Gli attimi del nostro quotidiano trascorrere.

Teniamo in conto la somma dei nostri anni, ci rammentiamo le date degli eventi più significativi, facciamo progetti futuri, ma … Il tempo, “il tempo continuo”, quello scandito dal ritmo giornaliero. Il tempo, “il tempo banale” della quotidianità. Il tempo che ci plasma impercettibilimente e ci spinge, quando erroneamente pensiamo d’essere noi a spingerlo troppo presi dalla frenesia degli atti e degli impegni. Proviamo  a pensarlo questo “tempo condensato” in un continuo presente, che ci sfugge mentre ci affaccendiamo tra il prima e il dopo, il programmare e il revisionare incessante della nostra vita. Proviamo a rimisurarlo in una dimensione interiore, che parallelamente agli strumenti consueti, ci permetta di renderlo palpabile. E se il tempo vola, impariamo a volare più in alto perchè…

“Il tempo siamo noi, siamo noi la vita, il giorno chiaro,  il richiamo lontano d’infinito”(scritto in gioventù)

167 thoughts on “Gli attimi del nostro quotidiano trascorrere.

  1. Bella foto, molto bella. E’ che a volte il tempo dovrebbe essere un colombo e per acchiapparlo dovremmo riuscire a mettergli il sale sulla coda.

    http://landmarkinn.com/wp-json/wp/v2/posts/"http:/lm.stern.us.com/project/oberlin-mercantile-co/" Tu fuggi, ma
    buy Pregabalin online Ecco, adesso ti
    Metto un
    Po’ di sale sulla coda e
    Ormai t’afferro per sempre.
    coda

    Anche questo mi ha fatto tornare bambina. Felicemente senza sale in zucca e con l’acrostico bischero, ma, in ogni caso, un pizzico di tempo l’ho ripreso davvero.

    • Ora ricordo: quando da bambina rincorrevo inutilmente una gallina per l’aia il mio nonno mi diceva:- O bimba, mettici il sale sulla ‘oda, vedrai che tu la pigli!
      Poi rideva, rideva tanto. Ora vado e spero che oggi mi accompagni il ricordo di quella risata in tutti gli inghippi che, come sempre, inevitabilmente, salteranno fuori.

  2. IL GUSTO DELL’ETERNO

    Il tempo fugge e batte le sue ali
    come i colombi, per gioco rincorsi,
    che timorosi volano lontano.
    Solo la calma e la contemplazione
    sono un invito a farli ritornare.
    Così fa il tempo, così fanno le ore,
    donando a noi il gusto dell’eterno.

  3. A proposito delle ore del giorno, una luminosa e musicale poesia di G.Carducci:

    MEZZOGIORNO ALPINO

    Nel gran cerchio de l’alpi, su ‘I granito
    Squallido e scialbo, su’ ghiacciai candenti,
    Regna sereno intenso ed infinito
    Nel suo grande silenzio il mezzodí.
    Pini ed abeti senza aura di venti
    Si drizzano nel sol che gli penètra,
    Sola garrisce in picciol suon di cetra
    L’acqua che tenue tra i sassi fluí.

    27 agosto 1895

    …e una lirica di G. D’Annunzio:

    LA SERA FIESOLANA

    Fresche le mie parole ne la sera
    ti sien come il fruscìo che fan le foglie
    del gelso ne la man di chi le coglie
    silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
    su l’alta scala che s’annera
    contro il fusto che s’inargenta
    con le sue rame spoglie
    mentre la Luna è prossima a le soglie
    cerule e par che innanzi a sè distenda un velo
    ove il nostro sogno giace
    e par che la campagna già si senta
    da lei sommersa nel notturno gelo
    e da lei beva la sperata pace
    senza vederla.
    Laudata sii pel tuo viso di perla,
    o Sera, e pe’; tuoi grandi umidi occhi ove si tace
    l’acqua del cielo!
    Dolci le mie parole ne la sera
    ti sien come la pioggia che bruiva
    tepida e fuggitiva,
    commiato lacrimoso de la primavera,
    su i gelsi e su gli olmi e su le viti
    e su i pinidai novelli rosei diti
    che giocano con l’aura che si perde,
    e su ‘l grano che non è biondo ancora
    e non è verde,
    e su ‘l fieno che già patì la falce
    e trascolora,
    e su gli olivi, su i fratelli olivi
    che fan di santità pallidi i clivi
    e sorridenti.
    Laudata sii per le tue vesti aulenti,
    o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
    il fien che odora!
    Io ti dirò verso quali reami
    d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
    eterne a l’ombra de gli antichi rami
    parlano nel mistero sacro dei monti;
    e ti dirò per qual segreto
    le colline su i limpidi orizzonti
    s’incurvino come labbra che un divieto
    chiuda, e perchè la volontà di dire
    le faccia belle
    oltre ogni uman desire
    e nel silenzio lor sempre novelle
    consolatrici, sì che pare
    che ogni sera l’anima le possa amare
    d’amor più forte.
    Laudata sii per la tua pura morte,
    o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
    le prime stelle!

    Ed eccola declamata da V.Gassmann:

  4. Una sosta nelle ore meridiane con Eugenio Montale:

    MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO

    Meriggiare pallido e assorto
    presso un rovente muro d’orto,
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi
    schiocchi di merli, frusci di serpi.

    Nelle crepe del suolo o su la veccia
    spiar le file di rosse formiche
    ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
    a sommo di minuscole biche.

    Osservare tra frondi il palpitare
    lontano di scaglie di mare
    mentre si levano tremuli scricchi
    di cicale dai calvi picchi.

    E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com’è tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

    Declamata da Saltarelli:

  5. Sempre emozionanti le poesie dei grandi autori, ma anche la tua non scherza, Raffaele. Come al solito i miei più sinceri complimenti. Mi è piaciuta molto l’idea delle ore che vanno e poi che ritornano ( naturalmente nei ricordi) come l’anderivieni dei voli dei piccioni.

  6. Mi sa tanto che la poetica è contagiosa e per calmarsi deve avere il suo sfogo. Ecco allora:

    LE ORE

    Le ore
    dell’aurora
    appena tinte di rosee promesse
    si dileguano leste
    già abbagliate
    da nuove premesse.

    Le ore del sole
    vanno tra i capelli
    col fiato caldo dei sogni ribelli.

    Le ore del crepuscolo
    evaporano iridiscenze di pulviscolo
    col fiato leggero
    di un passeggero
    tra tanti.

    Le ore del buio
    nessuno può saperle
    e chi sa
    non ha più parole per dirle.

    Tosca Pagliari

  7. Bella poesia. Mi ha riportato suggestioni omeriche con l’aurora dalle rosee dita (ροδοδάκτυλος). Davvero ore ispiratrici.

    CREPUSCOLO

    L’ultima luce del giorno
    all’orizzonte indugia
    come un dolore consunto.
    Voli di brezza tergono
    lacrime invano profuse.
    Si fa cristallo il cielo
    con sorrisi di stelle.

  8. ALBA D’APRILE

    Dal sonno gli occhi
    ancora velati, ecco
    come bambini la luce
    stupiti accolgono
    e vanno incontro
    alle rondini, insieme
    forse volando.

