familia/ae … in tutte le declinazioni

Com’è cambiata la famiglia!

Ma com’è cambiata? Che è successo nel corso degli ultimi tempi?

Famiglie allargate, rifatte, di fatto, multietniche, aperte, sfasciate… incredibilmente qualcuna tradizionale ancora c’è  con tutte le rispettive varianti.

E voi che mi dite a prosito?

110 thoughts on “familia/ae … in tutte le declinazioni

  1. Come sempre Tosca, proponi degli argomenti davvero interessanti, attuali sul quale c’è tanto da dibattere.
    Per intanto ti lascio con una canzone, davvero bella….

  2. E’ da qualche tempo che mi chiedo:” La famiglia di oggi è migliore di quella di ieri?” I cambiamenti della cultura hanno portato ad una vera e propria rivoluzione del nucleo familiare. Oggi la famiglia ha smesso di essere il punto di riferimento per i giovani che, però continuano a vivere all’interno di essa fino ad oltre ì 50 anni (esperienza personale)….vere e proprie contraddizioni della nostra società moderna.
    Fin dall’epoca degli antichi romani, la famiglia è stata sempre il fulcro della vita dell’intera società. In casa s’imparavano i valori necessari per essere accettati dagli altri, e per muoversi ed interagire all’interno di un contesto con delle regole ben precise.La moglie era quella che si occupava della cura della casa e dell’educazione dei figli; il marito era il capo indiscusso, colui che provvedeva ai bisogni economici e che dominava su tutti gli altri membri; i figli maschi, una volta raggiunta una certa età, imparavano dal padre tutte quelle “tecniche” e atteggiamenti necessari per diventare, anche loro, un capo famiglia; ed infine le figlie femmine aiutavano la madre nei lavori domestici, preparandosi a diventare anch’esse casalinghe.il modello di famiglia era quello esteso,si viveva assieme con i parenti più stretti, i quali occupavano dei ruoli più marginali ma in ogni caso ben definiti.
    In questo modo, i figli sviluppavano la loro personalità all’interno di questo contesto, assumendo i valori e gli atteggiamenti di coloro che gli stavano vicino, senza poter sviluppare la propria individualità.
    Con l’avvento della rivoluzione industriale e la necessità di disporre di mano d’opera la donna ebbe meno tempo da dedicare ai propri figli e ai lavori domestici, i bambini cominciarono ad essere educati a scuola e, di conseguenza, la madre perse in parte il ruolo d’educatrice. La donna acquisì la consapevolezza del suo ruolo nella società, e proiettò sè stessa al di fuori delle mura domestiche, lottando per far valere i propri diritti, il che la portò ad un ulteriore distacco dalla propria famiglia.
    Anche le donne più restie ad abbandonare il ruolo di casalinghe dovettero cedere ed allinearsi alle nuove esigenze. Ciò portò il problema dell’educazione, la quale venne impartita esclusivamente nelle scuole, e la stessa diventò l’istituzione più importante all’interno della comunità.
    Nella società moderna, col miglioramento del tenore di vita di tutti gli strati sociali, e la possibilità di acquistare beni e servizi mai immaginati prima, uomini e donne sono diventati più individualisti, volendo soddisfare i loro piccoli vizi a tutti i costi. Oggigiorno, con il caro vita, le persone si trovano di fronte ad una scelta considerata importante: soddisfare sè stessi oppure avere dei figli? Senza dubbio la maggior parte ha scelto la seconda possibilità.
    Così le coppie senza figli possono ad esempio, viaggiare, il che permette di conoscere nuove culture e arricchire il proprio bagaglio culturale; possono dedicare il tempo libero ai propri hobby, attività che permette una migliore conoscenza di sè; possono passare più tempo con gli amici, andare spesso al cinema, al ristorante, e così via. Di conseguenza, troviamo persone più felici e soddisfatte della propria vita, e d’altronde si sa che le persone felici vivono di più.
    Non poche però, sono le coppie che scelgono di , ed anche questo fatto è stato molto criticato. Nella società moderna, si sa, avere due figli porta dei grossi svantaggi economici, prima di tutto per i figli stessi, molti dei quali, ad esempio, non appena finita la scuola devono andare subito a lavorare senza la possibilità di continuare ad istruirsi. Quindi, molte volte, l’unico modo per garantire una vita senza mancanze d’alcun genere ai propri discendenti, è avere il minor numero possibile di figli.

    Dimenticando il fatto che siano uno, due, o tre i figli che le coppie italiane decidono di avere, dobbiamo ricordare i vantaggi che un’educazione impartita al di fuori del nucleo familiare porta con sè: in primo luogo i ragazzi hanno le proprie esperienze di vita, quindi, non conoscono la vita stessa attraverso i racconti degli altri come succedeva una volta; inoltre giornalmente comunicano con persone diverse, le quali hanno punti di vista diversi, imparano a confrontarsi, a questionarsi, e ad essere tolleranti.

    Per concludere, in molti preferiscono la famiglia tradizionale, quella “chiusa”, dove i valori erano “quelli” e guai a chi li rifiutava. Una famiglia nella quale la libertà espressiva d’ogni singolo membro era delimitata dai propri ruoli, dove spesso qualcun’ altro prendeva le decisioni dei membri più giovani, i quali, a loro volta, erano impossibilitati a vivere esperienze di crescita al di fuori delle quattro mura.
    Altri, invece, preferiscono la famiglia moderna, nella quale i coniugi sono più soddisfatti della propria vita, nella quale non esistono ruoli ben definiti perché ognuno è capace di far bene anche il lavoro dell’altro; una famiglia nella quale i figli sono liberi di adottare valori diversi da quelli dei propri genitori, rapportandosi con loro in maniera critica e provando a vivere delle esperienze forti in prima persona, esperienze che arrichiscono e rinforzano l’Io.
    Quello che però difetta la famiglia moderna è la poca educazione impartita ai propri figli… un vero disastro!!!

  3. Sull’argomento mi vien da proporre questa riflessione controcorrente: http://www.osvaldopoli.com/scarica/Le_colpe_dei_genitori.pdf
    La mia questa sera, e prevedo in questi tempi, è una puntata molto rapida. Inutile dire per quali e quanti impegni: non voglio essere ripetitivo. Vi auguro una buona serata e buone riflessioni su questa “vexata quaestio” che spesso rischia di precipitare banalmente nel moralismo e/o nello psicologismo apodittici.

  4. Un buondì a tutta la classe. Qui la stagione volge decisamente al meglio: la temperatura è aumentata, nuovi fioriture primaverili esplodono nei giardini, nelle siepi e sugli alberi, persino sui bordi dei fossi e delle strade,dove l’occhio raramente e distrattamente si sofferma. Così è la vita.

  5. Noi non precipiteremo “nel moralismo nè nello psicologismo”, chiacchiereremo, ci faremo buona compagnia, scambieremo opinioni, ci rideremo anche sopra con quella saggia ironia che non guasta mai. Rinnoveremo la “vexata questio” perchè avremo quel giusto sprint che ci farà scoprire nuove prospettive. Ne sono convinta perchè me ne avete già dato prova.
    Vi auguro una buona giornata. Qui era cominciata bella ora è tutto annuvolato: bizze del tempo.
    Vi lascio questi video

    FAMIGLIE ALLARGATE

  6. Buon pomeriggio amici, devo dire che l’argomento proposto da Tosca, è molto interessante e credo soggetto a molte variazioni sul tema. Io posso portare la mia testimonianza sul tipo di famiglia cui faccio parte. Devo dire che io mi reputo molto fortunato in merito; io sono sposato felicemente da ventuno anni, ho un figlio di vent’anni, ho un bellissimo rapporto con i miei suoceri, di reciproca stima e fiducia tanto che mi considerano il quarto figlio, cosa strana mia moglie è attaccatissima ai miei ( forse per certi aspetti più di me). Con i miei fratelli ed i miei cognati andiamo benissimo e credo di essere uno su un milione che abbia una situazione familiare così ottimale. Però la mia famiglia è un pò allargata poichè fanno parte della ” famiglia” alcuni amici che considero fratelli. Il legame d’affetto e di stima (reciproco) con queste persone è così forte che i nostri rispettivi figli usano, quando si rivolgono a noi, il termine “zio”; la cosa è così naturale che io certe volte parlo ad altri ad esempio di mio nipote Antonio ( figlio di uno di questi amici), alla stesso modo come parlo dei miei nipoti consanguinei. Nelle feste ed in certe occasioni i miei genitori o i miei suoceri tengono conto di questi miei amici come membri della famiglia. In una società come quella attuale dove “l’nteresse soffoca il valore”, questa nostra ” condizione familiare ” è considerata un’isola felice, noi ce ne rendiamo conto e facciamo in modo che così resti.

  7. Che ne dite di due sane risate? 🙂 🙂 🙂

    DISCUSSIONE IN FAMIGLIA

    “Mia moglie e io abbiamo avuto una piccola discussione ieri sera.”
    “Lei voleva andare all’opera e io al cinema.”
    “E com’era l’opera?”

    NON DOVEVI MORIRE!!!!
    Davanti ad una tomba un tale singhiozza:
    – Non dovevi morire, non dovevi morire, perché sei morto…
    Un passante, commosso, lo vede e domanda:
    – Era vostro padre… vostra madre…
    E il tale:
    – No, era il primo marito di mia moglie!

    MARITO BUGIARDO
    Tra amiche: Ho scoperto che quello stronzo di mio marito e’ anche un bugiardo patentato.” “Come l’hai scoperto?” “Mi ha detto che ieri ha passato la serata con il suo amico Bob.” “E allora?” “Io ho passato la serata con Bob.”

