Il rovescio della trama del tappeto

Tutto quel che accade nella nostra vita ha un senso che non riusciamo ad interpretare, è come il rovescio della trama di un tappeto, il cui intreccio di nodi e fili non riesce a svelare il meraviglioso disegno che appare dall’altra parte. Così mi spiegarono quando ero ancora bambina, bambina curiosa, incerta e capricciosa desiderosa soltanto d’andare a sbattere quel tappeto dal verso giusto. E tutti gli anni che sono passati e tutti i fatti che sono accaduti, tutti i fili, i colori e i nodi che si sono aggiunti hanno reso ancor più intricata la trama del mio tappeto senza riuscire a rigirarlo sotto sopra.

Mi chiedo se ci sia qualcuno che ne sappia di più, qualcuno che sappia darmi risposte adeguate e non aneddoti prefabbricati. Ci vorrebbe un santo, un poeta, un veggente, un teologo, un filosofo, uno scienziato, un vecchio saggio … ci vorrebbe a tu per tu soltanto il tessitore del tappeto, ammesso che ci sia un tessitore di tappeti o rimanga soltanto un miscuglio di casi nel caos delle assolute incertezze.

Non so quel che cerco nè dove vado, ma vado in un labirito di fili che non segnano l’uscita, ma soltanto l’inciampo.

Che mi dite di più?

48 thoughts on “Il rovescio della trama del tappeto

  1. “Santo, poeta, veggente, teologo, filosofo, scienziato, vecchio saggio” … e anche “tessitore del tappeto”! Si facciano avanti gli ardimentosi pretendenti alla nomina, sciorinando sapide pillole di saggezza e non – absit iniuria verbis! – banalità o “aneddoti prefabbricati”!
    Un invito da far tremar le vene e i polsi, ivi compreso il “che mi dite di più?'”. C’è qualcosa di più da dire? Per il momento da parte mia no, se non l’augurio sincero, tra tanti fili e nodi (che non conosco), di trovar il filo d’Arianna. Mi si perdoni l’aneddotica banalità. Buona giornata.

  2. IL SUDICIO ROVESCIO

    Parlando di tappeti, vien da dire
    che il retro della trama spesso sia
    non sol dei fili il bizzarro intrico,
    ma pure il ricettacolo di polvere
    e lordure che l’occhio non apprezza,
    ossia dello sfarzo il lato oscuro
    e del sublime il sudicio rovescio.

    (R.R.,15/02/2012)

  3. LA MASCHERA DEL BUIO

    La parte manifesta del tappeto
    si rivolge all’esterno come attore
    intento in un gioco di finzione,
    rappresentando in modo creativo
    l’immaginaria forma del reale.
    Colori, forme, disegni e simbolismi
    sono in sostanza la maschera del buio:
    il vero volto è infatti nel rovescio
    di quel tappeto tessuto dalla vita,
    nei nodi, negli strappi, nell’oscuro
    groviglio negletto e indecifrato.

    (R.R., 16/02/2012)

    ____________________________________

    Buona giornata

  4. IL TAPPETO PIU’ ANTICO DEL MONDO

    TAPPETO

    “Il più antico tappeto annodato a noi noto ha circa 2.500 anni e fu scoperto nella tomba di un capo scita nella vallata di Pazyryk dall’archeologo russo Serghei Ivanovich Rudenko, durante una spedizione nella regione dei monti Altaj, nella Siberia meridionale.
    I ghiacci perenni del luogo lo hanno miracolosamente conservato nel corso dei secoli assieme agli altri oggetti rinvenuti nella tomba. Vari studi degli specialisti hanno stabilito che tutti questi oggetti risalgono al IV-V secolo a.C. Si pensa che questo tappeto sia originario di Susa, in Persia, fatto che troverebbe una conferma nella sua decorazione di stile tipicamente persiano. Il tappeto di Pazyryk oggi è conservato al museo dell’Hermitage a San Pietroburgo (ex Leningrado).

    Lo straordinario tappeto di Pazyryk è in lana e misura circa 4 metri quadrati (200 x 183), i suoi nodi sono fini e regolari. La decorazione è molto elaborata: il campo centrale è di un colore rosso scuro, ornato da ventiquattro cassoni stellati. I bordi sono formati da cinque bande: una riprende il motivo delle stelle, su altre due vi sono rappresentati degli animali mitologici stilizzati, le altre due bande raffigurano delle renne e dei cavalli montati o accompagnati dai cavalieri. I colori, anche se ossidati da secoli di permanenza nel ghiaccio, sono costituiti da un rosso scuro e da un giallo su fondo grigio verde.”

