Così uguali così diversi

Fayetteville I gemelli, affascinante gioco della natura! Eccoli qui che mi saltano in mente. Forse perchè siamo entrati nel segno dei gemelli? Forse perchè sulla via da qualche giorno c’è un fiocco doppio che annuncia nuovi arrivi in coppia?  Non saprei, so solo che l’argomento mi stuzzica i pensieri.

Sui gemelli si è detto e scritto tanto, ma credo che non sia mai abbastanza. Mi piacerebbe parlarne con voi con la solita maniera simpatica maniera. Vi aspetto.

139 thoughts on “Così uguali così diversi

  1. Cara Tosca, è da tanto che non ci sentiamo, ma stasera che sono un pochetto più libera eccomi qua a scrivere su questo splendido blog. Credo di sapere a chi appartiene quel doppio fiocco, nella mia scuola se ne parla tanto…ed è un argomento splendido. Io nella mia classe ho due gemelle “diverse” sia come carattere che come volto ma il loro legame è davvero speciale. La loro mamma mi dice che quella che a scuola sembra essere la più sicura e spigliata, nella vita non lo è per nulla mentre l’altra che è il ritratto della timidezza a scuola, fuori è l’inverso. In comune hanno lo studio e la competizione fra di loro, hanno un carattere dolcissimo, ma quando si arrabbiano guai a chi sta loro vicino, perchè sembrano trasformarsi e mostrare l’irruenza tipica del segno dell’Ariete, sotto cui sono nate. Devo dirti che sono la mia gioia ed il mio orgoglio a scuola!!!

  2. I gemelli e la gemellarità

    Col termine gemelli s’identificano, generalmente, due o più individui nati in un singolo parto. I gemelli si distinguono essenzialmente in gemelli monozigoti (o gemelli monovulari) e in gemelli dizigoti (o gemelli biovulari). Esistono anche altri tipi di gemellarità come i gemelli siamesi, i gemelli monozigoti con differente cariotipo, il feto nel feto, la sindrome del gemello scomparso, il feto papiraceo e le chimere, fortunatamente molto rari.

    Gemelli monozigoti e gemelli dizigoti

    I gemelli monozigoti derivano da un’unica cellula uovo fecondata da parte di un unico spermatozoo che si divide, nei primi stadi embrionali, dando origine a due organismi separati ma geneticamente identici, in possesso, di norma, gli stessi annessi embrionali. Unitamente all’identità di sesso questo era, a volte erroneamente, un criterio d’identificazione di tale tipologia di gemelli.
    Il perché possano nascere i gemelli monozigoti è tuttora un enigma. La scienza non è al momento in grado di spiegare il motivo per il quale un embrione, in un dato momento del suo sviluppo, opera una divisione. Una delle ipotesi più affascinanti è quella che, riferendosi all’innato istinto di sopravvivenza, ipotizza che lo sdoppiamento avverrebbe per suddividere i rischi e aumentare le possibilità di permanenza in vita qualora si verificasse un danno di natura chimica nei primi giorni dalla fecondazione.
    Nel caso dei gemelli dizigoti si ha invece la fecondazione di due diverse cellule uovo da parte di due spermatozoi.

    Parti gemellari

    L’incidenza dei parti gemellari bigemini (ovvero quelli con due gemelli) è di circa 1 su 80; di essi circa 1 su 4 darà origine ad una coppia di gemelli monozigoti. Sono possibili anche parti plurigemellari:
    – sono trigemine (3 gemelli) circa 1 su 8.000 nascite;
    – quadrigemine (4 gemelli) circa 1 su 730.000;
    – pentagemine (5 gemelli) circa 1 su 65.000.000.
    L’andamento delle nascite dei gemelli dizigoti è differente nei diversi gruppi etnici, si sono rilevate percentuali più elevate nelle popolazioni di pelle nera e più basse in quelle orientali. La nascita di gemelli monozigoti non sembra invece influenzata da tale fattore.

    Il caso degli Yoruba

    La tribù degli Yoruba in Nigeria detiene il primato mondiale delle nascite gemellari: uno Yoruba su undici ha un gemello – una frequenza molto di più alta rispetto alle altre tribù della regione – anche se il numero dei gemelli monozigoti, in percentuale, non è più elevato che in Europa o negli USA.
    Il tutto potrebbe essere spiegato dalla loro dieta. Gli Yoruba si nutrono prevalentemente di una varietà di igname (una pianta della famiglia delle Dioscoreacee) che contiene quantità elevate di estrogeni, questi fanno aumentare l’FSH (l’ormone follico-stimolante) col risultato di sollecitare il ritmo dell’ovulazione. La tesi, sembra essere avvalorata dal fatto che quando gli Yoruba si urbanizzano, cambiando anche le abitudini alimentari, le nascite gemellari diminuiscono.

    La diagnosi di gemellarità

    La diagnosi di gemellarità o di zigotismo può avvenire nella fase prenatale (prima della nascita), perinatale (al momento della nascita) o postnatale (dopo la nascita).
    In genere, giacché nella fase prenatale i mezzi di diagnosi (prelievo villi coriali, amniocentesi, fetoscopia), sia pur validi, espongono i feti ad una certa percentuale di rischio, l’accertamento della tipologia dei gemelli avviene spesso o in fase perinatale o addirittura in fase postnatale.
    Al momento della nascita si ricorre all’analisi degli annessi fetali e agli esami immuno-ematologici. La monozigosità o meno dei gemelli è accertata dalla rilevata concordanza dei gruppi sanguigni (AB0+fattore RH) e dei sottogruppi (MN, Ss, P, Kell-Cellano, Duffy, Kid etc.) unita alla concordanza degli antigeni per quanto concerne il sistema immunitario. Nel corso dell’esistenza, invece, l’esame del DNA consente una diagnosi con bassissime possibilità di errore. Quest’ultimo viene azzerato se tal esame è associato a quello degli antigeni.

    Curiosità gemellari

    Molto curiosa è la proposta, presentata al Congresso mondiale di Genetica tenutosi a Gerusalemme nel 1981, di determinare l’identità genetica utilizzando l’olfatto dei cani. In effetti, sembra che solo due gemelli monozigoti possano confonderli.

    http://www.gemelli-it.org/gemelli/gemelli.html

  3. Pi� gemelli se l’aria � inquinata

    News2000, 21 maggio 2004

    Studio tedesco: soprattutto se la coppia di genitori vive vicino a un inceneritore

    AMBURGO, 21 mag – La nascita di gemelli sarebbe favorita dall’inquinamento. Lo rivela uno studio tedesco pubblicato sulla rivista Occupational and Environmental Medicine: in prossimit� di un inceneritore di rifiuti tossici la percentuale di parti gemellari � circa tre volte pi� alta del normale. Nadia Obi-Osius dell’Ospedale Universitario di Hamburg-Eppendorf ha esaminato un campione di famiglie che avevano partecipato a uno studio ambientale. Grazie alle interviste a coppie che abitavano in prossimit� di un inceneritore di rifiuti, si � visto che la percentuali di nascite gemellari era del 5,3%.