    FAMIGLIA NAPOLETANA
    C’è una famiglia di napoletani che vuole diventare piemontese. Un giorno leggono su un libro come si fa: devono attraversare a nuoto il fiume Po. Parte per primo il papà. Nuota, nuota arriva sull’altra sponda e dice alla moglie:
    – Ven si, ven si!
    Parte la moglie. Nuota nuota arriva anche lei sull’altra sponda e dice al figlio:
    – Ven si, ven si!
    Parte anche il figlio e..nuota un pò e poi si ferma e dice:
    – Papà! Papà! – e il papà niente.
    – Papà! Papà! – e il papà niente.
    – Papà! Papà! – e questa volta il papà grida:
    – E’ sin minute chi sun piemunteis e già sti napuli rumpu el bale!!!

    FAMIGLIA PRODIGIOSA
    Due signori stanno parlando di una famiglia prodogiosa, uno fa all’altro:
    – E’ incredibile: pensa che il padre è stato il primo uomo a paracadutarsi da 3000 metri!
    E l’amico:
    – Bestiale!
    – Ma non è finita: la madre, si è gettata da 5000 metri!
    – Incredibile!
    – La figlia, si è paracadutata da 7000 metri!
    – Pauroso…
    – Ma non finisce qui: il figlio di dieci anni da 9000 metri!
    – Leggendario…
    – Ma devi sentire questa: il figlio, il più piccolo, avrà sei o sette anni si sta preparando per paracadutarsi da 12000 metri!
    E l’amico, sconcertatissimo:
    – Bestiale: chissà come saranno invidiosi gli altri parenti!
    – Quali parenti, scusa?

    PRONTI AD AVERE UN FIGLIO?
    TEST DEL DISORDINE: Spalmate divano e tende di marmellata. Mettete un bastoncino di pesce dietro il divano e lasciatecelo tutta l’estate.

    TEST DEI GIOCHI: Procuratevi una confezione magnum di Lego sostituibile con pari quantità di puntine da disegno). Chiedete ad un amico di spargerli per tutta la casa. Bendatevi gli occhi. Tentate di raggiungere il bagno o la cucina. Non urlate perchè svegliereste il bambino.

    TEST DEL SUPERMERCATO: Fatevi prestare uno o due piccoli animali (le capre sono la scelta più adatta) e portateli con voi al supermercato. Mentre fate la spesa teneteli sempre d’occhio e pagate per tutto ciò che mangiano o danneggiano.

    TEST DELLA PAPPA: Procuratevi un bottiglione. Riempitelo per metà d’acqua. Appendetelo al soffitto con una corda. Mentre oscilla cercate di “imboccarlo” con una pappina di cereali facendo finta di essere un aeroplano. Infine spargete il contenuto del bottiglione sul pavimento.

    TEST DELLA NOTTE: Preparate un piccolo sacco riempiendolo di 6/8 chili di sabbia. Bagnatelo con abbondante acqua. Alle 3 di pomeriggio iniziate a cullarlo tra le braccia e cantare ninne nanne fino alle 9 di sera. Deponete il sacco e mettete la sveglia alle 10 di sera. Alzatevi. Riprendete in braccio il sacco e cantate tutte le canzoni che vi passano per la testa. Inventatevene altrettante e cantate e cullate il sacco fino alle 4 di notte. Andate a letto mettendo la sveglia alle 5. Alzatevi e preparate la colazione col sorriso sulle labbra.

    TEST DELL’AUTOMOBILE: Dimenticatevi la macchina sportiva e comprate una station wagon. Comprate un cono di gelato al cioccolato e mettetelo nel cassettino del cruscotto. Prendete una moneta e inseritela nel lettore CD. Comprate una confezione famiglia di biscotti al cioccolato e frantumateli sul sedile posteriore. Passate un rastrello su entrambi i fianchi della macchina.

    TEST FISICO: Comprate un capiente zaino; riempitelo di fagioli e appendetelo sul davanti. Lasciatelo per 9 mesi. Ora togliete 10 fagioli ed evitate di guardare gli abiti appesi nel vostro guardaroba. Non li indosserete per un po’ di tempo.

    TEST FINALE: Trovate un coppia che ha un bambino. Parlategli di come possono migliorare la loro disciplina, pazienza, tolleranza, igiene personale e galateo del bambino. Godetevi questa esperienza. Sarà l’ultima volta che avrete tutte le risposte alle loro domande.

    TESTAMENTO
    Il notaio siede di fronte alla famiglia del vecchio miliardario scomparso. I parenti sono in trepidante attesa di conoscere le ultime volontà dell’estinto. Il notaio apre la busta e legge:
    – “Io sottoscritto, Dovizi Giancarlo, essendo nel pieno possesso delle mie facoltà fisiche e mentali, mi sono mangiato tutto prima di schiattare. Arrivederci e grazie.”

    MARITO IN OSPEDALE
    Tra amiche: “Ma non e’ possibile che Mr ‘O Brian sia in ospedale. L’ho visto appena ieri sera in perfetta forma con una bella donna al ristorante.” “L’ha visto anche la moglie.”

    BRUTTE NOTIZIE
    Un padre di famiglia torna a casa dopo una giornata di duro lavoro e ad attenderlo sulla porta c’è il figlio.
    – Allora, figlio mio, come è andata oggi?
    – Papà, il gatto è morto!
    – Ma non dovresti dare una brutta notizia così all’improvviso, senza nemmeno un tentativo di ammorbidire l’impatto. Avresti dovuto dire, per esempio: “Sai, papà… il gatto stava giocando ed è salito su di un albero, ma non riusciva più a scendere. Allora abbiamo chiamato i pompieri, ma nel frattempo il gatto era andato sul tetto. I pompieri hanno montato la scala, ed uno di loro è salito per prenderlo. Però il gatto era spaventato, e quando il pompiere l’ha raggiunto tanto ha fatto che sono caduti tutti e due. Il gatto si è ferito, l’abbiamo portato dal veterinario, che ha fatto di tutto pur di salvarlo, ma non c’è stato niente da fare…” Ecco, figliuolo, come avresti dovuto darmi la notizia! Comunque… come sta la mamma?
    – Papà, la mamma era salita sul tetto…

    LETTERA D’AMORE
    Lettera d’amore. Mia adorata Sarah, ti amo piu’ di quanto le parole possano dire. Per te scalerei le vette piu’ alte del mondo, attraverserei i deserti piu’ desolati e le lande piu’ fredde del Polo Nord. Ti amo. P.S. Vengo a trovarti domenica, se non piove.

    PARTO
    n sala parto si sta sperimentando una nuova macchina in grado di
    trasferire, in percentuali variabili, il dolore del parto dalla madre al
    padre del bimbo.
    La donna entra in travaglio e cosi’ comincia l’esperimento.
    Si inizia con una prova d’assaggio trasferendo solo il 10% del dolore.
    Padre impassibile.
    Allora passano al 25%.
    Padre sempre impassibile.
    Sbalorditi i medici provano a passare al 60%.
    Sempre nessuna reazione da parte del padre.
    Eccitatissimi per il risultato, i medici decidono di trasferire tutto il
    dolore al padre, passando quindi al 100%.
    Il bimbo nasce sano e bello.
    La madre sta benissimo, felice di non aver avuto il minino dolore.
    La famigliola torna a casa, una bellissima villetta in campagna, e trova il
    postino stecchito sul vialetto….

    SUOCERA
    Un tale va in vacanza in Terra Santa con la moglie e suocera.
    Durante la vacanza la suocera muore! Si reca quindi con la moglie da un
    becchino del posto, il quale spiegaloro
    che possono trasportare il corpo in patria per $5000,
    oppureseppellirlain Terra Santa per solo $150.
    L’uomo dice “Ce la portiamo a casa”.
    E il becchino “Ne siete sicuri???
    E’ una grossa spesa e potreste fare per molto meno una bella sepoltura qui!”
    L’uomo risponde “Guarda, 2000 anni fa hanno seppellito un tizio qui,
    e dopo tre giorni questo è risorto!
    Meglio non rischiare!!!”

  8. BATTUTE UMORISTICHE

    Mia figlia pensa che io sia una ficcanaso. Almeno così ho letto sul suo diario.
    Jenny Abrams

    Quand’ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli.
    Woody Allen

    La mamma è la parte più femminile dei genitori.
    Roberto Benigni

    Non sono mai stato il cocco di mamma, sebbene fossi figlio unico.
    Thomas Berger

    Sono appena tornato da un viaggio di piacere. Ho accompagnato mia suocera all’aeroporto.
    Milton Berle

    Nel guardare la propria figlia salire sulla macchina del suo filarino ci si sente come se si affidasse a un gorilla uno Stradivari da un milione di dollari.
    Jim Bishop

    La felicità è avere una famiglia grande, amorevole, affettuosa e unita, in un’altra città.
    George Burn

    I bambini illuminano veramente una casa. Non spengono mai le luci!
    Ralph Bus

    Non alzare mai le mani sui tuoi figli. Lasceresti il tuo inguine senza protezione.
    Red Buttons

    Quand’ero figlio io comandavano i padri. Ora che sono padre, comandano i figli. La mia è una generazione che non ha mai contato nulla.
    Pino Caruso

    Siate sempre molto gentili con i vostri figli, perché saranno loro che un giorno sceglieranno la vostra casa di riposo.
    Phyllis Diller

    Non ho parlato con mia suocera per diciotto mesi. Non volevo interromperla.
    Ken Dodd

    Non prestate mai la vostra macchina a qualcuno che avete generato.
    Nora Ephron

    Finché la suocera è in vita, la pace domestica è fuori discussione.
    Giovenale

    La mia famiglia viveva in una tale miseria che quando finalmente siamo diventati poveri abbiamo fatto una festa.
    Max Greggio

    La peggiore sensazione che conosca è alzarsi di notte e mettere il piede su un trenino.
    Kin Hubbard

