ciao Giacomo sono contenta che ti piaccia stare qui con noi.
    A proposito d’insegnanti e cartelloni, citati da Raffaele, rispondo che oggi vado di fretta. Ho ancora tante cose da fare perchè sono stata occupata tutto il pomeriggio in un art attac scolastico: assemblaggio valorizzante delle opere dei miei alunni su ispirazione di Magritte. I miei alunni sono giovanissimi, inesperti, pasticcioni, ma originali. Ho speso un pomeriggio per far sì che ogni loro prodotto riuscisse a risaltare in un cartellone cumolativo. Alla fine è venuto fuori un bell’effetto. Ci vogliono secondo me i cartelloni nelle classi, basta che non siano stereotipati, ma che riescano a vivacizzare l’occhio e l’intelletto.
    E che ne dite degli “occhi” di Magritte?
    occhio magritte

    occhio dal buco

    occhio testa

  60. L’immaginario in quanto tale facilmente deborda verso il narcisismo dove la soggettività naufraga – e il mito lo insegna – miseramente.A meno che non intervengano una regolamentazione simbolica, una “legge”, un codice, un registro condiviso fondato sul principio di realtà.In tal modo anche la pregnanza e l’utilità dell’immagine – e dell’uso delle immagini – sono dimostrabili e fondate.
    Diversamente c’è sempre in agguato l’autoreferenzialità, così simile al sogno ad occhi aperti, sul quale ogni ulteriore commento è superfluo.

  61. BIOLOGIA
    Uno studio mostra come la percezione visiva periferica influenza i sistemi motori del cervello
    Dove si posano gli occhi

    La nostra attenzione visiva si sintonizza preferibilmente sugli oggetti che possono essere afferrati
    Un gruppo di ricercatori del Dartmouth College ha scoperto che l’attenzione visiva si focalizza preferibilmente sugli oggetti che possono essere afferrati. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience”, mostra che gli oggetti che di solito associamo all’essere impugnati, come cacciavite, posate o matite, attirano automaticamente la nostra attenzione visiva, soprattutto se si trovano sul lato destro del campo visivo. Nel cervello, esistono due percorsi visivi principali. Uno serve a identificare gli oggetti (percezione) e l’altro per guidare le braccia e le gambe a seconda di cosa si vede (azione). Per comprendere meglio come i due sistemi interagiscono, il gruppo di Dartmouth ha studiato come la percezione visiva, in particolare l’attenzione visiva periferica, influenza i sistemi motori del cervello. I ricercatori hanno chiesto ai loro soggetti di osservare lo schermo di un computer dove erano mostrati due oggetti: uno era uno strumento in qualche modo afferrabile; l’altro no, per esempio una nuvola o una barca a vela. Dopo circa un secondo, una serie di sbarre orizzontali apparivano per un attimo sopra una delle due immagini. Rimanendo concentrati sul centro dello schermo, i soggetti dovevano indicare se le sbarre erano apparse sulla destra o sulla sinistra. I ricercatori hanno determinato dove era focalizzata l’attenzione al momento della comparsa delle sbarre, misurando l’attività elettrica del cervello con un elettroencefalogramma (EEG). -Quando le sbarre apparivano dal lato dell’oggetto afferrabile – spiega Todd C. Handy, principale autore dello studio – la risposta dell’EEG nella corteccia visiva era più intensa. Questo mostra che l’attenzione viene attirata in modo specifico da questi oggetti. Inoltre, l’effetto era maggiore se questi oggetti si trovavano sulla destra. Per confermare i risultati, i ricercatori hanno poi usato immagini di risonanza magnetica funzionale (fMRI), un metodo che identifica con precisione le aree del cervello in attività.

  62. SGUARDACROSTICO

    Sguardi che ci
    Guidano dentro
    Un’intricato labirinto di
    Assurdi e strani pensieri.
    Ritrovare, come per magia,
    Dentro il tuo magnetico e
    Impenetrabile sguardo, il perduto amore!!

  63. No Raffaele… Adesso devi spiegarmi cos’hai scritto 🙂 ahahahaha ma vi rendete conto del registro che è in grado di usare quest’uomo?? Raffaele, credo che siano tutti d’accordo con me…. The winner of the Nobel for the best written italian is…. (rullo di tamburi) Raffaele!! Congratulations! No ti giuro, io adoro sentir parlare bene e scrivere bene, ma tu sei un genio. Davvero, complimenti.
    Riallacciandomi a ciò che asserivi, posso affermare che (per caso fortuito) la maggior parte dei miei professori non tende verso l’insegnamento nozionistico. Concordo anche sull’immaginario; il narcisismo spinge nel baratro del soggettivismo, dal quale non c’è via d’uscita. (come parlo bene :p)
    Sono talmente stanco che mi sto ipnotizzando da solo.. Vado a nanna presto. Buona serata a tutti, grazie dei bei momeni che mi regalate. Un abbraccio…

  64. ACROSTICO PER GIACOMO

    Giovane,
    Indomito,
    Allegro e spensierato
    Con noi ti abbiamo portato.
    Ora nel blog, presente ti vogliamo
    Molto felici, davvero siamo.
    Oh , caro amico, un forte abbraccio ancora ti diamo!!

  65. Interessante e forse divertente come si stia costì metacomunicando, tra acrostici, smile, occhi policromi, proclami in inglese e inserti you tube a profusione.
    Il panorama quaresimale viene tipicamente punteggiato di eruzioni carnascialesche. Tutto ciò è cosa veramente degna e giusta. Come disse Lao Tse “L’alto sta sopra al basso” e, ovviamente, se occorre “il basso sta sopra l’alto”, taoisticamente parlando. La notte sia a voi tutti propizia e vi conceda sogni d’oro.
    Un saluto dal guardiano del faro

  66. Buongiorno amici stamattina mi sono lasciato ” incantare ” da una magnifica giornata di sole e quindi non ho resistito alla tentazione di una bella passeggiata sul lungomare; dimenticando però, che anche al sabato sono impegnato con il lavoro. Detto questo e rallegrandomi per la vivacità del blog e scusandomi per il poco tempo a disposizione, saluto tutta la classe. Mi permetto di lasciare anch’io un acrostico per Giacomo.

    Garbato
    Intrapendente
    Attento e
    Colto. Dagli
    Obbiettivi
    Meditati ed
    Oculati

  67. “Gli occhi negli occhi”

    Cercare gli occhi con gli occhi
    e dentro gli occhi cercare
    il primo amore da fare
    e farlo come lo sai
    che con lo sguardo lo fai
    tra gli occhi e gli occhi suoi
    Con l’occhio nudo di chi
    non ha prudenza di se
    e dice tutto com’è
    la sofferenza e la gioia
    e la distanza si fa
    immensa intimità
    Li vedi
    gli occhi
    con gli occhi
    negli occhi
    ma…
    Ma poi non bastano gli occhi
    e non ti basta il pensiero
    e vuoi la voce all’orecchio
    e vuoi toccare con mano
    e vuoi vedere che vedi
    ad occhi chiusi tu
    Li vedi
    gli occhi
    con gli occhi
    negli occhi
    ma…
    Cercare gli occhi con gli occhi
    e dentro gli occhi cercare
    il primo amore da fare
    e farlo come lo sai
    che con lo sguardo lo fai
    tra gli occhi e gli occhi suoi

  68. Bellezza

    Occhiaie

    Le occhiaie sono un inestetismo piuttosto diffuso che sottrae allo sguardo fascino e bellezza. Questi segni bluastri e scuri che compaiono sotto l’occhio sono indice di una fragilità capillare congenita. Le occhiaie non sono quindi un semplice segno del tempo che passa ma un’imperfezione che colpisce anche i più giovani.
    Oltre che all’ereditarietà individuale, la comparsa delle occhiaie è legata ad una lunga lista di fattori predisponenti. Per capire come uno stile di vita errato possa accentuare il problema è necessario chiarire alcuni concetti base.
    Il sottile strato di pelle posto al di sotto della cavità orbitaria è ricco di sottilissimi vasi sanguigni. Quando questi microscopici capillari si rompono fuoriescono piccole gocce di sangue che tendono ad espandersi nei tessuti dove residuano per molto tempo. Tale ristagno dà origine al caratteristico alone scuro che distingue le occhiaie da altri inestetismi come le borse o le rughe.
    Oltre che da un’innata fragilità, la rottura dei capillari può essere favorita anche da errate abitudini comportamentali.
    Le occhiaie possono infatti accentuarsi a causa di:
    stress termico (sbalzi di temperatura, esposizione diretta alla luce solare o lavaggi del viso con acqua bollente)
    stress meccanico (sfregamento continuo degli occhi o eccessiva contrazione dei capillari del viso mediata dalle catecolamine, ormoni secreti in risposta a forti stress psicofisici)
    Essendo generalmente molto sottile una pelle colpita da occhiaie è anche maggiormente soggetta alla formazione di rughe. Per questo motivo è molto importante utilizzare una buona crema idratante che nutre la pelle e la protegge dalla disidratazione.
    Un riposo notturno insufficiente favorisce il ristagno di sangue intorno alle orbite facilitando le microemorragie responsabili delle occhiaie.
    Attualmente esistono delle creme in grado di combattere efficacemente questo inestetismo. La vitamina K, per esempio, è uno dei princìpi attivi più efficaci nello schiarire le occhiaie.
    Anche la dieta può aiutare a combattere il problema; la vitamina C, contenuta soprattutto negli agrumi, nei broccoli, nel kiwi, nel succo d’uva e nei frutti di bosco, è il protettore per eccellenza del microcircolo (rinforza le pareti dei capillari).
    Se alle occhiaie si accompagna gonfiore (borse), per attenuare il problema si può provare a dormire con il busto leggermente sollevato; in questo modo si impedisce un eccessivo reflusso di sangue verso gli occhi. Un fazzoletto imbevuto di camomilla fredda e tamponato sulle palpebre al risveglio è un antico ma efficace rimedio per attenuare il gonfiore.

  69. Occhiaie, come eliminarle?

    e occhiaie sono un inestetismo davvero fastidisioso e a differenza di altri è difficile da nascondere, non hanno nessuna relazione con l’età infatti chi tende ad averle ci convive e combatte sin da ragazzina. Le occhiaie e le borse sotto gli occhi sono provocate sia dalla stanchezza generale che dallo stess, vediamo cosa possiamo fare per eliminarle o quanto meno farle notare meno.
    Le occhiaie in parte sono dovute allo stress, sia quello termico come gli sbalzi di temperatura, che lo stress meccanico, provocato da un continuo sfregamento della zona degli occhi, ovviamente può essere anche che una persona per natura tenda ad averle come possono presentarsi nei casi di insonnia, purtroppo anche l’insonnia passeggera lascia i suoi segni sul volto.

    Per eliminare le occhiaie si possono seguire due strade, i rimedi naturali con l’aiuto di una buona crema idratante oppure i trattamenti specifici e costosi che sono consigliati nei casi veramente gravi o per chi ha tanti soldini da spendere.

    Tra i rimedi naturali abbiamo:
    L’utilizzo 2 volte al giorno di una buona crema idratante che renda la pelle morbida e idratata.
    Fettine di cetriolo o di patata molto fredde tenute sugli occhi per almeno 15 minuti.
    Le bustine del tè del giorno prima tenute in frigorifero e poi applicate sugli occhi.
    Fazzoletto imbevuto di camomilla fredda per tamponare le palpebre.

    Anche la dieta può aiutare a eliminare le occhiaie e le borse sotto gli occhi, in questo caso la nostra alleata è la vitamina C, contenuta soprattutto negli agrumi, nei broccoli, nel kiwi, nel succo d’uva e nei frutti di bosco.

    Se scegliete di usare delle creme preferite quelle che contengono come principio attivo la Vitamina K.

  70. Ciao Daniela, ti sono immensamente grata per i consigli forniti contro le occhiaie. Proverò a sperimentarli e se dovessero attenuarsi o miracolosamente sparire mi toccherà dire che ho dovuto aprire un blog per sortire un similie effetto. Non capiranno, ma non avrà importanza.
    Sempre di grande effetto le canzoni scelte da te ed inviate. Davvero il talento non s’improvvisa e i tuoi passati di speaker radiofonica ne sono la prova.

    Ciao Giuseppe, bravo, hai fatto bene a goderti la passeggiata sul lungomare. Staccare la spina spesso serve a ricaricaricare. Quest’ultima frase sembra contraddittoria come un ossimoro, ma se ci ricordiamo che non siamo macchine, bensì tutt’altro, allora diventa chiara, lineare, estremamente palese.

    Ciao Raffaele è un po’ di tempo che colgo nei tuoi messaggi una sottile ironia. Sono io che prendo abbagli o è la tua vena del momento? In ogni caso continuano ad essere sempre più che apprezzabili, frutto del tuo animo profondo, delle tue innumerevoli conoscenze e del tuo talento letterario. Risultano ogni volta molto graditi e sono persino attesi per quel tocco di originalità che non li rende mai scontati.

    Ciao Giacomo, ti aspettiamo.

    Auguro a tutti un felice sabato sera. E vi lascio con i cinque occhi più belli del mondo.

  71. Proverbi italiani

    OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE

    Così viene ricordata la ‘legge del taglione’, usata dai popoli antichi di civiltà meno progredita, la quale imponeva di restituire la stessa pena che era stata ricevuta. Il concetto e la prassi di detta legge erano usati particolarmente in oriente, come è attestato nel famoso codice babilonese di Hammurabi del tredicesimo secolo a.C. Il ricambio dell’offesa ricevuta era entrata anche nella legislazione biblica e ne fa fede il Deuteronomio.

    OCCHIO ALLA PENNA

    Nel linguaggio marinaresco è un avvertimento dato al timoniere, perché osservi attentamente l’apposito pennone per non lasciarsi sorprendere da un cambiamento improvviso del vento, necessario per la navigazione a vela. Il detto può essere usato, genericamente, per ricordare a qualcuno un oculato comportamento in particolari circostanze onde evitare spiacevoli sorprese.

    OCCHIO DI LINCE

    In riferimento ad un’ antica credenza relati va a detto animale, l’espressione si usa per indicare una persona dotata di vista acutissima, oppure d’intelligenza pronta e lungimirante.

    OCCHIO NON VEDE, CUORE NON SENTE

    E’ la semplificazione di una frase di Seneca che evidenzia quanto sia più facile non pensare a ciò che non accade in nostra presenza.