    I dati raccolti in altre due aree non inquinate mostravano, invece, percentuali rispettivamente dell’1,6% e del 2,3%. L’autrice della ricerca esclude che l’effetto possa dipendere da un aumento dei problemi di sterilit� indotti dall’inquinamento e, quindi, dal maggior ricorso a tecniche di fecondazione assistita che possono favorire i parti “multipli”. Trattamenti per aumentare la fertilit� erano infatti stati scelti dal 5,7% delle coppie nell’area dell’inceneritore, contro l’8,3% e lo 0% delle altre due zone. (News2000)

    http://www.ilmondodeigemelli.org

  4. “Dove sono i miei gemelli?”. Vi ricordate il Peter Pan di Walt Disney? Ero ancora piccolo quando lo vidi per la prima volta e sicuramente non molto esperto di abbigliamento. Non riuscivo a capire perchè Mr. Darling cercasse i “gemelli” (che immaginavo figli suoi) …nei cassetti del comò. Alcuni anni dopo ho risolto la mia lacuna conoscitiva , anche se non ho mai usato “gemelli” per camicie, per una sincera antipatia verso queste e altre forme di studiata eleganza.
    A voi Mr. Darling e i suoi “gemelli”, dopo pochi attimi, nel video. http://www.youtube.com/watch?v=wVoTabaStvA

  5. Ciao Raffaele, è troppo simpatica questa traslazione di significato sui gemelli.

    Grazie Daniela per le informazioni sui “gemelli umani”

    Quel che vi voglio raccontare è il caso delle “gemelle Dionne”.gemelle dionne
    Le gemelle Dionne, nate nel 1934 a Callender, Ontario (Canada) sono il primo caso documentato di parto quintuplo di gemelli omozigoti con sopravvivenza totale di tutti i gemelli.
    L’evento fu talmente singolare che le piccole della famiglia Dionne divennero da subito protagoniste di uno sfrenato sfruttamento commerciale. Fin dai primi mesi di vita, infatti, le loro immagini furono impresse su cartoline augurali, manifesti pubblicitari e scatole di prodotti di largo consumo. Essendo figlie di poveri contandini per loro fu emanata una legge apposita per cui lo Stato intervenne nel loro mantenimento e nella loro educazione. Infatti fino all’età di otto anni furono sottratte alla famiglia e cresciute in una ambiente, creato ad hoc, più per esaltare il fatto in sè che per il beneficio delle bambine. Fu anche costruita un’ala dell’istituto con pareti esterne di vetro per fare in modo che i turisti potessero ammirare le graziose cinque fotocopie viventi nel loro habitat. Solo con il sopraggiungere della seconda guerra mondiali gli interessi si spostarono in tutt’altra direzione e le gemelle furono restituite alla loro famiglia d’origine. Delle cinque gemelle solo due sono ancora in vita ed una di loro ha manifestato le gravi ripercussioni psicologiche subite a causa di quella quintupla identità tanto esaltata. Ha così dichiarato che i figli vanno amati per quello che sono nella loro unicità.

  6. Buongiono amici approfitto del coffee break per porgervi un brevissimo saluto. Per tutta la settimana sarò impegnato nella stesura dei bilanci aziendali e francamente la sera non mi va di stare ancora davanti al pc. Sul nuovo thread ho degli episodi da raccontare, lo farò la prossima volta.

  7. Ho letto l’interessantissima vicenda delle gemelle Dionne. E’ vero: i figli vanno riconosciuti nella loro unicità. Altrimenti sono “saccheggiati” dalle proiezioni, dal narcisismo e dalle strumentalizzazioni (a volte purtroppo violente e abusanti) degli adulti, proprio nell’età più fragile.

  8. Ciao a tutti, sto morendo un’altra volta di burocrazia. Ci sono questi passaggi obbligati, pazienza. Tornerò con calma quando avrò fatto un po’ di spazio nella mente e nel tempo che sgomito di continuo. All’orizzonte nel buio della notte passa una nave da crociera tutta illuminata è come il mio sogno di vacanza che s’accende nella mente, ma subito torna la scia del buio. Arriverà, arriverà l’estate! Forza e coraggio!
    A presto.

  9. Ah! Maledetta burocrazia! Quante volte abbiamo avuto l’impressione che sia uno sterile rituale, una complicazione del vivere, come meandri impantanati di un fiume che ha perso per strada la sua direzione e la sua energia. Antipatica a tutti e venerata come divinità da alcuni inossidabili e grigiastri ossessivi. Cerca di scampare a questa trappola,Tosca!

  10. Stasera vi voglio raccontare una simpatica storiella che mi tornata in mente. Mi è stata raccontata da ragazza.

    A metà del secolo scorso l’arrivo di una figlia femmina, di solito, era poco gradito in famiglia. Quando nasceva una bambina si diceva che era arrivata una “cambiale”. Eppure per certi versi era invece desiderata. Era desiderata per quel che alle donne era riservato: la cura della casa, degli anziani, degli infermi, dei bambini. Una casa senza una donna non era ben governata. Così accadeva che chi avesse una sequela di figli maschi finiva con l’implorare la femmina alla faccia dell’invidia di chi invece ne possedeva una schiera.
    Si racconta che un contadino di un paese arroccato sull’Etna avesse addirittura otto figli maschi. Ogni volta che la moglie restava incinta faceva voto a Santa Rita perchè ricevesse la grazia di una figlia femmina. A quei tempi i bambini nascevamo a sorpresa, lontani ancora a venire i moderni mezzi diagnostici. Così quando la moglie partorì in casa, com’era del resto in uso, assistita dalla levatrice e qualche comare avvenne il miracolo della tanto attesa figlia femmina. Il pover’uomo non smetteva di ringraziare la santa asserendo che la bambina si sarebbe chiamata Rita. Mentre era intento a sciorinare preghiere, gli giunse la notizia che ne era nata un’altra. Lì per lì restò perplesso, poi si rese conto che era una buona occasione per poter onorare anche il nome di sua madre, com’era consuetudine che i bambini e le bambine portassero i nomi dei nonni per tramandare la discendenza. Si era appena ripreso in seguito a quest’ultima considerazione, quando gli vennero a dire che era nata un’altra figlia ancora: la terza. Allora si dice che si recò dinnanzi alla statua di Santa Rita e invece di pregare e ringraziare esclamò adirato: – Santa Rita questa non fu grazia, fu disgrazia!