    I parenti lontani sono quanto c’è di meglio, e quanto più sono lontani, tanto meglio è.
    Kin Hubbard

    Quando la figlia si sposa, il padre perde la dote, ma riguadagna il bagno e il telefono.
    Robert Lembke

    I genitori moderni non menano mai i propri figli se non per legittima difesa.
    Jean-Luc Michel

    Adoro i bambini. Specialmente quando piangono, perché a quel punto qualcuno li porta via.
    Nancy Mitford

    Avere una famiglia è come avere una pista da bowling installata nel tuo cervello.
    Martin Mull

    Fino a tredici anni credevo che il mio nome fosse “Zittotu”.
    Joe Namath

    Tutti vorrebbero salvare il pianeta. Nessuno vorrebbe aiutare la mamma a lavare i piatti.
    Patrick Jake O’Rourke

    Ho portato i miei figli ovunque, ma hanno sempre trovato la via di casa.
    Robert Orben

    Mio marito ed io abbiamo deciso di far figli, visto che i miei genitori sono ancora abbastanza giovani per badare a loro.
    Rita Rudner

    Mia nonna era una donna davvero molto forte. Seppellì tre mariti, e due di loro stavano soltanto facendo un pisolino.
    Rita Rudner

    Come è gentile per essere una parente: sembra un’estranea!
    Totò

    La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli, quella dei ricchi dai loro genitori.
    Massimo Troisi

  9. Che giornata! Che corse! Per fortuna arrivo qui e trovo tutti i vostri invii e mi rilasso a leggerli e visionarli.
    Complimenti, Giuseppe per la tua fantastica famiglia, è davvero una grande fortuna.
    Daniela, divertentissimo tutto quello che hai inviato.
    Raffaele ho piacevolmente letto le vicende di Giorno, la piccola peste del racconto di Buzzati. Fa davvero riflettere sulla perfidia di certi bambini, o meglio come vengano involontariamente educati alla perfedia dagli atteggiamenti degli adulti. Più volte ho notato come certi bambini vengano adorati tali a quali ad una divinità. Così ingannati d’onnipotenza affrontano il mondo credendo di manipolarlo al loro volere, purtroppo per loro non dura per sempre e spesso il ridimensionamento li distrugge.

    Vi lascio con la famosa FAMIGLIA PASSAGUAI

  10. Interessante, Raffaele, questa famiglia del “Mulino bianco”, uno dei più belli tra gli abbindolamenti pubblicitari. Ci sarebbe da dirne tanto ancora. Ho trovato divertente questa satira a tal proposito e la passo. Buona serata a tutti quanti.

  11. Ho saputo che questo blog fa i capricci e sta impedendo l’ingresso ad assidui frequentatori. Spero al più presto di riuscire a risolvere l’inghippo. Mi dispiace davvero molto per questo inconveniente.
    Se tutti quanti, comunque, riuscite a prenderne visione, vi lascio questo video che ho trovato molto divertente. Buona Domenica.

  12. Buongiorno amici; buongiorno Tosca, come puoi vedere tutto è tornato normale può darsi che il mio pc era “impazzito”. In tema di famiglia mi vengono i mente vari stereotipi di famiglia “imposti” alla nostra memoria come riferimento visiso. Ad esempio: se si voleva indicare una famiglia numerosa negli anni 70, si suoleva dire alla “Bradford” il riferimento era a quella famiglia di un telefilm americano imperniato appunto su una comunità familiare numerosa, quando si dice ” tipo la famiglia del mulino bianco” si vuole indicare una famiglia che magari apparentemente è quasi perfetta; padre, madre, figli e tutto va bene. Poi ci sono le famiglie sempre con riferimenti televisivi, quali, Robison, Jefferson, Cesaroni e perfino Nonno Felice. Nel religioso si cita ” la sacra famiglia ” e nel mondo criminale quando si parla di “famiglie” si pensa subito alle famiglie in odor di mafia. Tanto nella società moderna è basato sul concetto di paragone che a volte diventa status; ma questo fa parte di quella globalizzazione che ormai ci assoggetta senza quasi che ce ne rendiamo conto.

  13. Che bello, Tosca ho controllato e stamattina tutto è tornato come prima!!! Sono potuta ritornare nuovamente a rilassarmi sulla nostra fantastica isola… come mi è mancata!!!!

    ‘Accussì

    Forti è
    A nostra famigghia e
    Mi sentu furtunata di essiri ‘na figghia!!!
    Iù vulissi divintari ‘na
    Gran puitissa pi’ scriviri versi
    Giusti… ma senza ‘rannizza!!
    Haiu daveru ‘sta spiranza?
    Iù ci provu
    A passu di danza!!!

  14. Buongiorno amici, un saluto prima di affrontare una nuova e dura giornata di lavoro. Sono davvero molto stana, ma una boccata di energia presa sulla nostra salutare isola mi permette di entrare nell’arena e combattere coraggiosamente ,come un vero gladiatore, contro tutti i mostri burocratici!!!! Qualcuno sa darmi informazioni in merito alla PEC (Posta Elettronica Certificata) su come si fa ad attivarla???
    Grazie anticipate e un bacione a tutti… a stasera…spero!!!!

  15. Buon pomeriggio le belle giornate stimolano alle passeggiate, magari insieme alla famiglia; e mentre si va a passeggiare la classe si svuota. Un saluto a tutti.

  16. Magari ,caro Giuseppe ,fossero vere le tue parole….ahimè non è così!!! Io sono sommersa da carte da riempire, discussioni con colleghi che furbescamente si fanno gli affari loro…credimi non so cosa darei per andare via da tutto questo!!! Non mi resta che stringere i denti ed andare avanti… non so come arriverò alla fine dell’anno scolastico. Ho davvero voglia di relax, silenzio… mi sento sull’orlo di una crisi di nervi. Sigh!!!
    🙁 🙁 🙁

  17. Magari fosse vero che la classe si svuota per le passaggiate! Speriamo comunque che per qualcuno lo sia. Il fatto è che, da parte mia, non trove tempo per respirare nonostante l’aria sia più invitante. Ieri ho passato un pomeriggio in un inghippo burocratico di grosso calibro e mi sono dovuta dare da fare con tutte le forze per spuntarla. Di sera ero letteralmente a pezzi. Come avete potuto notare non sono passata neanche da qui. Per il mese di maggio c’è pronto uno scenario di affastellamento di roba da sbrigare che sgomenta. Poi oltre la roba burocratica c’è la roba vera, il vestiario intendo. Organizzare il cambio di stagione per una truppa come la nostra non è cosa da poco anche perchè, non si sa come, gli spazi non bastano mai e diventa un lavoro di logistica pazzesco. Il vecchio adagio siciliano che recita ” ‘nta na casa capi quantu voli un padruni” ( in una casa c’entra tanto quanto vuole il padrone) non è che funzioni così facilmente.
    La cosa piacevole, invece, che sono riuscita a fare oggi, è stato partecipare alla presentazione di alcuni di Lia Levi che ho anche acquistato. Si tratta della “Trilogia della menoria” che raccoglie i romanzi: “Una bambina e basta”, “L’albergo della magnolia” e “L’amore mio non può”. Poi l’ultimo uscito: “La sposa gentile”.Ora non resta che leggerli rubando il tempo come meglio si può. Conoscere di presenza Lia Levi è stata una bella esperienza.
    Saluto tutta la classe, con i pochi assidui che la frequentano, ma che sono gli allievi migliori.
    Buona notte e che domani sia un giorno sereno per tutti.

  18. Buongiorno un saluto a tutti voi, Scrivevo ieri delle “ipotetiche” passeggiate con la famiglia, ma lo scrivevo sapendo che non è così. Anch’io purtroppo da un pò di mesi a questa parte, sono sempre immerso in mille daffari, appena si risolve un problema, altri puntualmenti bussano alla porta è come se avessi una calamita che li attira. Comunque nelle pause impostami, cerco di divagare.

  19. Come scorrono pesanti le giornate! Mille garbugli, mille patemi d’animo, mille frenetiche imprese! Respiro, respiro, respiro e riprendo quota, decido di sorvolare su tutto. Decido che non ci sono tragedie e allora il quadro si tinge di toni freschi e leggeri. In parole povere: “Ma chi se ne frega!”
    Vada come vada, un calcio a tutte le contorsioni. Non è facile così come a dirlo, ma se non ci si mette d’impegno per attuarlo si richia di morire ed io ho troppa voglia di vita.
    Fantastico domani sarà un altro giorno, mi metterò in moto e sarà quel che dovrà essere. Quel che mi scoccia è il continuo dover stare guardinga, soppesare i discorsi, leggere tra le righe, cercare capire in anticipo, ricollegare situazioni per avere chiarezza, non avere mai la certezza di ricevere lealtà e schiettezza, ma stare perennemente attenta a come si muovono le cose oltre l’apparenza.
    Non mi prendete per paranoica, vi assicuro che non lo sono, ma quanto sono fragili gli equilibri relazionali tra gli esseri umani! Quando poi s’ingera l’allarme invece d’essere coesi, stabili, concordi nell’affrontare la bufera, tanto più si gioca sottobanco a scarica barile, si usa l’arma del tranello per confondere, per destabilizzare. No, non sono paranoica per fortuna sono lucida e con i nervi saldi nonostante tutto.
    E domani sarà un altro giorno, mi metterò in moto e guarderò con occhi nuovi. Porterò al monte dei pegni la mia inquietudine e col prestito ottenuto comprerò la migliore forza d’animo che possa offrire la piazza.
    Tutto questo domani. Adesso vi auguro buona serata.

