Le emozioni sono l’elevazione dell’essere. Frase troppo altisonante, ma di primo acchito mi è uscita così. Certo che senza emozioni saremmo piatti, fermi, inanimati. Le emozioni sono l’interruttore del nostro io. Forse questa frase esprime un po’ meglio il mio pensiero che fermenta e stenta a definirsi.
Se non si piangesse non si gusterebbe la risata,
se non si provasse la paura non si sperimenterebbe il coraggio,
se non avessimo la dimensione dell’odio non avremmo neanche quella dell’amore,
se non conoscessimo nervosismi vari non assaporeremmo la quiete.
Ecco che tra un “se” e l’altro si delinea il mio pensiero. Le emozioni, con le loro contraddizioni, determinano il nostro esistere oltre il biologico e al biologico danno energia, bilanciano l’energia, accendono e spengono l’energia. E’ proprio vero che siamo “un’ unità bio-pisichica” !
Allora mi va d’avviare questo thread sulle emozioni. Emozioniamoci!
Dimenticavo, benvenuti su questo mio blog rinnovato e speriamo che abbia finalmente un bel bunker antialieni. Chi è pratico di questo blog sa a cosa mi riferisco, chi arriva per la prima volta spero che non possa mai incontrare i cosiddetti alieni. Gli “alieni “ è un termine che usiamo in modo divertente per definire i vari spam che s’intrufolano superando le barriere difensive del sistema.
Ancora a tutti quanti
IO CHE TI PENSO DENTRO OGNI MIO PENSIERO
Io che ti penso dentro ogni mio pensiero
Tu che mi rispondi di mistero.
Io che ho bisogno di ogni tuo conforto
Tu che non puoi più approdare a questo porto.
Io che con la mente di parlo del mio tempo e i dei miei bisogni
Tu che forse lotti per entrare almeno dentro i miei sogni.
Io, tu
Il mondo che era ieri non è più.
Io, tu
Immensamente, intensamente tu.
Io che ti penso dentro ogni mio pensiero
Tu che mi rispondi di mistero.
Io, tu
Cielo e terra non s’incontrano quaggiù.
Ho un filo raro che ricuce l’orizzonte
Che tesse un nuovo ponte.
Io e tu
Io che non ti lascio andare via
Tu che continui a tenere la tua mano nella mia.
Io che ti penso dentro ogni mio pensiero
Tu che mi rispondi di mistero.
Tosca Pagliari
09/09/ 2012
Che bello che è questo blog dal volto nuovo e fresco come quello di un bambino!
EMOZIONACROSTICO
Emozionarsi è non
Morire dentro di sè.
Organizzarsi l’esistenza
Zitti zitti senza alcuna reticenza.
Ignorare le cose cattive e
Offrire al mondo pensieri positivi.
Niente e nessuno può fermare
Il grande entusiasmo che ci fa avanti andare!!
http://www.youtube.com/watch?v=uOgqpGgGBcY
…. dimenticavo di farti i miei più sentiti complimenti per questa tua emozionantissima poesia. Brava è il minimo che ti si possa dire!!!
Che emozione i tuoi commenti Daniela! Grazie e stupendo è il tuo acrostico!
L’Emozione è……
Emozione è… vedere il viso dolce di un bambino
che abbraccia il suo gattino.
Emozione è… vedere il volto di una mamma
che culla con amore il suo bimbo che
piange disperato sulla sua spalla.
Emozione è…sentire la dolce voce di chi ti ama
avvolgerti con parole che ognuno di noi brama!!
http://www.youtube.com/watch?v=NHOyYT5x50w
Molto tenera la poesia e molto bella la canzone! Grazie Daniela, ti auguro una buona giornata.
PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Che emozione i piccoli alunni ritovare
più alti, più abbronzati
ma sempre tanto amati!!!
Anche loro saranno emozionati?
Oppure saranno assonnati???
E’ difficile ricominciare
ma è il tempo di iniziare
un nuovo anno tutto da scoprire!
Auguri a chi doman s’appresta
insieme alle loro maestre far festa.
http://www.youtube.com/watch?v=DKviUxTR-sg
Già domani sarà una bella emozione oltre che un bell’impegno! Comunque sarà molto bello rivederli specialmente per me che ho rischiato di cambiare scuola, ma la burocrazia si emoziona poco.
Dimenticavo, sempre più tenere queste poesie di Daniela! Complimenti vivissimi cara Daniela!
Qui manca il guardiano del faro. Il blog è rinnovato, ma senza il “vecchio” guardiano del faro come si fa?
Due cose assolutamente opposte ci condizionano ugualmente: l’abitudine e la novità..
(Jean de La Bruyère )
Il guardiano del faro è sempre presente e vigile. Buona giornata.
L’emozione è il punto di incontro fra il corpo e la mente la quale veicola la rappresentazione mentale della realtà. (Federica Goia)
da: http://www.psymedisport.com/Articoli/LE%20EMOZIONI%20E%20LE%20LORO%20ORIGINI.html
Hai inviato un’ottima citazione. Complimenti guardiano del faro, non ti smentisci mai.
Emozione deriva dal latino “emovère” ( e-movère, muovere fuori, smuovere), richiamandoci l’idea di qualcosa che “viene fuori” (dal mondo interno, dall’intimo) e si rivela alla coscienza sia del soggetto. Un’esperienza molto dinamica e variegata, come tutti noi sappiamo, che ci rivela il “colore” della vita soggettiva e la sua saturazione. Buona giornata.
…dimenticavo il pensiero del mattino:
“Lode. Omaggio da noi reso a opere che somigliano alle nostre, ma naturalmente non le eguagliano”.
(Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911)
Tratto da: http://www.aforismario.it/aforismi-lode.htm dove è riportata una serie di aforismi veramente sapida e geniale.
Eccellenti contributi, Raffaele! Molto interessante anche il link sugli aforismi.
Prendiamoci qualche minuto di relax
CALEIDOSCOPICHE EMOZIONI
Evanescenti come bruma,
Ma talvolta dure come rocce,
Ostacolano il passo. Sottili
Zefiri accarezzano dell’anima
Il volto e dolci ne sciolgono
Ogni spigolosa asperità.
Nei sogni hanno dimora
Ineffabili misteri della vita.
(R.R., 15/09/2012)
.
Ma quant’è bello, questo non è un acrostico, è una poesia travestita da acrostico. Corro a mettere in archivio prima che mi dimentichi.
Io penso, Tosca, che l’acrostico debba essere sempre poesia, almeno nell’intento, e richieda un esercizio minimo di stile. Altrimenti è un’altra cosa, un esercizio ludico. Forse una prosa travestita da poesia. Grazie per l’apprezzato commento. Buon pomeriggio domenicale, vigilia del ritorno al travaglio usato.
ACROSTICO
Alle singole lettere dona
Corposità, svelandone
Rilevanza. Tessendone la trama,
Organizza strutture di pensieri.
Sviluppa in versi calibrati
Temi, argomenti e riflessioni.
Invitando il lettore gli segnala
Cripticamente e in forma manifesta
Ogni ispirazione dell’autore.
(R.R., 17/09/2012)
Andiamo bene! Si fa per dire. Mi sono accorta che sono spariti dei commenti.