  11. BAMBINI RIFIUTATI IN MADAGASCAR

    Nella zona sud-est del Madagascar tra i membri delle etnie Antemoro e Antambahoaka, composte principalmente di agricoltori e di pescatori, i gemelli vengono lasciati morire.
    Quando un re del passato, infatti, ebbe due gemelli, la popolazione visse in grande miseria. Gli antichi re sono venerati come divinità in Madagascar e questo ha pesanti conseguenze su questi bambini.
    Molti gemelli muoiono poco dopo il parto ed i pochi che sopravvivono sono accolti nell’orfanotrofio della città di Mananjary. http://afriche.blogspot.com/2007_08_01_archive.html

  12. Un saluto domenicale a tutti. Scusate ma vado di fretta sto sistemando e rinvasando piante e fiori.

  13. Buonasera amici, vi racconto di due casi di coincidenza gemellare capitati al mio paese. Due gemelle incinte nello stesso periodo, partoriscono nelle stesso giorno e quasi in contemporanea e non solo lo fanno a quasi mille kilometri di distanza. E’ successo veramente circa 12 anni fa e posso giurare ch’è vero perchè una delle sorelle è la moglie di un carissimo amico mio. Invece circa trent’anni fa succede sempre al mio paese, che improvvisamente una delle due gemelle accusa dei forti malori al capo e quasi entra in coma; lo stesso succede per la sorella che viveva a Genova, due ore dopo. Poi tutto si è risolto positivamente per tutte e due. Questi sono due esempi delle migliaia di “coincidenze” che si avverano in casi di gemellaggio.La scienza studia ormai questi fenomeni da anni, si è parlato di tutto di frequenze corporali, di onde elettromagnetiche, di poteri extrasensoriali, di fatto una spiegazione ufficiale non si ha.

  14. In un mondo dove tutto frulla di fretta, la connessione internet invece va così lenta che fa venire il nervoso. Per fortuana alla fine ce l’ho fatta.
    Ciao Giuseppe, a primavera arriva anche il momento del giardinaggio, io per quest’anno ho già risolto, tra le mille cose da fare un buco me lo sono trovato nei giorni passati. Ma vedo che anche tu hai finito dato che hai trovato il tempo di scrivere questo commento molto interessante sulle analoghe situazioni di vita dei gemelli, anzi nel tuo caso delle gemelle.

  15. Tutti spariti?
    Tutti invisibili preferisco pensare e vi scrivo.
    Vi racconto un altro episodio sui gemelli. Osservando il comportamento dei gemelli nei primi anni di vita si è scoperto che essi tendono a riprodurre le situazioni che si verificavano durante la vita embrionale. Due gemelli, che si erano sviluppati in sacche amniotiche differenti, venivano comunque trovati di solito guancia a guancia durante le ecografie. Dai diciotto mesi in poi il gioco preferito di questi gemelli era il seguente: uno di loro a turno si nascondeva dietro a una tenda e poi rimanevano appoggiati guancia a guancia. Certo che condividere le esperienze di vita con qualcuno fin dai primi attimi dell’esistenza deve essere davvero straordinario.

    Godetevi questo giorno festivo.
    A presto.

  16. Buongiorno amici, in questo periodo di totale oppressione burocratica, ho poco tempo da dedicare anche alle cose che mi piacciono di più. per questo quando trovo un po’ di spazio, cerco qualche libro che mi rilassi o magari imbratto qualche tela che poi rimane mesi e mesi nell’attesa di essere completata.

  17. E’ già qualcosa,Giuseppe. Vorrei anch’io iniziare ad imbrattare una tela e averla là come un memorandum per portarla a termine. Invece ho colori, pennelli e tavolozza da un bel po’ di anni a riposo. Chissà quando si risveglierà questa mia pittura dormiente!

  18. “It’s raining cats and dogs” come dicono gli inglesi (stanno piovendo gatti e cani). Per passare la via ci vogliono le calosce, dalla parte del mare il tempo è più cupo che mai, segno che la pioggia continuerà. Un giorno fa caldo, un altro fa fresco, ora il sole ti stordisce, ora la pioggia t’inonda. Non si può dire che ci sia monotonia.
    piove

  19. Ti incollo l’avviso che mi ha dato il mio Mac (si riferisce all’inserto prima di “Buona serata a tutti quanti”):
    La pagina “Tosca Pagliari» Archivi Blog » Così uguali così diversi” ha del contenuto di tipo MIME “application/x-
    shockwave-flash”. Siccome non c’è un plug-in installato per questo tipo MIME, questo contenuto non può essere visualizzato.

    Comunque i due link successivi si aprono.

  20. Sono notte tempo alle prese con relazioni finali e roba del genere. Tutto questo mi “spoetizza”. Portate pazienza se potete, magari al più presto saprò trovare qualcosa d’interessante da proporvi, ma al momento ho la mente bendata dalle esigenze burocratiche e non c’è scampo.
    Buona domenica.

  21. Tutti siamo alle prese con i nostri impegni, con i nostri momenti liberi o meno liberi e con le nostre ispirazioni,Tosca. Non ti preoccupare. Non dobbiamo segnare assenze o presenze sul registro, almeno non qui. Dobbiamo sentirci liberi. Tutti. Questo è uno spazio d’incontro di idee e di ispirazioni. Un caminetto acceso, s’è detto. Un piacevole caminetto con un suo spirito libero che lo alimenta e che deriva dal contributo di tutti noi. Non è una caldaia a metano che brucia in modo automatico e impersonale e neppure una locomotiva a carbone che sbuffa mentre il macchinista s’affanna a caricarla a palate per farla correre. Noi siamo un caminetto e il fuoco vive perché vuol vivere.

  22. Hai perfettamente ragione Raffaele e la tua ultima citazione è eccezionale. E il pensiero di questo caminetto che arde anche quando non è attizzato perchè ha un animo ardente di suo, mi ha suscitato l’immagine del fuoco e mi ha “acceso” tutte le idee legate al fuoco. In un “lampo” sono passati il dio Vulcano, la lava, le vestali, il rogo, Prometeo, i giochi pirotecnichi … e infine ha cominciato a riecheggiarmi nella mente una poesia trecentesca piena della mia giovinezza sbuffante tra i libri, della mia improvvisa gioia d’allora per aver trovato da imparare qualcosa di piacevole. Eccola qua musicata da Frabrizio De Andrè

    Grazie Raffaele.