  72. Parlare Con Gli Occhi
    Ivano Fossati

    Gianni guidava distratto
    per una notte per un centro città
    in un Agosto separato dal resto
    dell’umanità.

    Con quelle stelle che piovono addosso
    vicino a un mare di cera
    coi pensieri non più tirati a lucido
    ma lui in tenuta da sera.

    Come si stupì lui stesso
    lui così distratto
    lui così solo
    di scoprirsi a pensare a qualcosa
    vicino all’amore.

    Si stupì lui
    così lontano
    così distaccato
    di scoprirsi a pensare a qualcosa
    di passato.

    Parlare un po’ di più con gli occhi
    si disse
    senza paura che si acceleri il cuore
    senza parole difficili
    pensarlo giusto e solo amore.

    Ma amore amore
    t’avessi rincorso più forte
    maledetto il mio sentimento
    avrebbe aperto anche le sue porte.

    Amore amore
    avessi accarezzato la tua idea piano
    col tempo avresti preso
    anche la mia mano.

    Parlare un po’ di più con gli occhi
    senza paura che si acceleri il cuore
    senza parole difficili
    pensarlo giusto e solo amore,

    Ma amore amore
    cosa è che ci spaventa
    amore amore
    cosa è che si diventa

    E ancora ancora
    ti avessimo cercato tutti più forte
    il cuore della gente di oggi
    non avrebbe porte.

    Gianni guidava distratto
    in quella notte in quel centro città
    e si dava risposte difficili
    come in questi casi si fa.

  73. Per I Tuoi Occhi
    Loredana Bertè

    Per i tuoi occhi ancora
    Ho visto un po’ di azzurro nella vita mia

    Due stelle giù in pianura

    Che ci faranno male

    E Loredana segue la scia

    Per i tuoi occhi ancora

    Ho chiesto scusa e sono andata via

    La notte come vola

    Con te sul monte Bianco

    A far l’amore in stereofonia

    Per i tuoi occhi cambia la luna

    Per i tuoi occhi sono assassina

    Per i tuoi occhi canto stasera

    Braccata qui fra le tue braccia

    Con quest’anima mia di margherita

    Con la testa un poco spenta

    Ma un milione di candele fra le dita

    Per i tuoi occhi ancora

    Girare come imbambolata al Luna Park

    Un ago nella gola

    Ma innamorata come ai tempi della scuola

    Per i tuoi occhi cambia la luna

    Per i tuoi occhi sono assassina

    Per i tuoi occhi canto stasera

    E ti rivoglio, ti rispoglio

    Senza di te mi gira poco la fortuna

    E brucia il cuore, brucia il mare

    Brucia se qualcuno intorno si divola

    Per i tuoi occhi ancora

    Per i tuoi occhi piango stasera

    E con le scarpe mie più belle

    Salgo fino al paradiso delle stelle

    E mentre corrono le ore

    La mia bocca si consuma a dire

    Amore, amore, amore amore.

  74. Buona domenica a tutta la classe. Probabilmente per un po’ la mia presenza sarà alquanto rarefatta, per una nuova serie di impegni.

  75. Mi dispiace, Raffaele, ci mancherai, ma sono contenta per te perchè se hai nuovi impegni vuol dire che hai nuove iniziative. In bocca al lupo per tutto quanto. Aspettiamo le tue apparizioni su questo blog anche se fugaci. Buona domenica anche a te.

  76. Buona domenica a tutti! Ieri sono stato impegnato in alcune iniziative che voglio portare avanti… Per scaramanzia non dico nulla, ma sarete i primi a sapere.
    Vi voglio ringraziare per le bellissime parole che mi avete detto, mi avete fatto ridere di cuore e anche commuovere un po’. Grazie, ma vi prego, basta. Non merito tanti complimenti 🙂
    Grazie Daniela per i buonissimi consigli; mi permetto di aggiungerne uno che mi è stato utilissimo una sera che avevo la presentazione del mio libro. Come si può immaginare ero Molto stressato e agitato, e ho provato questa cosa: prendere due cucchiaini da caffè (o da dolce o da thè, non so mai), metterli nel frigorifero (la “ricetta” originale era nel congelatore, ma a me dà fastidio) per qualche minuto (almeno 5), poi adagiarli sugli occhi dalla parte cava (delicatamente), lasciarli finchè non si riscaldano. Riduce il gonfiore dato da stress e stanchezza.
    Ancora buona domenica a tutti e buon inizio di settimana. Un abbraccio grande grande!!!

  77. Ciao Tosca, ciao a tutti. Eccomi qua, oggi è una bellissima giornata però siccome la mamma lavora non sono potuta andare a scorazzare per la campagna che io adoro ora che sta per arrivare la primavera. Ho letto un po’ di quello che avete scritto sugli occhi, anche se visto che sono ancora piccolina alcune cose non le ho capite del tutto, ma non fa niente. Io ho un bel paio di occhi color nocciola, sono piuttosto vivaci, mi identificano tanto; questo discorso mi ha fatto pensare ad un cartone animato e vi metto il link alla sigla ok?

  78. Buona domenica anche a te Giacomo, oggi qua c’è una bella giornata di primavera, sto per andare a fare una bella passeggiata sul lungomare di Riposto, magari gustando un bel gelato di pistacchio preso al Bistrot del porto turistico… posso invitarti?… a proposito tu di dove sei? sei siculo pure tu? …perdona la mia curiosità!
    Un saluto e buona domenica ancora a tutta la classe ed un baciotto particolare alla piccola Clara.

  79. Occhi A Pampina
    Tinturia

    Da matina fina a sira
    passiammu mezz’i strati
    nun sapennu ‘nzoccu fari
    nni taliamu ni li maschiri cuntenti
    cu l’occhi a pampina, cu l’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cu l’occhi a pampinedda!!

    Stamu sirintini sani
    cu li mani ni li mani
    a cercari si c’è un tipo nna vanedda
    pì arriducini cull’occhi a pampinedda!
    Cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda!
    Ora basta amici cari di ‘na cosa v’a parlari
    ch’haiu dintra la testa ch’haiu dintra lu me cori,
    si sta cosa ca vi dico vantri la capiti
    semu tutti quanti amici
    semu tutti frati:
    ‘Dicitimi picchì la genti avi a pinsari male
    dicitimi perchè a gente nun’avi chi fari
    e pensano chi natri semu li sbagliati,
    ma un sanno ca li nostri viti ormai su pigliati
    da li cristiani infami ca cu li sordi su cunzati,
    allora io vi dico lassatimi sparlari,
    ca tanto prima o dopo n’hannu a beniri a circari,
    ca tantu prima o dopu n’hannu a beniri a truvari:
    Cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda!!
    cu l’occhi a pampineee~~~
    c’è lu figliu di un’amica di me matri
    ca ritorna a casa sempre ‘e deci
    giustu giustu giustu giustu quando i nesciu
    avi ‘na facci ca su viu, ti giuro, m’arrovesciu!!
    Cu l’occhi a pampina cu l’occhi a pampinedda
    cu l’occhi a pampina cu l’occhi a pampinedda
    cu l’occhi a pampina cu l’occhi a pampinedda
    cu l’occhi a pampina cu l’occhi a pampinedda
    Iddu è chiddu bbonu e fa lu so duviri
    io sugnu chiddu tintu ca nun voli mai sturiari
    e torna sempri tardu, un voli travagghiari
    però sempri cu l’occhi a pampina m’arridduciri
    però sempri cu l’occhi a pampina m’arridduciri
    però sempri cu l’occhi a pampina m’arridduciri !!
    Cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda,
    cu l’occhi a pampina, cul’occhi a pampinedda!!

  80. Grazie per l’invito Daniela!!! Guarda, prenderei la macchina e verrei subito a mangiare il gelato sul lungomare… Però io lo vorrei con tiramisù, cioccolato, amarena e stracciatella… E magari anche un po’ di fragola… Prenderei la macchina, ma, ci metterei troppo 🙂 io sono lombardo.
    Però ti giro l’invito, perchè non fai un salto tu a mangiarti un bel gelato passeggiando per le vie di Pavia? Tra il castello, le torri, l’università… C’è anche un bar che fa i panini più buoni del mondo!! Tranquilla, sono molto curioso anche io. Se vuoi sapere qualcosa in più su di me puoi cercarmi su sololibri.net o sul mio sito. Buona serata Daniela, ti auguro di passare serenamente le ultime ore che ci dividono dall’inizio di una nuova settimana. Buona serata a tutti e buon inizio di settimana!!! Smak!

    http://giacomobertoni.xoom.it

  81. Ciao Giacomo,mannaggia ci troviamo proprio agli antipodi, ma ti giuro che tornerei volentieri nella bella Lombardia. Sai, io ho lavorato per tre anni a Milano, e poi sono passata di ruolo in provincia di Brescia, esattamente a Chiari e devo confessarti che mi sono trovata veramente bene, e devo dirti che ne sento un po’ di nostalgia. Devo dire che è un vero piacere incontrare un giovane scrittore …ce ne sono pochi come te e ho visto il tuo sito molto accattivante. Belle i testi delle canzoni che hai scelto,devo dire che anche io quando lavoravo in radio, prima di passare una canzone ne esaminavo il testo, cercavo di trasmettere un messaggio non solo musicale, ma anche sociale.
    Complimenti ancora Giacomo, buon inizio settimana e un “leggerci” a presto.

  82. Buongiorno amici, ieri mi sono proprio riempito gili occhi immerso nella natura. ho colto l’occasione della bella giornata per fare una capatina in collina fra i cari alberi del giardino di famiglia. Così fra la pace della campagna godevo di una sana e rilassante lettura. Vi lascio con alcuni versi che dedicai qualche tempo fa a mia moglie ed ai suoi bellissimi occhi.

    Guardavo il mare e pensavo che non vi fosse cosa più bella poi incrociai i tuoi occhi ed esso di colpo diventò piccolo …misero….

  83. Giuseppe, tua moglie è molto fortunata…
    Già Daniela, siamo lontanissimi… Io amo l’abruzzo e la toscana, sono regioni legate a me per avvenimenti personali stupendi, ho passato lì alcuni dei momenti più intensi della mia vita, però amo troppo la mia regione, adoro la mia lombardia e, pur viaggiando per piacere (voglio sempre vedere posti nuovi), non potrei mai vivere da un’altra parte; ho bisogno di tornare verso Pavia e, quano da lontano comincio a vedere la cupola del duomo e le torri, mi sento a casa… Buon pomeriggio a tutti!!

  84. Che piacere trovarvi qui in tanti!

    Ciao Daniela, ma che mi dici? Già il gelato al pistacchio? Allora è proprio primavera!

    Ciao piccola Clara, che piacere la tua visita! Simpaticissima la canzone che hai inviato. Era un bel po’ che non ti facevi viva, troppi compiti? Hai visto che qui c’è uno scrittore di libri per bambini? Tieni a mente questo titolo “Toppy, un moscerino dal cuore grande” di Giacomo Bertoni, casa editrice EdiGiò.

    Ciao Giuseppe e complimenti per ciò che dici riguardo agli occhi di tua moglie.

    Ciao Raffaele che passi a salutare la classe con la tua solita gentilezza.

    Ciao Giacomo che come me ami la Toscana. Sapessi quel che provo nel sentirne anche solamente la parlata!
    Ho visitato il tuo sito. Sei molto giovane, ma così pieno d’iniziative. Il giorno che diventerai famoso, magari un giorno non troppo lontano, mi pregerò d’averti avuto su questo mio blog. Anch’io come Daniela ho lavorato in Lombardia. Posso dire che ogni posto ha il suo fascino. A parte il periodo invernale, io sono di un freddoloso inverosimile, la Lombardia ha scenari fiabeschi. A dire il vero ce li ha anche d’inverno con il fenomeno della galaverna quando sembra di passare innanzi a foreste di cristallo. Ho nostalgia dei laghi con la meravigliosa fauna acquatica e di tutto quel verde rigoglioso che a primavera s’impossessava della natura. Mi sgomentava troppo la nebbia, le strade ghiacciate, le portiere che non si aprivano perchè l’auto sembrava un blocco di ghiaccio e come tale, al mattino, dovevo sbrinare i vetri con lo stesso raschietto che usavo per il frigorifero. Ora sembra un tempo così lontano eppure non lo è. Mi sono rimaste tante persone amiche. Il bello di spostarsi dai propri luoghi è quello di allargare la cerchia. Per fortuna adesso si viaggia anche virtualmente, non è proprio la stessa cosa del viaggio reale, ma è molto interessante.

    Buona giornata a tutti quanti.

  85. Aspettate, vi volevo ancora dire che se c’è qualcosa che “si mangia con gli OCCHI” quello è proprio un bel gelato al pistacchio. Il gelato al pistacchio a cui si riferiva Daniela è preparato con una qualità di pistacchio particolare: il famoso pistacchio di Bronte. Con questo prodotto si ottiene un gelato d’un verde smagliante senza alcuna aggiunta di coloranti. Il gusto poi…bisogna provarlo per apprezzarlo veramente.gelato al pistacchio

    Oltre al gelato c’è di più: http://www.bronteinsieme.it/4ec/pist_5ricette.html

  86. Vi confesso che il gusto, oltre che il colore, del gelato al pistacchio mi piace moltissimo. Immagino che da voi in Sicilia sia superlativo. Straordinario il verde senza coloranti. Un saluto a tutta la classe.

  87. Tosca, sei sempre impareggiabile!!!! Bellissima l’immagine del gelato, ne mangerei un po’ adesso, dopo una giornata di duro lavoro e di continua lotta con tutti. Ma appena posso, accendo il pc e vengo a riposar le mie stanche membra su quest’isola meravigliosa che mi fa dimenticare tutte le cose negative della giornata. ormai è proprio una consuetudine, come bere il caffè al mattino, ritrovarvi tutti qui, belli, freschi e inimitabili!!!!

    Toscacrostico

    Tanto
    Onore nello
    Scrivere
    Con leggerezza tanti
    Ameni pensieri che

    Scivolano

    Beatamente e con
    Letizia in
    Ogni momento della nostra
    Giornata.

  88. Già, Daniela, ” Se stiamo insieme ci sarà un perchè e vorrei scoprirlo stasera”, come recita un verso della canzone di Cocciante che hai inviato.
    Passo la mia domanda a tutti i partecipanti al blog. Perchè proprio noi ci siamo ritrovati?
    Grazie per il Toscacrostico!