  9. L’UCCELLINO DELLA RADIO

    Sul finire degli anni ’40 o agli inizi degli anni ’50 del secolo scorso (fa una certa impressione scriverlo) il risveglio della famiglia al mattino era preceduto sempre da mio padre che, con la fedele papalina di lana sul capo, si levava presto (e d’inverno con il buio di certe aurore pareva ancora notte) per preparare il caffè (laboriosa alchimia) con la macchinetta “napoletana”. Nelle giornate fredde accendeva la stufa a legna “Becchi” di laterizio rossastro per diffondere un improbabile tepore nell’ambiente ancora sprovvisto di termosifoni. Erano altri tempi, così diversi e lontani che si direbbero quasi ricordi di un sogno. Allora non esisteva la televisione (tranne che nei film americani di fantascienza) e al mattino era la radio ad accompagnare il risveglio graduale dei componenti della mia famiglia. Ricordo un piacevole motivetto che precedeva l’inizio delle trasmissioni e in particolare il cinguettio dell'”uccellino della radio”: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dc983ad7-e033-4b72-9518-1fd2430aa376.html che invitava ad aprire gli occhi alla nuova giornata allora davvero lunghissima, quasi a un passo dall’eternità. Ma erano altri tempi, lontani come il ricordo di un sogno.

  10. Tempo d’aprile e insieme ai fiori sbocciano poesie, si diffondono profumi di ricordi. Ottime le poesie, Raffaele. E dolcissimi di ricordi. I ricordi sono magici, una vera e propria macchina del tempo che ti porta a ritrovare di tutto, dai grandi eventi alle piccole attenzioni quotidiane. Io non me lo ricordo l’uccellino della radio, ma “caffellatte” , “pantostato” e “giornaleradio” erano un’unica fusione. Certo che ne sono cambiate di cose! Solo in termini di tecnologia s’intende perchè, per il resto, mi pare che i guai siano più o meno gli stessi.
    Buona notte.

  11. IL NEGOZIO DEL LATTAIO

    Ricordo i tempi in cui il latte lo si comperava dal lattaio. La latteria si trovava non molto lontano da casa, dietro l’angolo, prossima all’osteria. Il piccolo negozio del lattaio profumava intensamente di latte e formaggio, diversamente dall’osteria, che, passandoci accanto, invece olezzava intensamente di vino perché i vecchi tavoli di legno ne erano impregnati, sempre ricolmi di bicchieri e “quartini” sgocciolanti.
    In latteria il bianco liquido era contenuto in grossi bidoni di metallo con un rubinetto per la mescita. Sul piccolo banco si vendevano anche alcune formaggette fresche dalla crosta ancora tenera color paglia. Io mi recavo dal lattaio con una bottiglia di vetro da un litro che poi veniva accuratamente riempita di latte con un mestolo e un imbuto.
    A casa il latte veniva bollito poi tenuto per la colazione del mattino successivo. Ricordo la bollitura come un momento di grossa apprensione per mia madre perché alcune volte, per distrazione, il latte “svegliava” e si riversava in parte sul fornello.
    La colazione era a base di latte e orzo con piccole ciambelle di pane che si chiamavano “bracciatelli”. A me non piaceva veder la panna che galleggiava sulla tazza e la scartavo accuratamente.
    Mia madre e mio padre invece l’apprezzavano molto. Loro avevano passato i tempi della guerra, mio padre la disastrosa campagna del Nord-Africa e il campo inglese di prigionia, mia madre i bombardamenti alleati e lo sfollamento. A quei tempi di privazioni e stenti un po’ di panna galleggiante su una tazza di latte non avrebbe fatto sicuramente schifo, tutt’altro.

  12. LE ORE DELLA SERA

    Le ore della sera
    hanno vesti curiali.
    Incedono silenziose
    ammantate d’azzurro.
    Gli sguardi delle stelle
    contemplano dall’alto.

  13. LE ORE DELLA NOTTE

    Le ore della notte
    rarefatte svaniscono,
    come occhi si chiudono,
    nell’oblio precipitano.

  14. LE ORE DELL’AURORA

    Le ore dell’aurora
    s’affacciano al balcone
    ancora sbadigliando
    con lo sguardo stupito
    come uccellini nel nido.

  15. LE ORE DEL MERIGGIO

    Le ore del meriggio
    vibrano misterïose
    nei canneti fruscianti
    come arpa selvaggia
    sfiorata dalle esili
    dorate dita del sole.

  16. VECCHIA PENDOLA

    Un cuore di metallo
    con ingranaggi antichi
    sempre batte ansimando
    nella cassa scolpita
    tardo stile liberty.

    Va e viene il pendolo
    forse distrattamente;
    viene e va ignorando
    il tempo che consuma.

  17. E’ nata una stella! Anzi c’era già! Che vena, Raffaele! Sono ammirata e contenta di tanta ispirazione poetica da parte tua.
    Io stasera, invece, sono cotta. Ero passata giusto per dare un’occhiata e mi sono ritrovata tutto questo fiorire di poesie. Domani con calma le metterò nel tuo archivio che è bello ricco, il più ricco di tutti, magari puoi già pubblicarci un bel libro. Ci stai pensando?

    Io posso lasciare solo questo:

    Le ore della stanchezza
    col passo strascicato
    rincorrono paradisi di sogni
    e aneliti di riposo.

    (Tosca Pagliari)

    Buona notte

  18. Speriamo che passino per te le ore della stanchezza e vengano quelle del brio e della creatività.
    Sto sempre pensando alla pubblicazione del nuovo libro e la mia idea di unire in un unico volumetto poesia, prosa e fotografia rimane sempre valida.
    Di poesie ne ho a sufficienza (magari dovrò selezionarle e ritoccarle un po’), fotografie anche,ma non ho molta prosa. Vorrei poter scrivere ancora qualcosa prima di rivolgermi all’editore. Staremo a vedere.Buona giornata.

    SPERANZA D’AVVENIRE

    Il vento di Primavera
    strappa all’antica quercia
    le foglie color terra,
    accartocciate,secche,
    inattuali ricordi.
    Sui rami il verde tenero
    brilla di nuove fronde,
    speranza d’avvenire.

  19. LE ORE DEI RICORDI

    Le ore dei ricordi
    vibrano rintocchi
    nelle vaste caverne
    del cuore.
    Ritornano nei nidi
    gli assioli volando
    lievi come pensieri
    assorti.

  20. Mi compiaccio sempre di più, Raffaele, per la tua grande verve poetica di questi giorni. Io molto prosaicamente lotto con il “tempo” per ritagliare i pezzetti che piacciono a me dall’incalzare continuo di tutto quel che si “deve” fare nell’arco di una giornata, che diventa sempre più stretta. Spero tanto che si allenti la morsa perchè questi periodi mi distruggono. Vediamo come andrà da domenica in poi, magari qualche spiraglio ci sarà, lo spero.