  20. Cara Tosca, come ti capisco!!! Io sto vivendo un vero e proprio inferno grazie a chi, sulle spalle degli altri, si fa i propri comodi. E poi quanta ipocrisìa!!! Io sono davvero amareggiata, schifata, delusa… e mi chiedo:” perchè????” Invece di parlare con chiarezza si preferisce parlare sottovoce, alle spalle … che amarezza!!!! A volte mi verrebbe voglia di urlare, mandare tutti a quel paese e andarmene lontano da tutto e da tutti!!!

  21. Buon pomeriggio, domani 1 maggio e la gita foori porta è tradizione ma è tradizione pure seguire in tv il concerto di piazza S. Giovanni a Roma; quindi l’ideale sarebbe accoppiare scampagnata e concerto…. mi sa che la “scampagnata” sarà nella casa di campagna di qualche amico dove poi, come facciamo del resto ogni anno seguiremo il concerto in televisione comunque sempre in ….famiglia.

  22. Allora Giuseppe ti auguro un felice primo di maggio con la tua famiglia, gli amici e il concerto.
    Domani si cambia mese, ce ne siamo masticati già quattro di quest’anno che è più veloce di quello dell’anno prima. E quando gli anni prendono la rincorsa non rallentano più.
    Buonanotte e sogni sereni, almeno domanci ci si riposa, o quasi, o almeno lo si spera.

  23. Ciao Raffaele, qui, in sede, il tempo è stato stupendo e mi sono sorbita una lunga giornata di sfaccendamento domestico. Ieri idem. Speriamo che qualcun altro venga a raccontarci di una giornata straordinaria. Unico passatempo lieto: nei momenti di “tregua” (nottetempo) ho letto tutto il libro di cui vi parlavo in qualche commento precedente, cioè la “Trilogia della memoria” di Lia Levi.
    Domani si riparte e maggio non si presenta “leggero” a parte i meravigliosi profumi di cui si sta impregnando l’aria ( glicini, rose, zagare, gelsomini, gardenie).
    Buona notte a tutti.
    A presto.

  24. Toh, che ho trovato un po’ di tempo! Allora mi distraggo e arrivo qui cercando qualcosa per farvi buona compagnia. A proposito di compagnia mi viene in mente la compagnia teatrale e visto che si parla di FAMIGLIA e visto che siamo a MAGGIO mi ricollego alla famosa “Famiglia Maggio”. E come non arrivare a Pupella Maggio nome d’arte di Giustina Maggio.
    Buona visione

  25. Mi associo al saluto primaverile, anche se qui piove. Nella vita occorre un bel po’ d’immaginazione.

  26. Grazie per i saluti primaverili. Qui insieme ai profumi si mescolano le allergie. Perchè gli allergeni fanno sempre più da padroni? Siamo diventati più fragili noi o più forti loro?
    E la burocrazia maggiolina che incalza mi accentua la mia già esasperata allergia alla carta stampata da compilare, da decodificare tra mille cavilli e pareri discordi.
    Dove lo trovo un aerosol di buonumore? Una boccata d’ossigeno la tiro qui su questo blog, ma spesso è come spalacare una porta alla svelta per poi richiuderla subito prima che la sbatacchi il vento, anzi la fretta travestita da vento. Gli antistaminici fanno dare i numeri? Forse ho scoperto un altro effetto collaterale dovrei avvertire la casa farmaceutica. Forse sarebbe meglio indire una conferenza scientifica sull’ “acarus burocraticus”.
    Forse è proprio l’ora che vada a dormire.
    A domani. Buona notte a tutti quanti.

  27. In attesa che il forno faccia il suo lavoro, il mio è già stato fatto, sono qui con voi senza voi, ma fa lo stesso perchè ho in animo che prima o poi arriverete.
    Quel che vi voglio raccontare sono cose che ho appreso di recente e mi hanno dato da pensare.
    Per prima cosa ho letto che alcuni pedagogisti, in alcuni Paesi europei, sconsigliano alle nuove generazioni le favole di “Biancaneve e i sette nani” e ” Cenerentola” accusate di essere sessiste e maschiliste, di formare future donne troppo sognatrici, sottomesse, prive d’ambizione, addirittura inette e pronte ad accettare passivamente le risorse del maschio che le liberi dai problemi. In contropartita s’inventano favole con personaggi più moderni e arditi, dove le donne rivestono ruoli di grande spicco. Mah! Questo è tutto il mio commento! Non oso aggiungere altro perchè so che prenderei un filone così lungo da non smettere più. In quel “mah!” comunque credo sia chiaro che la faccenda è a dir poco dubbiosa oltre che esagerata.
    Seconda cosa, ho avuto il sentore che ci si stia avviando alla morte del libro. Libro inteso come qualcosa che dall’invenzione della stampa ad oggi è stato fatto di carta con le pagine e la copertina. Immagino fra cent’anni, i miei pronipoti, se la discendenza mi permetterà d’averne, tutti belli imbranati a tentare di girare le pagine in un museo del libro. Loro dita così abili a premere e a digitare diventate inesperte al maneggiamento dei fogli di carta. La loro ipotetica bis bisnonna “gutenbergiana” li osserverà dall’alto dei cieli, se i cieli l’avranno accolta, con infinito amore per quella geniale “stirpe digitale” ricordandosi il giorno che prese coscienza della circolare ministeriale n. 23 in materia d’adozione dei libri di testo dove si legge tra l’altro: “è possibile (ancora per quest’anno) adottare testi sia in versione tradizionale (a stampa) che in versione online, scaricabile in tutto o in parte da internet.”
    In attesa di future circolari che dicano di abolire del tutto i libri di testo, ma predisporre computer portatili per ogni alunno, mi godo questi ultimi stralci d’epoca libraria dove ancora si celebra la fiera del libro di Torino e l’appuntamento è dal 13 al 17 di questo mese.
    Accidenti quanto ho scritto! Sarà la fame di cibo tramutata in fame di parole. Il forno ha suonato, vado. Alla prossima. Buona giornata.

  28. A volte,Tosca, comincio a pensare che questi argomenti che generosamente e puntualmente ci proponi potrebbero collocarsi tanto bene – e certamente meglio valorizzati e condivisi – in belle chiacchierate vis a vis, magari attorno ad un tavolo, con una bella bottiglia di un vostro magnifico vino (bibite per astemi, naturalmente) e qualche altrettanto vostro magnifico dolce o vassoio di pistacchi. Il mondo virtuale sarà bello, sarà moderno,ricco e funzionale ma -vivaddìo – neppure con gli occhialini 3D può assomigliare alla realtà, al suo gusto, al suo sapore e alla sua voce. Circa le favole di Biancaneve e Cenerentola anch’io commento con un “mah”, astenendomi fa commenti più “fioriti”. Poi mi consolo pensando che questa generazione così furba, così moderna, disincantata, acculturata e “risolta”, pur stracciandosi le vesti con disdegno e orrore alla presenza delle vecchie e retrive Cenerentole e Biancanevi, facilmente si nutre poi di altre “favole” e di altri miti: gossip, “isole dei famosi” e varie epopee politico- scandalistiche, nuove Iliadi con nuove divinità offese e “ire funeste” di eroi e eroine del XXI secolo! Buona serata e buona cena.

  29. Lo so Raffaele che vis a vis magari le chiacchierate sono più interessanti, così diventano asettiche mancando l’espressione del volto ed il tono della voce, che si può solo immaginare come quando si legge un libro. Diventano anche più concise e controllate, la scrittura per quanto si voglia non ha la fluenza della parola orale e neanche l’istintività. Accontentiamoci del benificio di superare le distanze e di ritrovarci secondo le proprie esigenze al di là di strade da percorrere e d’orari d’appuntamento da rispettare. Una volta era così come dici tu, si andava nelle case degli amici e dei vicini e si facevano delle belle chiacchierate condividendo anche cose buone da mangiare e bere. Una volta, tanto tempo fa, ricordi d’infanzia. Poi via via è diventato sempre più raro, ora appare quasi impossibile, mentre prende sempre più il sopravvento questo nuovo giocattolo in rete. No, non è la stessa cosa, ma se non ci fosse neanche questo che faremmo? Toreneremmo forse alle vecchie abitudini con i ritmi frenetici che ha preso questa vita? Nel correre tutti da una parte e dall’altra non ci s’incontra più di presenza, siamo tutti treni che vanno su binari diversi e per fortuna ( o per disgrazia, chi lo sa?) abbiamo imparato a scorrere su rotaie virtuali.

  30. Ma sì, accontentiamoci. L’importante è non assuefarsi, finendo involontariamente, o meno, per trasmigrare con buona parte del proprio tempo esistenziale, della propria materia grigia, libido e anima in queste dimensioni Avatar. Tra un buon bicchiere di vino ai pasti principali e un bottiglione e più al giorno c’è una precisa differenza. Buona giornata a te e a tutta la classe.

  31. Buongiorno amici, quel che è successo per le favole di Biancaneve e Cenerentola non è un fatto nuovo ma un episodio simile avvenne una ventina d’anni fa e sempre per via di alcuni pedagogisti scandinavi ( svedesi allora), per la favola di Cappuccetto rosso e per i films del buon Antonio De Curtis in arte Totò. La prima fu oggetto di critica perchè considerata violenta e di addirittura “possibile lettura in chiave pedofila” e gli altri, le pellicole del noto comico napolitano, furono additati come diseducativi ed inneggianti alla furbizia truffaldina. Non so, non è materia mia, su quali criteri si basino i pedagogisti ma io credo, da ignorante in merito, che si stia esagerando. Che si stia esagerando ed anche troppo io parlerei forse di abuso anzi di sopruso, è in quello che riguarda la seconda questione che ha posto Tosca. E’ evidente, anzi è tangibile e palese. Ma vedi ormai la cultura ed i suoi mezzi di diffusione scuola in primis, sono considerati dall’attuale classe dirigente solo degli elementi su cui applicare la legge del profitto. La scuola così viene trasformata in un’ipotetica azienda su cui imporre ed espletare le leggi del mercato e dell’economia. Succede così che si cancellino pagine di storia, si occultino verità falsandone e artefacendone i contenuti; si impongono idee costritte, bavagliando il contraddittorio con metodi scientificamente dittatoriali. Quel ch’è è peggio é che la massa vive in uno stato di torpore ed accetta passivamente ed apaticamente tutto, come a seguire le “istruzioni per l’uso” di un prodotto preconfezionato.