    Raffaele, quando ti deciderai a fare un viaggio da queste parti ricorda: granita alla mandorla e gelato al pistacchio e il caldo della nostra estate si scioglierà in dolcezza.

  89. Buongiorno amici oggi è una bellissima giornata speriamo che le “beghe” del lavoro non la rovinino. Tosca è bello il video: intenso e “sentito”. Un saluto a Raffaele oberato dagli impegni ed al resto della classe.

    non ricordo se questo pezzo di Fabrizio De Andrè è stato postato comunque è una canzone degli esordi dell’amato ed indimenticato Fabrizio.

  90. Un saluto anche da parte mia,Giuseppe. La Primavera è alle porte e le sue avanguardie già preparano la cacciata dell’Inverno. A tutta la classe buona giornata.

  91. Metto un po’ di musica per questo pomeriggio dal cielo strisciato di nuvole leggere e agitato dal vento tiepido di quest’inverno, che cerca di lasciarci con gentilezza.

  92. Ciao a tutti! Grazie Tosca per la pubblicità e per l’incoraggiamento! La galaverna… Che bella… Mi spiace, vorrei essere più presente sul blog in questi giorni, perchè mi trovo tanto bene qua, ma sono sommerso da compiti e verifiche e dalla preparazione del mio nuovo racconto (che dovrò poi proporre alla mia editrice, speriamo!!). Questa mia passione diventa ogni giorno più seria e mi regala tante soddisfazioni (mi ha anche fatto conoscere una scrittrice come Tosca Pagliari, con una sensiblità profonda e sincera, e tutti voi del sito), però mi riempie anche di impegni 😮 Che periodo!
    Ciao Clara, non ci eravamo ancora presentati. Sì, ti consiglio anche io un libro per bambini e ragazzi, si intitola “Toppy… :p Ma non mi sto facendo pubblicità nè!! Buona serata a tutti. Un saluto speciale a Daniela che continua a mettermi appetito e a farmi pensare al mare, uno a Giuseppe che ci saluta sempre tutti, uno a Raffaele che capisco molto visto il periodo, uno a Clara che spero di conoscere meglio, e uno a Tosca che è sempre stupenda. Grazie a tutti!! Un abbraccio

    P.S. Vi lascio una canzone (lasciate stare le foto che interessano solo ai fans sfegatati cm me) che dice con semplicità una cosa scnd me bellissima: crediamo nei sogni, teniamo sempre gli occhi bene aperti e tutti insieme cambiamo il mondo! (mi scuso se l’interpretazione è trpp libera)

  93. Grazie Giacomo.
    La vita è frenetica, ci sono mille cose da fare, ma in fondo avere interessi pluridirezionali ( che parole mi vengono! mah!) significa esplorare di più la vita, anzi viverla al doppio, al triplo…
    Poi c’è ancora un’altra dimensione da vivere, quella della fantasia che è in fondo la culla dei nostri lavori creativi.
    E allora a tutti voi, dopo questi pensieri della sera che s’attarda vi auguro una buona nottata e ad ognuno dico: chiudi gli OCCHI e sogna!

  94. Il grande problema è sempre conciliare “le mille cose da fare”, per citare Tosca, e “gli interessi pluridirezionali”, con l’impegno esistenziale che ognuno di noi ha – consapevolmente o meno – : quello di vivere e cercare l’essenziale. E’ una sorta di attenzione al “centro”. Una cura e sensibilità nello stesso tempo affinché i propri intenti e i propri sforzi non si disperdano in mille rivoli o si distraggano su ciò che è marginale.
    Non è facile, anche perché gli stili di vita nel nostro mondo, salvo rare eccezioni, sono spesso “frenetici”, ipercinetici. Tutto viene piegato in ossequio al fare e all’ avere in misura strabordante. Stiamo assimilandoci al modello dell’ipermercato: il santuario dell’adorazione e del consumo di tutto e,paradossalmente, di niente di essenziale.
    Occorrerebbe un po’ più capacità meditativa, di filosofia e di spiritualità,ma anche queste risorse stanno diventando merce, articoli in vendita, moda o gossip. Chiacchiera e non pensiero. Argomenti da talk show, tra una réclame e l’altra. Sacro e profano, questioni di spessore e futilità insulse mixati in accostamenti bizzarri. Trovo che questa sia una grande miseria, una pietosa denutrizione non certo materiale, ma spirituale.
    Raccolgo l’invito di Tosca a sognare e lo traduco in un pensiero: chiudere gli occhi dell’illusione e accedere allo spessore, alla centralità dell’occasione esistenziale. Poter dire, anche in questo senso,”I’ve a dream”.
    Buona giornata a tutta la classe.

  95. Ho visto la foto, Raffaele. La luce e la nebbiolina che la pervadono danno al paesaggio una dimensione quasi da sogno. Anche qui si alternano momenti di luci abbagliante, da primavera inoltrata, ed altri con toni smorzati da pomeriggio autunnale. E’ marzo che è un gran birichino e cambia spesso le carte in tavola.
    Oggi,” tanto per cambiare”, ho corso tutto il giorno e da qui a fine settimana il ritmo si preannuncia lo stesso. A volte ho così nostalgia di ritmi quieti e che rimpiango i tempi di quando “Betta filava”. Non era emancipata, ma forse “filava tranquilla”. Mi picchieranno le femmiste, forse mi picchio da sola, ma a volte mi pare d’aver conquistato soltanto lo stress. Avrei voglia di starmene a scrivere, o almeno a provarci, con calma. Avrei voglia di dipingere, di costruire, di creare, di passeggiare, di chiacchierare e d’argomentare, ma con calma. Avrei voglia di non dover pensare al tempo, c’è sempre quest’orologio stampato nella mente, ogni minuto ha un’incombenza prestabilita,il tempo diventa una prescrizione. Mi pare d’essere programmata come la lavatrice. Ecco già riguardo l’orologio devo scappare.
    Alla prossima.
    Buona serata a tutti quanti

  96. Tosca, mi hai fatto venire in mente “Direttissimo” di Dino Buzzati.

    DIRETTISSIMO di Dino Buzzati

    «Quel treno, prendi?»
    «Quello.» La locomotiva era terribile sotto la tettoia fumigosa, sembrava un toro inferocito che scalpitasse per la smania di partire.
    «Con questo treno viaggi?» mi chiedevano. Incuteva infatti paura, tanto frenetica era la tensione del vapore acqueo che filtrava dalle fessure sibilando. «Con questo» io risposi.
    «E per dove?» Io dissi il nome. Non l’avevo pronunciato mai, neppure parlando con gli amici, per una specie di pudore. Il grande nome, il massimo, la destinazione favolosa. Di scriverlo qui non ho il coraggio.
    Allora mi guardarono chi in un modo chi in un altro: con ira per la mia improntitudine, con scherno per la mia pazzia, con pietà per le mie illusioni. Qualcuno rise. D’un balzo fui nella vettura. Spalancai un finestrino, cercai nella folla volti amici. Non un cane.
    E dài allora, o treno, non perdiamo un minuto, corri galoppa. Signor macchinista per piacere non essere avaro di carbone, dà fiato al leviatano. Si udirono dei soffi emessi con precipitazione, i vagoni ebbero un fremito, i pilastri della pensilina si mossero, dapprima lentamente ad uno ad uno mi sfilarono dinanzi. Poi case case stabilimenti gasometri tettoie case case ciminiere androni case case alberi orticelli case tran-tran tran-tran i prati la campagna le nuvole viaggianti nell’aperto cielo! Dài, macchinista, con l’intera potenza del vapore.
    Dio, come si correva. A questa andatura ci voleva poco io pensavo, a raggiungere la stazione 1 e poi la 2, la 3, la 4 e poi la 5 che era l’ultima, e sarebbe stata la vittoria. Attraverso i vetri io compiaciuto guardavo i fili elettrici che si abbassavano abbassavano finché facevano uno scarto, tac, risalendo alla primitiva posizione, questo a causa del palo successivo: e il ritmo accelerava sempre più. Ma dinanzi a me sul divano di velluto rosso sedevano due signori con la faccia di coloro che se ne intendono di treni, i quali consultavano continuamente l’orologio e scuotevano il capo brontolando. Allora io che sono un tipo un po’ apprensivo presi il coraggio a due mani e domandai: «Se non sono indiscreto, signori, perché scuotete così il capo?».
    «Scuotiamo il capo» mi rispose il più anziano dei due «perché questo maledetto treno non marcia come sarebbe il suo dovere; di questo passo arriveremo con un ritardo spaventoso.»
    Io non dissi niente ma pensavo: «Mai contenti, gli uomini; questo treno è addirittura entusiasmante per vigore e buona volontà, sembra una tigre, questo treno corre come probabilmente nessun treno è mai riuscito a correre, eppure eccoli qua, gli eterni viaggiatori che si lagnano». Intanto le campagne da una parte e dall’altra fuggivano con meraviglioso slancio e la lontananza alle nostre spalle ingigantiva.
    Difatti la stazione numero 1 si presentò prima che me lo aspettassi. Controllai l’orologio. Eravamo in perfetto orario. Qui, secondo il programma, io dovevo incontrare l’ingegnere Moffin per un affare importantissimo. Scesi di corsa, mi affrettai, come previsto, al ristorante della prima classe; dove infatti c’era il Moffin che aveva appena finito di mangiare.
    Lo salutai, mi sedettì, ma lui non accennava menomamente al nostro affare, parlava del tempo e di altre cose indifferenti come se avesse dinanzi a sé un immenso spazio disponibile. Ci vollero buoni dieci minuti (e ne mancavano appena 7 alla partenza) perché si decidesse a tirar fuori dalla busta di pelle gli incartamenti necessari. Ma si accorse che io guardavo l’orologio «Ha fretta, per caso, giovanotto?» mi chiese non senza ironia. «A me, per essere sincero, non piace trattar gli affari con l’acqua alla gola…»
    «Giustissimo, ingegnere illustre» osai «ma il mio treno fra poco riparte e… »
    «Quando è così» fece lui raccogliendo i fogli con un energico gesto delle mani «quando è così, sono dolente, dolentissimo, ma ne riparleremo, se mai, quando lei, caro signore, sarà un poco più comodo.» E si alzò.
    «Mi scusi» balbettai «la colpa però non è mia. Sa, il treno.»
    «Non importa, non importa.» disse, sorridendo con superiorità. Feci appena in tempo a raggiungere il mio treno che si rimetteva lentamente in moto. «E pazienza» io pensavo «sarà per un’altra volta, quello che conta è di non perdere la corsa.»
    Volammo attraverso le campagne e i fili telegrafici danzavano su e giù con quei loro soprassalti da epilettico, si vedevano praterie sconfinate e sempre meno case sempre meno perché ci inoltravamo nelle terre del nord le quali si aprono a ventaglio verso la solitudine e il mistero.
    I due signori di prima non c’erano più. Nel mio scompartimento sedeva un pastore protestante dall’aspetto mite, che tossiva. E prati e boschi e acquitrini, mentre dietro di noi la lontananza si gonfiava con la potenza di un rimorso.
    A un tratto, non sapendo cosa fare, guardai l’orologio e subito anche il pastore protestante, fra un colpo di tosse e l’altro, fece lo stesso; e scosse il capo. Ma questa volta non domandai il perché, purtroppo il perché io lo sapevo. Erano le 16.35 e già da un quarto d’ora saremmo dovuti essere arrivati alla stazione 2 la quale neppure si intravedeva all’orizzonte.
    Alla stazione 2 doveva aspettarmi la Rosanna. Quando il treno arrivò, sulla banchina c’era molta gente. Ma Rosanna non c’era. Avevamo un ritardo di mezz’ora. Saltai a terra, attraversai la stazione, affacciandomi al piazzale. E allora in fondo al viale, lontanissima, avvistai la Rosanna che se ne andava un poco curva.
    «Rosanna, Rosanna!» chiamai a tutta voce. Ma il mio amore era oramai distante. Non si voltò neanche una volta, e io vorrei sapere: umanamente parlando, potevo io correrle dietro, potevo abbandonare il treno e tutto quanto? Rosanna scomparve in fondo al viale, con una rinuncia in più io risalii sul direttissimo e via, attraverso le pianure boreali, verso ciò che gli uomini chiamano il destino. Che importava l’amore, dopo tutto?
    Camminammo ancora giorni e giorni, i fili elettrici di fianco alle rotaie facevano la loro danza nevrastenica, ma perché il rombo delle ruote non aveva più il bell’impeto di prima? Perché all’orizzonte gli alberi si attardavano svogliati invece di scattare via come lepri colte di sorpresa? Alla stazione numero 3 ci sarà stata appena una ventina di persone. Non vidi il Comitato che doveva venire a festeggiarmi. Sulla banchina chiesi informazioni. «Non è venuto per caso un Comitato così e così» domandai «uomini e donne con la banda e le bandiere?»
    «Sì, sì, è venuto. Ha aspettato un bel pezzo, anche. Poi ne ha avuto abbastanza e se ne è andato.»
    «Quando?»
    «Saranno tre quattro mesi fa» mi fu risposto. In quel mentre si udì un lungo fischio perché il treno ripartiva. Coraggio, allora, in marcia. Il direttissimo arrancava con tutte le forze disponibili, certo non era più la travolgente galoppata di una volta. Il carbone difettoso? L’aria diversa? Il freddo? Il macchinista stanco? E la lontananza dietro di noi era una specie di abisso che a guardarlo veniva la vertigine. Alla stazione numero 4, lo sapevo, doveva esserci la mamma. Ma quando il treno si fermò le banchine erano vuote. E nevicava.
    Mi sporsi a lungo dal finestrino, guardai intorno e stavo per richiudere deluso, quando riuscii a vederla: nella sala d’aspetto, rincantucciata su una panca, tutta avvolta in uno scialle, che dormiva. Misericordia, come era diventata piccola. Saltai dal treno e corsi ad abbracciarla. Stringendola, mi accorsi che non pesava quasi più: un mucchietto fragile di ossa. E la sentivo tremare per il freddo.
    «Dimmi, è un pezzo che mi aspetti?»
    «No, no, figlio mio» e rideva felice «non sono neanche quattro anni.» Così dicendo non guardava me, bensì fissava il pavimento intorno, quasi cercasse qualche cosa.
    «Mamma, cosa cerchi?»
    «Niente… Ma le tue valige? Le hai lasciate sulla banchina, fuori?»
    «Sono sul treno» dissi.
    «Sul treno?» e un ombra di desolazione le calò come un velo sulla fronte. «Non le hai ancora scaricate?» «Ma io…» non sapevo proprio come dirglielo.
    «Vorresti dire che riparti subito? Che non ti fermi neanche un giorno?»
    Tacque, sgomenta, e mi guardava.
    Io sospirai. «E va bene! Lascerò che il treno se ne vada. Adesso corro a prender le valige. Ho deciso. Rimango qui con te. Dopo tutto, mi hai aspettato quattro anni.»
    Di nuovo, a queste mie parole, la faccia della mamma si cambiò. Tornarono l’allegrezza ed il sorriso (il quale però non emanava più luce come prima).
    «No, no, non andare a prendere i bagagli, mi sono espressa male» supplicò. «Io scherzavo, sai. Io ti capisco. Non puoi fermarti in questo povero paese. Per me non val la pena. Per me non devi perdere neanche un’ora è molto meglio che tu riparta subito. Assolutamente. è il tuo dovere… Desideravo una sola cosa: rivederti. Ti ho rivisto, adesso son contenta…»
    Chiamai: «Facchino, facchino! (un facchino spuntò immediatamente) Ci sono da scaricare tre valige!».
    «Macché valige» ripeté la mamma «Un’occasione come questa non tornerà mai più. Tu sei giovane, hai da fare la tua strada. Presto, sali in vettura. Va, va» e sorridendo con fatica immensa mi spingeva debolmente verso il treno. «Per carità fa presto, stanno chiudendo gli sportelli.» Non so come, con tutto il mio egoismo mi ritrovai nello scompartimento e mi sporgevo dal finestrino aperto, gesticolando per gli ultimi saluti.
    Fuggendo il treno, lei ben presto divenne ancora più piccola di quello che effettivamente era, una figurina afflitta e immobile sul deserto marciapiedi, sotto la neve che cadeva. Poi divenne un punto nero senza volto, una minuscola formica nella vastità dell’universo; e subito svanì nel nulla. Addio.
    Con un ritardo di anni e anni accumulati, siamo così di nuovo in viaggio. Ma per dove? Cala la sera, i vagoni sono gelidi, non c’è rimasto quasi più nessuno. Qua e là, negli angoli degli scompartimenti bui, siedono degli sconosciuti dalle facce pallide e dure che hanno freddo e non lo dicono. Per dove? Quanto è lontana l’ultima stazione? Ci arriveremo mai? Valeva la pena di fuggire con tanta furia dai luoghi e dalle persone amate? Dove, dove ho messo le sigarette? ah, qui nella tasca della giacca. Certo, tornare indietro non si può. Forza, dunque, signor macchinista. Che faccia hai, come ti chiami? Non ti conosco né ti ho mai visto. Guai se tu non mi aiuti. Sta saldo, bel macchinista, butta nel fuoco l’ultimo carbone, falla volare questa vecchia baracca cigolante, ti prego, lanciala a rotta di collo, che assomigli almeno un poco alla locomotiva di una volta, ti ricordi? via nella notte a precipizio. Ma in nome di Dio non mollare, non lasciarti prendere dal sonno. Domani forse arriveremo.