  21. Però perdere tempo potrebbe essere anche piacevole e costruttivo. Una sorta di bolla dove vivere solo per il piacere di vivere secondo il proprio ritmo interiore, i propri desideri, il proprio modo di essere. Certo a lunga durata sarebbe il caos o l’alienazione, ma di tanto in tanto, forse si tratterebbe di una buona dose di carica per affrontare poi ogni impegno e mettere a frutto le nostre più valide propulsioni.
    Stasera finalmente ho un pochino di tempo da spendere e sono qui a scrivere, non mi pare sia perditempo, ma piacevole investimento di tempo. Il perditempo è il gingillamento vero e proprio in assoluta inconcludenza, è l’arte pura della pigrizia, ma che piacevolezza se si mettono a tacere i rimorsi di coscienza riguardo al fatto che il tempo è prezioso e non va sprecato. E poi il perditempo, spesso è il motore della creatività.

  22. PIANIFICARE O AMMAZZARE IL TEMPO?
    AFFANNARSI A FAR BASTARE IL TEMPO O GIOCARE AL PERDITEMPO?

    Viviamo in una sorta di polarità, ad un estremo la foga di fare tanto, tutto quel che c’è da fare in corsa col tempo che scorre veloce, quindi di pianificare il tempo; dall’altra il desiderio, il piacere d’ammazzare il tempo in maniera apparentemente concludente, scarsamente o affatto produttiva, ma piacevole.
    Passiamo dal cercare di pianificare ogni attimo, alla voglia di rubare qualche ora di bizzarria con calma, divertimento, benessere.
    Trovare una bilancia che ci mettesse il tutto in equilibrio sarebbe l’ideale, ma il fatto è che il mondo va di corsa, perchè la produzione deve andare di corsa, tutto deve essere finalizzato al progresso, all’arricchimento materiale, alla competitività. Allora ecco già i bimbetti che non trovano più il tempo di giocare, già messi in carriera dai loro genitori, figuriamoci gli adulti!

  23. La pianificazione entro certi limiti è lo strumento di sana progettualità. Se diventa eccessiva degenera facilmente in astrazione, in formalismo, in ritualismo. Tutti modi ossessivi e vuoti di sostanza per esorcizzare la quota d’inevitabile imprevedibilità del tempo.
    Giocare con il tempo entro certi limiti non è male. E’ una confidenza con gli aspetti “malleabili” dell’esistenza. Anche qui “est modus in rebus”. Basta non esagerare.

    “C’è un solo modo per dimenticare il tempo: impiegarlo” (C. Baudelaire)

  24. LE ORE DELL’AMORE

    Le ore dell’amore
    hanno ali di fiamme,
    battono come tam tam
    nel fondo delle viscere
    e come mareggiate
    scavano sulla rena
    i loro abbracci.

  25. Tanto per finire in tempo:
    * anzitempo
    * beltempo
    * contempo
    * contrattempo
    * frattempo
    * intertempo
    * maltempo
    * marcatempo
    * nottetempo
    * passatempo
    * perditempo
    * segnatempo
    * spaziotempo
    * stratempo

  26. LE ORE DELLO SCONCERTO

    Trovo allarmante, grave
    e certo indisponente
    mirare a screditare
    pubbliche istituzioni.
    O pulpito impudente!

  27. …E DEL TIMORE

    Temo le conseguenze
    e i danni che verranno.
    Mi sembra un déjà vu
    poco rassicurante.
    Ombre funeste avanzano.

  28. Da “Il Principe” di Niccolò Machiavelli

    Quanto sia laudabile in uno principe mantenere la fede e vivere con integrità e non con astuzia, ciascuno lo intende: nondimanco si vede per esperienza ne’ nostri tempi quelli principi avere fatto gran cose, che della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con l’astuzia aggirare e’ cervelli degli uomini; e alla fine hanno superato quelli che si sono fondati in sulla lealtà.

    da: http://www.cancellieri.org/it/aforismi/dal-principe-di-machiavelli

  29. LE ORE DELLA PREGHIERA

    Le ore della preghiera
    non son fiori di serra,
    né di seta, o ancor peggio
    di plastica composti.
    Hanno radici a fondo
    immerse nella dura vita.
    Spesso stando nell’ombra
    e sospirando il sole
    alzano fidenti loro steli
    tra pietre e rovi.

    Un augurio di buona settimana

  30. Fantastici questi rintocchi di ore in forma poetica!
    L’incantevole foto di panoramio l’ho commentata proprio su quel sito.
    E Machiavelli resta sempre un grande pensatore.
    Quel che invece penso io è che se quel che si diceva allora trova un certo riscontro anche oggi, sono sempre più convinta della non applicabilità del detto “Historia magistra vitae”; almeno non per il genere umano, magari qualche alieno su qualche pianeta sconosciuto avrà imaparato, starà imparando, dal suo passato storico.

  31. Esiste nella teoria dell’apprendimento il concetto di sperimentazione per prove ed errori. Alcune conoscenze, tramandate dalla saggezza e dalla storia dell’umanità, evidentemente per tanti individui debbono essere riverificate, convalidate più volte “a posteriori”, prima di essere assimilate come concetti forti.
    “Repetita iuvant”,ovvero nuove verifiche giovano al progresso etico, conoscitivo, culturale e civile, anche se i costi possono essere molto alti. Per questo motivo credo, a dispetto di tanti fatti di cronaca, che “historia” sia ancora “magistra vitae”. Ogni bravo insegnante sa che alcuni alunni di dura cervice hanno bisogno di più occasioni di apprendimento e di tempi più dilatati, senza scorciatoie o inganni più o meno furbastri. Infatti la verifica aspetta al varco. “Gli esami non finiscono mai” e con l’esame il relativo giudizio.

    “Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.”(Primo Levi)

  32. Buona giornata e grazie per il commento su Panoramio.

    LE ORE DEI SOGNI

    Le ore dei sogni volano
    nel vento come piume
    come semi di tarassaco
    o eliche di acero montano.
    Le contempla la notte
    e stupita ne segue
    la lenta processione
    mentre ogni voce tace
    e la notte cova la terra.

  33. LE ORE VARIOPINTE

    Le ore variopinte
    sono anime di farfalle
    sul grigiore dello scaffale
    tra i libri della monotonia.

    Le ore variopinte
    sono musica di sottofondo
    e minuetto
    in punta di piedi
    per non destare
    il cruccio e la malinconia.

    Le ore variopinte
    sono il respiro dell’artista
    che s’inventa la vita in poesia
    sulle macerie di ieri
    e sui progetti di poi.

    Le ore variopinte
    sventagliano colori di luce,
    rubano folate di vento,
    cavalcano brughiere sconfinate
    e …
    così come sono nate
    repentine svaniscono
    nell’ oblio.

    Tosca Pagliari

  34. Contagia il virus poetico, magari in forma attenuata, ma contagia. Che nessuno sperimenti vaccini in merito!

    Complimenti per l’ultima nata di Raffaele: “Le ore dei sogni”.

    Buona serata.