    TRATTO DA http://www.samarkanda.it/la_storia_del_tappeto.htm

  5. a tappeto

    * • Azione sistematica e capillare tesa a non farsi sfuggire nessuno degli obiettivi voluti.
    * Il termine venne coniato durante la seconda guerra mondiale per definire un tipo di bombardamento aereo che interessava indistintamente tutta una zona.

    battere come un tappeto

    * • Percuotere qualcuno violentemente e lungamente, come si fa con i tappeti per toglierne la polvere.

    mandare al tappeto

    * • Fig.: battere un rivale, vincerlo, metterlo in condizioni di non potere agire più.
    * Allude alla sconfitta “ai punti” del mondo del pugilato, dove il contendente “mandato al tappeto”,cioè caduto a terra, viene dichiarato perdente se non si rialza entro un detereminato numero di secondi.
    * Var.: mettere al tappeto; andare al tappeto

    mettere sul tappeto

    * • Di un argomento, una questione e simili, farlo presente per proporne l’esame o la discussione in pubblico, di fronte a tutti.
    * Deriva dal linguaggio dei giocatori, che sul tappeto del tavolo da gioco depongono le carte.
    * Var.: gettare sul tappeto; porre sul tappeto

    tappeto verde

    * • Fig.: il gioco d’azzardo in generale.
    * Allude al panno di questo colore che ricopre tradizionalmente i tavoli da gioco, e anche il biliardo.

    tratto da:
    http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/T/tappeto.shtml

  6. Tappeto rosso

    tappeto rosso

    Il tappeto rosso (nella forma inglese red carpet) è una striscia di tappeto di colore rosso che viene distesa per terra in prossimità dell’ingresso di un edificio in cui si svolge un evento mondano. Sul tappeto rosso “sfilano” i VIP (dignitari, celebrità dello spettacolo, ecc.) mentre accedono all’edificio dove ha luogo l’evento mondano. Spesso il tappeto rosso è transennato e sorvegliato da uomini della sicurezza per evitare che la gente presente, non invitata all’evento mondano, lo invada. Il passaggio sul tappeto rosso non rappresenta infatti semplicemente il momento in cui i VIP accedono all’edificio dove si svolge l’evento mondano, ma un vero proprio evento nell’evento, preparato con cura dagli organizzatori, in cui la gente comune può vedere da vicino il proprio beniamino, chiedere un autografo, scattare una foto. I VIP si fermano infatti sul tappeto rosso per salutare i propri fans, essere intervistati dai giornalisti, fotografati dai fotografi professionisti, e spesso tutto è curato e studiato meticolosamente dagli organizzatori dell’evento in modo da rientrare nei tempi prefissati e l’evento mondano che segue non subisca ritardi.

    Il tappeto rosso più famoso è certamente quello della notte degli Oscar in occasione del quale a lato del tappeto vengono preparate delle gradinate a cui pochi fortunati possono accedere dopo aver prenotato un posto con largo anticipo, cosa che viene fatta solo in occasione degli eventi mondani di maggiore attrattiva. Il passaggio delle star del cinema sul tappeto rosso nella notte degli Oscar suscita così interesse che esso stesso diventa un programma televisivo a sé stante trasmesso in diretta da varie televisioni del mondo poco prima della diretta televisiva della cerimonia di premiazione.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Tappeto_rosso

  7. VANITAS

    Tanto calpestato,
    Ammirato. Talvolta
    Pure spazzolato.
    Può essere metafora
    Eccellente della vanità,
    Tutta protesa al vanto
    O più spesso alla polvere.

    (R.R., 19/02/2012)

  8. tappeto p

    Il tappeto da preghiera (in Arabo, سجادة sajjāda (plurale sajājīd) o musallah, in Persiano: جانماز Janamaz), è un pezzo di tessuto (spesso decorato) usato da musulmani durante le loro cinque preghiere giornaliere (Ṣalāt). Sebbene non richiesto dal dogma esso permette una preghiera più comoda e pulita. Un musulmano deve essere pulito prima di pregare, e deve farlo in un luogo pulito.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Tappeto_da_preghiera

  9. SUL TAPPETO

    DONNA

    Un tappeto
    un manto
    di lembo
    di suolo,
    lì siedo
    accucciata
    e attendo.
    Attendo
    aprirsi
    la porta,
    l’ingresso
    di passi
    spariti,
    l’eco
    d’un bacio
    la gioia
    d’un ritorno.
    Un tappeto
    un manto
    di lembo
    di suolo,
    lì penso
    e il dito
    percorre
    ghirigori di trame
    che non svelano
    il senso,
    ma solo solletico
    a fior di pelle
    solo nodi stretti
    che strizzano
    la malinconia.
    Un tappeto
    un manto
    di lembo
    di suolo,
    lì piango.