In uno mi congratulavo con Raffaele per l’acrostico sull’acrostico. In un altro esponevo questo link http://www.amazon.it/Le-foto-salvate-Tosca-Pagliari/dp/8877281529
In un altro ancora Daniela si congratulava del mio link.
Sinceramente non so cosa sia accaduto, voglio pensare che io, spratica di questa nuova gestione del blog, abbia combinato qualche pasticcio.
Oggi guardavo un bambino, un bambino di sei anni. Lo guardavo come rideva, come parlava, come si muoveva. L’ho visto così nuovo, incontaminato, con tutto ancora da scoprire, da vagliare. L’ho visto così fiducioso con tutte le possibilità ancora aperte. L’ho visto nella meraviglia della sua fanciullezza e ho provato una forte emozione.
Buona notte
Buona notte con
“emoticon”.
Molto divertente l’emoticon “autoconsolatoria”. Richiama l’ “oggetto transizionale” di Winnicott. Cfr: http://it.wikipedia.org/wiki/Donald_Winnicott
Buon pomeriggio
INTELLIGENZA EMOTIVA
http://www.benessere.com/psicologia/intelligenza_emotiva/intelligenza.htm
E se ci mettessimo anche la capacità di saper usare ad arte quel tocco d’ipocrisia, quel pizzico di sussiego e quella bella manciatina di personcine giuste da frequentare. Più che intelligenza emotiva forse si dovrebbe chiamare furbizia emotiva, ma intelligenza o furbizia che dir si voglia conosco tante persone che ce l’hanno ed io, invece, sono irrimediabilmente scema.
Con questo pensiero strano vi lascio, a domani che sarà un altro giorno e, siccome l’ultima a morir fu la speranza, lo si spera sempre migliore.
Buona notte.
E lei si sentiva strana dentro, soprattutto all’altezza dello stomaco, irritata da emozioni complicate, rabbia e qualcos’altro a cui non avrebbe saputo dare un nome, ma che faceva più male di tutto.
(Jeffrey Eugenide)
Le nostre emozioni stanno nelle nostre parole come uccelli impagliati.
(Henry de Montherlant, Taccuini, 1924/72)
Poiché il dolore è la suprema emozione di cui è suscettibile l’uomo, esso è a un tempo il tipo e il modello di ogni grande arte.
(Oscar Wilde, De Profundis, 1897)
Una buona giornata e…buone emozioni!
Bellissime le frasi sulle emozioni proposte da Raffaele.
Io stasera ho questa:
Arrabbiata, terribilmente arrabbiata, arrabbiata col potere dispotico. Capisco chi per contrastarlo si è fatto ammazzare nei duri periodi della Storia.
Ecco, Raffaele augurava buone emozioni, io invece ho sortito questa.
Buona notte, alla prossima, che sia migliore, si spera, si spera sempre.
Inquietante, rivelatrice e molto convincente.
La vita e la storia daranno, come sempre, tempo al tempo per condurre ogni eccesso alla giusta misura.
P.S. Bisogna correggere l’orologio del blog: è avanti di 2 ore. Cominciamo a regolare il tempo, poi regoleremo le emozioni.
…anzi, errata-corrige: l’orario effettivo è avanti di 2 ore rispetto all’orologio del blog
IL DEMONE DELLA RABBIA
Rovescia inevitabilmente
Addosso a sé e poi travolge
Brutalmente chi le sta accanto
Bieca, livida melma di livore.
Invidia, gelosia e onnipotenza
Accompagnano i suoi passi.
(R.R.,22/09/2012)
Buona giornata e – repetita iuvant – buone emozioni!
Si è tentati di definire l’uomo un animale razionale che perde le staffe ogniqualvolta sia chiamato ad agire secondo i dettami della ragione.
Oscar Wilde, Il critico come artista, 1889
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Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, e al momento giusto, e per lo scopo giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile.
Aristotele
***
La rabbia è come il fuoco,
può essere spenta facilmente quando è piccola
ma diventa difficile da spegnere quando è radicata in profondità.
Visioni di saggezza, T.Y.S. Lama Gangchen
Tratto da: http://www.frasibelle.net/frasi-sulla-rabbia.html
“Tu che possiedi il giorno fallo bello. Prendi i colori del tuo arcobaleno e sarà bello”.
Nootkan
(tratto da: http://digilander.libero.it/PensieriInVolo/afoindianiamerica/aforismi%20indiani%20america.htmi)
CANTO LA RABBIA
Toglietemi tutto ma non la mia rabbia
quella me la voglio conservare.
Toglietemi tutto ma non la mia rabbia
è la carica, l’antidoto, la forza.
Lasciatemi ruggire
al di sopra dei belati
lasciatemi ruggire
al di sopra della viltà.
Voglio che la mia rabbia bruci
e faccia fiamme e luce.
Voglio che la mia rabbia
divampi fuoco contro fuoco.
L’impassibilità è la morte dell’emozione
è la freddezza degli animi gelidi.
Meglio la rabbia
e il coraggio di sostenerla
nella sfida alla vita
alle genti moleste
ai falsi perbenismi.
Meglio un canto di rabbia
che una nenia di sottomissione.
Canto la rabbia
la canto
per chi
non ha voglia
di morire di rabbia.
Tosca Pagliari
22/09/2012
.
Tosca Pagliari
Tosca Pagliari
Chi invece la rabbia non la vuole ecco:
10 metodi per apprendere a vivere la rabbia positivamente:
http://www.viviamoinpositivo.org/crescere/pages/rabbia.htm
A proposito, l’orologio di questo blog è due ore avanti?
Bene, io al momento non lo so regolare. Consideratelo un fuso orario: dal meridiano di Tosca Pagliari due ore in avanti rispetto all’Italia.
A real explosion of anger!
Una rabbia talmente esplosiva e egosintonica (così pare) da realizzare un’ interessante, apprezzabile e convincente composizione poetica che pare un manifesto rivoluzionario, una bandiera sventolata sulle barricate, una molotov lanciata contro un nemico che viene identificato e stigmatizzato senza mezze misure.
Eccolo infine il nemico, lo spettro laido e ignobile che qui viene condannato, esorcizzato e fustigato:
l’essere inermi, vittime sacrificali (pecore belanti), l’essere vili, impassibili, freddi, anzi: gelidi, e poi molesti, falsi e perbenisti, sottomessi. Si salvi chi può.
Ma l’antagonista del nemico è altrettanto identificabile:
Il leone ruggente (ovvero il re della foresta, metafora di potenza e aristocrazia), l’eroe coraggioso, portatore di luce e di fuoco prometeico, anticonformista, con sovrabbondanza di pathos, furioso e indomito. Davvero un divino e apollineo archetipo che s’innalza quale aristocratico samurai sulla grigia folla di ignavi e rassegnati peones dalla dura cervice e dal capo chino.
L’insieme di questi ultimi scritti e commenti è di straordinario interesse simbolico e metacomunicativo. Noterei anche il dettaglio molto rivelatore sull’orologio del blog che è un po’ come se dicesse “decido io sul tempo” (fuso orario). E chi decide sul tempo se non un demiurgo o un legislatore il cui nome qui è marchiato a fuoco (altro dettaglio notevole) per ben tre volte, come un regale sigillo?
Ma che bel commento! C’è il letterato, lo psicologo e il blogger gentilmente ironico: perfetta triade.