  32. Ciao Giuseppe e ciao Raffaele auguro anche a voi un buon weekend, ma magari ci risente in questi giorni.
    Nel frattempo vi lascio questo video con la riflessione sull’importante ruolo del padre all’interno della famiglia.

  33. E dopo la figura del padre, ricordiamoci domani quella della madre, soprattutto perchè ricorre “La festa della mamma”.

    BUONA DOMENICA A TUTTI, IN PARTICOLAR MODO ALLE MAMME!

  34. Le origini della festa della mamma
    Una mamma molto festeggiata nell’antichità era Rhea, sposa di Crono e madre degli dei greci.
    A causa di una profezia, Crono temeva di essere un giorno spodestato da suo figlio. Per impedire alla profezia di avverarsi, ingoiava tutti i figli che Rhea partoriva.
    Questi non morivano, perchè gli dei sono immortali, ma rimanevano imprigionati nelle fauci di Crono.
    Disperata e incinta Rhea decise di nascondersi in una caverna del monte Ida nell’isola di Creta, dove dette alla luce in gran segreto Zeus.
    Quando tornò da Crono gli portò un fagottino contenente una pietra, che Crono ingoiò pensando fosse suo figlio!
    I Greci dedicavano a Rhea un giorno di festeggiamenti ogni anno.
    Il culto di Rhea si diffuse anche in Asia minore e tra i Romani, che la chiamarono Cibele.
    Cibele era ritenuta la madre di Giove, Giunone, Nettuno, Cerere e Plutone.

    Era la personificazione della Madre Terra, protettrice della vegetazione e dell’agricoltura e veniva raffigurata come una matrona seduta in trono fra due leoni.
    Nel mese di maggio i Romani dedicavano un’intera settimana di festeggiameni, detta “Floralia”, a Cibele, alla primavera e ai fiori.

    Come tutte le feste pagane, esse si fusero con le celebrazioni cristiane e Maria, madre di Gesù, divenne presto un importante oggetto di culto.
    La sostituzione del culto di Cibele con il culto della Madonna sembra sia avvenuto fin dalla nascita della chiesa cristiana e non a caso oggi il mese dedicato a Maria è proprio il mese di maggio.
    In Inghilterra fin dal 1600 si festeggia il “Mothering Sunday” o domenica della mamma la quarta domenica di Quaresima: è una data che cambia ogni anno, ma cade sempre in marzo.
    Le origini del Mothering Sunday sono legate al fatto che a quell’epoca molti appartenenti alle classi più povere lavoravano come servitori per le famiglie ricche e nobili.
    Spesso essi vivevano nelle case dei loro padroni: durante il Mothering Sunday avevano un giorno libero per tornare a casa e passare un po’ di tempo con le loro madri.
    Spesso si preparava un dolce speciale, chiamato mothering cake.

    Nel 1914 gli Stati Uniti istituirono la “Giornata nazionale della mamma” su proposta di Anna M. Jarvis (1864-1948). Anna era molto legata alla madre, un’insegnante della Andrews Methodist Church di Grafton, nel West Virginia.

    Quando la madre morì, lasciandola sola con la sorella cieca Elsinore, Anna cominciò a scrivere lettere a persone influenti, come ministri, uomini d’affari e membri del Congresso perchè venisse celebrata una festa nazionale dedicata alle madri, in modo che tutti i figli potessero dimostrare attenzione e affetto alla propria mamma mentre questa era ancora viva.
    Grazie ai suoi sforzi, la prima Festa della mamma fu festeggiata a Grafton e l’anno dopo a Filadelfia: era il 10 maggio 1908.
    Anna Jarvis scelse come simbolo di questa festa il garofano, fiore preferito dalla madre: rosso per le mamme in vita, bianco per le mamme scomparse.
    La campagna di Anna Jarvis e dei suoi sostenitori continuò finchè nel 1911 il Mother’s Day fu celebrato in quasi ogni stato dell’Unione.
    Nel 1914 il presidente americano Woodrow Wilson decretò il Mother’s Day festa nazionale, che doveva tenersi ogni anno nella seconda domenica di maggio.
    Oltre agli Stati Uniti questa data è stata adottata da Danimarca, Finlandia, Turchia, Australia e Belgio.
    In Norvegia viene celebrata la seconda domenica di febbraio, in Argentina la seconda di ottobre; in Francia la festa della mamma cade l’ultima domenica di maggio ed è celebrata come compleanno della famiglia.
    In Italia la Festa della mamma si festeggia la seconda domenica di maggio, come negli Stati Uniti.

    I simboli di questa festa sono il rosso, il cuore e la rosa, che più di ogni altro fiore rappresenta l’amore e la bellezza e sa testimoniare l’affetto e la riconoscenza dei figli.
    Oltre ai fiori anche i cioccolatini e i profumi sono un regalo classico per la Festa della mamma!

  35. Poesie

    Che cos’è la Mamma?

    Che cos’è la Mamma?
    Chi lo può mai dire?
    La Mamma per il bimbo è come il cielo:
    un gran giardino azzurro dove
    fiorire vedi le stelle dal lucente stelo.
    La Mamma è il fuoco che gli dà calore,
    è sollievo nel male e nel dolore…
    Per il bimbo la Mamma è il paradiso,
    pieno di grazia, cosparso d’ogni bene;
    esso è il braccio di Dio che lo sostiene,
    e che porta verso la salute!!
    Sei tutto questo Mamma per me,
    ed oggi il mio cuore canta:
    “Auguri; Auguri anche a te!”

    Le mamme

    Le fate esistono ancora,
    ma non vivono in un luogo d’incanto
    ci sono molto vicine, son le mamme,
    le mamme soltanto.
    Non hanno capelli di sole
    non son vestite di luna
    eppure ognuna risplende
    d’amore e di bontà:
    ha una bacchetta magica
    che tanti miracoli fa.

    LA MADRE

    E il cuore quando d’un ultimo battito
    Avrà fatto cadere il muro d’ombra
    Per condurmi,
    Madre, sino al Signore,
    Come una volta mi darai la mano.

    In ginocchio, decisa,
    Sarai una statua davanti all’Eterno,
    Come già ti vedeva
    Quando eri ancora in vita.

    Alzerai tremante le vecchie braccia,
    Come quando spirasti
    Dicendo: Mio Dio, eccomi.

    E solo quando m’avrà perdonato,
    Ti verrà desiderio di guardarmi.

    Ricorderai d’avermi atteso tanto,
    e avrai negli occhi un rapido sospiro.

    Giuseppe Ungaretti

    “… Don… don e mi dicono Dormi!
    Mi cantano Dormi! Sussurrano
    Dormi! Bisbigliano Dormi!
    Là, voci di tenebra azzurra…
    Mi sembrano canti di culla,
    che fanno ch’io torni com’era…
    sentivo mia madre… poi nulla
    sul far della sera”

    Giovanni Pascoli

    “… Come non è che sera,
    madre, d ‘un solo dì ?
    Me la miravo accanto
    esile sì, ma bella:
    pallida sì, ma tanto
    giovane! una sorella!
    bionda così com’era
    quando da noi partì.”

    Giovanni Pascoli

    LETTERA ALLA MADRE di Salvatore Quasimodo

    “Mater dolcissima, ora scendono le nebbie, il Naviglio urta confusamente sulle dighe, gli alberi si gonfiano d’acqua, bruciano di neve; non sono triste nel Nord: non sono in pace con me, ma non aspetto perdono da nessuno, molti mi devono lacrime da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi come tutte le madri dei poeti, povera e giusta nella misura d’amore per i figli lontani. Oggi sono io che ti scrivo.” – Finalmente, dirai, due parole di quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto e alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuore lo uccideranno un giorno in qualche luogo. – “Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo di treni lenti che portavano mandorle e arance, alla foce dell’Imera, il fiume pieno di gazze, di sale, d’eucalyptus. Ma ora ti ringrazio, questo voglio, ell’ironia che hai messo sul mio labbro, mite come la tua. Quel sorriso m’ha salvato da pianti e da dolori. E non importa se ora ho qualche lacrima per te, per tutti quelli che come te aspettano, e non sanno che cosa. Ah, gentile morte, non toccare l’orologio in cucina che batte sopra il muro tutta la mia infanzia è passata sullo smalto del suo quadrante, su quei fiori dipinti: non toccare le mani, il cuore dei vecchi. Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà, morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima mater.”

  36. Una buona settimana a tutti voi, e un buon meteo – auguriamoci – compreso. Qui la stagione è assai poco clemente: il sereno è raro, il tempo è molto variabile, spesso nuvoloso con pioggia e umidità alle stelle.Dopo un inverno rigido, con tante precipitazioni nevose, la primavera sembra volerci regalare ancora maltempo.

  37. Buona sera amici una lombosciatalgia mi costringe alla quasi immobilità un saluto a voi tutti.

  38. Ciao a tutti. Un augurio speciale a Giuseppe affinchè guarisca al più presto.
    Stasera vi voglio comunicare la nascita di un nuovo libro di una persona persona speciale.