  23. E visto che ora la mente continua ad ardere arrivano i DIOSCURI. I famosi gemelli Castore e Polluce nati dall’unione di Leda e Zeus sotto forma di cigno.
    Anzi pare che solo Polluce fosse figlio di Zeus, mentre Castore fosse figlio di Tindaro con il quale Leda si era accoppiata la stessa notte inconsapevole d’essere stata fecondata da Zeus ( Certo che i greci le telenovele le avevano già inventate e i famosi odierni casi di gemelli figli di padri diversi non hanno proprio nulla d’esclusivo).
    Castore e Polluce furono due degli Argonauti, gli eroi che parteciparono alla ricerca del Vello d’oro. In battaglia Castore ebbe la peggio e Polluce sostenendo il fratello morente, per non essere divisi, implorò Zeus di far morire anche lui oppure di dare l’immortalità ad entrambi.
    Zeus esaudì per metà la preghiera di Polluce, decise di ricongiungerli permettendo loro di stare insieme per sempre, metà del tempo agli Inferi e metà con gli dei sul monte Olimpo.
    Secondo un’altra leggenda Zeus concesse loro di vivere e morire un giorno per ciascuno trasformandoli nella costellazione dei Gemelli. Infatti, nella costellazione dei Gemelli, una delle stelle principali si nasconde sotto l’orizzonte quando appare l’altra, ricordando permanentemente il destino che unisce i due fratelli.
    dioscuri

  24. Un saluto al volo agli amici isolani. Il caldo comincia a farsi sentire ed io comincio a soffrire.

  25. Quando la notte è illune io ho la luna nera. Mi viene l’insonnia e siccome ho uno spirito mannaro all’incontrario, quando la luna non c’è o sbrano o muoio. Meglio allora se sbrano e se nel farlo mi succede come il gatto che si morde la coda va bene lo stesso.
    Non c’entra nulla con il thread dei GEMELLI se non che astrologicamente siamo nella seconda decade del segno e che, essendo i gemelli astrologici di per sé creativi, magari alimentano questa mia assurda creatività notturna.

    Quel che sto per scrivere sono degli appunti per un’ipotetica tesi di laurea, nel 2040, in letteratura italiana di qualche mio ipotetico nipote.

    STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA DEL PRIMO DECENNIO DEL TERZO MILLENNIO” a cura di Tosca Pagliari.

    Nel primo decennio del terzo millennio si avvertono tre tendenze letterarie:
    IL SENSAZIONISMO, LO SCRIVISMO , L’EDITORIALISMO, IL BLOGGHISMO.

    Con il termine SENSAZIONALISMO s’intende tutto ciò che è preposto a fare scalpore, a rompere con la moralità, la religiosità, la legalità. E’ un genere che attrae le masse e vede l’impegno dello scrittore più che a sbalordire a sconcertare. Fare sensazione significa, anche attraverso un linguaggio che va poco d’accordo con i tradizionali canoni grammaticali e sintattici, rompere con il messaggio riflessivo dell’opera per comunicare soltanto il dato shoccante fine a se stesso.

    Lo SCRIVISMO è corrente predominante di questo periodo letterario. Con il propagarsi dell’innalzamento d’istruzione da parte della popolazione italiana a tutti è data la facoltà di scrivere. I mezzi tecnologici facilitano di gran lunga la possibilità di produrre un manoscritto e di renderlo visibile. Il monopolio della scrittura si estende a chiunque ne senta il richiamo interiore. Finalmente i sentimenti e le idee di tutti vengono sdoganati da quella che era stata in passato una ristretta nicchia di privilegiati. Il personaggio di spettacolo non si completa se non scrive, avvantaggiato anche dal fatto che già la notorietà la possiede e non deve guadagnarsela nel tentativo di produrre un eventuale capolavoro. Lo sconosciuto ha la soddisfazione di dare voce a ricordi, esperienze, fantasie … per vederle immortalate nell’opera editoriale. Diviene talmente incisiva la mentalità dello scrivere che assurge a filosofia di vita. “Nella vita bisogna necessariamente fare tre cose: un figlio, piantare un albero e scrivere un libro”. Scrivere produce in alcuni un piacere puro che va al di là della “fame di fama” , ma solo un mezzo per veicolare idee, sentimenti, saperi. In altri scaturisce dal fenomeno dell’emulazione il quale parte dal presupposto che in un mondo dove tutti scrivono non si può passare indenni. In altri ancora diviene un allenamento narcisistico tipico della società del tempo sopraffatta dall’ egocentrismo. I prodotti letterari di questo periodo non hanno una tendenza univoca che li caratterizzi, ma si presentano in generi svariati a volte mischiati tra di loro. La maggior parte degli scriventi mantiene alto il giudizio personale sulla propria opera convinto anche dall’ inesistenza di una saggia e sincera critica letteraria e dal confronto con prodotti talmente eterogenei nel contenuto e nella forma da far ritenere ogni opera non solo possibile e accettabile, ma anche superiore.

    L’EDITORIALISMO trae le mosse dallo Scrivismo tanto che i due movimenti sono strettamente concatenati. Le oltre cinquemila case editrici presenti sul territorio italiano intorno al 2010 mostrano diverse categorie editoriali. I colossi dell’editoria in fatto di letteratura italiana attingono dal circuito delle scuole di scrittura creativa i cui costi di partecipazione innescano un mercato non indifferente. Questi colossi lanciano poi l’opera letteraria in grande stile con un battage pubblicitario non indifferente. Tra l’esercito di scriventi solo a pochi è dato assurgere a queste case editrici a causa dei meccanismi complessi. Le case editrici minori si ramificano in tipologie varie. La maggior parte segue il criterio dell’investimento facile, a rischio zero, sfruttando la marea di occasioni fornite dall’alta percentuale di scriventi convinti e quindi pronti a pagare una cifra, più o meno modica o più o meno esorbitante, per vedere pubblicate le proprie opere. Si tratta in fondo di una variante delle tipografie tradizionali dove le copie stampate vengono pagate dallo stesso scrivente. Quest’ultimo a sua volta deve farsi promotore del proprio prodotto ingegnandosi con propagande più o meno farraginose sui social net work o organizzando salotti letterari nella cerchia degli amici e dei conoscenti più o meno influenti. Tutto questo in alcuni scriventi produce il rifiuto stesso alla pubblicazione tradizionale rivolgendosi ai mezzi informatici quali i blog.

    Nasce così la corrente letteraria del BLOGGHISMO dove in rete gli scriventi, oltre a rendere visibili i loro prodotti e sostenersi a vicenda, scambiano opinioni, s’intrattengono piacevolmente in un clima amichevole. Nascono conoscenze a distanza creando un fenomeno sociale nuovo, quello dell’aggregarsi e relazionarsi scrivendo on line. Tra tutte le correnti letterarie descritte, il Blogghismo diviene il più apprezzato, il più divulgabile, il più economico, il più diffuso. Mentre le librerie si affollano di libri poco acquistati per confusione di generi, per mancata pubblicizzazione, per crisi economica in atto, ma soprattutto per la grande attrazione, specialmente da parte delle generazioni più giovani, al Blogghismo. Mentre tutto ciò accade, il computer, essendo l’ elemento dominante dell’inizio del terzo millennio, dà un significativo impulso al Blogghismo stesso. Il Blogghismo connota inoltre un tipo di scrittura nuova, con la quale le nuove generazione sperimentano il metodo del linguaggio abbreviato, già ampiamente in uso con i “messaggi” della telefonia mobile, e l’aggiunta d’emoticon. La multimedialità permette anche d’utilizzare le immagini più che le parole, soprattutto con la diffusione dei “video” spesso utilizzati per dare alla scrittura una veste dinamica ed accattivante. L’evoluzione del Blogghismo lascia il posto al …

    Non lo so più cari nipoti del 2040, questo ve lo vedrete da soli e adesso il sonno mi è arrivato.