In quanto al tempo, visto che il tempo è una convenzione, posso scherzare in maniera anticonvenzionale senza essere psicanalizzata come maniaca d’onnipotenza? Altrimenti chiedo venia.
Credo che alcuni argomenti, con i relativi commenti e commenti dei commenti, meglio sarebbero affrontati vis-à-vis. In fondo un blog è un teatrino dove si muovono personaggi, ruoli e identificazioni, in uno scenario che per quanto lo si voglia variare e arricchire rimane sempre virtuale, come un videogame, quindi un gioco. E’ una constatatazione questa che mi viene da esprimere molto francamente, senza particolari colorazioni emotive.
Indubbiamente è un teatrino dove si rappresentano visioni di sè, della vita e del mondo anche dignitose,ma tutto è così distante da una realtà verificabile che le parole stesse, e le emozioni che veicolano, rischiano di perdersi come scritte sulla sabbia o accendersi nella notte del web come fuochi fatui.
Buona notte.
Già, un blog è un blog:
Bolle di pensieri soffiati
Lontano che danzano e si dissolvono.
Orchestre di parole lasciate
Girovagare in attesa di richiami.
Tosca Pagliari
Intanto
“Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera. ”
( Salvatore Quasimodo)
BUONA DOMENICA
Con le campane, le guantiere di dolci, i cibi fumanti, la tavola circondata di commensali, la passeggiata,i bambini col palloncino, gli incontri reali, gli amici in visita … La buona domenica di un tempo.
BRICIOLE
Briciole di pensieri e di emozioni
Là sulla tovaglia dell’etere. Sparse
Ogni qual volta il cuore avverte
Giungere un’improvvisa ispirazione.
(R.R., 23/09/2012)
Buon inizio di settimana, con l’augurio a tutti di vivere le emozioni più desiderate e in sintonia con il proprio essere.
Grazie Raffaele per l’augurio e molto bello anche l’acrostico.
VOCE ED EMOZIONE
A questo blog manca la voce, ai social net work in genere manca la voce. Di conseguenza quel che si dice può prestarsi a varie interpretazioni. Quando si parla una stessa frase ha valenza diversa a seconda del tono che si usa. Il linguaggio scritto invece ha bisogno di una perizia maggiore per non indurre in equivoco, di conseguenza può risultare più asettico, scevro da emozioni, oppure rischiare fraintendimenti.
Ma seguite il link e scoprirete come la voce sia grande veicolo d’emozioni.
http://www.atelierdimusica.it/admin/view_pdf.php?action=view&id=19
EMOZIONE ED ESPRESSIONE
Ancor prima della voce, le emozioni sono veicolate dalla nostra espressione e a quanto sembra lo s’impara fin da piccoli.
EMOZIONI E ARTE
EMOZIONI LAPALISSIANE
« Hélas, La Palice est mort,
il est mort devant Pavie ;
hélas, s’il n’estoit pas mort
il serait encore en vie. »
« Ahimè, La Palice è morto,
è morto davanti a Pavia;
ahimè, se non fosse morto
sarebbe ancora in vita. »
EMOZIONE DEL GIORNO:
SONO
PLASMIAMO UN PO’ LE EMOZIONI
Geniale e divertente il rebus sull’emozione del giorno! Complimenti sinceri!
Buona serata.
Grazie Raffaele.
Oggi invece di stufa sono “stufata”. C’è un caldo innaturale. Che succederà? Finirà che poi verrà giù il Diluvio Universale atto secondo? Oppure la montagna vomiterà chissà quale e quanto magma per rinfrescarsi un po’ le viscere? O la Terra si creperà d’arsura producendo terremoti?
Ecco oggi oltre che stufata produco emozioni apocalittiche. Per scherzo però, ci mancherebbe altro. Ma un po’, non dico di freddo che non mi piace, ma di freschino, di quelli da magliettina sulle spalle almento mattino e sera. Qui si sta come ai tropici giorno e notte, la roba estiva è quasi tutta lisa, tanto quest’anno è stata usata e continuamente lavata. Chi lo ricorda al tempo metereologico che ci sono anche le stagioni di mezzo?
Buona giornata e se buona non lo fosse: “state freschi”.
Ciao
Emozioni fiorite
TRE MARGHERITE
Era già chiuso il fiorista
ho rubato tre margherite
sul ciglio della strada
per portartele.
Tu non avevi bisogno
di riceverle
ero io che avevo bisogno
di portartele.
Era già chiuso il cancello
avrei scavalcato il muro
per venirti a trovare.
Tu non avevi bisogno
di ricevermi
ero io che avevo bisogno
di farti visita.
Perché tu non hai più
bisogno di nulla,
io continuo
ad avere bisogno di tutto
e soprattutto
di te.
Tosca Pagliari
28/09/2012
Ciao Tosca, questa poesia mi ha fatto emozionare a tal punto da farmi piangere, anche perchè ho ben presente a chi tu l’hai dedicata. Leggere ciò che scrivi è sempre fonte di sentimenti profondi e ricchi di significato, per cui ti ringrazio di deliziarci con ogni tuo piccolo capolavoro.
Concordo. La poesia è genuina, davvero molto bella anche se non conosco il retroscena o i riferimenti. Ma va bene lo stesso.
Grazie a tutti voi.
E ora
SIAMO SERI, IMPARIAMO A RIDERE!
http://www.stampalibera.com/?p=52009
Che emozione!
Chi se lo ricordava più questo giochino!
Io lo ricordo. Lo faceva mia nonna e il risultato finale doveva rappresentare una spina di pesce. Un tempo ci si divertiva con poco e probabilmente anche con poco ci si emozionava. Ora tutto è così saturo di stimoli che si rischia di reagire con noia e indifferenza.
IL CIBO E LE EMOZIONI
Sublime! Già sperimentato diverse volte!
“muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all’errore e ai sentimenti.”
EMOZIONI IN CODA
http://www.messybeast.com/cat_talk2.htm
La coda esprime gli stati d’animo e le emozioni del nostro gatto, vediamo come:
1. La coda dritta con la punta incurvata indica di solito curiosita’ e interesse
2. La coda eretta esprime il saluto
3. I movimenti rapidi della punta indicano invece l’irritazione e il fastidio per una situazione specifica
4. La coda gonfia indica la paura e il senso di minaccia e anche il relativo assetto da attacco
Insomma, occhio alla coda!
http://www.petpassion.tv/blog/il-linguaggio-della-coda-del-gatto-5595
Interessante, specialmente per cui ha o ha avuto un gatto!
“E poi ci sono quelle emozioni che fanno morire…
Dove nemmeno i sogni possono competervi…
Emozioni che vivono in un sorriso
E stregano i miei occhi…
Quando il cuore perde il controllo…”
Simone Fedeli
https://valentinagiannicchi.wordpress.com/2012/10/02/riflessi-di-te/#more-4725
Grandi emozioni dalla cultura classica:
______________________________________
A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente”
(“Ode della gelosia” – Saffo – trad. S. Quasimodo)
http://www.youtube.com/watch?v=CvNdF7LY55s&feature=related
Emozionante, sempre emozionante, grande Battiato!
GOOD NIGHT
and the sun’ll come out tomorrow
EMOZIONI DOMENICALI
Vi offro delle emozioni domenicali in musica. Buon ascolto se vi va.