  97. Perchè durante lo starnuto si chiudono gli occhi?

    Lo starnuto parte quando i sensori nervosi che si trovano nel naso segnalano la presenza di particelle estranee. Scatta l’emergenza: il naso emette muco, i muscoli respiratori comprimono fortemente il torace e quelli che controllano le vie respiratorie le fanno chiudere. Quando la pressione dell’aria nei polmoni diventa troppo alta, le vie respiratorie si aprono espellendo con forza aria e particelle estranee. Lo spasmo che accompagna lo starnuto coinvolge parecchi muscoli, compresi quelli facciali, responsabili dello sbattimento degli occhi.

    A occhi chiusi. Ed ecco il punto: il fatto di chiudere gli occhi starnutendo probabilmente è un meccanismo biologico che serve a proteggerli. Espellere dal naso le particelle richiede una pressione molto alta, che si trasforma in una velocità di espulsione di circa 160 km all’ora. Chiudere gli occhi, allora, può servire a impedire che tale pressione possa danneggiare i dotti lacrimali.

    Fonti:
    internet!

  98. Cari amici isolani,
    nonostante sia davvero molto stanca, voglio raccontarvi che oggi ad un corso sulla lingua italiana, l’esperto ci ha fatto ascoltare gli audiolibri, e di come poterli usare con gli alunni. E’ stato davvero interessante e piacevolissimo, mi chiedevo e Vi chiedo, cari amici scrittori:” Ci avete pensato mai a realizzare i vostri libri in audiolibri”, credo sarebbe davvero una cosa bellissima ed interessante. Che mi dite in merito?

  99. Ci sono consuetudini che non si possono evitare. Come passare da qui anche se sono stanca morta e un occhio aperto e uno chiuso. Per fortuna che vi trovo. E l’occhio chiuso si apre pure quello per la curiosità di leggere l’interessante racconto di Buzzati proposto da Raffaele e la curiosità sugli occhi che forzatamente si chiudono quando scappa lo starnuto. Poi la canzone, il video e tutto il mio essere riprende energia, si scuote dal torpore.
    Eccomi sveglia.
    Daniela, altro che se ci avevo pensato all’audiolibro. Sono una risorsa soprattutto per i non vedenti, ma anche chi possiede il dono della vista ne rimane affascinato se colui che lo recita sa il fatto suo. Alla presentazione del mio libro “Le foto salvate” ci fu un’attrice bravissima che ne lesse diversi brani, la gente l’ascoltava come iponotizzata, a me sembrava di ascoltare cose scritte da qualcun’altra e le trovano bellissime. La voce umana che legge compie grandi prodigi, dà animo alle parole scritte.
    Non so come potrei far realizzare un audiolibro del mio romanzo. Oltretutto oramai i diritti d’autore ce li ha l’editore e credo che io non possa neanche darmi da fare in merito. Mi informerò, mi hai riacceso il desiderio cara Daniela.
    Qualcuno di voi potrebbe farmi sapere qualcosa al riguardo?
    Grazie.

    Intanto vi mando a nanna con questo:

  100. Buongiorno amici, in questo periodo lavoro ” in trasferta” poichè sto tenendo un corso sulla contabilità informatizzata e dedico poco tempo ad internet e connessi. L’idea dell’audiolibro non è male potrebbe essere un’idea; io non avevo mai ascoltato qualcosa del genere in verità ero un pò restio pensavo che si sminuisse il gusto della lettura.Qualche anno fa invece, mi hanno regalato ” Il filo di fumo” di Camilleri raccontato da Fiorello e devo dire che sono rimasto piace volmente soddisfatto. Quello che l’audiolibro non può sostituire però, è il piacere di dare alla lettura quel tipo di personalizzazione che è propria del lettore. Quando si legge, ognuno di noi colloca inconsciemente ai personaggi, un timbro di voce, una caratura e perfino un volto; nel libro narrato, queste caratteristiche sono meno individuali e personalizzate poichè in parte vengono tracciate e delineate da chi racconta l’opera.

  101. Sono d’accordo con quello che scrive Giuseppe,ma temo che il futuro ci priverà di molte esperienze di lettura “personalizzata”. I libri digitali e quant’altro ci riempiranno la vista e l’udito – e la testa – di nuovi stimoli e nuove suggestioni. Guadagneremo molte cose,ma ne perderemo altre. Credo che questo sia un lutto che andrà elaborato dignitosamente, come in campo gastronomico la “Nouvelle cuisine”, strabordante di fantasia e invenzioni, ci fa spesso vivere la nostalgia dei semplici e sapidi piatti della tradizione, oggi sempre più rari e male aggiustati.

  102. Ciao Giuseppe e Raffaele, sono d’accordo con voi che la lettura peronalizzata sia UNICA, però purtroppo i bambini(con i quali io lavoro ogni giorno) non hanno la nosta stessa visione, per loro la lettura è qualcosa di inutile. Però io ho provato e provo ancora ad infondere in loro il piacere per la lettura, per adesso l’unico modo in cui sono riuscita un po’ a far amare la lettura è quando io in classe assumo la veste di “attore” che cerca di recitare un brano. L’anno scorso ho letto in classe alcuni capitoli scelti dal libro “Le foto salvate” della mitica Tosca Pagliari, e devo dire che, sono rimasta entusiasta del risultato, perchè gli alunni hanno comprato il libro e se lo sono letto durante l’estate, coinvolgendo anche i genitori. Io credo che l’audiolibro sia solo un nastro di partenza per poi poter arrivare all’amore per la lettura e per il libro… sono troppo ottimista?!?…chissà, staremo a vedere.

  103. Concordo con tutti voi a proposito di lettera e audiolibri. Il fatto è che nella storia dell’umanità ci sono sempre stati dei cambiamenti che poi si sono riversati su altri aspetti per i quali il mutamento non era previsto. Certo che avrà avuto il suo fascino anche lo srotolare pergamente e papiri. I preziosi libri scritti a caratteri gotici dagli amanuensi e abbelliti dalle miniature lasciarono il posto alle più anonime copie stampate in serie, grazie all’invenzione di Gutemberg. La nostra era, in virtù dei pro e i contro della tecnologia, è un’era nuova rispetto a solo cinquant’anni fa. I bambini che nascono adesso, come ho già trattato in un precedente thread, hanno caratteristiche comportamentali e cognitive diverse dai loro nonni e dai loro genitori. Li chiamano i nativi digitali non a caso. Il loro modo d’interagire con il mondo è, fin dalla nascita, ad opera di giocattoli sempre più stimolanti, un captare multiplo di sensazioni. I messaggi arrivano soprattutto da visioni in movimento accompagnate dal sonoro. Imparano a leggere, ma non amano i libri perchè sono statici, perchè il loro pensiero stenta ad andare sulla lunghezza d’onda della decodifica dei caratteri di stampa, in quanto accedono al sapere e saziano la loro naturale curisità con elementi più dinamici. Tutte le demonizzazioni sugli audio-visivi non hanno senso, non è detto che prima fosse meglio di adesso. Se ci avvalessimo di quest’ultima teoria potremmo tranquillamente tornare a tracciare graffiti nelle caverne. Il mondo cambia, prendiamone atto, sul nuovo cerchiamo di continuare ad appoggiare i vecchi valori. Allora anche un adiolibro può diventare un mezzo educativo, certo si perde, come fa notare Giuseppe, la personalizzazione interpretativa, si tende alla massificazione. Ma ci sono, come fa notare Raffaele, lutti che dobbiamo elaborare, non credo ci possa più essere una resurrezione di quel che fu. In futuro gli audiolibri subiranno un grande incremento, occuperanno pochissimo spazio e avranno un peso leggerissimo pure per i tomi più corposi, si risparmierà sulla carta anche se si continuerà ad esagerare con la plastica. Con i nostri ritmi sempre più frenetici e la tendenza a gestire più situazioni contemporaneamente, ascolteremo la lettura da altrui voce mentre sfaccenderemo in altro modo. Già tra i giovani la lettura di testi librari via telefonini è un’abitudine consolidata. Per noi, d’una certa generazione, forse è più faticoso sopportare la lettura da tali mezzi, per le nuove generazioni è fastidioso andare in giro con l’ingombro d’un libro. Questione d’abitudini epocali. Comunque sia che ben vengano anche gli audiolibri, concepiti per i non vedenti e allargati ai “non leggenti”.
    Ho scritto un bel po’ di roba, evidentemente l’argomento mi ha ispirato, ma adesso ho tanto di quel da fare che mi toccherà correre ancor di più per recuperare questo tempo piacevolmente speso. Buon pomeriggio a tutti.

  104. Mi pare di poter concordare con gli argomenti e lo spirito di questi ultimi diversi commenti. Circa il futuro mi torna in mente Gibran (Sui figli): “…la vita procede e non s’attarda sul passato…”.La tematica m’ispira:

    QUESTA FRAZIONE PRESENTE

    Come sabbia scivola
    tra le dita del tempo
    ogni remota esperienza.

    I lontani orizzonti
    sfuggono agli occhi
    che li rincorrono invano.

    Solamente è concessa
    questa frazione presente
    affacciata sull’infinito.

  105. ANNUNCIO ROSA

    fiocco rosa

    Sono appena nata. Mi chiamo poesia. Sono venuta al mondo sul blog di Tosca Pagliari. Sono nata di parto spontaneo. Sono cittadina dello “Spirito Creativo”, Stato totalmente libero e indipendente. Sono figlia di Raffaele ed ho tantissime sorelle tutte belle come me. Adesso vado a trovare quelle che hanno la mia stessa cittadinanza per nascita o per scelta. Mi trasporterà un veliero, che soffi un buon vento adesso e sempre. Dimenticavo, il mio nobile titolo è “Questa frazione di presente”. Vedo già i meritati inchini e tra questi passo a testa alta.

  106. Carissima Tosca,
    io sono appena tornata da scuola… tanto per cambiare! Oggi si è conclusa una settimana con una giornata micidiale, vorrei essere su un’isola deserta e non sentire altro che il suono armonico e melodioso della natura. Sono davvero stanca…ma presente all’appello!!

  107. Sì, Raffaele, mi piace la metafora e anche il video. Stasera mi accontento di queste due splendide stelle venute a brillare sul mio blog: tu e Daniela.
    Purtroppo, Daniela cara, stasera non mi rilassa neanche la celestiale musica da te inviata. Ho un diavolo per capello e si dà il caso che di capelli non ne abbia pochi. Predispongono sistemi on line che non prevedono tutte le tipologie dell’umano vivere, così risulta che procedere con una domanda on line diventa un incubo. Il computer, lo si sa, è tutt’altro che intelligente, non è elastico con le sottigliezze, ma chi elabora certi programmi, probabilmente con chissà quali alti costi, d’intelligenza non è che ne abbia poi tanta se ti mandano a finire in inghippi irrisolvibili.
    A questo punto mi pongo il problema, finchè è una domanda, a parte i diavoli tra i capelli, a parte le file e le perdite di tempo a destra e a sinistra per risolvere l’imbroglio, alla fin fine non muore nessuno. Ma se si dovesse trattare di qualcosa di tremendo e il sistema, per qualche cavillo, non dovesse funzionare, che ne sarà di noi? Tornando al punto di prima meno drammatico, ironia della sorte il sistema è usato per “snellire le procedure”, mah! Io poi, tutto sommato, sono abbastanza fautrice della tecnologia, però se si rivolta contro, quasi quasi prendo la clava, la pelliccetta “modello fai da te senza neanche ago e filo” e me ne vado a bofonchiare in una caverna!