    “IL FEUDO DEL MARE” di Marinella Fiume – Rubbettino editore

    < Feudo del mare, una comunità e il suo "genio", la sindaca di quella inattesa primavera siciliana. L'illusorio ritorno alla normalità di una stagione breve, l'occasione perduta di recidere il fitto nodo di intrecci tra mafia e politica. Una storia di confine che conamina il racconto e la testimonianza, il saggio e il di...ario, l'inchiesta e il romanzo.>

    Eccovi il trailer

  39. Buongiorno amici, ancora soffro per i postumi del mal di schiena ma oggi sono al lavoro. interessante il booktrailer della signora Fiume, mi sa che dovrò comprare il libro. Ho letto qualcosa dell’autrice in ultimo ” Celeste Aida “, mi piace come la Fiume richiama in modo marcato la sicilianità e come mette a nudo le contradizzioni di una terra malgrado tutto “bella ed affascinante” .

  40. Grazie Raffaele per il cordiale saluto.
    Giuseppe, mi fa piacere che tu stia meglio. Di questa terra “bella e affascinante” come dici tu, sabato 15 maggio si celebrerà la prima giornata di festa regionale. Vi voglio far ascoltare l’imponente e suggestivo inno regionale del Maestro Vincenzo Spampinato:

    Che ve ne pare?

  41. Inno molto solenne, “ottocentesco” con uno stile vagamente sudamericano,in certi passaggi fortemente idealizzato e pomposo. Non so dirti se mi piace: sicuramente è interessante.
    P.S.
    Ho scritto questo commento mentre lo stavo ascoltando. E’ stata una sorpresa leggere il finale.

  42. Grazie Raffaele per aver espresso i tuoi commenti. Mi hai anche fatto venir voglia di tirare fuori i miei.
    A me sono molto piaciuti alcuni versi e il tono solenne della musica, che trovo appropriato in quanto “Inno”. Non mi piace invece il genere lirico, avrei preferito una versione canora meno enfatizzata. C’è una versione su you tube cantata dai bambini di una scuola, la ripresa audio non è ben riuscita, ma come tonalità trovo molto più accettabile quel coro infantile. Ogni gusto è gusto.

  43. Buonasera amici, io mi trovo d’accordo con Raffaele, con tutto il rispetto che nutro per Vincenzo Spampinato, l’inno non mi piace affatto. Trovo la composizione indotta ai contenuti, forzata e con richiami adulatori all’opera verdiana. Avrei preferito dello stesso autore ” E ci ni voli tempo ” che ben più si adatta forse, alle tematiche siciliane. Amo la mia terra e ne vivo quotidianamente le problematiche e per questo sono convinto che bisogna capire a fondo se eventi come ” La festa regionale” siano qualcosa che vanno oltre l’enfasi e la strumentalizzazione. Mi fermo qui non vorrei cadere in quella che io chiamo diatriba politica ed involontariamente venire meno alla giusta obiettività……

  44. Certamente. Tutti i gusti son gusti, come le pietanze. Alcune, dopo essere stati assaggiate, vengono garbatamente messe da parte.

  45. Ciao a tutti. Stasera vado a pensieri sparsi.
    Nella prima manciata ho una riflessione che facevo mentre guidavo tornando a casa dal lavoro. Perchè alle nuove generazioni dovrebbe interessare studiare? A noi dicevano che ci sarebbe servito nella vita, che più si sapeva meglio si potevano risolvere le problematiche, tirarsi fuori dagli impicci, crearsi un dignitoso avvenire, comprendere le dinamiche del mondo … La cultura ci ha fatto da sfondo mentale per ripescare informazioni, riadattarle, rielaborarle, estrapolarle… Ora i ragazzi non hanno bisogno di riempirsi il cervello, possono tenerselo vuoto o infarinarlo di frivolezze, tanto se poi non sanno qualcosa basta un click su Wikipedia, basta lanciare un S.O.S. su yahoo, trovare un link, un sito, maneggiare una calcolatrice, un traduttore simultaneo … Che se ne fanno della letteratura? Della filosofia? Dell’algebra … Me lo chiedo dal loro punto di vista, ma le risposte non funzionano perchè sono quelle del mio punto di vista.
    Nella seconda manciata ho il sospetto che si stia macchinando qualcosa per istupidire le masse. Se Leopardi soffriva di pessimismo cosmico, io invece ho la paranoia cosmica, ma per questo non passerò alla Storia.
    I pensieri sparsi sono come un’ubriacatura cerebrale, ma è bello liberarli di sera lasciando evaporare la stanchezza in scoppiettanti bollicine d’aria mentale.
    Buona notte con un pizzico di follia

  46. Piove! Si lava l’auto. S’innaffiano le piante. Utili capricci del tempo.

    A chi invece questa pioggia “non va giù” può sempre ricorrere ad un http://antihousewife.com/tag/veterans/ Teru Teru Bozu.

    Non è una formula magica, ma quasi. Si tratta di un pupazzetto di stoffa bianca, una sorta di fantasmino da appendere per scongiurare la pioggia e far tornare il sole. Teru in giapponese significa infatti “brillare”, sottintendendo il brillare del sole, mentre bozu è il bonzo, ossia il monaco buddista. E’ inoltre sinonimo di “testa rasata” e, siccome i bambini in Giappone portano spesso la testa rasata, per estensione può significare anche “bambino”. Immaginiamolo come una piccola divinità del sole.
    Il Teru Teru Bozu si prepara quando si desidera che il giorno dopo ci sia il sole. Perciò mettetevi di lena stanotte a farne tanti se per domani avevate in mente una scampagnata.

  47. Qui il tempo è piuttosto arruffato. Le nuvole sgomitano con il sole che cerca d’infiltrarsi. Il vento si mantiene neutrale spostando nembi di qua e di là, ma non facendo pulizia in cielo. Non piove, ma la minaccia non manca. Come 15 di maggio poteva andare senz’altro meglio.

  48. Una visita al faro. Uno sguardo alla solitudine del paesaggio. Una controllatina al caminetto (un po’ di legna, senza esagerare, un po’ di mantice sulla brace…) e una buona domenica a tutti voi…

  49. Bene. Vedo che il promontorio del faro è ancora deserto e silenzioso. Provvedo a controllare il caminetto: la brace c’è ancora, aggiungo un po’ di legna e ravvivo il fuoco. Stamane ho fatto un bel giro in bici e ho scattato nuove foto che sto caricando ora su Panoramio.

  50. Ciao guardiano del faro, so quanto sia desolante passare e non trovare nessuno, ma l’attesa non è mai vana da queste parti. Se hai fatto un giro in bici e hai scattato le foto vuol dire che il tempo è stato clemente. Qui c’è stata una giornata luminosa anche se a tratti c’era un venticello che non prometteva niente di buono, con grinfie improvvise d’alternata temperatura pareva voler minacciare che se non ammazzava quanto meno ammalava. Per tenermelo buono lo inneggio con questa musica.

  51. Buongiorno amici, in questi giorni sono stato impegnato per la campagna dei referendum proposta dal forum “contro la privatizzazione dell’acqua “. In questa occasione ho avuto occasione di incontrare tanta gente e parlando con loro mi convinco sempre di più, di come ormai le persone siano sempre più distanti dalle problematiche sociali e di quanto il germe della sottocultura e del qualunquismo si stia espandendo sopratututto nei giovani. In questi ultimi tempi ciò che si era prefissato come scopo una certa parte di potere, si sta pienamente realizzando. L’obiettivo era distogliere le masse dai problemi reali propinando ricchezze virtuali e offuscandone la capacità di pensiero; amaramente devo ammettere che ormai l’andazzo é questo…. Ma tornando a noi, devo dire che la stagione è alquanto bizzara ed imprevedibile. E’ una primavera che stenta a manifestarsi in tutta la sua magnificenza e che pare abbia nostalgia dell’inverno. Può darsi che tale comportamento preluda invece ad un’estate torrida. Speriamo invece che il giusto equilibrio naturale si ristabilisca.

  52. Concordo Giuseppe e speriamo che gli equilibri si ristabiliscano in tutti i sensi.
    Simpatico il video da te inviato, Raffaele. Avevo già visto questa esibizione facendo un po’ di zapping ed imbattendomi in uno di quei soliti programmi d’esibizioni a tutto tondo, dove un tipo italiano metteva in atto “la perdita improvvisa della testa”. Ora però so dove era andato a scopiazzare.
    Oggi è una di quelle giornate dove prevale la fretta, devo scappare, ma prima vi lascio qualcosa di divertente proprio sulla fretta: “LA STORIA DEL MONDO PER CHI HA FRETTA”

  53. Buona giornata a tutta la classe! Non ho modo di vedere il video ora…vado troppo di fretta. Conto di ritornarci più tardi.

  54. Buonasera amici. E’ morto Edoardo Sanguineti persona di grande caratura morale oltre che di grande talento. Ho imparato ad apprezzarlo ai tempi dell’università quando leggevo gli scritti del “gruppo 63” di cui egli era personaggio di spicco. Una grande perdita nel modo della cultura.

  55. Io ho appena finito di vedere il film “Tristano e Isotta” e non ho più sonno. Mi ha fatto lo stesso effetto di quando conobbi la prima volta la storia tra i libri di scuola. Non sono io che non invecchio, sono le emozioni che restano giovani. E come allora mi rode non poter cambiare il finale.
    Buona notte.

  56. Alla buon’ora ho visto il video di Bozzetto. Ha il pregio di essere un breve e divertente apologo cabarettistico, alla maniera di Cochi e Renato. Di quest’ultimo vi propongo un monologo, non breve, ma – a mio parere – molto particolare e buffo.

  57. Qui cielo coperto e chiarore novembrino, stamattina andava un po’ meglio. Raffaele, è proprio buffo il monologo che hai proposto, ma a volte capita davvero di sentir discorrere più o meno in quel modo la gente.
    Buona serata a tutti quanti e facciamo il tifo per il sole di domani.