    Raffaele mi diceva di avere cura del fuoco ed io ho divampato un incendio, non c’è peggio della brace sotto la cenere. E poi a me il caldo ha sempre fatto un buon effetto.

    Buona notte

  26. Spavento! Quant’è lungo ‘sto commento!

    Ho fatto una ricerca e mi sono accorta che tutti i termini in “ismo” che ho utilizzato sono già in uso e alcuni con significato diverso da come li ho intesi io. Del resto il mio è stato solo un divertimento visto che ora ho solo veramente sonno e nessuna rabbia.

    notte.

  27. Stasera qui è tutto vuoto, visibilmente non si è ancora affacciato nessuno. Il vuoto sgomenta, ma la speranza rincuora. Qualcuno prima o poi arriverà. Allora vi lascio quest’ultima canzone di Battiato che, rincorrendo il pensiero del vuoto, è saltata fuori quasi da sola.

    Tempo non c’è tempo sempre più in affanno
    inseguo il nostro tempo vuoto di senso senso di vuoto
    E persone quante tante persone un mare di gente nel vuoto

    year play rest my way day thing man your world life
    the hand part my child eye woman cry place work week
    end your end case point tu sei quello che tu vuoi
    government the company my company ma non sai quello che tu sei
    Number group the problem is in fact
    money money……
    Danni fisici psicologici collera e paura stress
    sindrome da traffico ansia stati emotivi
    primordiali malesseri pericoli imminenti
    e ignoti disturbi sul sesso

    Venti di profezia parlano di nuovi dei che avanzano

    year play……………….

    Tempo non c’è tempo sempre più in affanno
    inseguo il nostro tempo vuoto di senso senso di vuoto

    Danni fisici psicologici collera e paura stress
    sindrome da traffico ansia stati emotivi
    primordiali malesseri pericoli imminenti
    e ignoti disturbi sul sesso

    Venti di profezia parlano di nuovi dei che avanzano

    Tu sei quello che tu vuoi ma non sai quello che tu sei
    end your case point Tu sei quello che tu vuoi
    government and company my company ma non sai quello che tu sei
    number group the problem is in fact
    money money……..

  28. Perché ora bisogna lasciare l’e-mail anche se il nome è accettato con un benvenuto? A parte questo vi faccio sapere di essermi beccato un forma influenzale piuttosto rognosa che mi costringe a letto con mal di stomaco,spossatezza, nausea e ossa rotte

  29. Raffaele non lo so, ma spero al più presto di trovare una risposta e risolvere il problema. Questo tipo d’influenza gira anche dalle nostre parti, mi auguro di scamparla. A te invece auguro una rapida guarigione.

  30. Buona sera amici. Spero Raffaele che ti sia ripreso. No, Tosca non lo ricordo quel cartone animato forse perchè io preferivo quelli della Disney e della Warner. Sto attraversando un periodo non proprio felice e nel mese a seguire forse sarò costretto ad operare una di quelle “scelte forzate” che impongono delle decisioni aut- aut che non sempre sono piacevoli; ma necessità impone e così ci si adegua. Il vecchio detto siculo mi pare dicesse “o ti mangi questa di minestra o ti butti dalla finestra”. Sto parlando naturaralmente di lavoro ed è triste pensare non solo che a 52 anni debba ricominciare ma è ancor più triste se si pensa che quello che eventualmente farò è qualcosa per cui non sono per niente portato.

  31. Auguri,Giuseppe. In bocca al lupo! Credo tu abbia le risorse morali e spirituali per affrontare questo momento impegnativo, più di un giovane. Io nel frattempo sono stazionario e sono 2 gg. che praticamente non mangio.Uno dei sintomi è un fastidiosissimo blocco allo stomaco. Sto cavolo d’influenza è davvero una brutta bestia.

  32. Giuseppe, cambiare fa sempre paura, la consuetudine tranquillizza, ma a volte succede che fatto il salto ci si accorge come si stia meglio in quella dimensione nuova. Ti auguro che accadrà così anche con il tuo lavoro. Io di solito quando mi ritrovo in circostanze simili mi torna in mente un ricordo che ho trasformato in metafora. Da ragazza presi la patente, ma non guidai per tanto tempo, avevo paura di usare le auto degli altri e riuscii a farlo solo quando mi ritrovai a possedere un’utilitaria di terza mano. Non era gran che e la mia inesperienza fece il resto, però andava ed io ci avevo preso la pratica. Ero un tutt’uno con le marce che faticavano ad entrare, lo sterzo duro a girare, gli specchietti laterali fuori uso, ma ci andavo così bene, mi sentivo così a mio agio. I guai giunsero allor quando si decise per una monovolume nuova di zecca, uno degli ultimi modelli sul mercato. Non la volevo guidare, il cambiamento era insopportabile, avevo paura di non farcela. Mi sembrava troppo grande, ci stavo seduta in un altro modo, i comandi erano diversi e essendo più tecnologica era anche più complessa. Se non fosse che con quell’altra rischiavo delle brutte contravvenzioni non avrei mai accettato la sostituzione. La macchina vecchia con tutti i suoi problemi era una certezza, quella nuova un’angoscia, io non mi sentivo una “guidatrice” adatta. Poi ho cominciato ad andare e mi sono accorta di tutte le comodità che mi erano state negate con quel rottame. Sembrerà una sciocchezza, ma tutte le volte che ho delle remore a lasciare il consueto per la novità mi torna in mente il fatto dell’auto. Spesso le circostanze ci impongono delle cose ben diverse dalla nostra volontà, ma non sempre è un guaio, capita che sia un miglioramente forzato. E poi Giuseppe la storia dell’età è un palliativo, non si smette mai di saper cambiare, tutta la nostra vita è un continuo divenire, nulla è statico. Vedrai che ce la farai e magari voltandoti indietro sarai felice che ti sia capitato. Forza e coraggio Giuseppe.

    Raffaele, vedrai passerà anche la tua influenza e recupererai l’appetito con gli interessi. Di solito il picco è al terzo giorno poi inizia il miglioramento.

    Buona notte a tutti quanti.

    Dimenticavo, si è sistemato il blog? Avevo la posta intasata ora l’ho sgomberata, forse era per questo che vi richiedeva l’e-mail.

  33. Continua a darmi questo segnale di allarme,ma almeno non mi chiede più l’e-mail. Per il resto la situazione sembra leggermente migliorata,ma ho sempre inappetenza totale, dolori alle ossa e sono calato di peso vertiginosamente perché riesco a mandar giù solo the.