    Ci sarà da star tranquilli?

  108. Buongiorno amici, scusate ieri ho perso il treno del blog ogni tanto capita. E’ inquietante il video sulla tecnologia noi non ci badiamo ma se proviamo a pensare quello che in una famiglia si affida al digitale, vengono i brividi. Io ad esempio, sono un amante di cinema e musica e ho “conservato” in digitale milioni e milioni di byte. Di contro però siccome sono convinto che il cartaceo è sempre il mezzo più sicuro, per quel che riguarda documenti e foto, conservo anche copie su carta. Buon week end a tutti.

  109. Il contatto visivo: un indice di sicurezza.

    Siete seduti all’interno di un vagone della metropolitana, e cercate con tutti voi stessi di trovare uno spazio dove guardare.

    Non è semplice rimanere ad occhi aperti nei luoghi affollati, perché c’è un’alta probabilità che il nostro sguardo vada ad incontrare quello di qualcun altro.

    «Che c’è di male?» chiederete voi.

    Proprio nulla in effetti, ma se per caso state guardando una persona, e quella improvvisamente si gira verso di voi, ISTINTIVAMENTE siete portati a fare uno scatto con la testa, come se steste facendo qualcosa di impudico.

    I nostri impulsi ci dicono: «Dirigi lo sguardo in un’altra direzione, non vorrai che quella persona pensi che la stavi fissando.»

    A volte non è facile INTERPRETARE uno sguardo, il quale può avere molteplici significati.

    Siete sempre seduti all’interno della metro, e ad un tratto vi accorgete che la persona di fronte a voi vi sta fissando.

    Nella vostra mente si delinea subito una serie di domande, per lo più inconsce, atte a dare un’interpretazione a quell’evento.

    «Sta guardando me o è solo sovrappensiero?»

    «È giovane o vecchio?»

    «È maschio o femmina?»

    «È bello o brutto?»

    Il concetto si spiega meglio con alcuni esempi.

    Una ragazza si accorge di essere osservata da un bambino, maschio o femmina che sia: «Uh che carino!»

    Ad osservarla è un bel ragazzo: «Ma… sta guardando me?»

    Un ragazzo brutto: «Perché continua a fissarmi questo sfigato?»

    Un uomo adulto: «Pedofilo!»

    Un vecchio: «Pervertito!»

    Vediamo ora cosa succede se invece è un ragazzo a sentirsi osservato.

    Da un bambino: «Bello lui!»

    Da una ragazza bella: «Oggi è il mio giorno fortunato!»

    Da una ragazza brutta: «O mio Dio!»

    Da una donna adulta: «Frena pupa, potresti essere mia madre.»

    Da un ragazzo: «Questo cerca rogne.»

    Potremmo andare avanti con tanti altri esempi, ma sicuramente avete già capito una cosa: l’interpretazione di uno stesso fatto, il CONTATTO VISIVO, viene effettuata in maniera diversa a seconda di chi osserva e di chi viene osservato.

    Per dare un significato a quello sguardo abbiamo bisogno di attingere alla nostra esperienza, agli stereotipi, alle nostre sensazioni, e ad altre cose che ci permetteranno di dare un giudizio prettamente PERSONALE e soggettivo di quell’evento.

    La cosa che ci accomuna tutti però è proprio il cercare di dare una SPIEGAZIONE allo sguardo che ci viene rivolto, il sentirci COINVOLTI in quella situazione.

    Per le scimmie, nostri parenti, il contatto visivo è una PROVOCAZIONE: non si può fissare una scimmia dominante senza dare l’idea di volerla sfidare.

    In un certo senso vale la stessa cosa anche per noi, ma probabilmente facciamo delle interpretazioni molto più SOFISTICATE, dal momento che abbiamo capacità mentali più sviluppate delle scimmie.

    Magari NON sempre un contatto visivo può significare un atteggiamento di sfida e di provocazione.

    Una persona ci fissa con un’espressione imbronciata: «Mi sta sfidando.»

    La stessa accompagna al contatto visivo un’espressione allegra: «Vuole condividere con me la sua felicità» o «Sta ridendo di me».

    Cerchiamo nell’ambiente che ci circonda, o nella stessa persona il maggior numero di INDIZI che possano aiutarci a conferire a quello sguardo il significato più appropriato.

    Tutto è partito da un semplice contatto visivo.

    Magari quella persona non aveva la minima intenzione di guardarci, ed ha solamente poggiato per sbaglio gli occhi su di noi.

    Mi è capitato spesso di vedere due persone conversare SENZA guardarsi in faccia.

    Se vi sembra così strano, fate attenzione a dove guarda la gente quando parla con voi, e dove VOI dirigete lo sguardo.

    La prossima volta che parlate con qualcuno, SFORZATEVI di guardarlo negli occhi, sia quando ascoltate, che quando siete voi a parlare.

    Vi accorgerete che NON è una cosa SEMPLICE mantenere un contatto visivo, anche con una persona con la quale avete molta confidenza.

    Lo sguardo può essere un indice di personalità: le persone che vi guardano negli occhi sono più SICURE di loro, in assoluto, o con voi in particolare.

    Pertanto, se volete dimostrare SICUREZZA, cominciate ad IMPEGNARVI a mantenere il contatto visivo con gli altri.

    «Beh, ma cosa c’è di così difficile? Basta guardare gli altri.»

    Provate, e fatemi sapere.

    D’altronde, solitamente quando si vuole sapere se una persona dice la verità, si fa ATTENZIONE al suo sguardo: mentire guardando qualcuno negli occhi è più difficile.

    Pensate ai lunghi sguardi che si scambiano gli innamorati: in quei momenti non si sentono minimamente a disagio.

    Un’altra prova che potete fare è FISSARE gli altri quando vi parlano, rimanendo completamente IMMOBILI.

    Di solito quando ascoltano, le persone tendono ad annuire o fare altri movimenti con la testa, a guardare da qualche altra parte, o ad intervenire con espressioni di assenso come: «Sì» o «certo» o «è assolutamente vero».

    Tutti questi feedback POSITIVI, mettono a suo agio il nostro interlocutore, che dai nostri segnali comprende che siamo d’accordo con lui. Inoltre percepisce MINOR tensione quando non lo guardiamo piuttosto che quando teniamo gli occhi fissi su di lui.

    Naturalmente tutti questi movimenti ci risultano spontanei, perché siamo ABITUATI a farli, ma con un po’ di impegno riuscirete a frenarvi.

    Magari all’inizio vi perderete parte del discorso del vostro amico, perché la vostra ATTENZIONE sarà occupata a non fare movimenti con la testa, a rimanere in silenzio, ed a mantenere il contatto visivo; ma col tempo andrete sempre meglio.

    Quando il tutto vi riuscirà NATURALE e senza sforzo, potrete cominciare a notare l’atteggiamento del vostro interlocutore, per sondarne la personalità.

    Una persona sicura non si lascerà intimidire, e continuerà spedita a parlarvi con la stessa tranquillità di prima.

    La maggior parte della gente però non è affatto così. Il vostro interlocutore comincerà ad essere visibilmente teso, a guardare a destra ed a sinistra, a perdere il filo del discorso, a sentirsi a DISAGIO.

    L’immagine che avrete di lui sarà quella di una persona estremamente NERVOSA, intimidita, tesa.

    Questo esercizio non serve a mettere a disagio gli altri, ma piuttosto a vedere nelle altre persone atteggiamenti che anche NOI a nostra volta assumiamo senza rendercene conto; a prenderne CONSAPEVOLEZZA, ed a sforzarci ad evitarli ed a migliorarci.

    vitaquotidiana.altervista.org

  110. Guardami Negli Occhi (Prego)

    Prego davanti al tuo cuore
    chiedo di farti tornare
    spero di stringerti ancora
    grido e tremo
    vivo in una prigione
    schiavo di mille catene
    ora con queste parole
    giuro amore.
    Ti voglio adesso e in ogni momento
    non posso restare sospeso fuori tempo
    ti chiedo perdono per tutti gli sbagli
    non sono un santo so solo che ti amo.
    Prego la fine del pianto
    chiedo l’inizio di un sogno
    spero dall’alba al tramonto
    il tuo ritorno
    vivo pensando ai tuoi occhi
    schiavo di dubbi e rimpianti
    ora con queste parole
    giuro amore.
    Ti voglio adesso e in ogni momento
    non posso restare sospeso fuori tempo
    ti chiedo perdono per tutti gli sbagli
    non sono un santo so solo che ti amo.
    Guardami negli occhi
    io ti amo
    guardami negli occhi
    io ti amo.
    Ti voglio adesso e in ogni momento
    non posso restare sospeso fuori tempo
    ti chiedo perdono per tutti gli sbagli
    non sono un santo so solo che ti amo.
    Guardami negli occhi
    io ti amo
    guardami negli occhi
    io ti amo
    guardami negli occhi.

    Paolo Meneguzzi

  111. Ciao Giuseppe, ben rientrato in classe.
    La foto della spiaggia, Raffaele, oggi ci voleva proprio. E’ una di quelle giornate grigie e piovigginose che ti fanno umidità dentro, sarà per questo che sono malinconica e nervosa. Quella spiaggia mi ha dato un attimo di sole e di respiro salmastro.
    Interessante, Daniela, l’argomento del guardare negli occhi. Di me chissà che avrà mai pensato la gente, ho l’abitudine di guardare negli occhi. Magari non mi ricordo null’altro di una persona, ma non i suoi occhi. Diverso tempo fa sono rimasta stupita dalla domanda di una mia amica “Hai visto che scarpe aveva?” Io non ho mai guardato così in basso.
    Però un conto è guardare automaticamente, un altro conto sono gli sguardi d’intesa tra due persone. Gli sguardi degli innamorati hanno un loro profondo significato.

  112. Buona giornata a tutti, la mia prosegue di corsa. Mi metterei volentieri a dormire con un tempo così. Si dice che chi dorme non piglia pesci ed io aggiungo che chi non dorme non piglia riposo. Mi si è rotto pure un elettrodomestico, devo correre a rimpiazzarlo. Quando si dice (per restare in tema meteorologico)” piove sul bagnato”!
    Ciao, prendiamocela in allegria finchè si può!

  113. Mi fa piacere che la foto ti sia piaciuta,Tosca. Il motivo principale per cui l’avevo inviata comunque era perché nei commenti c’è la poesia omonima.

  114. I TUOI OCCHI di Nazim Hikmet

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    che tu venga all’ospedale o in prigione
    nei tuoi occhi porti sempre il sole.

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    questa fine di maggio, dalle parti d’Antalya,
    sono cosi, le spighe, di primo mattino;

    i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    quante volte hanno pianto davanti a me
    son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
    nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
    ma non un giorno han perso il loro sole;

    i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    che s’illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
    gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
    allora saprò far echeggiare il mondo
    del mio amore.

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    Così sono d’autunno i castagneti di Bursa
    le foglie dopo la pioggia
    e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.

    I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
    verrà giorno, mia rosa, verrà giorno
    che gli uomini si guarderanno l’un l’altro
    fraternamente
    con i tuoi occhi, amor mio,
    si guarderanno con i tuoi occhi.

    Tratta da: http://www.pensieriparole.it/poesie/autori/n/nazim-hikmet/pag9

  115. I TUOI OCCHI di Nazim Hikmet è così stupenda che non riesco neanche a commentarla perchè mi pare di sciuparla, arriva dritta al cuore e non ci sono altre parole da aggiungere. Grazie Raffaele per averla inviata.

    In quanto alla tua poesia altrettanto stupenda, la ripropongo che per chi arriva adesso su quest’isola e l’accompagno con il link della fonte d’ispirazione.

    ARBATAX

    Sulla spiaggia al tramonto
    il sole indugia tra i rami del mirto.
    Caldo l’aroma dell’elicriso
    punge di nostalgia il cuore.

    Volano i ricordi, rarefatti
    come cirri rosati nella sera.
    Ora il sospiro della risacca
    inutilmente ha umidi gli occhi.

    Sul bagnasciuga i passi
    lasciano labili impronte.
    Non così la memoria.
    Come torre sulla rada dell’anima
    contempla l’oltremare.

    http://www.panoramio.com/photo/26823850

  116. Gli occhi dei bambini crescono e si modificano abbastanza velocemente dalla nascita al primo anno di vita. Questo processo continua sino alla prima adolescenza. La dimensione dell’occhio di un neonato è, infatti, circa 1/3 di quella di un adulto. Il 50% della crescita totale avviene durante i primi sei mesi di vita.

    L’iride, la porzione colorata dell’occhio con la pupilla al centro, contiene la maggior parte delle cellule pigmentate che determinano il colore degli occhi di un individuo. Molti bambini di carnagione chiara nascono con gli occhi chiari a causa della scarsa presenza alla nascita di cellule con pigmento. Man mano che il bambino cresce, queste cellule aumentano di numero e si distribuiscono su tutta la superficie dell’iride. A questo punto, il pigmento castano comincia a dominare con un processo graduale che impiega diversi mesi ed è geneticamente controllato. Il cambiamento diviene solitamente evidente intorno al sesto-settimo mese di vita. Un simile processo non è descrivibile nei bambini di carnagione scura. Ad esempio, i bambini delle popolazioni ispaniche, asiatiche o afro-americane nascono genericamente con occhi scuri e non cambiano il colore dei loro occhi nel tempo.
    da: http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/domanda/2006/Ucau060409d001/

    La genetica alla base del controllo del colore degli occhi non sembra essere un semplice risultato della presenza di due soli alleli (forme genetiche), uno dominante ed uno recessivo. In generale si può dire che il colore risultante degli occhi sarà castano nel caso della presenza di almeno un allele dominante (castano). Gli occhi blu saranno presenti solo nel caso di presenza di due alleli recessivi ricevuti da entrambi i genitori. Tuttavia, non tutto è chiaro quando il colore finale dell’iride è nocciola o verde. Alcuni genetisti sostengono che debbano esistere alleli, o geni diversi, non ancora caratterizzati e che partecipano alla determinazione del colore finale. Infine, è da ricordare che alcuni individui possono cambiare colore anche nella fase adulta, suggerendo ancora l’esistenza di differenti fattori cooperanti nel determinare il colore finale degli occhi.

  117. PRIMI GIORNI DI MARZO

    Sui rami spogli
    piange l’Inverno
    il suo declino
    e si congeda
    con lacrime
    d’amenti.