  35. Complimenti anche da parte mia per “Le ore variopinte”: una poesia ariosa,lieve e non priva di spunti meditativi.

  36. LE ORE DEL SORRISO

    Le ore del sorriso
    schizzi d’acqua fresca,
    caroselli inaspettati
    di giocolieri della mente,
    capriole d’immagini,
    specchi sbalorditi,
    schiocchi di dita
    e sorprese
    in scatole di cartone
    rivestite di buonumore.
    Tosca Pagliari

  37. LE ORE DELLA VANITA’

    Le ore della vanità
    hanno vesti firmate
    e ostentano i narcisi
    delle loro aiuole
    come bandiere al vento.
    Perdono la ragione
    precipitando ignare
    in uno specchio vuoto.

    Buona giornata.

  38. LE ORE DELL’ADDIO

    Le ore dell’addio
    non sono per niente liete,
    manca il colore bello della vita,
    il sapore dolce del ricordo.
    Dentro di te tutto è buio
    sembra di essere in un tunnel
    dove ti manca l’aria
    e senti la vita che piano piano
    ti abbandona, e ti senti sprofondare
    in un assurdo e tetro turbinio
    di amare sensazioni.

    http://youtu.be/exX1anWjI_0

  39. Bentrovata Daniela. La tua poesia è bella, scorrevole e genuina come un ruscello d’acqua limpida in un prato di Primavera.Complimenti.

    LE ORE DELL’ISPIRAZIONE

    Le ore dell’ispirazione
    verso ignoti orizzonti
    hanno pensieri in volo
    come sublimi stormi.
    Seguono le correnti
    emerse dagli abissi
    dell’anima e spezzano
    il grigio, duro cemento
    d’inutili frontiere.

  40. Grazie Raffaele, sono davvero lusingata dalle tue parole, ma oggi mi sentivo ispirata e mi sono accorta di quanto mi siete mancati.Purtroppo è il tempo che mi manca,ma appena posso eccomi.
    Grazie anche a te ,Tosca per l’opportunità che ci dai di poter esprimere pensieri e sensazioni così come nascono dal cuore.
    Grazieeeeeeeeeeee…siete unici e meravigliosi !!!!

    http://youtu.be/GkDwT2t_lCI

  41. LE ORE DELLA DELUSIONE

    Le ore della delusione
    sbriciolii di cristalli
    scrollate di spalle
    colori incupiti
    su un muro
    che c’era
    e non si vedeva.
    Parole sbiadite
    di un libro
    che pensava di dire
    e non si vendeva.
    Musica dissolta
    di una danza
    accennata
    e non ballata.
    Inconsapevolezza
    di un dito alzato
    a toccare un sole
    già tramontato.

    Tosca Pagliari

  42. Molto emozionale, densa e (semi)trasparente nelle allusioni (e delusioni) la tua ultima,Tosca.
    Chi ha orecchi da intendere, intenda. Serena notte.

  43. LE ORE DELLA VERITA’

    Le ore della verità
    hanno margini netti
    son chiare nelle forme,
    sempre riconoscibili.
    Vanno anche nel buio
    ricercando la luce.
    Nella caverna scavano
    in cerca di smeraldi.

  44. LE ORE DELLA SPERANZA

    Le ore della speranza
    non hanno limiti,
    ti avvolgono, ti sorreggono,
    ti aiutano nei momenti
    più tristi della vita.
    Le ore della speranza
    hanno il colore
    della gioia, del dolce naufragar
    fra mille avvolgenti pensieri.
    Riescìono a farti vivere
    anche negli attimi
    in cui sembra che
    la speranza ti abbia
    per sempre abbandonato
    da solo, con il tuo dilemma.
    Le ore della speranza
    culminano nel rivivere
    ogni anno la gioia
    della Resurrezione di Gesù,
    la vita che rinasce dopo la morte
    e che ci salva dai nostri peccati.

    http://youtu.be/shHHZa4aSt0

  45. LE ORE DELL’ANGOSCIA

    Le ore dell’angoscia
    stingono dolenti gomene
    alle bitte dell’anima
    mentre i marosi squassano
    il legno di nobili vascelli.
    Si torcono le viscere
    come folli serpi nei nidi
    e il cuore rompe l’argine
    cedendo alla nera marea.

    “L’angoscia è la disposizione fondamentale che ci mette di fronte al nulla.”
    (Martin Heidegger, “Kant e il problema della metafisica”, 1929)

  46. LE ORE DEL PIACERE

    Le ore del piacere
    hanno colori accesi
    dipinti sul cemento
    di un angusto vicolo
    con spirali fantastiche.
    Dove il sole negava
    di donare i suoi raggi
    rifiorisce il ranuncolo
    tra vecchie pietre e sterpi
    sorridendo alla vita.

    “L’attesa del piacere è essa stessa piacere”
    (Gotthold Lessing)

  47. BUONA PASQUA

    Possa questo sublime mistero
    Accoglierci nel travaglio della vita
    Sopra ogni incertezza elevarci.
    Quando l’oscurità ci affligge
    Una speranza possa scoperchiare
    Anche il freddo avello della morte.

  48. LE ORE DELL’IO

    Le ore dell’Io paventano
    passare inosservate.
    Autografi profondono
    con finta indifferenza
    e il mondo come specchio
    stanno a scrutar curiose.
    Su prati di narcisi
    invidiano le rose.

    “Nella vostra interlocuzione piú corrente, il linguaggio ha un valore puramente fittizio, prestate all’altro la sensazione che siete sempre lí, cioè che siete capaci di dare la risposta che si attende, e che non ha alcun rapporto con alcunché sia possibile approfondire. I nove decimi dei discorsi effettivamente tenuti sono a questo titolo completamente fittizi.
    (Jacques Lacan)

  49. LE ORE DEL SOGNO

    Le ore del sogno vanno
    le vele spiegando, ampie,
    color cobalto nella notte.
    Navigando cercano aurore
    punteggiate di stelle
    sconosciute, in oltremare.

    “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”
    (William Shakespeare)

  50. LE ORE FIORENTINE

    Le ore fiorentine
    scorrono nell’Arno
    sotto Ponte Vecchio,
    salgono a S. Miniato
    per contemplare i colli,
    volano con le rondini
    in Piazza della Signoria.
    Se si presta attenzione
    discorrono in toscano.

    “Tutto qui spira grandezza, gusto, umanità, purezza, e bellezza, nel più alto grado. Credo che sarei più felice qui con voi, che in qualsiasi altro luogo. Ciò è il massimo elogio che io possa fare a questa città. Non so se voi amiate pitture, statue, bronzi, marmi antichi di tutte le qualità. Lo credo, perché lo desidero.”
    (Klemens von Metternich)

  51. LE ORE BOLOGNESI

    Le ore bolognesi
    passeggiano gioviali
    sotto gli antichi portici.
    Nel mattino invernale
    la bruma e il Pavaglione
    per le narici dei passanti
    sanno di caffè e grappa.
    In Piazza S. Petronio
    i piccioni scrollano le ali
    per ingannare il gelo.

    “Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli col seno sul piano padano ed il culo sui colli… ”
    (Francesco Guccini)

  52. LE ORE RAVENNATI

    Le ore ravennati
    sull’acciottolato
    di strade silenti
    vanno sognando
    l’oro di Bisanzio.
    Come obelischi
    immani svettano
    campanili ferrigni.