  34. Non è venuto incollato il segnale d’allarme. Lo inserisco ancora:
    La pagina “Tosca Pagliari» Archivi Blog » Così uguali così diversi” ha del contenuto di tipo MIME “application/x-
    shockwave-flash”. Siccome non c’è un plug-in installato per questo tipo MIME, questo contenuto non può essere visualizzato.

  35. Non lo dire Raffaele che sei calato vertiginosamente di peso che verranno a prelevarti il virus quelli dell’industristria dei prodotti dimagranti. Oppure ti ritroverai attorniato da una moltitudine di persone desiderose del contagio. Scherzi a parte, vedrai che appena passato il tutto ti verrà un appetito di quelli del genere “diavolo della Tasmania” o meglio del famoso Taz dei Looney Tunes

    Spero di averti fatto sorridere e Patch Adams insegna.

  36. In merito a “Tosca Pagliari» Archivi Blog » Così uguali così diversi” ha del contenuto di tipo MIME “application/x-
    shockwave-flash”. Siccome non c’è un plug-in installato per questo tipo MIME, questo contenuto non può essere visualizzato. credo che a te manchi l’installazione del programma che ti permette di visualizzare quel determinato video.

  37. RICORDI DI SCUOLA

    Come in un sogno, ritornato a scuola,
    ho ritrovato la mia aula vuota,
    i banchi accatastati alle pareti
    e la muta penombra dei ricordi
    che s’affollava di fantasmi antichi.
    Fuori di là brillava alto allo zenit
    come un richiamo il sole della vita.

  38. Ciao Raffaele, ben tornato a scuola! L’aula è vuota perchè i ragazzi sono in vacanza e il corpo insegnante, invece, è aberrato di burocrazia e lavora in altre stanze. Confesso che ho spesso voglia di piangere. Amo l’ordine, l’organizzazione, la calma, le cose fatte entro i tempi, ma il caos infuria per il turbinio di disbrigi all’ultimo momento di cose che sono state cambiate, male indirizzate, confuse tra i vari pareri. Non vedo l’ora di finire, ma ancora la strada è in salita, sono troppo stanca e mi sto ammalando dentro.
    Invece vedo che tu sei guarito dal virus influenzale e ti è tornato, per fortuna, quello poetico. Complimenti per la poesia!

    Tutti gli altri invece che fine hanno fatto? Saranno stati fagocitati da altri eventi o finiti in preda alla noia per questo spazio virtuale? Si saprà mai?

    Buona serata a tutti.

  39. Buonasera amici, sempre più difficile mettermi davanti ad un pc, fra qualche settimana credo che mi sarà possibile farlo soltanto il sabato e la domenica. Dalla prossima settimana inizierò un nuovo lavoro, per una decina di giorni solo in mattinata mentre il pomeriggio sarò ancora nella vecchia azienda che (putroppo e non per mio volere debbo lasciare), dopo sarò full time impegnato nella nuova di azienda, che distando 30 km da casa mia mi vedrà fuori per dodici e passa ore al giorno. Andrò via alle 7 da casa e tornerò se va bene alle 20 30 ogni giorno fino al venerdi, sempre se il sabato non si renda necessario la presenza in ufficio. Sono un pò spaesato, costretto per necessità a cambiare lavoro dopo tantissimi anni e sopratutto un lavoro che avevo “sotto casa mia” non è che mi riempa d’entusiasmo ma ” devo cogliere l’attimo” e l’attimo in questo caso è un treno che non credo ripassi tanto facilmente…..

  40. Ciao Giuseppe, mi pare che ormai non è più facile niente per nessuno. Ogni lavoro è un continuo rimettersi in discussione e già è fortuna se quel lavoro comunque rimane. Dai forza e coraggio, magari per certi versi ti troverai meglio, chissà, io te lo auguro di cuore.

  41. P.S. Ti auguro,Tosca, che questa tua strada in salita cominci a moderare la pendenza e possa giungere ad un bel passo, aperto su un nuovo panorama e su migliori itinerari.

  42. Grazie Raffaele, l’ultimo tratto di strada è quello che sembra il più lungo, è la stanchezza che lo fa sembrare tale. Comunque resisto e procedo.
    Questo blog è sempre più vuoto, ogni cosa che ha un inizio prima o poi volge alla fine. Tra poco compirà due anni, ci sono stati dei momenti intensi, vivaci, creativi, socializzanti, ora langue con sparute e saltuarie presenze. Per ora non mollo, non mi arrendo, a costo di ritrovarmi a
    parlare da sola in una sorta di diario virtuale, poi si vedrà.
    Intanto porgo a te Raffaele l’onorificenza di cavaliere di questo blog poichè sei stato l’unico che ha mostrato una costante presenza.

  43. Carissima Tosca, anche se non ho scritto io ci sono sempre, anche se ancora sono sommersa da relazioni, scrutini ,pagelle, e quant’altro. Ti voglio fare una proposta:cambiamo argomento, perchè non parliamo di estate e vacanze? Cosa ne dici?? Un saluto a Raffaele sperando che stia meglio.
    Ci sentiamo presto

  44. Ok cambiamo argomento. Ottima idea. Felice di ritrovarti qui Daniela! L’argomento delle vacanze è molto piacevole, ma tempo fa l’ho già proposto, forse proprio lo scorso anno più o meno in questo periodo. Dovrei trovare il modo di dare un taglio nuovo all’argomento e al momento non mi viene. Suggeriscimi tu. Bello il video che hai linkato. Grazie.
    Magari qualche idea geniale verrà anche a me quando mi toglierò di torno tutta quella roba che tu elenchi sopra. Grazie ancora Daniela della tua costante presenza anche se a volte silenziosa e invisibile. Sono proprio contenta di sapere che ci sei sempre stata. Buona notte e a presto. Anzi aspetta, ti nomino damigella del blog. Stasera ho questa vena d’elargire titoli e mi piace. Ciao.

  45. In effetti il blog sta visibilmente languendo e credo sia come un paziente per il quale debba essere fatta una diagnosi precisa, ma anche una ricostruzione storico-anamnestica. Perchè è nato, per quale progetto esplicito (ma anche implicito) e come si è sviluppato. Non credo bastino “scossoni”, “alimenti” (nuovi contenuti) e riti propiziatori come le “onorificenze” (mi ricordano tanto l’Armata Brancaleone!). Scusa tanto,Tosca, per la franchezza. Forse è una questione che meglio sarebbe affrontarla a quattrocchi,ma penso che un buon sasso in piccionaia male non faccia.