    Tosca Pagliari
    21/02/2012

  10. Tosca cara, anch’io molte volte avrei voluto parlare a quattr’occhi con il misterioso “tessitore del tappeto” e dirgli senza ritegno cosa penso del rovescio di nodi e brutture che ci tocca guardare da qui, senza poterne cogliere nè la logica, nè la finalità. Questa storia del tappeto, poi, mi sembra inventata per tenere buono chi vorrebbe ribellarsi ai colpi bassi del cosiddetto destino, per costringere alla rassegnazione passiva chi vorrebbe invece delle spiegazioni e, magari, delle scuse dal presunto tessitore misterioso che opera dalla più potente delle stanze dei bottoni.
    Mi sono sforzata per tanti anni di capire… ma non sono mai riuscita a trovare una spiegazione alle cose che, francamente, se il tessitore fossi stata io, avrei risparmiato agli esseri umani, anzi a tutti gli esseri in generale. E non credo,comunque, che comprenderne la logica mi aiuterebbe ad accettare cose come il dolore e la morte, dato che la comprensione non implica necessariamente la giustificazione e l’accettazione gioiosa che certe religioni esigono dai loro seguaci.
    Cosa ci resta da fare allora? Me lo chiedo anch’io e non trovo, purtroppo,risposte certe o rimedi (ammesso che ce ne siano), perciò, quanto a me, sto ancora cercando di accettare le cose che non posso cambiare, perchè evidentemente sono troppo più grandi di me, ma non rinuncerò mai a lottare per cambiare quelle cose sulle quali ho qualche possibilità di intervento, quelle per le quali il tessitore potrei finalmente essere io e che potrebbero portarmi, di conseguenza, a guardare almeno una porzione di quel tappeto dalla parte giusta.
    Mi sta venendo in mente che a casa ho due tappeti, piuttosto belli, ma che dall’estate scorsa li ho lasciati arrotolati…cosa vorrà dire? potrebbe essere un’inconscia ribellione contro l’onnipotente tessitore? Ti abbraccio Anna

  11. Benvenuta su questo blog carissima Anna, spero tanto che tu non sia una di quei soliti passeggeri occasionali, ma che possa fermarti a lungo qui con noi. Ho letto più volte il tuo commento che ho trovato molto significativo e in molti tuoi pensieri mi sono sentita un po’ come riflessa.
    A presto.

  12. “Sul tappeto” mi è piaciuta per il ritmo palpitante e musicale dei brevi versi, per l’emozione che ne viene distillata con grazia e garbo, per i pensieri meditativi che s’affacciano per un attimo e si ritirano quasi per pudore. Un buon lavoro.
    Buona giornata.

  13. “L’illusione più pericolosa è quella che esista soltanto un’unica realtà”.
    Paul Watzlawick, La realtà della realtà, 1976.

    Per fortuna, quindi, abbiamo a che fare con la complessità dei “tappeti”, i loro rovesci, i loro fili e nodi, i loro lati gradevoli alla vista e i loro lati oscuri e polverosi.
    Possiamo anche lasciarli arrotolati, Anna, in una forma criptica che comunque non ne elimina le potenzialità espressive e simboliche.

  14. UN TAPPETO DI CAMPANULE

    Nel linguaggio dei fiori la campanula ha due diversi significati contrapposti: da una parte infatti viene considerata il simbolo della speranza e della perseveranza per il fatto di essere una pianta rustica e pioniera che cresce anche là dove altre piante non sopravviverebbero e apre la strada ad altre specie; dall’altra evoca delle immagini poco rassicuranti tanto da essere chiamata “la campana dei morti” in quanto antiche leggende sostengono che chi sente il tintinnio di una campanula, è destinato a morire in breve tempo.
    http://www.elicriso.it/it/linguaggio_fiori/campanula/

    E ancora:

    “Nel linguaggio dei fiori, alle Campanule è stato conferito il significato di costanza e perseveranza, forse in ragione del lungo periodo di fioritura e della vitalità dimostrata da molte specie le quali, potate poco dopo l’antesi, producono altri smaglianti fiori prima del sopraggiungere dell’inverno. In alcuni paesi le Campanule simboleggiano la fragilità e la gioia; in altri paesi, ad esempio in Francia, vengono considerate simbolo di frivolezza e civetteria.
    Nel folklore europeo questa pianta è legata al mondo delle fate che, si dice, abbiano casa all’interno del fiore. Un’altra tradizione popolare raccomanda di non permettere ai bambini di cogliere i fiori del raperonzolo poiché diventano subito irritabili e capricciosi.
    Nella famosa fiaba dei fratelli Grimm, Raperonzolo è una fanciulla dalle lunghe trecce d’oro rinchiusa in una torre dalla maga cui il padre aveva rubato qualche mazzo di raponzoli per soddisfare l’appetito della moglie incinta. ” http://www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=16328

    E ancora:

    “Uso in cucina: Le radici carnose del raperonzolo sono usate come ortaggio per il sapore dolciastro e gradevole per il contenuto di inulina. Non contengono amido. Le radici sono usate anche crude in insalata e le sue foglie basali arricchiscono col loro sapore amarognolo ma gradevole, in miscuglio con altre erbe, le insalate, le zuppe, le minestre e le torte.
    E’ pianta commestibile ed assai ricercata.” http://www.fungoceva.it/erbe_ceb/Campanula_rapunculus.htm

  15. PSICODIAGNOSI DEL TAPPETO

    Tutto
    Adagiato
    Pigramente
    Può
    Essere
    Tronfio
    Orpello.

    (R.R., 23/02/2012)

    ___________________

    Buona giornata.

  16. UN TAPPETO DI FRAGOLE

    Ho letto con molto interesse tutti i vostri post davvero molto interessanti e mi sono sentita molto attratta dalle vostre parole, dai vostri filosofici pensieri. Ma, io , non sono brava così come lo siete voi nell’esprimere interessanti concetti sul senso della vita e sulle trame intrecciate e intessute dal nostro destino che non ci lasciano alcuno scampo; ho pensato allora di dire la mia facendovi ascoltare questa canzone (il mio passato di speaker radiofonica emerge sempre 🙂 ). Questo brano si intitola :”Tappeto di fragole “è una canzone che l’autore definisce visionaria, come fosse un insieme di quadri: una persona che vive un momento di “ubriacatura”, di stanchezza a causa delle tante cose successe in un particolare periodo della sua vita. Questa persona si ritrova ad osservare tutto quello che gli succede intorno e ad immaginare di poter volare e sentirsi più libero, di staccarsi dalla realtà per buttarsi in un sogno che lo fa sentire più leggero: “Qui trafitto sulla terra steso me ne sto/Aspettando di volare un po’”… ed allora vi auguro un buon ascolto.

  17. Molto simpatico il tuo acrostico Raffaele, credo tu sia la prima persona al mondo a fare una psicodiagnosi ad un tappeto, ma ti è riuscita troppo bene.

    La canzone “Un tappeto di fragole”, cara Daniela, è davvero tanto gradevole.

  18. TAPPETO VOLANTE

    Si partiva a bordo di bastimenti
    Verso terre ignote assai lontane
    Fermi sopra il ponte ai naviganti
    Inteneriva il cuore
    Come sopra tappeti volanti
    Desideri da mille e una notte
    Una visita al museo Gutenberg di Magonza
    Quando mi prende la malinconia
    Mi metto a letto a pensare a me
    Alla mia vita a certe cose strane vero
    All’esistenza dei buchi neri
    E mi si muove qualche cosa dentro
    Che mi riporta alla vita vera
    Negli orizzonti strane coordinate danno
    Frammenti di arcobaleni
    Quando mi prende la malinconia
    Mi metto a letto a pensare a me
    Non posso credere che la vita muoia
    In un oceano di silenzio
    E mi si muove qualche cosa dentro
    Che mi riporta agli inconsci collettivi
    Nei corridoi genetici delle razze trovi
    Risvegli della memoria .

    l testo fu scritto da Franco Battiato, mentre la musica da Giuni Russo e da Maria Antonietta Sisini.

    http://www.mp3ye.eu/309238_giuni-russo-tappeto-volante-mp3-download.html

  19. QUEL CHE NASCONDE UN TAPPETO

    Una botola,un pavimento rotto,una macchia indelebile. C’è chi ci annidia di fretta quel che ha spazzato.
    Il tappeto metafora d’ipocrisia. Da una parte ciò che è bello e ornamentale, dall’altra nefandezze da nascondere.