E DOPO DOMENICA E’ LUNDEDI’
NOSTALGICHE EMOZIONI
BUONA SERATA CON UN PO’ DI BUONA MUSICA
E BUONA NOTTE CON UN TOCCO DI FOLLIA.
FOLLIE
Sono uscita da sola
sono uscita da me
non avevo voglia di starmi sentire.
Sono capace di raccontarmi
di raccomandarmi
di scoraggiarmi
sono capace
di alienarmi.
Allora esco
vado fuori di me
non fuori di testa
fuori di me.
Ne sono capace se voglio
conosco la strada
una feritoia
dell’io
che non domina più le leggi
non rasenta buonsensi
nè dissensi
un buco nella rete
dei pensieri
e via.
Sono uscita da sola
sono uscita da me
non avevo voglia di starmi a sentire.
Sono uscita da sola
dalla porta di servizio
della casa dei dispiaceri
dei problemi
dei rancori
del vuoto.
Si può
certo che si può
il difficile è tornare
facendo finta di nulla
dopo avere scoperto
la liberazione
il volo
la follia
mille follie
mille falene
accecate da una luce
che non le lascia
tornare indietro.
Tosca Pagliari
08/10/2012
Il guardiano del faro scruta il mare. Sempre.
Lo scruta quando è piatto e immobile,
quando è infuriato e spumeggiante di flutti,
quando passa un’insolita vela, uno yacht,
un torsolo di mela, una bottiglia vuota…
Ma che bel commento! Sa di prosa e poesia insieme, sa di pensieri genuini e di profonde metafore. Bravissimo Raffaele!
Ho sentito di sfuggita in televisione, andavo di fretta, peccato, mi sarebbe piaciuto saperne di più. Sono andata a gironzolare allora sul web. L’argomento, vi starete chiedendo, ed io che indugio a chiarirmi. L’argomento è quello di questo thread: le emozioni. Pare che si voglia dimostrare, o è già dimostrato, che tutte le nostre emozioni dipendano da reazioni chimiche, con nomini vari e sigle varie spiegano tutto questo saltellando dalla chimica alla biologia. E si parla di organi e sostanze, d’interdipendenze biochimiche. E tutta la scienza si profonde in accurate spiegazioni, mentre io, perplessa, mi rendo conto di non capirci nulla, non del loro specifico linguaggio setteriale e delle loro teorie, non ci capisco nulla in senso che un essere umano non è puramente un fatto biologico. Un essere umano è corpo e mente e spirito e anima e cultura e storia e società … un essere umano è un mistero non una bomba chimica. Anche l’amore a parer di scienziati è una reazione chimica e l’odio? L’odio allora lo so io: una bomba atomica! Dicono che si soffra d’amore per la perdita della persona amata a causa di una sostanza chimica che si libera, tolta la sostanza chimica tolta la pena d’amore, per fortuna ammettono d’averlo sperimentato sui topolini poveri loro, i topolini poveri loro, non gli scienziati. Se fosse tutto così semplicistico al posto delle emozioni avremmo dei barattolini con le sostanze chimiche. Però, a pensarci bene, tutta quella gente che di fronte ad un forte dolore dell’animo si attacca agli psicofarmaci per superare la crisi, peggio ancora chi per sfuggire alla disperazione si assuefà alle droghe, altro non dimostra che le emozioni, in questo caso dolorose, vengono chimicamente controllate, reindirizzate a piacimento. Ma che senso ha? Che senso ha esistere puramente come complessi chimici, insieme di organi e agglomerati di cellule? Chi siamo? Dove andiamo? Facile siamo una fabbrica chimica creata dalla natura, andiamo a formarci e a distruggerci: fine. Mi pare troppo semplicistico, mi pare poco. In compenso io ho scritto una filippica e non so se ho detto quel che intendevo dire.
Buona notte, non ci pensate, dormite tranquilli e si vi emoziona il chiar di luna godetevelo per quel mistero che è in fondo l’emozione.
Notte.
Vi offro queste NINNE NANNE “Lunatiche”
Questa che segue mi piace molto.
NUOVO RACCONTO BREVE
LA VERITA’ DI CARLOTTA
Elisabetta era una bimba tutta riccioli biondi, occhi chiari, gote paffute e indole gioconda. Proprio la bimba che tutti avrebbero voluto, la bambolina perfetta tutta moine e complimenti, una bimba di zucchero e miele. Carlotta era un’altra bimba, di quelle da tenere alla larga, troppo curiosa, troppo vivace, troppo magra, da continui suggerimenti di ricostituenti e occhiate tra il compassionevole e l’insopportabile. Eppure erano tutte e due belle eleganti al matrimonio di parenti comuni. Parenti anch’essi tutti messi in ghingheri, ma non tutti al massimo del loro fascino. Elisabetta stava tranquilla in posa tra un’avvenente signora bruna e un macilento signore un po’ avanti con gli anni. Carlotta, che amava catalogare tutti, li definì sua madre e suo nonno e ne dedusse che Elisabetta doveva senz’altro somigliare al padre perché con quei due non aveva proprio nulla in comune.
Improvvisamente lo vide il padre di Elisabetta, era un signore giovane, molto distinto, un’aria impeccabile nella tenuta elegante. Indossava giacca e pantaloni blu scuro, camicia bianca coi polsini d’oro e una cravatta di seta azzurra della stessa tonalità degli occhi che, in fondo, era la stessa di quelli di Elisabetta.
Poi Carlotta non lo vide più, si perse a girare fra gli svariati tavoli dei commensali, tanto lei non mangiava quasi nulla e non aveva voglia di star seduta. Chiacchierò con chicchessia, diede noia, s’impigliò in una tovaglia, fece cadere dei bicchieri che si frantumarono, rischiò di far rompere il collo a qualche cameriere scorrazzando di qua e di là, ma al taglio della torta fu al suo posto. La torta era monumentale illuminata da girandole di fuochi d’artificio. Forse perché lo spettacolo era attraente o forse perché era stanca rimase al suo posto, o forse ancora perché si era accorta che era un posto panoramico, dal suo tavolo si dominava tutta la scena, tutti gli altri tavoli, tutti gli altri invitati. Era il tavolo dei testimoni di nozze e, come quello degli sposi, era stato concepito per avere maggior spicco e tenere tutta la situazione sotto controllo.
Così Carlotta, finalmente buona, non dava più fastidio a nessuno. Con aria assorta controllava gli sposi che facevano il giro dei tavoli e distribuivano le bomboniere, poi con aria solenne tornavano al loro posto e si accorgevano di avere ancora una bomboniera nel cesto, ma per chi, chi avevano saltato? Non si capacitavano. Carlotta invece, che non perdeva una mossa se accorse. Era di nuovo lui, il signore bello e distinto con la cravatta dello stesso colore degli occhi. Aveva le mani vuote e stava come in attesa. Pensò allora di far cosa gradita nel risolvere l’inghippo, puntò il dito e, con voce argentina, gridò sovrastando musica e chiacchiere:
_ Manca a quel signore laggiù.
E ancora più agitata e con ancora un tono più alto continuò:
_ Quel signore laggiù, il padre di Elisabetta!