  58. Ciao amici, scusate l’assenza ma la scuola ha ormai assorbito del tutto la mia vita… non vedo l’ora che tutto finisca per avere un po’ di relax!!!
    Chi di voi invece può aiutarmi? Cerco il copione o di GREASE o di SATURDAY NIGHT FEVER o HIGH SCHOOL MUSICAL dove posso cercare? Ho cercato ma non ho trovato. Qualche consiglio in merito? Grazie

  59. Bentornata,Daniela! Buona giornata a te, a Tosca, a Giuseppe e… temo che i compagni di classe siano tutti qui.

  60. Ciao Giuseppe, grazieeeeeeeeeeeeeee!!!! Sei mitico!!!!!!
    Ti dedico questa canzone che io amo tanto: Grande, grande -Mina

  61. Una buona giornata anche a te Raffaele, e tanto per essere solidali con te per il tempo metereologico, ti dico che oggi sembra una giornata tipica di un autunno inoltrato… come si dice” mal comune mezzo gaudio”.

  62. Ciao Daniela, ben tornata. Fortuanata che hai avuto un suggerimento da Giuseppe, io non avrei saputo aiutarti. Sono piuttosto in tilt pure io e ho anche dei guai con il PC. Non mi arriva la posta elettronica, il blog non mi riconosce come amministratrice e mi tocca entrare come voi tutti. Chi potrebbe aiutarmi al momento è pieno di da fare. Ma possibile che siamo tutti ammattiti dietro a tante di quelle cose da non venirne più a capo?
    Qualcuno o qualcosa avrà fatto pure spaventare la primavera, stava arrivando tutta baldanzosa, c’è stato un via vai d’armadi e cassetti e roba leggera da stirare. E poi? Dientro front! State a vedere che si sarà accorta d’avere troppo da fare anche lei, ha rifatto i bagagli lasciando all’inverno un biglietto: “Pensaci tu che io sono stufa, per quest’anno non ne ho voglia, non so ancora che decidere per il prossimo”.
    Buona notte Daniela, Buona notte Raffaele, Buona notte Giuseppe. Sì siamo i soliti quattro gatti, ma penso felicissimi di continuare ad approdare su quest’isola.
    A domani!

  63. Buongiorno amici oggi un forte vento aggiunge ancora un pò di negatività a questa martoriata primavera. Tosca se ti consola posso dirti che anch’io sto avendo dei problemi col web. Su fb, non mi fa postare le note o se li posta le ripete tante volte, sui blog ho difficoltà ad entrare e s’inceppa continuamente, credo che più che il computer sia la rete a non essere ottimale.

  64. Quattro gatti d’una razza speciale che non si estingue, quattro gatti con le “antenne” che comunicano in maniera straordinaria. Ma lo sai Raffaele che questo video lo stavo postando io qualche giorno fa e poi avevo deciso di aspettare il momento adatto? Sarà difficile credere che è andata proprio così, però io sono molto contenta quando mi accorgo che quel che piace a me piace anche a qualcuno di voi.
    E poi, sempre a proposito di gatti, i gatti sono speciali perchè tornano sempre.

    Old Mister Johnson had troubles of his own
    He had a yellow cat which wouldn’t leave its home;
    He tried and he tried to give the cat away,
    He gave it to a man goin’ far, far away.
    But the cat came back the very next day,
    The cat came back, we thought he was a goner
    But the cat came back; it just couldn’t stay away.
    Away, away, yea, yea, yea

    The man around the corner swore he’d kill the cat on sight,
    He loaded up his shotgun with nails and dynamite;
    He waited and he waited for the cat to come around,
    Ninety seven pieces of the man is all they found.

    He gave it to a little boy with a dollar note,
    Told him for to take it up the river in a boat;
    They tied a rope around its neck, it must have weighed a pound
    Now they drag the river for a little boy that’s drowned.

    He gave it to a man going up in a balloon,
    He told him for to take it to the man in the moon;
    The balloon came down about ninety miles away,
    Where he is now, well I dare not say.

    He gave it to a man going way out West,
    Told him for to take it to the one he loved the best;
    First the train hit the curve, then it jumped the rail,
    Not a soul was left behind to tell the gruesome tale.

    The cat it had some company one night out in the yard,
    Someone threw a boot-jack, and they threw it mighty hard;
    It caught the cat behind the ear, she thought it rather slight,
    When along came a brick-bat and knocked the cat out of sight

    Away across the ocean they did send the cat at last,
    Vessel only out a day and making water fast;
    People all began to pray, the boat began to toss,
    A great big gust of wind came by and every soul was lost.

    On a telegraph wire, sparrows sitting in a bunch,
    The cat was feeling hungry, thought she’d like ’em for a lunch;
    Climbing softly up the pole, and when she reached the top,
    Put her foot upon the electric wire, which tied her in a knot.

    The cat was a possessor of a family of its own,
    With seven little kittens till there came a cyclone;
    Blew the houses all apart and tossed the cat around,
    The air was full of kittens, and not a one was ever found.

    The atom bomb fell just the other day,
    The H-Bomb fell in the very same way;
    Russia went, England went, and then the U.S.A.
    The human race was finished without a chance to pray.

    whopping l vecchio Signor Johnson aveva i suoi problemi
    Aveva una gatta gialla che non voleva lasciare la sua casa;
    Provò e provò a dare via la gatta,
    La diede a un uomo che andava lontano lontano.
    Ma la gatta tornò proprio il giorno dopo,
    La gatta tornò, pensavamo che fosse “finita”
    Ma la gatta tornò, proprio non riusciva a stare lontano.
    Via, via, sì, sì, sì

    L’uomo dietro l’angolo, giurò che avrebbe ucciso la gatta non appena l’avesse vista,
    Caricò il suo fucile con chiodi e dinamite;
    Aspettò e attese che la gatta si mostrasse,
    Novanta sette pezzi dell’uomo fu tutto ciò che si trovò.

    La diede a un bambino con un biglietto da un dollaro,
    Gli disse di portarla in barca sul fiume;
    Le legarono una corda intorno al collo, doveva pesare una libbra
    Ora dragano il fiume per cercare il bambino che è annegato.

    La diede ad un uomo che andava in mongolfiera,
    Gli disse di portarla all’uomo che sta sulla luna;
    La mongolfiera atterrò a circa novanta miglia di distanza,
    Dove si trova ora (l’uomo), non saprei dire.

    La diede ad un uomo che andava lontano all’Ovest,
    Gli disse di portarla a chi amava di più;
    Prima il treno prese male la curva, poi uscì dai binari,
    Non rimase anima viva per raccontare l’orribile storia.

    La gatta ebbe compagnia una notte fuori nel cortile,
    Qualcuno tirò un calzastivali, e lo lanciò con molta forza;
    Colpì la gatta dietro l’orecchio, lei pensava che il colpo fosse piuttosto lieve,
    Quando arrivò un pezzo di mattone e lanciò la gatta fuori dalla vista.

    Infine mandarono la gatta al di là dell’oceano
    La nave navigò solo un giorno imbarcando acqua velocemente;
    Tutta la gente si mise a pregare, la barca cominciò a ballare,
    Arrivò una fortissima raffica di vento e non si salvò nessuno.

    C’era uno stormo di passeri su un filo del telegrafo
    La gatta era affamata, e pensò che li avrebbe graditi per pranzo
    Scalando silenziosamente il palo, raggiunse la cima e
    Mise un piede sul filo elettrico, che la legò in un nodo.

    La gatta aveva una sua famiglia
    di sette gattini finché arrivò un ciclone;
    Soffiò via le case in pezzi e sballottò la gatta qui e là,
    L’aria era piena di gattini, e non se ne trovò più nemmeno uno.

    Una bomba atomica cadde proprio l’altro giorno,
    nello stesso giorno cadde anche una bomba H;
    La Russia sparì, l’Inghilterra sparì , e poi gli U.S.A.
    La razza umana era morta, senza alcuna possibilità di pregare.

  65. Ciao Giuseppe, il mio PC oggi funziona, spero che anche tu abbia risolto i problemi. Anche la tecnologia ha i suoi umori, come il tempo atmosferico del resto. C’è la montagna tutta piena di neve!

  66. Buongiorno amici oggi finalmente giornata di “autentica primavera” . Ciao Tosca, no ul mio ancora fa le bizze. ma ti assicuro che è la rete.

  67. Miaoooo! ooo! oh che fate di bello!
    Io guardo attraverso il vetro della finestra:
    Un cielo azzurro con qualche batuffolo bianco qua e là. Uno stormo di rondini sfreccia in formazione acrobatica. Il mare è striato in tutti i toni del tuchino. Le tenere cime degli alberi dondolano al ritmo della musica del vento, loro la sentono scorrere dentro la linfa, noi possiamo solo immaginarla quando le nostre orecchie non la percepiscono. Passa tra le tinte bluastre il bianco d’una nave da crociera. Le tegole rosse dei tetti luccicano al sole e fanno da base di atterraggio ai volatili.
    I miei pensieri decollano pigri, non ce la fanno a star dietro a quel che gli occhi catturano. Non so se è noia o pace, sono talmente disabituata alle soste e ai ritmi lenti che ho perso il modo di ricavarne piacere. Mi rimane il gusto di assemblare parole cercando di dar loro la forma delle idee mentre assaporo l’attimo di pace così fragile e leggero, pronto a rompersi come bolla di sapone.
    E già in un “plop” se n’è andato. Mi tocca spegnere computer, fantasia, quiete.

    Buona giornata a tutti voi.