  46. Un sasso in piccionaia o anche in uno stagno non fa mai male davvero, può anzi essere una cartina di tornasole. In quanto alle onorificenze non erano state date per incentivo a produrre nuovi commenti, ma come premio per la piacevolezza e la durata degli interventi. Non è che voi siate alla ricerca di tali effemeri “premi”, ma era un mio modo di sentire e dimostrare quel che sentivo, affatto un rito propiziatorio. Senza peli sulla lingua, anzi sulla carta, o meglio ancora sulla tastiera dalla quale scrivo, la ricostruzione anamnestica è bella che fatta. Il blog era nato a scopo pubblicitario personale e di chiunque altro ne abbia voluto tenere conto. Così è accaduto, molte persone sono passate, si sono presentate, hanno presentato i loro lavori e poi sono sparite. Molte altre sono rimaste per tempi più lunghi. Il più assiduo sei stato tu Raffaele, ma prima ancora di te aveva preso a farne parte Daniela, che ha presenziato molto anche lei anche se con dei momenti di assenza. Ora non è che voglia stare qui a fare inutili classifiche è solo un modo di analizzare. Ultimamente siamo rimasti i famosi “quattro gatti”: tu, Daniela, Giuseppe ed io. Al di là comunque del fattore pubblicitario, il blog era nato ( o meglio “è nato”, mi piace rimanere al presente visto che non è “morto” ancora nessuno ) un modo d’intrattenerci, di scambiare pareri, di metterci a confronto, di rivelare i nostri scritti immediati, di arricchirci con curiosità varie. Ora sta languando, può darsi che cesserà del tutto o che improvvisamente si rianimerà. Staremo a vedere, per ora io sono qui. E chi ancora c’è se avesse delle idee o delle critiche costruttive da muovere può esprimerle liberamente. Anzi sarebbe un modo per dare un po’ di smalto al blog.
    Perciò Raffaele se vuoi esprimiti pure anche se non siamo a quattr’occhi. Lo so che la parola scritta è più farraginosa di qualla verbale poichè, essendo prima del tono espressivo, ha bisogno di più raggiri, ma noi ne saremo senz’altro capaci.
    Resto in attesa del fracasso del sasso in piccionaia, sarà una bella botta di vita. A presto.

  47. Ovviamente non è che mi dispiacciano le “onorificenze” quando sono espressioni genuine. Per questo, dopo aver tirato il sasso in piccionaia, ti ringrazio sinceramente per il “cavalierato”. La tua esperienza di gestione del blog mi ha fatto parecchio pensare. Hai profuso molto impegno, molte energie e creatività in questa realizzazione. Diciamo che il pensiero originario di tipo pubblicitario ha prodotto un risultato concreto anche se, da questo punto di vista, forse abbastanza circoscritto.Ma credo che questo lo possa valutare meglio tu da un punto di vista editoriale. L’altro risultato è stato quello di creare un’aggregazione di persone, alcune quasi “comete periodiche”, alcune decisamente “meteore” apparse e scomparse, altre con orbite piuttosto stabili…la costellazione dei “quattro gatti”? Parlando per me, devo dire che mi vien naturale affacciarmi regolarmente sul blog, anche se non automaticamente questo significhi essere in vena di scriver qualcosa. Quindi mi piace che questo “luogo” virtuale (caminetto, classe o come altro lo vogliamo chiamare) ci sia. Potrebbe essere utile la metafora del “coro polifonico”? Dovremmo forse affinare la nostra armonia, un po’ come le voci di un coro? Forse una certa discontinuità si avverte tra le “voci”. La tua ovviamente è molto forte e avvolgente e in certi momenti quasi allarmata, dolente. Quasi si guardasse attorno per domandare :”Dove siete finiti, coristi?”. In certi momenti sembra sfinita, stremata, un po’ come se dicesse:” Adesso cantate un po’ voi!”.Come vedi, Tosca, ho fatto la mia cantata. Chissòà che non venga fuori un bel concerto.

  48. Aspettate che sono tornata e dopo il faceto vi passo il serio. Se stanotte soffrite per caso d’insonnia e volete approfittarne per un po’ di cultura vi passo quel che segue. Oggi sono stata ad una conferenza su Santi Correnti ed ho scoperto di diversi modi d’internere il modo d’essere siciliani. Mi è sembrata una scoperta piacevole ed interessante. In giro sul web ho trovato poi quel che avevo ascoltato e che sto per passarvi.

    La memoria della “sicilianìa”

    di Santi Correnti

    Qual è il sentimento che lega i siciliani alla loro terra natìa? Ci sono varie definizioni per indicare questo rapporto spirituale, e che sono state individuate, da quattro diversi punti di vista, nel sicilianismo, nella sicilitudine (o anche a sicilianitudine, e perfino isolitudine), nella sicilianità, e ultimamente nella “sicilianìa”

    Che differenza corre tra queste definizioni, che sono indici di diversi atteggiamenti spirituali? Esaminandole una per una, ci accorgiamo che il sicilianismo è una esagerazione retorica, perché è una esaltazione esasperata del nazionalismo isolano, molto simile al germanesimo esasperato dei tedeschi del “Deutschland ùber alles in der Welt”, che vuole “la Germania sopra ogni cosa nel mondo”; sicché, per i “sicilianisti” del tipo dello studioso acese Lionardo Vigo Calanna, che fu il primo raccoglitore dei canti popolari siciliani dal 1857, e visse dal 1799 al 1879, la Sicilia è da considerare “una terra unica al mondo”, e i siciliani “gli uomini superiori a tutti in ogni campo”; e pertanto, date queste aberranti premesse, si finì per cadere nel ridicolo e nella vuotaggine, come avvenne con quel burlone di Luigi Capuana, che fece buon credere al buon Vigo Calanna che Dante avesse trovato in Sicilia versi come “Donne ch’avete intelletto d’amore”. E l’acceso sicilianista Vigo Calanna non solo non s’accorse del tiro giocatogli, ma comunicò sua “scoperta” al prof. Alessandro D’Ancona dell’Università di Pisa, e nel 1878 elaborarono assieme la teoria della siddetta “protòstasi”, cioè della pretesa priorità della lirica d’amore siciliana, rispetto a quella toscana: priorità che svanì come una bolla di sapone, quando il Capuana rivelò il suo terribile scherzo. E inventarono pure la parola “protòstasi” che non si trova registrata in nessun vocabolario italiano, e che presto svanì nel dimenticatoio…