Calò un silenzio raggelante e tutti la guardarono come un piccolo mostro. Sua madre le mollò uno schiaffo, ma lei piagnucolando imperterrita:
_ E vero, solo il padre di Elisabetta è rimasto senza bomboniera.
Ancora silenzio più gelido e un altro schiaffo della madre:
_ Smettila, non è il padre di Elisabetta.
Carlotta piangendo e gridando con tutta la sua logica infantile:
_ Ma se è uguale!
Gli sposi, per l’imbarazzo, si baciarono. Gli invitati, per l’imbarazzo, pensarono bene di sovrastare lo scomodo piagnisteo con scrosci di applausi. I camerieri s’affrettarono a ritirare gli avanzi della torta monumentale, la cui panna pareva volersi sciogliere anch’essa dall’imbarazzo. I genitori di Carlotta, sempre per lo stesso per l’imbarazzo, pensarono d’approfittare per congedarsi e quando furono fuori da occhi e orecchie indiscrete giù un altro ceffone:
_ Ma che ti è saltato in mente di dire che era il padre di Elisabetta!
Allora Carlotta tirando su il moccio dal naso ebbe improvvisamente un dubbio:
_ Perché non è vero?
I genitori si guardarono in faccia e furono più concilianti:
_ Ma non lo doveva sapere nessuno.
_ Che cosa?
_ Che quello era il papà di Elisabetta!
_ Perché?
_ Perché è una cosa che sanno tutti, ma non si deve sapere in giro.
La peste Carlotta ebbe un moto di profondo smarrimento, non trovava un nesso logico. E se un adulto non trova un nesso logico in un bambino può anche andare, ma non è possibile che un bambino non trovi un nesso logico in un adulto, anzi in due adulti, anzi, peggio ancora, nei suoi stessi genitori. Perciò rimase attonita, smarrita, con un’aria così mansueta da fare, per la prima volta, da che aveva cominciato insopportabilmente a parlare e camminare, finalmente tenerezza, la tenerezza di una bambina. Sicché i suoi genitori, commossi e contenti, scoppiarono a ridere. E risero tanto finché Carlotta non tornò ad essere Carlotta:
_ Ma papà, ma mamma, ma allora è come quella storiella dei vestiti nuovi dell’Imperatore!
Risero ancora, stavolta tutti insieme, si scompisciarono proprio dalle risate e a un certo punto Carlotta, ancora peggio della Carlotta che era già stata e, con la faccia più furba che avesse mai posseduto, dette l’ultima sentenza:
_ Però è uguale, ugualissima, precisa, ma proprio precisa Elisabetta a suo padre!
Li guardò con gli occhi più luccicanti, di tutti i suoi lampi di monelleria e concluse baciandosi da una parte e dall’altra il medio e l’indice allineati:
_ E giuro che non lo dirò mai a nessuno!
L’ipocrisia è un’arte, ci vuole talento.
Tosca Pagliari
E dopo le ninne nanne pure la favoletta.
E che stanotte ci fu “a mareggiata” ! Speriamo che non sia “amareggiata”.
Pure i giochetti strambi con le parole, meglio che scappi, quando si esagera si esagera.
NON HO PAROLE
Dio creò il deserto affinchè gli uomini possano conoscere la loro anima.
(Detto Tuareg)
Amen.
Amen.
AMEN, espressione polisignificante.
Cfr.Sapere.it http://www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/A/AM/amen.html?q_search=amen
pop. ammen, inter. 1 espressione liturgica che conclude una preghiera; equivale a ‘così sia’
2 ( fam.) esprime scherzosa rassegnazione: e allora amen, fai come ti pare ¨
n.m. invar. 1 attimo, momento: in un amen, con riferimento al poco tempo necessario per pronunciare la parola «amen»
2 essere, giungere all’amen, alla fine, alla conclusione
3 ( teol.) in alcuni testi neotestamentari, il Cristo, testimone verace delle promesse di Dio
¶ Dall’ebr. ‘amen ‘è degno di fede’, attrav. il lat. eccl. amen.
TEMPESTE INTERIORI
Altalenando l’umore
Miscela sentimenti
E libera emozioni
Nel crogiolo del cuore.
(R.R., 13/10/2012)
Bell’acrostico, come sempre!
Che emozione sarà mai vincere un premio Nobel per la letteratura! Non riesco neanche ad immaginarla.
Auguri al vincitore Mo Yan
http://www.sololibri.net/Nobel-per-la-Letteratura-2012-al.html
EMOZIONI TRA POESIA E ARTE
LE EMOZIONI DELLA LAVAGNA
Oggi la lavagna aveva la faccia scura, più scura del solito. La LIM la guardava dall’alto in basso con tutte le sue funzioni tecnologiche e lei si sentiva a disagio impolverata di gesso. La LIM straluceva mentre gli addetti ai
lavori ammattivano per maneggiarla e lei, boriosa, svelava tutti i suoi sortilegi convinta di potere istruire i geni della new generation assai, ma assai meglio della sua vecchia collega ( alla faccia della grammatica se assai meglio non si può dire, per una LIM questo e altro). Vuoi mettere:una LIM! Non siamo più nell’età della pietra che ce ne facciamo dell’ardesia, pare il nome di un fiore, ma è pur sempre quella obsoleta lastra nera. Allora addio cara lavagna, sei una razza in via d’estinzione e nessun comitato per la tutela delle razze in via d’estinzione si prenderà la briga di difenderti. Magari domattina passerà ancora un bambino birboncello e ti riempirà con un immenso sole, quei soli con gli occhi e coi sorrisi che solo i bambini sanno fare. Ma subito dopo la LIM esibirà tutti gli astri del firmamento e avrà un sole che brilla davvero, che parla, che si sposta, che cambia colore … Una LIM è una LIM non siamo retrogradi, suvvia, rassegnati vecchia lavagna e non t’illudere di poter scendere a compromessi.
Tosca Pagliari
Non ci sono più, come le stagioni, neppure le lavagne di una volta!
Queste innovazioni sono indubbiamente utili, affascinanti e, last but not least, discretamente costose. Ci sono scuole dove mancano anche i soldi per le fotocopie, ma voglio sperare che i docenti sappiano accontentarsi di una vecchia lavagna a gessetti.
Strano mondo il nostro, dove si piange legittimamente per una grave e complessa crisi economica,ma i rampolli della nostra nuova Italia non possono rinunciare all’iPod e iPad! Questa è la realtà…”e pur si muove”!
Buona giornata.
Raffaele, il tuo commento centra il bersaglio. Si può essere anche poveri, ma non tecnologici. E vale per tutto il resto del mondo.
ADDIO VECCHIA LAVAGNA!
Levigata e nera superficie, è ora:
Alla pensione giunta sei oramai,
Vecchio residuo di tempi andati.
A tutti noi incusso sempre avevi
Grande rispetto e un poco di timore.
Nulla di tutto ciò oggi rimane:
All’evoluta LIM ceduto hai il passo.
(R.R., 21/10/2012)
Dopo il tuo poetico e ben riuscito acrostico provo a cimentarmi anch’io.
Luminosa e multifunzionale,divertente
Interessante, anzi di più, accattivante!
Ma renderà davvero più sapienti?
” Ai posteri l’ardua sentenza “
LAUDA MATUTINA
L’aurora illumina ogni volta
i nostri risvegli, e stupore
accoglie questa tenue luce,
questa vita risorta dal buio
che ogni notte ci ghermisce.