    Foto in: http://www.panoramio.com/photo/32930573

    Una buona domenica a tutta la classe. Ieri c’era un bel sole e il cielo azzurro. Oggi è grigio, coperto e piove.Tempo tipicamente marzolino…

  118. Ho visto,Tosca, il video “Ti guardo negli occhi” e l’ho trovato molto bello. Consideravo, dopo averlo visto, che la poesia è come il pane.Va gustata, assaporata, anche nelle piccole briciole (come insegnavano i nonni) e mai sprecata o svilita. La poesia è un invito a tavola. Sedersi a questa mensa significa disporsi prima col cuore, poi con la mente. Non è un fast food, un tramezzino ingurgitato frettolosamente. E’ un tempio in cui entrare in silenzio e riverenza. Altrimenti è bene uscirne senza far rumore.

  119. Ora vi faccio ridere. Mi piace essere schietta, anche quando non ci faccio bella figura e poi ridere di me stessa mi diverte così tanto che mi sento in dovere deliziare anche gli altri. Ho letto la nuova poesia di Raffaele, al quale continuo a fare i complimenti perchè credo che così come respiri produca versi poetici. Ebbene, confesso, credevo ci fosse un’errore di battuta nelle parole “d’amenti”, pensavo volesse scrivere “d’amanti”, anche perchè le lacrime d’amanti possono essere tremendamente tristi e la cosa filava. Ero un po’ perplessa conoscendo la precisione assoluta di Raffaele e, mentre rimuginavo questa cosa ho aperto il collegamento con la foto, sicchè “amenti” ricompariva. Allora quando l’ignoranza c’è continua a produrne dell’altra per errata logica. Mi sono detta “sta un po’ a vedere che questa pianta è un “amento” e i suoi fiori si chiamano amenti. Per fortuna mi fido poco di certe mie conclusioni e sono andata a documentarmi. E’ stata la cosa migliore che abbia fatto oggi perchè oltre a rendermi dotta in materia ho riso dentro di me così tanto che ho superato il malumore dovuto al continuo piovere e fare freddo un’altra volta.
    Nel caso ci fosse qualcuno come me con scarse conoscenze in campo di botanica ( ci credo poco ) a questo punto gli evito di andare a cercare.

    AMENTO: In botanica, con il termine amento s’intende un’infiorescenza a grappolo, generalmente pensile, caratteristica di certi alberi, specialmente del sottordine Hamamelidae, le famiglie Salicaceae e Fagaceae.

    L’amento consiste in una spiga articolata dalla sua base e composta di fiori di uno stesso sesso, poiché ci sono amenti maschili, più allungati, e amenti femminili. I fiori sono semplici, senza petali né sepali, i maschili sono ridotti agli stami e i femminili allo stigma.

    Gli amenti appaiono in primavera, generalmente prima delle foglie.

    In queste classi di piante, l’impollinazione è anemofila, vale a dire che il trasporto del polline, molto abbondante, viene a realizzarsi tramite il vento.

    Il polline di alcuni alberi può essere, per la specie umana, una fonte di allergia.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Amento

  120. Raffaele, naturalmente ho inserito la poesia insieme alle altre e ho pensato che in quella che parla di “Viale stradone” c’è abbinata la foto. Mi chiedo se potrei farlo anche con “Arbatrax” e “I primi giorni di marzo”. Ciao e a te e a tutti gli altri buona domenica.

  121. Ah ah…mi hai fatto ridere,Tosca. Devi sapere che anch’io non avevo la certezza del nome di quei fiori pendenti e ho consultato il vocabolario prima di metterlo nel titolo di una poesia e di una foto ( ne ho altre precedenti, per esempio in: http://www.panoramio.com/photo/32437825 ). Circa poi le lacrime “d’amanti” avrei qualcosa da obiettare: penso che con l’arrivo della Primavera gli amanti, solitamente, siano tutt’altro che tristi. Con le mie foto puoi fare quello che vuoi,salvo indicare come in quella del gatto, concessione e copyright. E’ probabile che le mie poesie escano in una piccola antologia, con altri poeti, presso una casa editrice di un certo prestigio. Quando avrò notizie più precise ovviamente te lo farò sapere.

  122. Scende La Pioggia

    Tu nel tuo letto caldo

    io per le strade al freddo

    ma non è questo che mi fa triste

    Qui fuori dai tuoi sogni

    l’amore sta morendo

    ognuno pensa solo a se stesso

    Scende la pioggia ma che fa

    crolla il mondo intorno a me

    per amore sto morendo

    Amo la vita più che mai

    appartiene solo a me

    voglio viverla per questo

    E basta con i sogni

    ora sei tu che dormi

    ora il dolore io lo conosco

    Quello che mi dispiace

    è quel che imparo adesso

    ognuno pensa solo a se stesso

    Scende la pioggia ma che fa

    crolla il mondo intorno a me

    per amore sto morendo

    Amo la vita più che mai

    appartiene solo a me

    voglio viverla per questo

    Scende la pioggia ma che fa

    Amo la vita più che mai

  123. Cade La Pioggia

    Cade la pioggia e tutto lava
    cancella le mie stesse ossa
    Cade la pioggia e tutto casca
    e scivolo sull’acqua sporca
    Si, ma a te che importa poi
    rinfrescati se vuoi
    questa mia stessa pioggia sporca
    Dimmi a che serve restare
    lontano in silenzio a guardare
    la nostra passione che muore in un angolo e
    non sa di noi
    non sa di noi
    non sa di noi
    Cade la pioggia e tutto tace
    lo vedi sento anch’io la pace
    Cade la pioggia e questa pace
    è solo acqua sporca e brace
    c’è aria fredda intorno a noi
    abbracciami se vuoi
    questa mia stessa pioggia sporca
    Dimmi a che serve restare
    lontano in silenzio a guardare
    la nostra passione che muore in un angolo
    E dimmi a che serve sperare
    se piove e non senti dolore
    come questa mia pelle che muore
    che cambia colore
    che cambia l’odore
    Tu dimmi poi che senso ha ora piangere
    piangere addosso a me
    che non so difendere questa mia brutta pelle
    così sporca
    tanto sporca
    com’è sporca
    questa pioggia sporca
    Si ma tu non difendermi adesso
    tu non difendermi adesso
    tu non difendermi
    piuttosto torna a fango si ma torna
    E dimmi che serve restare
    lontano in silenzio a guardare
    la nostra passione non muore
    ma cambia colore
    tu fammi sperare
    che piove e senti pure l’odore
    di questa mia pelle che è bianca
    e non vuole il colore
    non vuole il colore
    no..
    no..
    La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
    scrivi tu la fine
    io sono pronto
    non voglio stare sulla soglia della nostra vita
    guardare che è finita
    nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi
    e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi
    la strada che noi abbiamo fatto insieme
    gettando sulla pietra il nostro seme
    a ucciderci a ogni notte dopo rabbia
    gocce di pioggia calde sulla sabbia
    amore, amore mio
    questa passione passata come fame ad un leone
    dopo che ha divorato la sua preda ha abbandonato le ossa agli avvoltoi
    tu non ricordi ma eravamo noi
    noi due abbracciati fermi nella pioggia
    mentre tutti correvano al riparo
    e il nostro amore è polvere da sparo
    il tuono è solo un battito di cuore
    e il lampo illumina senza rumore
    e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
    ma scrivi tu la fine
    io sono pronto

  124. Quanno Chiove

    E te sento quanno scinne ‘e
    scale
    ‘e corza senza guarda’
    e te veco tutt’e juorne
    ca ridenno vaje a fatica’
    ma mo nun ride cchiù.
    E luntano se ne va
    tutt’a vita accussì
    e t’astipe pe nun muri’.
    E aspiette che chiove
    l’acqua te ‘nfonne e va
    tanto l’aria s’adda cagna’
    ma po’ quanno chiove
    l’acqua te ‘nfonne e va
    tanto l’aria s’adda cagna’.
    Se fa scuro e parla ‘a luna
    e te vieste pe’ senti’
    pe’ te ogne cosa po’ parla’
    ma te restano ‘e parole
    e ‘o scuorno ‘e te ‘ncuntra’
    ma passanno quaccheduno
    votta l’uocchie e se ne va.
    E aspiette che chiove
    l’acqua te ‘nfonne e va
    tanto l’aria s’adda cagna’
    ma po’ quanno chiove
    l’acqua te ‘nfonne e va
    tanto l’aria s’adda cagna’

  125. Marzo

    E vene marzo e già cagna l’aria

    sentennolo arrivà

    nu poco schiove e nu poco schiara

    pecchè te vò ‘mbruglià

    ma nun avè paura

    si a marzo nun po’ mai sta sicura

    che va bbuono accussì.

    Nu poco allera e nu poco scura

    o tiempo po’ cagnà

    e nu pensiero nun s’ammatura

    te tocca e se ne va

    e gira o viento ancora

    pe chi vò stennere ‘e panne o sole

    ma va bbuono accussì.

    E chi o ssape si è o vero

    e chi o ssape pecchè

    mo’ te piglia p’a mano

    ma nun se vo fa verè

    e mo’ chi o ssape si è o vero

    nun l’aia credere mai

    che giranno te tene

    ma quanno tu nun o saie.

    E cu n’addore e terreno nfuso

    vene e se fa sentì

    che puro o sole resta annascuso

    nun sape si po’ ascì

    tu vieneme a cercare

    marzo nun guarda te può fidare

    e va abbuono accussì.

    E chi o ssape si è o vero

    e chi o ssape pecchè

    mo’ te piglia pa mano

    e nun se vò fa verè

    e mo’ chi o ssape si è o vero

    nun l’aie a credere mai

    che giranno te tene

    ma quanno tu nun o saie.

    E aspettanno che vene e aspettanno che va marzo m’ha arrubbato

    marzo m’ha pigliato pe n’ata vota ancora

  126. Primavera

    Sabato mattina ncora a scuola

    l’ ora è ormai finita e la mia mente va

    una settimana intera e oggi lo vedrò

    Dio come mi manca giuro non lo lascerò.

    Un’ uscita con l’amica Isa D.

    lettere nascoste di segreti

    e gli appuntamenti alle quattro sotto al bar

    con il motorino fino al centro giù in città.

    chorus

    Respiriamo l’aria e viviamo aspettando primavera

    siamo come i fiori prima di vedere il sole a primavera

    ci sentiamo prigioniere della nostra età

    con i cuori in catene di felicità,

    si respiriamo nuovi amori

    aspettando che sia primavera

    Mano nella mano a camminare

    occhi nei tuoi occhi amore amore

    cuori grandi sopra i muri disegnati

    con i nostri nomi scritti e innamorati

    Mari di promesse fatte insieme

    vedrai, ti aspetterò finche vorrai

    un arrivederci sove e quando non si sa

    stesso posto stessa ora al centro giù in città.

    chorus

    Tu dimmi che mi vuoi ancora, dimmi che mi vuoi

    Tu dimmi che non mi lascerai, io non ti lascerò

  127. Scusa Tosca, ma questa domenica uggiosissima mi ha fatto venire in mente un po’ di brani che ho qui postato…e speriamo arrivi presto questa primavera!!!

    Baci a tutta la classe

  128. Belli i tuoi brani in napoletano (mia parlata paterna) ,Daniela. Mi hai fatto venire in mente Salvatore di Giacomo.A te dedico questo omaggio, una mia foto recente: http://www.panoramio.com/photo/32784327 Una buona notte a tutta la classe.

    MARZO

    Marzo: nu poco chiove
    e n’ato ppoco stracqua
    torna a chiòvere, schiove;
    Ie ‘o sole cu ll’acqua.

    Mo nu cielo celeste,
    mo n’aria cupa e nera,
    mo d’ ‘o vierno ‘e ‘tempeste,
    mo n’aria ‘e Primmavera.

    N’auciello freddigliuso
    aspetta ch’esce o sole,
    ncopp’ ‘o tterreno nfuso
    suspirano ‘e viole…

    Catarì, che vuò cchiù?
    Ntienneme, core mio,
    Marzo, tu ‘o ssaje, si’ tu,
    e st’auciello song’ io.

  129. Mi scuso. E’ venuto incollato “Con il suo buonanotte” che non c’entra con Salvatore di Giacomo. Ti prego,Tosca, di cancellarlo. Evidentemente mi sono inconsciamente identificato con l'”auciello” e anche con un lapsus ho voluto dare la buonanotte. Ma vedi un po’ che ti combina Marzo,..

  130. Mettiamo anche MARZO dal “Calannario” (Calendario) del grande Totò (Antonio de Curtis)

    Quanno vene ‘o mese ‘e Marzo
    pure ‘e ggatte fanno ammore,
    ch’aggia fa? Me guardo a lloro?
    ‘Mmiezo ‘e grade cu ‘a vicina,
    faccio un anema e curaggio
    e m’acchiappo nu passaggio.

    E con questa rinnovo a tutti la mia buonanotte, specialmente alle compagne di classe, alla vigilia dell’8 Marzo.

  131. Raffaele, che allegria per gli occhi e per il cuore la tua foto con i primi fiori, bravo ad averla scattata e condivisa, ci voleva proprio.
    Ho corretto quel che c’era da correggere per rispetto al tuo volere, ma dopo il commento sotto che evidenziava la particolarità dell’errore mi sarebbe piaciuto lasciare tutto com’era.

    Daniela, grazie per tutto quello che hai fatto piovere su questo blog a proposito di pioggia. E’ stata una bella compagnia in una domenica uggiosa.

    Adesso sto per scappare, sono caduta nel buco nero del troppo da fare. Ne avrò per tutto oggi, domani e dopo domani. Non so se troverò il tempo di passare da qui e discorrere. Non me ne vogliate e tenete accesa la fiaccola, lo sapete che appena potrò sarò sempre da voi.

    Buona giornata a tutti quanti e auguri a tutte le donne. Agli uomini voglio dire che i fiori e i regali saranno anche graditi, ma una mano d’aiuto in tutti i giorni dell’anno sono il bouquet più accettato. Ciao ciao!

  132. 8 MARZO, FESTA DELLA DONNA

    Le origini della festa dell’8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
    Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica.