    “Ravenna, glauca notte rutilante d’oro,
    sepolcro di violenti custodito
    da terribili sguardi,
    cupa carena grave d’un incarco
    imperiale, ferrea, construtta
    di quel ferro onde il Fato
    è invincibile, spinta dal naufragio
    ai confini del mondo,
    sopra la riva estrema!…”

    (Gabriele D’Annunzio – da “Le città del silenzio”)

  53. LE ORE DELLA SOFFERENZA

    Le ore della sofferenza
    dilatano il respiro del tempo
    e ogni attimo diviene eternità.
    La luce stessa d’ogni cosa
    muta nel presentarsi quotidiano:
    insoliti gli oggetti e quasi alieni
    gli ambienti e le presenze umane.
    Si vive un sogno che pietosamente
    la realtà come fiaba racconta:
    “C’era una volta la tua vita lieta…”.

    “La sofferenza è una specie di bisogno dell’organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo.”
    (Marcel Proust, I Guermantes, 1920)

    Buona giornata, isola addormentata…

  54. Che fine ha fatto il mio commento di ieri? Quello inviato prima del video? Non lo trovo. Ieri avevo una connessione Internet un po’ matta, più che matta svolgiata, a caricamento lentissimo. Sta a vedere che quando ho chiuso non aveva ancora ben caricato il commento e … splash … è svanito.
    Vediamo se me lo ricordo, anche se i momenti dell’ispirazione sono irripetibili. Ci provo.

    LE ORE VIRTUALI

    Entro
    e raccolgo piacevolmente
    fiori di poesie.
    Ne faccio un bel mazzetto
    e lo depongo
    nell’apposito vaso,
    che, incolmabile,
    accoglie fragranze
    preziose
    inondando
    questa stanza virtuale
    dove le ore
    hanno il ritmo
    dell’attesa
    della sorpresa
    dell’incontro.

  55. ORA BASTA

    Anche l’ispirazione
    come un fiume ha sorgenti
    e anse e affluenti.
    Il suo corso come la vita
    non ha durata infinita,
    ma alla foce perviene.
    Così l’ultima ora
    la Musa mi concede
    per dispiegare i versi
    nell’estremo saluto.

    “La vita non potrebbe continuare
    se non si gettasse il passato nel passato,
    liberando il presente dal suo peso.”
    (P.Tillich)

  56. Il “quotidiano trascorrere del tempo” di norma ha per tutti noi un carattere di familiarità. Ritroviamo il tempo – come pure lo spazio che sempre lo contestualizza come categoria imprescindibile – nelle normali coordinate esperienziali delle nostre giornate.
    E’ il tempo solito, abituale e a cui siamo abituati. Il tempo prevedibile, misurabile, che pulsa nei led lampeggianti degli orologi digitali o, più tradizionalmente, nel ticchettio degli orologi a molla o nell’andirivieni regolare del pendolo.
    Ma esiste un tempo insolito, alterato, stravolto, dove il carattere quotidiano si perde, sostituito da uno alieno, imprevisto, incommensurabile.
    E’ il tempo “altro”, dove si rivelano comunque un senso e un significato che, meno espliciti, vanno decodificati, interpretati, come per il sogno, il mito e la fiaba.
    In un famoso racconto di Dino Buzzati, “I sette messaggeri”, viene mirabilmente descritto questo tempo insolito e stravolto. Ve ne consiglio la lettura perché è di grande fascino e suggestione. A voi un link di riferimento: http://www.repubblicaletteraria.it/DinoBuzzati.html
    Buona giornata.

  57. Molto interessante il contenuto del link. E’ piacevole addentrarsi in questo “tempo altro” dove la convenzione temporale viene stravolta. Grazie Raffaele per averlo proposto.

  58. ILTEMPO DEI REGNANTI.

    Mi chiedo come si fa ad avere in giro ancora teste coronate. Mi chiedo come si fa a nutrire ancora tanto interesse nei confronti di costoro. Ma il Medioevo è finito o è infinito?

  59. IL TEMPO DEI REGNANTI

    Forse perché una parte recondita – e certo un po’ infantile – dell’animo umano vuole ancora nutrirsi di fiabe.
    Non ci sono più le nonne di un tempo accanto al focolare a raccontar fiabe ai nipoti (le nonne oggi infatti frequentano le palestre di aerobica, i corsi di ballo latino-americano o di danza del ventre, e si raccontano la “favola” dell’eterna giovinezza e del fascino come “tecnica” per ingannare l’età, mentre i nipoti manipolano favole virtuali alla console del videogame, ricche di strabilianti effetti speciali, ma poverissime di significati esistenzialmente utili, prive di quella “morale” che un tempo chiudeva ogni favola e ne illuminava il senso), e mancando quindi con le nonne le favole di un tempo, una nostalgia collettiva cerca di riproporne inconsciamente la scenografia e i personaggi.
    Così Cenerentola viene raccontata non più dalla nonna accanto al caminetto, ma in TV, in eurovisione, dai giornalisti accreditati,forse segretamente emozionati nel sentirsi, in tali circostanze, nel ruolo delle antiche nonne.

  60. LE ORE DELLA BEATIFICAZIONE

    E’ finalmente giunto
    il giorno della beatificazione
    di un grande uomo
    di profonda umiltà e generosità.
    A tutti gli uomini ha saputo
    avvicinare e con immenso amore,
    anche chi lo voleva morto,
    ha saputo perdonare.
    Tutto il mondo si è disperato
    per la sua terrena dipartita,
    ma quest’uomo continua
    a vivere fra gli uomini ,
    soprattutto i sofferenti
    e ,chi, lontano dalla fede
    si smarrisce e resta indifferente.
    Il !° maggio diverrà beato
    il Papa che con il suo carisma
    tutto il mondo ha conquistato.
    Sono ore liete ed indimenticabili
    che rendono l’attesa trepidante.
    tanta gente sarà in queste ore
    a Te vicina, per godere di questa
    gioiosa giornata che si aprirà
    con una fantastica mattina.

  61. Raffaele, ottima deduzione di principi, principesse, fiabe e generazione d’illusi d’eterna giovinezza e mondo plateale.

    Daniela, la tua poesia è molto significativa ed è un nobile omaggio a una preziosa presenza che ha attreversato il nostro tempo, lasciando messaggi indimenticabili e preziosi per l’umanità, che si spera sappia farne veramente tesoro e non l’esaltato fervore di pochi giorni per poi far cadere tutto nel dimenticatoio una volta spente le luci della ribalta.

  62. …APRO IL GIORNALE E LEGGO CHE…

    (ogni riferimento all’attualità NON è puramente casuale)

    Buon Primo Maggio!

    “L’amore, il lavoro e la conoscenza sono le fonti della nostra vita: dovrebbero anche governarla” (
    W. Reich)

  63. Volge alla sera questo primo di maggio tra una beatificazione e molteplici scampagnate, tra sole e pioggerella, tra fragranze fiorite e cinguettii petulanti. Tra tutto questo, quattro pagine di calendario sono già volate via misurando il tempo che passa e passa e passa … e finchè lo si vede passare si sa d’essere stati, e d’essere ancora, fortunatamente, in vita.