(R.R., 23/10/2012)
____________________________
Buona giornata
Che bella lauda mattutina, questo sì che significa svegliarsi pieni di ottimismo. Complimenti, Raffaele, per la poetica e per la filosofia di vita.
Buona notte con le emozionanti note e parole di Franco Battiato
RAINY WEATHER
L’autunno rapisce dal cielo l’azzurro
e sparge di nubi un grigio tappeto.
Il vento impietoso cancella i ricordi
di una stagione già tanto lontana
da sembrare una foto ingiallita,riposta
in un vecchio quaderno dimenticato.
(R.R., 28/10/2012)
http://www.panoramio.com/photo/81236194
Eccomi qui, scusate l’assenza. Che bello trovare questa tua poesia, Raffaele fatta di tinte autunnali e di ricchi pensieri. Qui invece non piove e l’autunno s’insinua adagio adagio travestito ancora d’estate. Come ogni anno non la fa franca il caro autunno stretto tra l’estate e l’inverno, appena un accenno e poi giù sul pesante. Qui o è estate o è inverno, la primavera e l’autunno sono stati licenziati dalla natura e noi umani ci adattiamo: dal prendisole a guanti e cappotto.
Buona serata e domani si vedrà che tempo ci sarà.
Raffaele, dimenticavo, molto pittorica l’immagine: colori, inquadratura e soggetto d’incanto. Ma ci partecipi ai premi fotografici?
Sì, partecipo, almeno su Panoramio. “Olimpicamente” partecipo e non mi faccio prendere dalla frenesia della gara. In fondo mi ritengo un dilettante e, coerentemente, fotografo per diletto, così come scrivo quel che scrivo. Buona serata.
Modesto.
Realista, più che altro.
Un realista modesto così facciamo fifty fifty.
Un realista, semplicemente.
La modestia – a mio avviso – è il rovescio della medaglia della presunzione. Entrambe francamente mi stanno antipatiche, l’una per difetto di autostima, l’altra per eccesso.
Mi viene in mente il brano “Samuel Goldenberg e Schmuÿle” nei “Quadri di un’esposizione” di Mussorgsky che ben rappresenta a livello musicale il contrasto tra due opposti.
Cfr. ad es.: https://www.youtube.com/watch?v=uUVEB8s-oRk
L’ULTIMA NOTTE D’OTTOBRE
La strada s’è fatta ruscello
la pioggia ha scordato l’ombrello
la notte ha nascosto le stelle
il buio ha le sue sentinelle
e imprigiona le anime inquiete.
Il tuono miete
le teste dei lampi sfacciati.
I guanciali schiacciati
aspettano il sonno profondo.
Stanotte piove sul mondo
allagando la mente di scrosci
e i pensieri galleggiano flosci.
La strada s’è fatta ruscello
la pioggia ha scordato l’ombrello
per rincorrere schizzi di ombre
furtive nell’ultima notte d’ottobre.
Tosca Pagliari
Tosca Pagliari
Oggi cercavo qualcosa e ho trovato qualcos’altro.
EMOZIONI
Il sentimento
è un otre gonfio d’acqua salata
bevi
e la sete brucia più forte.
La passione
è il roseto
che si arrampica sulla pelle.
L’amore
è la bacca rossa
spaccata dal sole.
La vita
è la pioggia del temporale
e la morte
il silenzio del cipresso.
Tosca Pagliari (04/05/1979).
DOMANI E’ IL GIORNO DEI MORTI
“Domani è il giorno dei morti e noi siamo vivi” Pensò la ragazzina tenendosi stretta alla sua mano. Lui fece gli scongiuri passando davanti al cimitero. Lei lo guardò e sorrise. Potevano scongiurare la morte! Allora sì che potevano. E la ragazzina pensò ancora “Domani è il giorno dei morti e noi siamo vivi, liberi di amarci”.
E da allora ogni primo di novembre ne ha divorato subito un altro, sicchè il tempo si nutre dei suoi figli mentre i figli del tempo confidano in altri figli. L’eternità non s’inventa, l’eternità esiste nel continuare a spingerci avanti.
Domani è il giorno dei morti e noi siamo vivi, quel che resta di noi è vivo.
Tosca Pagliari
Mi è piaciuta “Emozioni”: suggestiva, cromatica e felicemente composta. Buon pomeriggio.
CONTORSIONI MENTALI
Che cerchi che non trovi?
S’andava a cercare sui libri.
S’andava a cercare dalle genti.
Si va a cercare
su quest’aggeggio moderno
ricco di tutto,
ma non ci trovi nulla
di quel che cerchi
se cerchi rimedio
a quel chissà che
a quel chissà cosa
che t’affonda dentro.
Che cerchi che non trovi?
Tosca Pagliari
Ricordo che molti anni fa, nella sosta per cambiare il treno alla stazione di Verona, lessi scritta su una colonna della pensilina la seguente considerazione anonima, di sapore rinunciatario e un po’ provocatorio:
“Chi cerca trova. Io non ho trovato e ho smesso di cercare”
Sarà vero? O il nostro anonimo pensatore aveva semplicemente e forse inconsapevolmente rivelato il suo “metodo di ricerca”, quello di lasciar tracce scritte di sé al fine di richiamare l’attenzione o la curiosità di qualcuno?
Con me ha ottenuto un risultato: la frase infatti mi è rimasta in mente anche a distanza di molto tempo, probabilmente perché lapidaria e candidamente autoironica.
Pregio questo non così diffuso.
SFACCIATI ARZIGHIGOLI DELLA MENTE
Non sei gentile Dio
se dai e poi riprendi,
noi siamo molto meno buoni di te
ma non abbiamo mai richiesto
i regali indietro.
Che dici? Era solo un prestito?
Dici che avresti potuto anche non farcelo
questo prestito.
Figuriamoci se può stare a parlare con Dio
e avere anche l’ultima parola.
Che ti devo dire che magari hai ragione?
E no, oggi proprio non posso dirtelo
forse domani o domani l’altro
o forse quando ti sarai ripreso
pure il prestito di questa mia vita.
Intanto non prestarmi più niente
a cui potrei affezionarmi
Ti prego
TOSCA PAGLIARI
La fede che non dubita non è fede.
(Miguel de Unamuno, L’agonia del Cristianesimo, 1925)
Buona domenica
Qui c’è …
Una buona domenica, quindi…
“E ‘ bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla.”
( Cesare Pavese)
PENSIERI
Pensieri
ora vi libero
come castagne dal riccio
ora vi sciolgo
come aquiloni al vento
ora vi lego
come puledri selvatici
ora con vesti di parole
vi stacco dal mio io
e vi spargo
lontano.
Tosca Pagliari
CROMIE
L’autunno
tesse ricami d’oro
tra scie grigie
di nebbia.
Il vento scuote
l’argento degli ulivi
porta in volo
farfalle d’oro.
Nuvole plumbee
fluttuano
in tramonti ramati.
Il mare ha strie
di pennello
intinto d’ocra
porpora
cobalto.
Tosca Pagliari
La vita è una caramella. Una caramella incartata di rosa o d’azzurro. Passi la fanciullezza ad aprirla, la giovinezza ad assaporarla, la vita matura a digerirla e la vecchiaia a desiderarne un’altra, ma di caramelle ne tocca a tutti una sola.
