FIGLI DI PAROLE


Scrivere un libro è una maternità dello spirito, del pensiero, del cuore …. ma anche mettere al mondo un figlio a volte può essere inteso come un atto sconsiderato. Ci sono madri che non hanno di che nutrire il proprio figlio, nessuno che le aiuti a crescerlo, nessuno che ami o creda in quel bambino. Ci sono madri che non hanno tempo da dedicare al proprio figlio per farlo camminare nel mondo e nessuno che possa farlo al posto loro. Ci sono madri che di fronte a tutto ciò decidono di abortire, ci sono scrittori che lasciano il manoscritto nel cassetto interrompendo così la gravidanza creativa. Ci sono scrittori che non scrivono più evitando persino il concepimento pensando che tanto mai nessuno scometterà su di loro.  Ci sono scrittori che sterilizzano ogni pensiero scritto così da non correre rischi. Ci sono scrittori che nonostante tutto non riescono a non produrre cumoli e cumoli di cose da dire perché sarebbe come interrompere il respiro e congelano embrioni ed embrioni di libri in un luogo recondito sperando in un buon tempo futuro. Il tempo futuro ha la magia del web dove tutte le anime dei libri non pubblicati secondo tradizione potranno comunque sempre più spaziare, dove a tutti i figli delle parole sarà concesso di vivere allo stesso modo. Perchè, in fondo, sia per il figlio vero fatto di carne, che per il figlio libro fatto di fogli vale sempre la pena di tentare una strada.

Tosca Pagliari

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