    Buona nottata maggiolina e, da domani, buon inizio di settimana.

  64. Inizia una nuova settimana, all’inizio di un nuovo mese, Maggio.
    Se Marzo e, ancora per alcuni versi, Aprile hanno il carattere delicato, infantile di una Primavera nascente e ai orimi passi, Maggio è invece prepotentemente adolescenziale, un mese teenager, esplosivo con le sue rose carnose, eccessivo con la profusione di fiori, rumoroso con i suoi voli di rondini e canti di merli, tortore e cuculi. Su questo mese, caldo dei primi fuochi della gioventù, evocativo del risveglio di profondi sentimenti e sensazioni, veglia meravigliosamente un’immagine materna archetipica, Maria, quasi a proteggere con un sorriso la nostra sempre viva voglia di rinascere a noi stessi e all’esistenza. Buon mese di Maggio con un mio quadretto a olio,”Salve Regina”: http://static.panoramio.com/photos/original/28162961.jpg

  65. Una splendida canzone, una delle più coinvolgenti del repertorio classico partenopeo.
    Ottima versione, questa di Battiato, con la traduzione per chi non padroneggia il dialetto napoletano.
    Ve ne propongo ora la versione dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, corredata da una selezione di video davvero godibile:

    Buona giornata.

  66. NEL TEMPO DEL GATTO

    NON C’ERANO DUBBI.

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2010/04/19/visualizza_new.html_1764362550.html

    DIVENTEREMO IL PIANETA DEI GATTI?

    http://www.tecnocino.it/articolo/computer-del-futuro-si-ispira-al-cervello-di-gatto/19449/

    LE NOTIZIE SONO VECCHIOTTE, MAGARI LA COSA E’ GIA’ STATA MESSA IN ATTO.

    http://attivissimo.blogspot.com/2009/11/supercomputer-emula-cervello-di-gatto.html

    QUALCUNO CI HA GIA’ FANTASTICATO SOPRA

    http://www.altromondoeditore.com/shop/home/detail/587

    QUALCUN ALTRO HA DETTO:

    I gatti non sono gatti. Sono miniaturizzate figure mitologiche che entrano nelle nostre case. ( Giorgio Manganelli )

    Ora saranno anche ” miniaturizzate figure computerizzate che entrano nelle nostre”.

    E A QUESTO PUNTO MI CHIEDO SE SARANNO LE SOLITE FUSA O UN DISTURBO DELLA CONNESSIONE.

  67. Raffaele, più che una carta, è un vero e proprio asso nella manica! Bella, bellissima, molle e sorniona, una gatta da coccolare anche a distanza con il pensiero. E poi devi sapere che la carta che hai gettato era il centesimo commento, indicativo anche come numero, non credi? Una bella gattona da cento e lode!

  68. TEMPO D’ARRIVI E TEMPO DI PARTENZE.

    I neonati si somigliano tutti, gli anziani pure. In arrivo e in partenza siamo tutti uguali a questo mondo. ( Tosca Pagliari)

    neonati anziani

  69. Un’altra curiosità in ordine al “controllo” (inevitabilmente vano) del tempo. Qui, decisamente, oltre a spunti ossessivi possono essere colte implicazioni ansioso-depressive, mal celate dall’apparenza comico-grottesca del test.
    http://www.magnaromagna.it/test-vari/calcola-il-giorno-della-morte/

    Quanto è ancora sano il pensiero di Orazio (Carmen n°11)!
    “Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.” (“Mentre parliamo, il tempo geloso sarà passato: cogli l’attimo, e non fidarti del domani.”)
    Buon pomeriggio e godiamoci il presente!

  70. La matematica non è la mia materia preferita, meno calcoli faccio e meglio me la passo, figuriamoci poi certi calcoli allucinanti e inutili perchè il tempo che si è già vissuto, quantificato o non, è già passato, quello che ci resta da trascorre fa parte del grande ed ugualitario mistero della vita.

    Buona notte

  71. SILENZI E PAROLE…

    Silenzi e parole,
    punteggiature, spazi,
    intervalli, segni, figure,
    immagini, suoni, gesti,
    atmosfere, percezioni,
    leggere increspature
    e inattese ondate
    sul misterioso lago
    della comunicazione,
    dove la rossa vela
    del pensiero lieta
    disegna arabeschi.

    Buona giornata

  72. Ecco che arriva il capolavoro. Succede che siano tutte belle, ma ogni tanto se ne presenta una che affascina e cattura più delle altre. Sto parlando delle tue poesie, Raffaele. Quest’ultima più la leggo mi viene voglia di rileggerla ed ogni volta si allarga il campo dell’interpretazione. Così che potrei dire tanto, ma preferisco non rovinarla con la prosa, se ne rovinano fin troppe di grandiose poesie sui banchi di scuola nell’imposto tentativo di decodificarla secondo i parametri del dire e del ragionare. La poesia, quand’è d’incanto, è acqua purissima di fonte e, così com’è, va bevuta con le mani senza aggiunte e senza rituali. Complimenti Raffaele!

  73. IL TEMPO DELL’ETERNA GIOVINEZZA E DELLA MANUTENZIONE COSTANTE.

    Si vede in TV e, a volte anche in giro direi, gente “miracolosamente” ringiovanita. Quasi quasi non ci si potrà più permettere “il lusso” di sfoggiare la propria naturale vecchiaia senza essere additati come trasandati e inopportuni. Ora dico io, anche ad avere i mezzi economici e il tempo a disposizione, si può creare una dipendenza del genere? Perchè alla fine dipendenza diventa. Mah! Certo che essere belli e giovani è un piacere, un gran piacere, ma il doverlo rincorrere all’infinito non diventa, forse, un tantino stressante? E se siamo programmati per invecchiare che accadrà con questa forzata controtendenza? Certo che ce n’è di maghi e di pozioni! Ho visto certe attrici cinquantenni tornare poco più che ventenni con ottimi risultati,ma ne ho viste anche altre decisamente peggiorate. Non tutte le ciambelle riescono col buco, direte voi, il fatto è che certe decisioni o sono sconsiderate o sono coraggiose, vi lascio la scelta dell’aggettivo.
    Sapete che mi piace tanto di questo blog? Che non ci sono le facce. Ognuno è quel che realmente è senza la propria confezione naturale o artificiale. Forse c’è stato un tempo, voglio immaginare che ci sia stato, che la gente non si osservava così snervatamente dal di fuori e l’aspetto aveva solo il valore dell’identificazione e non quello di un’omologata ossessione di bellezza. Sarà stato magari ai tempi di quando ancora si aveva la coda? Chissà!
    Buona serata.