Tosca Pagliari
Anche stasera porto a dormire i miei pensieri sperando sempre che domani non si sveglino prima di me.
Buona notte
Ecco la ninnananna
Terminato il supplemento di lavoro mattiniero. Mi preparo per andare ad un convegno.
Buona giornata
Questo è un commento di prova
Pare che io abbia perso finalmente…l'”alienazione”
Che piacere!
Repetita iuvant. Devo verificare ancora una volta se il sistema accetta i miei commenti.
Credo che ormai il mio accreditamento sia a posto.
Prova
Rimangono ancora complicazioni nell’accesso al blog
Ho modificato nuovamente il sistema antispam. Potreste avere bisogno della moderazione manuale del vostro primo commento da ora in poi, dopo di che (spero davvero) dovrebbe andare tutto liscio.
Contattatemi in caso di problemi.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle
Pare che funzioni,ma è molto sensibile alla ripetizione di parole o espressioni simili. Ad es.: mi ha rifiutato “prova” e “questo è un commento di prova”. Inserendo “Sempre caro mi fu quest’ermo colle” tutto è filato liscio.
La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole…
Ma allora che ve ne pare, va o non va questo blog?
Vorrei tanto essere ottimista
“chissa’ se va
chissa’ se va
chissa’ se va
se va
ma si’ che va
ma si’ che va
ma si’ che va
che va
e se va
se va
se va
tutto cambiera’
forza ragazzi spazzola
e chi mi fermera’
chissa’ se va
chissa’ se va
chissa’ se va
se va
ma si’ che va
ma si’ che va
ma si’ che va”
“Filosoficherie” alla riscossa.
C’era il cavernicolo solitario nella caverna. C’era l’uomo sapiens e poi quello sapiens sapiens e poi ancora tutta tutta una storia di villaggi che s’ingrandivano e … passa passa il tempo… i comuni, le signorie, i ducati, gli staterelli, gli stati, le nazioni e le unioni delle nazioni. In tutta questa Storia grandi lotte e migliaia di storie umane. Genti che si sono aggregate, scontrate, riorganizzate in un flusso continuo, ma senza mezzi di comunicazione di massa. Ora c’è l’uomo tecnologico. E’ un uomo solo davanti ad un computer e in compagnia virtuale di migliaia di persone che neanche conosce, ma con le quali interagisce in termini di scambi d’informazioni, di pensieri, di emozioni. Chi è che ancora aspetta la fine del mondo? I toni apocalittici non fanno più scena perchè la fine del mondo c’è già stata. E’ finito un mondo se n’è aperto un altro, è il mondo tecnologico che ha cambiato le cose e le genti, il pensiero, la morale, le abitudini… In meglio? In peggio? Uguale in fin dei conti? Chi può mai dirlo se non chi verrà dopo. E la nota frase “Ai posteri l’ardua sentenza” calza sempre a pennello.
Intanto stentiamo a “resettarci”, in attesa d’eventi stiamo in “stendby”, siamo così intasati d’informazioni che le idee nella nostra mente diventano “file ad apertura lenta”, siamo così confusi che facciamo fatica a rimanere “connessi”. Eppure ci evolviamo a nostra insaputa e così come abbiamo perso la coda perderemo qualcos’altro di connaturato. Inutile starci a pensare troppo sopra, tanto non si ferma il continuo divenire di tutte le cose. “Digito ergo sum” è la nuova essenza.
Del resto son qui su questo spazio virtuale e chi leggerà sarà in altrettanto loco. Vite liete, vite tristi, appagate o scontente, vite appese a fili che vagano nell’etere con i “mega” con i “giga”, cuori e menti che pulsano con i “bite”.
Ai miei antenati i miei omaggi, ai miei discendenti buona fortuna.
Tosca Pagliari
CRIPTA
Una cavità celata
nel ventre antico della pieve,
come tana dell’anima,
là dove bisbigliano le pietre
antichi salmi e preci
e quando tacciono
il silenzio è un boato
che scuote il cuore.
(R.R., 19/11/2012)
http://www.panoramio.com/photo/82247597
PENSIERO NOVEMBRINO
Siamo foglie e andiamo nel vento,
da qualche parte ci poseremo.
Anche novembre va verso gli sgoccioli. L’inverno fa capolino. I cicli delle stagioni si ripetono, le genti cambiano, cè chi arriva e c’è chi parte e chi ancora sta transitando non si sa mai per dove. I giorni e le notti si rincorrono sempre più velocemente, molto si vorrebbe fare, poco si riesce, l’importante qualche volta è provarci. Forse la cosa peggiore è l’arresa, tanto vale lottare finchè si ha fiato, che si vinca o meno non importa l’importante è partecipare, sì vale anche nella vita.
Buona giornata a tutti quanti. E’ una giornata uggiosa, novembre fa il suo mestiere, ma ci saranno altre stagioni, basta aspettare.
Magari è soltanto la signora Etna che bofonchia sotto sotto, ma nel suo rigirarsi le budella un po’ di terra la scuote. Lo chiamano sciame sismico e io invece sto a fare le metafore. Domani scuole aperte e scuole chiuse in comuni a pochi chilometri di distanza. Saranno gli uni eccessivamente saggi o gli altri sconsiderati? Speriamo che la signora Etna dia retta agli sconsiderati e faccia sì che possan dire che avevano ragione loro a non preoccuparsi più di tanto. Speriamo, speriamo davvero e che la notte sia quieta.
VITREA DIMENSIONE
Sono il vetro
trasparente,
sono il vetro
la mia fragilità
è la mia forza,
sono il vetro
se mi rompo
taglio.
( Tosca Pagliari )
Incisiva, rivelatrice e suggestiva composizione.
Grazie Raffaele e complimenti per il commento, in poche parole c’è tutta un’analisi.
EQUIVALENZA
Rarefarsi di parole,
incerte, come foglie sui rami,
ancora appese ai sogni
di una stagione finita.
(R.R.,27/11/2012)
Voto ottimo per questa poesia intensa e vibrante d’emozioni
Dicembre è pronto ad arrivare, io non sono pronta ad accoglierlo.
Succede. L’accoglienza non è indifferenziata e il gradimento è sempre selettivo, anche nei confronti dei mesi dell’anno. Dicembre poi è un mese “difficile”,per tanti aspetti invadente e manipolatorio. Meglio rimboccarsi le maniche. Buona notte.
ASSOCIAZIONE DI IDEE
JACK: Salve, Lloyd. C’è poca gente, stasera. Ah, ah, ah, ah, ah!
LLOYD: Lei ha ragione, mister Torrance.
(Da “Shining”, regia di Stanley Kubrick)
http://www.youtube.com/watch?v=LOTFhBiivhU
PENSIERI STRANI DEL SECONDO GIORNO DI DICEMBRE.