    Successivamente, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagonistele rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell’8 marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto.
    Ai giorni nostri la festa della donna è molto attesa , le associazioni di donne organizzano manifestazioni e convegni sull’argomento, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della donna, ma è attesa anche dai fiorai che in quel giorno vendono una grande quantità di mazzettini di mimose, divenute il simbolo di questa giornata, a prezzi esorbitanti, e dai ristoratori che vedranno i loro locali affollati, magari non sanno cosa è accaduto l’8 marzo del 1908, ma sanno benissimo che il loro volume di affari trarrà innegabile vantaggio dai festeggiamenti della ricorrenza. Nel corso degli anni, quindi, sebbene non si manchi di festeggiare queste data, è andato in massima parte perduto il vero significato della festa della donna, perché la grande maggioranza delle donne approfitta di questa giornata per uscire da sola con le amiche per concedersi una serata diversa, magari all’insegna della “trasgressione”, che può assumere la forma di uno spettacolo di spogliarello maschile, come possiamo leggere sui giornali, che danno grande rilevanza alla cosa, riproponendo per una volta i ruoli invertiti.
    Per celebrare la festa della donna, bisogna comportarsi come gli uomini?
    tratto dal sito:italia donna

  133. In un tempo, Daniela, in cui trionfano l’immagine, la “visibilità”,la superficialità e l’ “esternazione”, gli strip tease rappresentano probabilmente un rito misterico, in cui l’aspetto tribale che ancora in noi sopravvive cerca di evocare sotto forma spettacolare il daimon profondo che in tanta opulenza paradossalmente sfugge e si nega alla consapevolezza: l’essenza del Femminile e del Maschile, i poli dell’identità, non solo sessuale, di genere, ma probabilmente il nucleo stesso della nostra umanità, della nostra identità di persone. Quanto vorrei che queste festività simboliche non finissero come il Natale, in uno show consumistico e scivolassero sulla nostra coscienza come acqua su un terreno argilloso.Buona giornata a te e a tutta la classe.

  134. La pioggia continua a cadere e le giornate scorrono grigie e scialbe. Io, forse condizionato dal tempo, sono succube di un’ apatia senza ritegno; mi trascino al lavoro così a casa, sono in fase negativa, povera d’idee e d’entusiasmo speriamo passi. buonasera a tutti.

  135. Grazie Giuseppe per gli auguri di ieri. Certo che questo tempo non aiuto proprio a produrre pensieri ottimisti.

    Stasera mi ha fatto rilassare questo video, anzi ne sono rimasta così affascinata che l’ho rivisto diverse volte.

  136. L’ho già scritto da un’altra parte, ma lo ripropongo come pensierino della notte illustrato:

    “Piove piove piove.
    piove

    La terra ha bisogno d’acqua,pozzanghere

    io di sole.sole

    Ma la natura procede per priorità”piove

  137. Ho avuto una giornata molto piena e ho finito or ora di siglare un test. Tra le altre cose qui il tempo è regredito all’Inverno…più invernale che, come da copione, si possa immaginare. Neve, tormente di neve , freddo e stanotte un vento forte e ululante che sinceramente mette una certa inquietudine. Ora vado a nanna e vi auguro una buona notte.

  138. Stamane siamo sommersi dalla neve. Uno spettacolo incredibile. Davvero si ha la sensazione che nel clima qualcosa stia cambiando. Ricordo in passato altre nevicate in Marzo, certamente, ma questo meteo stravolto, diverso ogni anno, diverso in ogni stagione, caratterizzato da eccessi e discontinuità, mi fa quasi sospettare che Madre Terra stia forse comunicandoci qualcosa, nel suo linguaggio specifico.

  139. Grazie Tosca per la bellissima canzone della Cri! Mi siete mancati in questo periodo così pieno di impegni… Purtroppo ho passato gli ultimi giorni all’ospedale a fare compagnia ad un mio amico che ha fatto un incidente con la macchina… Ora va meglio… Oggi niente scuola perchè c’è troppa neve, non riesco neanche ad uscire!! Com’è bella però, così bianca e pura…. Bello!!!!! Ci metterò un po’, ma spero di riprendere il filo del discorso…. A presto! Buona giornata sotto la neve!!

  140. Ben tornato,Giacomo. Neve anche da te,quindi.
    Vi lascio un’immagine scattata stamane un’ora fa fuori da casa mia: http://www.panoramio.com/photo/33078493
    Per ragioni di …economia di tempo ho scelto di guardare tra i video proposti, “gli occhi del domani”, particolarmente interessante per me, perché ambientato nel territorio romagnolo, a pochi chilometri da dove vivo (Forlì è a 15 Km. Conosco benissimo S. Sofia e altri luoghi citati).
    I nostri genitori e anziani ci hanno raccontato le storie vissute durante l’ultima guerra. Il fronte passava a pochi Km. da Faenza (il fiume Senio era nel dicembre 1944 la nuova linea di arretramento della “Gotica”) e con ricordi e aneddoti si potrebbe scrivere un libro. Concordo con l’esperienza descritta nel video circa la fame che allora imperversava. I tedeschi razziavano quello che potevano e tanti contadini venivano depredati dei loro beni in natura. Mia madre mi raccontò che un gruppo di militari della Wehrmacht sequestrò il maiale in una casa di contadini, macellandolo alla meno peggio e scartando solo la testa che,ovviamente, sfamò un buon numero di persone. Erano tempi difficili e crudeli e certo la guerra slatentizza in molte persone l’ “homo homini lupus” che talvolta alberga nell’animo umano anche se ignorato o negato. La stessa solidarietà è un fenomeno complesso: un equilibrio (delicato e instabile) tra istinto di sopravvivenza (inevitabilmente egocentrato) e identificazione con il bene e il destino degli altri (dovuto ad un forte sentimento di appartenenza e di attaccamento a chi è sentito e pensato come “vicino” o “prossimo”, ma anche a radicate motivazioni ideali e ideologiche).
    Buona giornata a tutta la classe.

  141. Ciao a tutti, come state… maltempo a parte? Io ho davvero pochissimo tempo, fra poco tornerò a scuola a saperne ancora di più sull’audiolibro, ma sono passata per lasciarvi il mio affettuoso saluto.
    Raffaele è sempre bello leggere i tuoi interventi, che fanno molto riflettere e sono davvero molto profondi e veri.
    Giacomo, bentornato! E’ bello sapere che ci sei ancora e comprendo bene i tuoi impegni scolastici che assorbono gran quantità di tempo, però dialogare con te, un giovane come pochi se ne trovano, è qualcosa di veramente speciale perchè dai una bella ventata di brio e gioventù che non guasta mai!
    Tosca, tu sei il mio MITO!!!!

    Voglio dedicare a tutti voi questa canzone che adoro!

  142. Molto bella,Daniela, la canzone Miss Sarajevo. Fa davvero meditare con un’evidenza, con un urgenza che non concedono titubanza alcuna.Grazie di averla proposta. Buon pomeriggio a tutta la classe. Ritorno a lavorare su un protocollo molto interessante e molto impegnativo.

  143. Ciao ragazzi e ragazze, a chi lo è per età e a chi per spirito. Ho letto tutti i vostri commenti, ma ho poco tempo, anzi pochissimo per rispondervi ad uno ad uno. Chiedo venia, in un altro momento sarò più partecipe. Sto per scappare un’altra volta. Il turbine delle incombenze mi riprende.
    Stavolta una canzone, con un pizzico d’ironia, la voglio dedicare a me stessa e a tutti quelli che sono sempre in corsa come me.

  144. Ciao Tosca, ma dove scappi sempre????
    Mi hai fatto venire in mente questa canzone che ti dedico 🙂 🙂 🙂

  145. Un rapido saluto e un augurio di buona giornata a tutti. Ritorno alle mie attività.
    P.S. Fuori il paesaggio è tutto bianco e stamane il termometro segna 2°: un inverno molto prepotente quest’anno. Forse determinati “stili” di far politica contaminano anche le stagioni? 🙂

  146. Buongiorno amici, pioggia, neve, l’inverno ci lascia col ricordo delle proprie caratteristiche e forse è normale così. E’ il ciclo della vita, il tempo scorre, le stagioni si susseguono, si nasce, si cresce, si vive e poi andiamo via ……..E’ da un pò che mi trovo spesso a riflettere sulla vita ed i suoi molteplici aspetti, sarà il tempo di questi giorni o forse semplicemente è cominciata quella fase ” di maturazione dei ” cinquanta ” che cambia un poco la prospettiva delle cose. Vi lascio con una bellissima canzone in tema.

  147. Ciao a tutti, sono alle prese con un inghippo burocratico da espletare al più presto. Se prima non ne vengo fuori non riesco a trovare nè il tempo nè la lucidità mentale per poter partecipare a questo blog. Sarò da voi appena possibile. Un abbraccio a tutta la classe.

  148. Vita
    Gianni Morandi

    Vita in te ci credo,

    le nebbie si diradano

    e ormai ti vedo

    non è stato facile

    uscire da un passato che mi ha lavato l’anima

    fino quasi a renderla un po’ sdrucita

    vita io ti vedo

    tu così purissima

    da non sapere il modo

    l’arte di difendermi

    e così ho vissuto quasi rotolandomi

    per non dover ammettere d’aver perduto

    anche gli angeli capita a volte sai si sporcano

    ma la sofferenza tocca il limite

    e così cancella tutto

    e rinasce un fiore sopra un fatto brutto

    siamo angeli con le rughe un po’ feroci

    sugli zigomi

    forse un po’ più stanchi ma più liberi

    urgenti di un amore

    che raggiunge chi lo vuole respirare

    Vita io ti credo,

    dopo aver guardato a lungo

    adesso io mi siedo, non ci sono rivincite

    ne dubbi ne incertezze

    ora il fondo è limpido

    ora ascolto immobile le tue carezze

    anche gli angeli capita a volte sai

    si sporcano ma la sofferenza tocca il limite

    e così cancella tutto

    e rinasce un fiore sopra un fatto brutto

    siamo angeli con le rughe un po’ feroci

    sugli zigomi

    forse un po’ più stanchi ma più liberi

    urgenti di un amore

    che raggiunge chi lo vuole respirare

    Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano

    ma la sofferenza tocca il limite e cosi’ cancella tutto

    e rinasce un fiore sopra un fatto brutto

    siamo angeli con le rughe un po’ feroci

    sugli zigomi

    forse un po’ più stanchi ma più liberi

    urgenti di un amore

    che raggiunge chi lo vuole respirare

    Angeli

    Angeli

    Angeli.

    Dedicata al carissimo Giuseppe!!!

    VITACROSTICO
    Volare
    In alto
    Tra gli
    Angeli!!!

    ….METAFORICAMENTE PARLANDO, OVVIAMENTE… 🙂 🙂 🙂

  149. Per me la vita è come una canzone … così come canta il grande e mitico Gianni Morandi

    La Vita E’ Una Canzone
    A sedici anni che emozione

    è proprio mia la voce in quel juke-box

    e da quel giorno ho vissuto

    un po’ come uno zingaro qua e la’

    una casa ma in fondo quella vera

    e’ questo palcoscenico

    ma quanti anni che canto e ancora

    io non sono stanco e tu

    tu sei qui seduta in prima fila sempre tu

    ma chi sei hai sempre quindici anni

    da trent’anni ormai

    come hai fatto ad imparare a mente

    tutte le canzoni mie

    magari stavi nella pancia di tua madre

    che la ballava col tuo papa’

    c’è anche lui con qualche chilo e qualche ruga in piu’

    c’è anche lei signora mi permette che le dia del tu

    Questa vita è come una canzone

    l’armonia e le parole te le scrivi tu

    ma falla semplice

    basta che tu ci metta l’anima

    questo mondo sara’ una grande orchestra

    sai che bella festa se dirigi tu

    e dagli il ritmo che

    ha il cuore tuo se batte per amore amore amore

    ci pensavo proprio questa sera prima di arrivare qui

    che avrei fatto senza questa musica

    che avrei fatto senza di voi

    senza te e lei e lui e lei e tutti voi

    tutti qui su questo palcoscenico a cantare in coro

    questa vita è come una canzone

    l’armonia e le parole te le scrivi tu

    ma falla semplice

    basta che tu ci metta l’anima

    questo mondo sara’ una grande orchestra

    sai che bella festa se dirigi tu

    e dagli il ritmo che

    ha il cuore tuo se batte per amore amore amore

    questa vita è come una canzone

    l’armonia e le parole te le scrivi tu

    e dagli il ritmo che

    ha il cuore tuo se batte per amore amore amore.

  150. Ho fatto un salto per augurare a tutti la buonanotte. Mi aspettano altre giornate piene anche nel fine settimana. Spero che tutto si normalizzi al più presto. Sono super stressata e la cosa non mi garba affatto. Soprattutto mi manca il tempo lieto e disteso di stare qui a chiacchierare con voi.
    Sogni d’oro a tutti quanti.

  151. Riprende a piovere e l’umore va giù come la pioggia questo fine settimana si preannuncia scialbo speriamo che che cambi. Un saluto a voi tutti.

  152. Qui la neve si è quasi del tutto sciolta. Stiamo a vedere se la Primavera vorrà onorarci della sua annuale visita. Un saluto a tutti.

  153. Giuseppe, dai non essere triste… ti dedico questa bellissima canzone dei Negramaro e pensa che fra poco arriverà la primavera…. quindi sorridi e la vita ti sorriderà!! 🙂 🙂 🙂

  154. A te caro Raffaele invece ti dedico questo brano musicale, dolcissimo anche se fa venire molta malinconìa…. eccolo

  155. Grazie,Daniela. E’ un motivo per me personalmente molto evocativo e anche struggente perché mi ricorda un film che vidi (sembra ieri) nel 1974, in uno dei primi incontri con colei che oggi è mia moglie. Mi ricorda momenti e tempi indimenticabili. Il film in questione, “L’ultima neve di primavera”, era abbastanza “strappalacrime”, tipo “Incompreso”,”Anonimo veneziano”, o cose romantiche del genere, e anche la colonna sonora, quella che nel video si ripropone, contribuiva a far consumar fazzoletti Kleenex al pubblico in gran quantità. A me personalmente, data l’associazione d’idee che mi sollecita, più che malinconia, mi smuove nostalgia, emozioni e una certa gratitudine per la vita che ogni tanto ci offre indimenticabili momenti. Ricambio con “Anonimo veneziano” che certamente a livello cinematografico e artistico era un prodotto di diverso spessore. Un buon week end a te e a tutta la classe. http://www.youtube.com/watch?v=Vn0duZ1FCeU

  156. Ciao a tutti. Vi auguro un felice sabato sera. Qui è grigio, piove, piove da troppo tempo. Il mio spirito è pieno d’umidità e si sente più acciaccato del corpo. Concordo con Giuseppe. Questo tempo mi deprime. Passerà.
    A domani compagni di classe.