    Penso sia ora di cambiare thread, non mi convince proprio più il tema del tappeto.

    Avete in mente qualcosa di particolare da proporre?

  20. Mi pare che abbiamo più volte spazzato, rivoltato, sublimato, analizzato, battuto, scosso, arrotolato e srotolato questo tappeto. Forse non ha più nulla da dire,ma chissà…forse c’è ancora qualche pulce da snidare?

  21. Una pulce? Bella questa! Non ci avevo fatto caso al fatto che i tappeti fossero anche ricettacolo di pulci oltre che di polvere. Una pulce da snidare l’ho trovata, ma d’acqua, in questa bellissima canzone di Branduardi che mi riporta indietro nel tempo.

  22. Su per giù dello stesso periodo mi piaceva molto anche questa canzone di Branduardi. Soprattutto perchè qui in Sicilia c’è un detto : ” Per non dare “sazio” ( soddisfazione) alla morte, morirono ballando.” Il significato è che c’è chi ostenta forza e noncuranza per non chinare da sconfitto il capo quando le traversie della vita diventano troppo gravi.

  23. Molto affascinante e intrigante il video sul “Ballo In Fa Diesis Minore” di Branduardi. Mi fa piacere averlo potuto conoscere e apprezzare. Come si può vedere la “pulce” salta con ispirazioni giuste. Buona serata.

  24. Addio Lucio….

    Su un tappeto fatto di poesie in musica, se n’è andato ieri il GRANDE Lucio Dalla lasciando un vuoto incolmabile in tutto il mondo… e pensare che fra qualche giorno avrebbe compiuto 69 anni.
    Addio Lucio… sarai sempre con noi insieme alle tue indimenticabili canzoni!
    Forse il 4 marzo (giorno del suo compleanno) nella sua Bologna si svolgeranno i funerali.

  25. Suggestivo il video con la raccolta di canzoni di Lucio Dalla. Grazie Daniela per averlo proposto. Nel riascoltarle ho ripercorso momenti della mia vita. E’ stato un grande talento Lucio Dalla. La sua musica andrà oltre la sua vita per tanto tempo ancora, senz’altro, ma nulla, purtroppo è eterno.

    La “pulce” che mi salta in testa mi ha suggerito i seguenti pensieri, o le seguenti “filosoficherie” come mi piace chiamarle.

    “Ogni sole tramonta e fa accendere le stelle nella speranza di rischiarare il buio che si lascia dietro. Ogni sole lascia un riverbero in quel che ha illuminato e chi ha amato la sua luce lo riconosce. Ogni sole segna una traccia da dove sorgeranno altri soli nella speranza che siano tanti, sempre più luminosi e che brillino a lungo d’intenso fulgore. Ogni sole nasce solo e muore solo, nonostante l’altezza del culmine della sua parabola.”
    ( Tosca Pagliari)

  26. MIOPE VANITA’

    Talmente propenso
    A stendersi a terra
    Pigro e indolente
    Pare un pascià, vanesio
    E levantino, ormai
    Troppo avvezzo alle lodi
    O dello sprezzo ignaro.

    (R.R. 5/03/2012)

  27. DEPRESSIONE

    Il tappeto sconsolato disse all’arazzo appeso alla parete:
    “Quanto sei fortunato! Io mi sento proprio a terra!”

    (R.R. 6/03/2012)

  28. Raffaele questo tuo ultimo post è da pubblicare non soltanto qui sul mio blog, ma su qualche giornale. Hai pensato per esempio alla “Settimana Enigmistica”? E’ troppo originale e simpatico! Ha oscurato persino l’acrostico che l’ha preceduto e già mi era sembrato di grande importanza. Complimenti vivissimi!

  29. Ogni tanto sono in vena di facezie.
    E’ come spalancare le imposte, portare questo tappeto il terrazza sulla ringhiera e, alla luce del sole, togliere pulci e polvere a colpi di battipanni.
    Forse riacquisterà colore. Lo vedevo un po’…sbiadito.
    Buona serata.

  30. ISPIRAZIONE

    “Nel Segreto del Silenzio la vista si acuisce. L’ascolto si affina.
    Il Mondo Incantato si svela” (Samhain)

    Buon fine settimana.

  31. Molto inteso il video di Dino Borcas, troppo forse, mi ha immalinconito nella sua grande sensibile verità. Comunque grazie, anche la malinconia può essere un regalo, un regalo vero senza inpacchettamenti e fronzoli.

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