E’ Dicembre, è la prima domenica di dicembre, i negozi sono aperti, la gente ha pochi soldi, ma lo shopping natalizio ha le sue leggi: va fatto. La gente è in giro, in cerca d’affari, se fanno presto magari ci riescono, i primi sono sempre i più furbi. Ecco qui c’è poca gente, ma fuori ce n’è tanta, nel mondo reale ce n’è tanta. Questo è un blog, un mondo virtuale. Fa effetto questo spezzone di Shining che hai pubblicato, Raffaele. Fa senso, fa impressione, fa spiccare la follia e la solitudine. C’è poca gente stasera? Non importa. A volte ci si sente in compagnia anche da soli e ci si sente soli anche in compagnia. L’animo umano è buffo, è originale, va controcorrente perchè non ha una corrente, segue gli impulsi, le emozioni del momento. C’è poca gente stasera? Never mind! Everyone isn’t alone if has got himself. Perchè l’ho detto in inglese? Non lo so. Non so neanche se è perfettamente corretto. E’ venuto fuori così.
Buona serata.
Dicembre meno due giorni, passerà, passerà anche dicembre, per fortuna passa tutto.
Parole sagge che condivido.
Tuttavia mi piaceva la risata mefistofelica di Jack Nicholson, tanto per rompere il silenzio, o tirare un sasso in piccionaia, ma senza allusioni alla follia. Era una risata sgangheratae basta.
Poi è vero: un blog è un mondo virtuale. Questa sera sono passato di qua come un monello e il sasso in piccionaia ha restituito un bel volo di pensieri.
Buona serata.
Proprio vero un bel volo di pensieri.
Buona notte
Ciao amici, è tanto che non partecipo a questo blog attivamente, ma vi ho seguito con affetto, ed oggi sono qui perchè una notizia molto triste mi ha sconvolto:la morte di una ragazzina di appena 12 anni…che dopo tante e lunghe sofferenze un brutto mostro se l’è portata via. Ma ci pensate? aveva solo 12 anni ed una vita da vivere ed invece ha lasciato questa vita e due genitori letteralmente distrutti… sono veramente tanto tanto addolorata! Per me quest’anno il Natale non sarà lo stesso di ogni anno…tristezza, preoccupazione e malinconia….
Innanzitutto ben tornata,Daniela!
La storia che racconti è molto triste, come tutte le storie di tristezza che ci colpiscono e ci possono aver colpito direttamente o indirettamente. Rimango in silenzio con il pensiero. Il mistero del dolore nella vita umana è insondabile e spesso zittisce l’intento di dir qualcosa di sensato,ma certamente restano la nostra povera umanità, la nostra impacciata compassione, il nostro istinto di sopravvivenza che ci guida come un pilota automatico. Ti lascio un piccolo pensiero: questi eventi sono come le grandi conchiglie che si portano all’orecchio, forse per sentire il suono indecifrabile del mistero che ci sovrasta.
Buona notte.
LA PIETRA DI ROSETTA
Intervallando parole e silenzi
si tracciano i geroglifici del pensiero
còlti dall’intuizione prima
e decifrati poi pazientemente
dall’ermeneutica che ne soppesa
le implicite significanze.
(R.R., 4/12/2012)
ULTIME EMOZIONI D’AUTUNNO
Autunno. Il post-scriptum del sole.
(Pierre Véron, Il carnevale del dizionario, 1874)
http://www.panoramio.com/photo/82940993
IL PACCO DI NATALE
Quest’anno, per Natale,
preparo un pacco speciale
ci ficco dentro tutti i lustrini
le lucette intermittenti
tutti i filini
d’oro e d’argento.
Lo preparo bello grande
ci metto pure
stelline , candeline,
palline colorate,
tovaglie rosse
bicchieri di vino
panettoni e dolcetti vari
il tacchino, la polenta,
i sughi, le pizze,
e tutti i manicaretti di circostanza.
Ci metto la tombola
le giocate a carte
lo spumante
e tutti i regalini
incartati a modino.
Ci presso dentro
le consuetudini ipocrite
gli auguri di facciata
i regali di convenienza.
Poi lo sigillo
di silenzio
lo avvolgo
di compassione
e lo porto
a piene mani
fino alla piazza
là dove una catasta di ciocchi
arde scoppiettando
e lo tiro lì in mezzo.
Così che si volatizzino
in cenere
le banalità travestite a festa.
TOSCA PAGLIARI (06/12/12)
Interessante e caustico l’uso dei diminutivi, inoltre molto rivelatore dello stato d’animo, dato il “crescendo” di stizza critica verso le prossime festività.
ANAGRAMMA…ANTINATALIZIO
“Non amo il Natale”
nomino allenata:
“Moine allontana!
Allontaniamone!”
R.R., 7/12/2012
http://www.giovani.it/news/societa/odio_babbo_natale.php
CRYING CHRISTMAS
Suona un violino nell’antro segreto del cuore,
come un povero cieco chiede la carità
mentre passa la folla distratta dalle vetrine
e dalle luminarie di un mondo immerso nel nulla.
Note strazianti fendono l’aria, come ululati di cane
dimenticato in casa dal padrone distratto,
ma nessuno le sente, come sul volto ignaro
anche le lacrime scendono, inavvertite.
R.R., 8/12/2012
Questo Natale mi sa che per molti non ha più la faccia del Natale di sempre.
IL VOLTO DEL NATALE
Il volto del Natale
è come uno specchio
in cui ogni anno
si rivede la propria vita.
Le pieghe amare del volto
incise dalla sofferenza,
gli occhi velati dal pianto
trattenuto e dalle ombre
di delusioni e offese,
le labbra serrate dalla sfiducia
e dal rinnovato disincanto.
Ecco il vero volto del Natale
su cui fermare lo sguardo
e far meditare il cuore.
Non ve ne sono altri,
se non forse nei sogni
e nei ricordi favoleggiati.
E’ a questo volto che occorre
rivolgere l’augurio di speranza,
ritentare ancora una volta
l’offerta di un sorriso,
come se fosse un bimbo
da consolare nella notte fonda
dopo il risveglio allarmato
per l’oscurità e la solitudine.
Il volto del Natale
può essere come l’alba
che lascia alle spalle la notte,
ma se rimangono chiuse le imposte
lo specchio rifletterà solo il buio.
R.R., 9/12/2012
Molto vera e toccante questa poesia di Raffaele.
Volti di Natale
Benvenute siano queste immagini natalizie di volti infantili, evocative di gioco e di fantasia! Era ora di dismettere l’amaro disincanto dell’adulto che rischia alla fin fine di appesantire il cuore e privarci del piacere di assaporare un piccolo grande sogno – forse ingenuo, forse pilotato dai media e dall’economia – quello del miracolo della vita che si rinnova, della luce che ritorna, del Cielo che viene restituito alla Terra contro ogni speranza e evidenza. Il Natale non è solo un grigio lavoro per economisti, sociologi, psicologi e filosofi, ma è anche un sogno colorato d’azzurro, una nostalgia e un desiderio di ritrovare il sorriso dell’infanzia, ovvero di quella parte dell’umanità che è ancora in grado di vivere l’Infinito nell’attimo presente e di attendere i doni della vita come un miracolo e non come un ragionieristico calcolo di probabilità. Benvenute siano perciò queste immagini!
TREDICI DICEMBRE
Cielo d’invervo
aria vischiosa
grigiore di fiati
sospesi
essenze brumose
scie di fumo
luce che filtra
da coltri di nembi
luce rarefatta
luce fioca
luce che invoca
luce che contende
strappi di giorno
luce che tremula
nella fiammella
d’un cero
luce
c’è.
( Tosca Pagliari)