  157. CERCASI PRIMAVERA DISPERATAMENTE

    Dato che fino ad oggi, almeno da queste parti la Primavera non ci ha degnato della sua visita, ho pensato di dedicarle questo canto del grandissimo G. Leopardi… chissà che faccia effetto….. 🙂

    VII – ALLA PRIMAVERA, O DELLE FAVOLE ANTICHE

    Perchè i celesti danni
    ristori il sole, e perchè l’aure inferme
    Zefiro avvivi, onde fugata e sparta
    Delle nubi la grave ombra s’avvalla;
    Credano il petto inerme
    Gli augelli al vento, e la diurna luce
    Novo d’amor desio, nova speranza
    Ne’ penetrati boschi e fra le sciolte
    Pruine induca alle commosse belve;
    Forse alle stanche e nel dolor sepolte
    Umane menti riede
    La bella età, cui la sciagura e l’atra
    Face del ver consunse
    Innanzi tempo? Ottenebrati e spenti
    Di febo i raggi al misero non sono
    In sempiterno? ed anco,
    Primavera odorata, inspiri e tenti
    Questo gelido cor, questo ch’amara
    Nel fior degli anni suoi vecchiezza impara?

    Vivi tu, vivi, o santa
    Natura? vivi e il dissueto orecchio
    Della materna voce il suono accoglie?
    Già di candide ninfe i rivi albergo,
    Placido albergo e specchio
    Furo i liquidi fonti. Arcane danze
    D’immortal piede i ruinosi gioghi
    Scossero e l’ardue selve (oggi romito
    Nido de’ venti): e il pastorel ch’all’ombre
    Meridiane incerte ed al fiorito
    Margo adducea de’ fiumi
    Le sitibonde agnelle, arguto carme
    Sonar d’agresti Pani
    Udì lungo le ripe; e tremar l’onda
    Vide, e stupì, che non palese al guardo
    La faretrata Diva
    Scendea ne’ caldi flutti, e dall’immonda
    Polve tergea della sanguigna caccia
    Il niveo lato e le verginee braccia.

    Vissero i fiori e l’erbe,
    Vissero i boschi un dì. Conscie le molli
    Aure, le nubi e la titania lampa
    Fur dell’umana gente, allor che ignuda
    Te per le piagge e i colli,
    Ciprigna luce, alla deserta notte
    Con gli occhi intenti il viator seguendo,
    Te compagna alla via, te de’ mortali
    Pensosa immaginò. Che se gl’impuri
    Cittadini consorzi e le fatali
    Ire fuggendo e l’onte,
    Gl’ispidi tronchi al petto altri nell’ime
    Selve remoto accolse,
    Viva fiamma agitar l’esangui vene,
    Spirar le foglie, e palpitar segreta
    Nel doloroso amplesso
    Dafne o la mesta Filli, o di Climene
    Pianger credè la sconsolata prole
    Quel che sommerse in Eridano il sole.

    Nè dell’umano affanno,
    Rigide balze, i luttuosi accenti
    Voi negletti ferìr mentre le vostre
    Paurose latebre Eco solinga,
    Non vano error de’ venti,
    Ma di ninfa abitò misero spirto,
    Cui grave amor, cui duro fato escluse
    Delle tenere membra. Ella per grotte,
    Per nudi scogli e desolati alberghi,
    Le non ignote ambasce e l’alte e rotte
    Nostre querele al curvo
    Etra insegnava. E te d’umani eventi
    Disse la fama esperto,
    Musico augel che tra chiomato bosco
    Or vieni il rinascente anno cantando,
    E lamentar nell’alto
    Ozio de’ campi, all’aer muto e fosco,
    Antichi danni e scellerato scorno,
    E d’ira e di pietà pallido il giorno.

    Ma non cognato al nostro
    Il gener tuo; quelle tue varie note
    Dolor non forma, e te di colpa ignudo,
    Men caro assai la bruna valle asconde.
    Ahi ahi, poscia che vote
    Son le stanze d’Olimpo, e cieco il tuono
    Per l’atre nubi e le montagne errando,
    Gl’iniqui petti e gl’innocenti a paro
    In freddo orror dissolve; e poi ch’estrano
    Il suol nativo, e di sua prole ignaro
    Le meste anime educa;
    Tu le cure infelici e i fati indegni
    Tu de’ mortali ascolta,
    Vaga natura, e la favilla antica
    Rendi allo spirto mio; se tu pur vivi,
    E se de’ nostri affanni
    Cosa veruna in ciel, se nell’aprica
    Terra s’alberga o nell’equoreo seno,
    Pietosa no, ma spettatrice almeno.

  158. Io propongo, in aggiunta propiziatoria, Cardarelli:

    SCHERZO

    Il bosco di primavera
    ha un’anima,una voce.
    è il canto del cucù
    pieno d’aria,
    che pare soffiato in un flauto.
    Dentro il richiamo lieve
    più che l’eco ingannevole,
    noi ce ne andiamo illusi:
    Il castagno è verde tenero.
    Sono stillanti persino
    le antiche ginestre.
    Attorno ai tronchi ombrosi,
    fra giochi di sole,
    danzano le madrigali.

    V. Cardarelli

  159. Ciao a tutti, mi auguro che abbiate trascorso una piacevole domenica. Grazie per le avvisaglie primaverili di conforto. Tenerissime le pratoline tra gli ultimi stralci di neve fotografate da Raffaele e più che piacevoli le poesie di Leopardi e Cardarelli.
    Stamattina ho assistito anch’io al miracolo della primavera, improvvisamente ho visto tutti gli alberi del viale in fiore. Solo l’altro giorno ce n’erano alcuni sparuti sulle cime più alte, oggi le chiome erano tutte abbellite del primaverile ornamento.
    E’ stata una domenica molto rilassante nel senso che mi sono dedicata a lavori ad un mucchio di lavori pratici arretrati e trafficando di qua e di là non ho sentito freddo, non mi sono neanche lambiccata il cervello. Mi accorgo d’aver definito “lavori pratici” le comuni faccende domestiche. Forse dopo tanto lavoro burocratico-cerebrale, fare la donnetta di casa è stato un toccasana così grande da farmi rivalutare il ruolo.
    Spero tanto che domani inizi una settimana tranquilla con tante belle chiacchierate su questo blog.
    Buonanotte.

  160. Un saluto anche a te Raffaele e a tutti gli altri. Qui fa ancora freddo e mi dico di portare pazienza che tanto le stagioni girano a meno che il mondo non si sconvolga. Aspettando primavera vado in cerca d’immagini di fiori e a proposito di “occhi” e di “fiori” ho trovato questi: “OCCHI DELLA MADONNA”

    0000

    Il genere Myosotis, della famiglia delle Boraginaceae, comprende circa 50 specie di erbe annuali o perenni, alcune conosciute anche come nontiscordardimé e/o occhi della Madonna.

    Il nome di “non ti scordar di me” pare legato a una storia austriaca, occorsa lungo il Danubio: due giovani stavano scambiandosi le promesse attraverso il simbolo di questo fiore, ma lui cadde nel fiume vorticoso e, prima di morire, le gridò appunto la famosa frase.

    Gli “occhi della Madonna” potrebbero essere legati allo stesso significato, cioè a quello di affidare, mediante il dono di questo fiore, la persona cara in partenza alla benevolenza divina.

    Nella Germania del 15simo secolo, chi indossava il fiore non sarebbe stato dimenticato dalla propria amata; mentre le donne lo indossavano come segno di fedeltà. I massoni adottarono il “nontiscordardimé” come modo segreto di riconoscimento.

    Il non-ti-scordar-di-me è stato adottato a livello internazionale come fiore ufficiale della Festa dei nonni.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Myosotis

  161. Una buona giornata a tutta la classe. Qui il tempo migliora. Le ultime tracce delle recenti nevicate stanno sciogliendosi lasciando spazio all’erba e al tappeto di margherite e altri fiori della nuova stagione. Salendo verso le colline e i monti la coltre bianca è ancora molto consistente e lassù lo spettacolo nelle giornate ormai serene è davvero fantastico. Le mie giornate sono piuttosto piene e, da quel che posso intuire, non solo le mie..

  162. Buonasera amici, riprendo a scrivere dopo un tremendo attacco di cervicale che mi ha immobilizzato per quasi tre giorni; ah! Pago tutti gli errori di gioventù e forse anche una brutta caduta dalla moto di tanti anni fa. Grazie Daniela per la bellissima canzone dei Negramaro, gruppo fra l’altro che mi piace e che ho visto in concerto. Qui la primavera fa la ritrosa ma questa è una carattesristica marzolina, ma manca poco ormai. De Andrè cantava:
    Primavera non bussa lei entra sicura
    come il fumo lei penetra in ogni fessura
    ha le labbra di carne i capelli di grano
    che paura, che voglia che ti prenda per mano.
    Che paura, che voglia che ti porti lontano.
    ( da” Un chimico”)

  163. Sono qua, sono arrivata. Oggi raggiungere questo blog mi sembrava un’utopia, una spiaggia che si allontanava via via che procedevo in quella direzione. Quindi mi godo questo approdo ( che fa anche rima) sulla nostra isola virtuale, ma così vissuta che mi pare vera. Mi pare un posto dove ci si guarda anche in faccia e si sentono le voci e le risate non solo un codice di parole scritte.
    Con questi pensieri saluto tutti quanti ed in particolar modo Raffaele e Giuseppe che sono approdati anche loro tra il tanto remare in mezzo al da fare quotidiano.
    Come canzone della buona notte vi dedico questa. Forse è già stata proposta su questo blog, ma mi piace rimetterla in gioco, in fondo è sempre bellissima. A domani, un giorno ancora più avanti nella direzione della primavera.

  164. Uhm…Che solitudine! Dal faro guardo l’isola e non vedo anima viva. Non mi preoccupo per questo. Talvolta star soli permette di fissare la vista sull’essenziale e cogliere rari momenti di meditazione. Vi ricordate “Il gabbiano infelice”, un motivo dei primi anni ’70 del “Guardiano del faro”? http://www.youtube.com/watch?v=bUiEc5VQfgM
    Buona serata.

  165. Ciao Raffaele, meno male che ci sei tu a fare da guardia alla nostra splendida isola, perchè purtroppo di giorno è un po’ difficile per me venire a rilassarmi un po’ perchè sono intrappolata dalla miriade di “cose” da fare a scuola. Sai vogliamo proporre di realizzare una bella cucina e delle camere da letto così almeno risparmiamo sulla benzina :)…
    Anche qua oggi è stata una tipica giornata primaverile marzolina e speriamo che continui così… per poter sentire i profumi intensi dei fiori sbocciati ed ammirare i bei colori dei fiori, degli alberi, ascoltare il cinguettìo degli uccellini e tutto ciò che ci regala questa bella stagione.

  166. Ciao a tutti, il fatto che vi stia scrivendo di mattina vuol dire che mi sono fermata dal correre. O meglio sono stata fermata dal mio corpo, che sapendone più di me, quando esagero s’ammala e m’impone una brusca frenata. Pazienza, passerà anche questa. Nel frattempo mi sono accorta, guardando con calma dalla postazione “amministra sito” che tempo fa erano rimasti in spam alcuni commenti di Daniela e Rita. Quelli di Daniela riguardavano l’Africa e i riti degli stregoni, quelli di Rita il Carnevale. Li ho inoltrati, ma mi dispiace che ne abbia preso visione soltanto adesso. Vi prego di avvertirmi la prossima volta che vi dovesse capitare di non veder spuntare i vostri commenti sulle pagine del blog.
    Approfitterò di questa forzata pausa per trovare anche il tempo d’inserire un nuovo articolo.
    Grazie a tutti quanti sono sempre qui presenti all’appello col buono e col cattivo tempo, con il piacere del relax e con la voglia comunque di comunicare anche da una miridiade d’impegni.
    Buona giornata a tutti quanti.

  167. Carissima Tosca, cerca di non farti battere dalla fatica di questi frenetici e caotici giorni che ci circondano!!! Oggi è una splendida giornata di sole che ci sprona a fare davvero tante cose… io oggi mi rilasserò un po’ andando dal parrucchiere ,cercando di “restaurarmi” un po’.
    Anche io ti auguro un buon giorno, e dedico a te e a tutti gli altri bloggers questa splendida canzone di Irene Grandi:

    P.S. Sapete dov’è finito il nostro amico Natale??? E’ da un bel po’ che nn lo si sente…dobbiamo cercarlo a “Chi l’ha visto?”

  168. Buon pomeriggio amici, finalmente una giornata di sole preludio di primavera? Forse…. Devo ringraziare Raffaele per avermi riportato un pò indietro nel tempo, quando si intonava intorno ad un falò nei mitici campi scuola o raduni estivi, a seconda da chi fossero organizzati, W la company anche se noi facevamo la versione più rockettara. Per rispondere a Daniela devo dire che anch’io con Natale in questo periodo mi vedo poco, comunque ho provato a chiedere come mai di questa “assenza ” sul blog e la risposta è stata molto evasiva, non ho insistito non volevo essere invadente. Sono saltuario anch’io sul blog ma solo per problemi tecnici; purtroppo ha dei problemi con l’ADSL a casa e quando posso mi affaccio sull’isola dal pc dall’ufficio nelle piccole pause.

  169. Non sono d’accordo con tutti questi studi scientifici dal carattere razzista. Io sono del parere che le persone non si possono schematizzare così come la matematica, perchè la natura non risponde a schemi fissi, e le persone non sono fatte di schemi fissi.
    Gli occhi azzurri, il mancinismo, la pelle nera sono meri tratti fisici e abitudini che nulla hanno a che fare con personalità ecc. Altrimentti due gemelli monozigoti avrebbero lo stesso carattere e penserebbero sempre alla stessa cosa.
    Sono interessanti curiosità dal sapore filosofico che però non hanno alcun riscontro con la realtà.

  170. Ne sono convinta pure io, ognuno è quello che è al di là delle connotazioni fisiche. Non credo neanche nella fisiognomica, mi pare arrogante pensare di riuscire a giudicare le persone in base a delle etichette confezionate in base a teorie poco fondate. Tuttavia sono aperta a tutto e con curiosità accetto le considerazioni altrui senza per questo farne una fede.

Leave a Reply