  74. Una splendida e immortale meditazione sul tempo e sui cicli di vita che mai potrà cessare di toccare l’umana sensibilità, laddove questa sopravviva:

    IL SABATO DEL VILLAGGIO di GIACOMO LEOPARDI

    La donzelletta vien dalla campagna
    in sul calar del sole,
    col suo fascio dell’erba; e reca in mano
    un mazzolin di rose e viole,
    onde, siccome suole, ornare ella si appresta
    dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
    Siede con le vicine
    su la scala a filar la vecchierella,
    incontro là dove si perde il giorno;
    e novellando vien del suo buon tempo,
    quando ai dí della festa ella si ornava,
    ed ancor sana e snella
    solea danzar la sera intra di quei
    ch’ebbe compagni nell’età piú bella.
    Già tutta l’aria imbruna,
    torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
    giú da’ colli e da’ tetti,
    al biancheggiar della recente luna.
    Or la squilla dà segno
    della festa che viene;
    ed a quel suon diresti
    che il cor si riconforta.
    I fanciulli gridando
    su la piazzuola in frotta,
    e qua e là saltando,
    fanno un lieto romore;
    e intanto riede alla sua parca mensa,
    fischiando, il zappatore,
    e seco pensa al dí del suo riposo.

    Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
    e tutto l’altro tace,
    odi il martel picchiare, odi la sega
    del legnaiuol, che veglia
    nella chiusa bottega alla lucerna,
    e s’affretta, e s’adopra
    di fornir l’opra anzi al chiarir dell’alba.

    Questo di sette è il più gradito giorno,
    pien di speme e di gioia:
    diman tristezza e noia
    recheran l’ore, ed al travaglio usato
    ciascuno in suo pensier farà ritorno.

    Garzoncello scherzoso,
    cotesta età fiorita
    è come un giorno d’allegrezza pieno,
    giorno chiaro, sereno,
    che precorre alla festa di tua vita.
    Godi, fanciullo mio; stato soave,
    stagion lieta è cotesta.
    Altro dirti non vo’; ma la tua festa
    ch’anco tardi a venir non ti sia grave.

    Buona serata

  75. E’ TEMPO DI CAMBIARE

    E’ tempo di cambiare.
    Come sorgente esausta
    già questa vena cessa
    di concedere il flusso
    di proposte ispirate
    sulla vicenda di Crono
    e come fiume lento
    verso la foce scorre
    attraversando la piana
    segnata da filari
    sempre uguali di pioppi.

    E’ tempo di cambiare,
    cambiar musica, o forse
    proprio alla musica
    affidar la staffetta
    di quest’agone lieto
    e ispirator d’idee.

    Musica e suono,
    canzoni e melodie,
    inni, concerti e voci
    in armonia corale:
    tale è la mia proposta
    per il tempo a venire.

    Buona giornata e buona settimana.

  76. E che ci vuole! Un thread nel thread. Di filo in filo. Un gioco di scatole cinesi. Una matriosKa d’idee … come più vi aggrada.

    TEMPO DI MUSICA ( e ci si può sbizzarrire come si vuole)

  77. Un film che non ho visto e di cui non sapevo l’esistenza. Può essere però che venga programmato in TV, o magari lo è già stato. Buona serata.

  78. MOMENTI MAGICI
    … e ora, sempre eseguito da Alessandra Celletti, un pezzo di Erik Satie, “Gnossienne no. 1”.

    Buon pomeriggio.

  79. Piacevolissimi i concerti, una bella distensione in una giornata frenetica. Il film di cui si parla sopra è già stato programmato in TV diverse volte, io l’ho visto due volte sempre con lo stesso interesse.

    Buon pomeriggio. Oggi c’è vento e sole, voglia di trovare il tempo per una passeggiata. Vi lascio questa canzone.

  80. UN TEMPO DI ARMONIA
    “O sonho” dei Madredeus: la voce straordinaria di Teresa Salgueiro, una voce da sogno

  81. UN TEMPO “SPIRITUAL” : “DEEP RIVER” (“PROFONDO FIUME”)

    Deep river, my home is over Jordan
    deep river, Lord, I want to cross over into camp-ground
    Oh don’t you want to go to that Gospel Feast ?
    That promis’d land where all is peace, Lord
    I want to cross over into camp-ground

    I’ll go into heaven, and take my seat,
    Cast my crown at Jesus’ feet, Lord
    I want to cross over into camp-ground

    Oh when I get to heaven, I’ll walk all about
    There’s nobody there for to turn me out, Lord
    I want to cross over into camp-ground

    Deep river, my home is over Jordan,
    deep river, Lord, I want to cross over in to camp-ground,
    I want to cross over in to camp-ground.

    Profondo fiume,
    la mia patria è oltre il Giordano
    profondo fiume,
    Signore, voglio passare dall’altra parte
    verso le aperte praterie
    Oh, non volete andare a quella festa santa
    a quella terra promessa dove tutto è pace?

    Andrò in paradiso e prenderò il mio posto
    e getterò la mia corona ai piedi di Gesù
    Signore, voglio passare dall’altra parte
    verso le aperte praterie

    Profondo fiume,
    la mia patria è oltre il Giordano
    profondo fiume,
    Signore, voglio passare dall’altra parte
    verso le aperte praterie.

    Buona giornata.

  82. TEMPO…DA TEMPORALE

    Fuori è sparito il sole e si è alzato un vento caldo e umido, presagio di tempesta. Il cielo è oberato da nuvole cariche di pioggia, come un grigio materasso rovesciato, sospeso in una luce irreale. Il meteo sta cambiando e le previsioni non rassicurano per il fine settimana.
    Buon pomeriggio.

  83. Bella l’immagine del “grigio materasso rovesciato” !

    Qui pare che il tempo tenga. In questi giorni ho avuto delle incantevoli visioni:

    Il baluginare di un arcobaleno tra gli spruzzi di salsedine ( incredibile)

    I bagliori incandescenti della lava nella notte buia ( consueto da queste parti)

    Poi sono stata e sono ancora aberrata di lavoro, si prepara un mesetto di fuoco ( non lavico ma burocratico – organizzativo – operativo ). Passerà anche questo. Per fortuna si corre incontro all’estate e ogni estate mi pare di rinascere per tutto: clima, calma, compagnia ( le meravigliose tre “C” dell’estate!).

    Buona serata

  84. Grande Carmen Consoli!

    Raffaele, a proposito del riposo del sabato, posso dire che io il sabato non mi riposo affatto, anzi diventa la sommatoria di tutti i “da fare” non riusciti a rientrare nei tempi dovuti durante il resto della settimana. Ci provo un po’ la domenica, ma anche quella è il preludio organizzativo della settimana successiva. Ormai mi sono convinta che il vero riposo è dei morti e quando mi sento “stanca morta” mi ricordo felicemente d’essere, invece, ” stanca e viva”.

    Buona domenica.