  68. Ciao a tutti, sono ritornata. Prima d’andare a dormire ho avuto voglia di passare di qui. Non c’è nessuno. O chi lo sa, magari ci sono in tanti, nascosti nel buio dell’anonimato. Si pensi quel che si vuole.
    Sono tornata perchè mi sono venuti in mente i babau dell’infanzia, chissà perchè. Non certo per spaventarmi ormai sono io che spavento loro con la razionalità che li disintegra. Forse ci sono solo per rallegrarmi e farmi sorridere. Sì perchè ora vedo il linchetto e la marabecca che s’azzuffano in una maniera che non c’è modo di dividerli. Si contendono la vittoria sulle paure infantili. Il linchetto parla con il verso della lucchesia, è tutto vestito di verde, si diverte ad arruffare i capelli, sollevare le lenzuola, spostare gli oggetti dalla camera. La marabecca risponde dal fondo della cisterna a tutte le voci che vi si affacciano. Risponde con voce di vecchia catanese e poi di notte arriva e ti tira per i piedi se non ce l’ha fatta di giorno a tirarti dentro la cisterna. Ora linchetto e marabecca sono in pensione, difficile che qualche bambino o bambina se li ritrovi, che qualche adulto se li ricordi, che qualche anziano li possa menzionare. Ancor più difficile che qualcuno li abbia conosciuti tutti e due e si sia spaventato il doppio. Ancor ancor più difficile che per non spaventarsi più li abbia messi l’uno contro l’altro per star a vedere chi scappava prima.

    E i vostri babau che fine hanno fatto?

    Buona notte.

  69. Nel caso non riusciste a prendere sonno leggete questa storiella.

    I LINCHETTI

    Magia. Gioco. Favola. Amore. Chi di noi, nei propri sogni di bambino, non ha sperato di trovare un giorno un luogo fatato, pieno di colori, di alberi parlanti, di dolci fatine che ci sussurravano parole di speranza? Un luogo dove la fantasia è la sua Regina e bambini e grandi si tengono per mano, imparando gli uni dagli altri. Un posto magico e irraggiungibile, reale solo nel mondo dei bambini ma irrealizzabile qui in Terra? Nulla è impossibile se anche un solo uomo vi crede con convinzione.
    I linchetti vivono nelle lande della Toscana, soprattutto in Lucchesia e nella Garfagnana, ma non è difficile trovarli in altri posti data la loro velocità di spostamento. Sono alti circa 40-50 cm, con orecchie lunghe e appuntite e occhi che assomigliano a due piccoli carboni, fluorescenti al buio.
    Sul capo hanno il berretto rosso e generalmente portano una mantellina scura.
    Di giorno camminano tranquilli per i boschi, mentre al calar del sole cominciano a pensare alle monellate da combinare, ma generalmente i loro scherzi non sono troppo pesanti. Sono piccoli folletti maliziosi e dispettosi, molto popolari specialmente in campagna e sui monti, ed escono in prevalenza solo di notte in cerca di nuove “vittime” per i loro scherzi.
    Spesso si nascondono nei tini al tempo della vendemmia, arricciano i crini ai cavalli e si prendono il gusto di bussare la notte alla porta di quelli che dormono, spingendo alle volte lo scherzo al punto di entrare nella camera da letto e di buttare per terra le lenzuola o di mettersi a sedere sul petto dell’ignaro dormiente, impedendogli di respirare. In questo caso bisogna levarsi e andare a mangiare in un cantuccio un poco di pane e di formaggio facendo al tempo stesso i propri bisogni e pronunciando la frase: “alla faccia del Linchetto mangio e caco ‘sto cacetto”.
    Pare che il Folletto, di fronte a un simile oltraggio, se ne vada via offeso e sdegnato proferendo insulti e minacce di ritorsione verso l’incauto. I linchetti possiedono dei poteri particolari come apparire, scomparire, spiccare grandi balzi e sono così cocciuti da fare quasi spavento!
    Adorano i bambini e detestano le vecchiette. Ma in modo particolare amano fare scherzi alle giovani spose, nascondendo gli oggetti alla vista o spostandoli nei luoghi più impensati. Il Linchetto vive spesso vicino alle case dei contadini o alle stalle dove sono custoditi gli animali della fattoria; il suo animo dispettoso lo porta a fare complicate trecce alle criniere dei cavalli e alle chiome delle belle ragazze. Può rubare il mangime alle mucche nelle stalle, magari per darlo ad un altra mucca che resta loro più simpatica.
    I linchetti solitari prendono dimora nei boschi, prediligendo quelli di castagno e di faggio; si scelgono un albero di loro gradimento e vi costruiscono la propria abitazione, con soluzioni tecniche a dir poco fantasiose. Altri sono molto socievoli e tengono volentieri compagnia alle persone che prediligono, tempestando di scherzi gli abitanti della casa dove prendono dimora: nascondono o spostano gli oggetti, provocano inspiegabili rumori.
    Non amano farsi notare ed è quindi difficilissimo vederli. Per questo motivo le immagini riguardanti il Linchetto sono variegate; l’unica cosa della quale si può esser certi è che il suo cappello sia rosso.
    Se si è presi di mira dal Linchetto c’è solo da sperare di essergli simpatici altrimenti non ci lascerà in pace tanto facilmente e saremo oggetto delle sue “attenzioni” dispettose sino a che non riusciremo a cacciarlo via. Per tenere lontano un Linchetto gli anziani ci insegnano che è opportuno appendere alla porta di ingresso della propria casa o della stalla un ramo di ginepro.
    Per qualche misterioso disegno il Linchetto si sente in obbligo di contare le innumerevoli bacche del ginepro prima di oltrepassare quella soglia, ma si stanca subito di contare e abbandona quindi il suo disegno dispettoso fuggendosene via.

    tratta da: http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.rifugiosarzana.it/immagini/linchetto1.gif&imgrefurl=http://www.rifugiosarzana.it/linchetto.html&h=250&w=212&sz=5&tbnid=FNkz4d_czXk0nM:&tbnh=111&tbnw=94&prev=/images%3Fq%3Dlinchetto&hl=it&usg=___J858uloDGszO0SHw9QhKt21Ki0=&ei=Qpn5S8fIIIz7_Aael_zNAw&sa=X&oi=image_result&resnum=3&ct=image&ved=0CB0Q9QEwAg

  70. Ci metto anche un approfondimento.

    “Particolarmente ricercata sul piano linguistico Marabecca, in cui lo sporgersi dentro la cisterna diventa l’affacciarsi sul mondo degli adulti, sull’orrido dal quale la fanciullezza è protetta.
    E la cisterna diventa anche metafora dello scrutare se stessi, il fondo di noi, dove a volte si nasconde nel buio ciò che sconosciamo.”

    ( tratto da “IENNUVINENNU” (ANDANDO VENENDO: modo di dire siciliano) poesie di ALFIO PATTI.
    http://gabriellarossitto.wordpress.com/tag/jennuvinennu/

  71. Passo di corsa per un saluto e un augurio di buona settimana prima di riprendere il tran tran. Ho visto che ci sono diverse interessanti proposte di lettura da parte di Tosca, sul linchetto e marabecca. Vedrò di ritornare appena posso per approfondire.

  72. Buongiorno amici, mi rallegra il post dei linketti di Tosca leggendolo, tornavo indietro col tempo quando mia nonna nei pomeriggi d’inverno per tenerci buoni a casa, ci raccontava davanti alla “conca” (intorno al braciere) favole di follette e fate e di boschi incantati. I boscchi di mia nonna divenivano le vicine campagne di casa ed le fate ed i folletti erano perlopiù plasmati a somiglianza di qualche persona che realmente esisteva ma che il comportamento “bizzaro” od anticomformista li collocava a nostri occhi, come persone magiche, speciali. Mi ricordo ad esempio che vicino casa dei nonni c’era un ponte ad arco bellissimo, che pernetteva di traversare il “vallone” che altro non era che un torrente a secco ma in attivtà quando le pioggie erano copiose; ebbene si raccontava che sotto il ponte vivesse un fuddrittu (folletto) con il beretto rosso e chiunque fosse riuscito ad impronirsi del suo copricapo sarebbe diventato ricco. Così con questa leggenda si giustificò l’improvvisa ricchezza di un signore che invece. pare. fece fortuna in altro modo forse con il contrabbando con gli alleati. Ogni cosa strana che avveniva nei paraggi del ponte era sempre imputata al

  73. Scusate improvvisamente mi è impazzito il pc: è partito il post mentre scrivevo. Scusate per gli errori di sopra. Chiudo il post precedente: ogni cosa strana era imputata al folletto, da parte di noi ragazzi. Per mia nonna invece come sopra accennavo, non so perchè, c’erano solo follette e non folletti, lei preferiva sempre dare alla magia un tocco di femminilità. Comunque per noi bambini, quelle storie erano usate a seconda dello scopo che la nonna si prefiggeva, quindi le “creature magiche” divenivano in base alle evenienze ora buone ora meno buone, ma mai cattive.

  74. Molto interessante la storia e i significati dei linchetti, marabecche e fuddriddi. Dalle mie parti, specialmente in campagna e alcuni decenni orsono (oggi sempre più di rado), non era infrequente sentir raccontare storie di esseri fantastici e apparizioni misteriose. Specialmente diffusa era la credenza che in alcune zone “ci si sentisse” e “ci si vedesse”, un curioso giro di parole per descrivere rumori, suoni o voci e apparizioni soprannaturali. Ricordo che una mia vecchia vicina di casa mi raccontava storie e aneddoti della sua gioventù vissuta in una frazione di campagna. Mi sono ispirato ad una di queste per scrivere un capitolo del mio libro “Tra la Pietramora e Monte Mauro”.Trovo che questi esseri magici di origine popolare siano molto più interessanti e genuini delle americanate di Halloween e della scopiazzatura dei “boschi dei nanetti” che ormai sono diffusi in tutt’Italia, come i prodotti e specialità regionali in tutti i supermarket. Un’eccezione forse è Bagno di Romagna, dove il “sentiero degli gnomi” non è una trovata dell’ultima ora,ma un’idea che comincia a stagionare e a saper di genuino. Cfr.: http://www.gnomomentino.it/

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