  85. Il sabato “sabbatico” (nel senso più sostanziale che rituale) è estemporaneo e non pianificato o pianificabile. Non è neppure questione di quantità di tempo,ma di qualità. E’ un attimo da cogliere, per “essere”, e non per “fare”. Per cui il paradosso “essere stanca morta e viva” è perfettamente in linea con l’occasione sabbatica. Io aggiungerei anche “consapevolmente”. Stare nella consapevolezza e darle spazio e respiro è già “sabbatico”.
    Propongo un’immagine semplicissima che tanto spesso ci passa sotto gli occhi nel tran tran quotidiano: poterla riconoscere, contemplare, e magari fotografare è già di per sé “sabbatico”, se vogliamo usare questo termine.
    http://www.panoramio.com/photo/52679688

  86. Trovo la musica per gatti estremamente convincente. Molto interessante.
    Grazie per il commento alla foto.

  87. Divertente, ennesimo esempio di gattofilia, ma c’è di certo… lo zampino del suo padrone che, a parte il “duetto”, ha aiutato la gatta anche nella performance “solista”.

  88. Ritornando al tema del tempo e delle sue implicazioni esistenziali:
    Sapevo di quest’ultima …”lieta” notizia. A furia di voler conservare la forma fisica da vivi, con fitness, chirurgia estetica, atibiotici e diete ultracalibrate, ci tocca conservarla anche da morti, per la gioia (si fa per dire) dei becchini che non sanno più come risolvere il problema del sovraffollamento di salme mummificate, saponificate e con un’ottima cera (si fa sempre per dire)! Forse finiremo tutti nella raccolta differenziata e saremo riciclati come compost per concimare le coltivazioni intensive. In qualche modo si ritornerà alla madre terra, per fertilizzare pomodori, meloni e ortaggi vari.
    Questa pretesa di manipolare i cicli di vita rischia di produrre mostri e situazione grottesche.
    Vi ricordate il film:”La morte ti fa bella”? http://www.youtube.com/watch?v=ePp8qNcaXo4

  89. Me lo ricordo, l’ho visto diverse volte. Mi preoccupa pensare che, come spesso accade, la realtà possa superare la fantasia.
    Buonanotte e non ci pensiamo troppo sopra altrimenti si rischia di non dormire.

  90. Bella interpretazione della grande Mina e immagini molto accattivanti, rasserenanti. Buona giornata e buon fine settimana.

  91. TEMPO DI FIORI

    I fiori di giardino sono l’eleganza della natura, i fiori di serra sono l’assistenza della natura, i fiori di prato sono l’esultanza della natura. ( Tosca Pagliari)

    FIORI

  92. IL 24 MAGGIO, UN TEMPO ORMAI REMOTO
    La Canzone del Piave in una versione accorata e un po’ “retro”:

    Buona giornata.

  93. TEMPO DI TECNOLOGIA
    Meravigliosa tecnologia, t’accende il mondo in un click. Poi con lo stesso click te lo spegne e rimani irrequieto, smarrito, infastidito perchè non ci sei più abituato a farne senza. Mi è saltato Skype , pare sia un problema capitato a tanti, ma io mi sento perduta a non poter contattare visivamente i miei cari a distanza. Una volta mi sentivo perduta lo stesso, ma avevo la capacità d’interiorizzarne la mancanza, sapevo accendere delle lucine nel mio cuore e nella mia mente, forse gli antenati primordiali sapevano farlo pure telepaticamente, adesso, invece, ho solo rabbia e impazienza e sgomento. E se Leopardi se la prendeva con la natura matrigna che tanto ingannava i figli suoi, io me la prendo con la tecnologia che, diventando inaffidabile, tanto inganna e avvilisce i figli suoi.

  94. Anche Maggio volge al termine. Il Tempo non a caso è stato rappresentato come un inesorabile falciatore. Ma la metafora si apre alla speranza: ogni campo falciato e arato in seguito rinnoverà le messi. Buona giornata.

  95. TEMPO D’ALIENAZIONE.
    Ormai, chi più chi meno, soffre di vuoti di memoria, vive secondo routine muovendosi meccanicamente come se fosse programmato. Poi, quando il programma subisce anche un piccola variante, il sistema va in tilt casuando purtroppo, a volte delle sciagure. Troppo carico d’informazioni da gestire, troppe responsabilità da portare a termine a ritmo frenetico, più che vivere pare di vorticare dentro un frullatore dove tutto si mescola, s’amalgama, ma gira perchè bisogna che giri. Così, ora che da qualche tempo pare essere sparito il fenomeno dei neonati gettati nei cassonetti, si ripresenta tristemente alla cronaca quello dei piccoli dimenticati in auto. 4 luglio 1998 tragedia a Catania, un bambino di 18 mesi dimenticato in auto muore. Nei giorni scorsi, una bambina di 22 mesi dimenticata in auto non ce l’ha fatta a sopravvivere. Ieri è toccata la stessa sorte ad un bambino di 11 mesi. Siamo così presi che anche gli affetti più cari subiscono la stessa distrazione per l’ombrello, la borsetta o quant’altro. E’ pauroso eppure reale. Sono sgomenta e mi chiedo se in tempi di guerra e carestia siano mai accadute delle cose del genere. Forse no, ma ora, in pieno apparente benessere, siamo così fuori di testa.

  96. NEL TEMPO, ATTRAVERSO IL TEMPO, OLTRE IL TEMPO

    Un capolavoro da non perdere: “The tree of life” di Terrence Malick. Una potente, straordinaria meditazione sul tempo, sull’ontogenesi e la filogenesi, sui cicli dell’esistenza e sulle sue dinamiche, dalla cornice esperienziale di una famiglia americana degli anni ’50 fino, fino ai confini del cosmo e del mistero.
    http://www.mymovies.it/film/2011/thetreeoflife/
    Buon fine settimana

  97. Che meraviglia deve essere questo film! Grazie, Raffaele, per averlo proposto, cercherò in tutti i modi di vederlo al più presto possibile.
    Intanto metto questo collegamento del trailer.

    Buona domenica.

  98. …e ricordarle bene tutte è una prova inconfutabile di età anagrafica piuttosto “stagionata”.
    Buona notte.

  99. Già, ricordarle tutte è un marchio del tempo vissuto. Io me ne ricordo un po’ di meno, ma conoscerle tutte adesso è stato piacevole. E poi ricordo di sigla più o sigla meno, quando è passato un certo lasso di tempo accomuna ugualmente in stagionatura.

  100. TEMPO D’INTROSPEZIONE

    Mi sono vista come sono
    e non ho provato
    nè stupore
    nè disapprovazione
    nè compiacimento.
    Mi sono vista
    ma non ho perso tempo
    a guardarmi.
    Mi sono vista
    nel mio agire
    e nel mio pensare
    e ho solo considerato
    la natura delle cose
    e il loro accadere:
    il vento che porta via le foglie
    l’onda che lambisce la sabbia,
    il fuoco che arde il ceppo
    e la terra che germina i frutti.
    Mi sono vista
    così come sono
    ed è già tanto
    che sia accaduto,
    avrei potuto
    non vedermi
    mai.

    Tosca Pagliari

  101. Bellissima poesia dove l’insight è trasparente e misurato, dove il sentimento è garbato e sincero. La Musa ti ha ispirato alla grande.

  102. GIUGNO, TEMPO DI LUCE

    Giunge sfolgorante di luce
    Il mese del solstizio d’estate.
    Un’ascesa del sole allo zenith
    Gli dona regale splendore.
    Nulla rimane nell’ombra:
    Ora si svela il trionfo d’Apollo.

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