    Quanto al concetto di sicilitudine (o di sicilianitudine, o di isolitudine, come qualcuno ha fatto), esso è una particolare interpretazione del sicilianismo, ed è pedissequamente esemplata sulla parola francese négritude, che indica il complesso dei valori etnici e culturali propri delle popolazioni africane, come esaltazione della loro specifica nazionalità; ed è un termine che è stato coniato nel 1961 dal letterato palermitano Crescenzio Cane; ed è stato poi adoperato da critici come Natale Tedesco e da scrittori come Leonardo Sciascia: ma sono in molti gli studiosi siciliani, tra cui il sottoscritto, a rifiutare decisamente che il concetto di sicilitudine possa applicarsi alla Sicilia, perché esso si riduce ad una sorta di isolazionismo spirituale, fatto soprattutto di recriminazioni e di piagnistei, per cui la Sicilia si collocherebbe al di fuori del tempo e della storia, rimanendo un’entità a sé, e addirittura costituendo un mondo a parte: il che è concezione antistorica, come vedremo, e assolutamente arbitraria, che non ha alcun riscontro nella realtà degli accadimenti riguardanti la Sicilia, perché, come io ho documentato dal 1953 in tutte le mie pubblicazioni storiche, che oggi hanno raggiunto il non piccolo numero di novanta, per un totale di oltre ventimila pagine, la Sicilia ha sempre avuto una vocazione europea nella sua cultura: e lo dimostrano il trattato di pace del 480 a.C., imposto dai Siciliani vincitori agli sconfitti Cartaginesi, in cui, per la prima volta al mondo, si è affermata la sacertà e la inviolabilità della vita umana, cinque secoli prima che nascesse Cristo; e la nascita del primo Parlamento del mondo, che precede di ben 135 anni quello inglese, sorto solo nel 1264, mentre quello siciliano è del 1129; e la tolleranza religiosa, operante in Sicilia dal 1169, mentre l’editto di Nantes, emanato in Francia da re Enrico IV, è di oltre quattro secoli dopo, del 1598; e gli esponenti della cultura siciliana sono di risonanza europea, come ho dimostrato col mio libro Il contributo dei siciliani alla civiltà europea, edito nel 1972, e che ha avuto parecchie edizioni, perché la Sicilia ha dato astronomi come Giovanni Alfonso Borelli, che rivoluzionò l’astronomia al pari di Copernico e di Keplero; chimici come Stanislao Cannizzaro, che ha creato la chimica moderna; pittori come Antonello e Pietro Novelli; matematici come Archimede, o come Giuseppe Scala da Noto e Giuseppe Moleti da Messina, che nel 1582 contribuirono alla riforma del calendario che tuttora adoperiamo; architetti come Filippo Juvarra o Ernesto Basile; botanici come Filippo Parlatore o Gaetano Ruggieri; storici come Biagio Pace o Santo Mazzarino; fisici come Orso Mario Corbino o Ettore Majorana; diplomatici come Giuseppe Osorio o Antonino di San Giuliano; economisti come Angelo Majorana o Guido Jung; folkloristi come Giuseppe Pitrè; filosofi come Michelangelo Fardella o Giovanni Gentile; filantropi come Ignazio Testasecca o Paolo Liggeri; politici come Luigi Sturzo e Vittorio Emanuele Orlando; europeisti come Gaetano Martino; musicisti come Vincenzo Bellini; scrittori come Giovanni Verga; drammaturghi come Luigi Pirandello; Poeti come Salvatore Quasimodo; registi cinematografici come Nino Martoglio, e attori come Giovanni Grasso o Tina di Lorenzo: a nessuno dei quali è applicabile il gretto e degradante concetto di “sicilitudine”, perché essi hanno operato nel segno della sicilianità, che è fenomeno culturale al tempo stesso siciliano e europeo, e quindi estroverso e universalizzante, per cui i romanzi di Verga e i drammi di Pirandello e i versi di Quasimodo sono divenuti patrimonio comune dell’umanità; e la sicilianità è divenuta universalità anche recentemente, come opere mirabili, come il romanzo il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e l’umanissimo film Nuovo cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, che nel 1990 ha vinto in Usa il premio “Oscar” per il miglior film straniero.

    Nella numerosa schiera dei convinti sostenitori della sicilianità, si è da tempo inserita la mia modesta opera di storico della mia terra; e recentemente un acuto critico, Domenico Calabrò, ha definito i miei lavori storici non soltanto frutto della mia sicilianità, ma della mia “sicilianìa”, che è definizione che volentieri accetto, e di cui gli sono cordialmente grato, perché egli ha voluto indicare con il nuovo termine di “sicilianìa” il fatto che la mia attività per la reale ed obiettiva conoscenza della nostra Sicilia non si è limitata alle aule universitarie — in cui io ho istituito nel 1970 la prima cattedra italiana di Storia della Sicilia, e l’ho tenuta per ventisei anni, fino al 1996, insegnando detta disciplina anche nell’Università di Trapani — ma si è diffusa nel mondo, coi miei libri, con la fondazione dell’Istituto siciliano di Cultura regionale dal 1964, con la pubblicazione della Rivista storica siciliana dal 1973, con l’organizzazione di gite culturali in Sicilia e fuori, e soprattutto con le mie conferenze, tenute non solo in Germania, in Isvizzera, in Grecia, nel Belgio, in Inghilterra, e nel Lussemburgo, ma anche in Libia, in Usa, in Canada e in Australia, dimostrando documentatamente dappertutto che La Sicilia non è solo mafia (come è intitolato un mio libro del 1995); e che le origini della mafia non sono siciliane, ma spagnole; e che già nel Seicento la mafia esisteva, con tutti e tre i suoi livelli, anche nel Ducato di Milano, come luminosamente dimostrano I promessi sposi di Alessandro Manzoni, che nel capitolo VIII del suo romanzo riporta perfino il linguaggio della mafia!

    La mia “sicilianìa” consiste quindi nel mettere la cultura storica siciliana a contatto con la cultura storica del mondo civile, dimostrando documentatamente che, nell’evoluzione storica dell’Europa la Sicilia è stata un modello per gli stati europei, con l’organizzazione normanna dello Stato, con l’esempio di Libertà del Vespro; e in tempi più recenti, anticipando il femminismo, e la fondazione della Croce Rossa internazionale.

    Santi Correnti

  49. Tosca, che belli questi ultimi post, anche io dico con orgoglio di essere Siciliana D.O.C. , e ti lascio una canzone che racchiude un po’ delle nostre peculiarità siciliane.. l’ho già postata altre volte ma la voglio riproporre

  50. A proposito di gemelli e di Sicilia. Chi non ha mai mangiato i gemellini? Popolo al di là dello stretto, non siamo cannibali, si tratta di pane. Il “gemellino” è una forma di panino composto da due panini attaccati che si possono anche dividere e riempire separatamente. In genere è il panino merenda più usato a scuola: i mangioni mangiano un gemellino intero, chi ha poca fame mangia mezzo gemellino.gemellini

    Dalle nostre parti si usano forme arrotolate in un altro modo. Non ho trovato l’immagine esatta. Qualcuno me la sa procurare?

  51. Interessante questo panino. Credo che qualcosa di simile esista anche altrove. Da noi ad esempio un tempo esistevano pizzette salate al rosmarino attaccate insieme come gemelli siamesi.

  52. Un po’ di “ARIA DI SICILIA” ve la mando via web

    E’ stupenda!

    Duminica jurnata di sciroccu
    fora nan si pò stari
    pi ffari un pocu ‘i friscu
    mettu ‘a finestra a vanedduzza
    e mi vaju a ripusari

    Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so putenza strogghi ‘u mo pinzeri
    Ah! Ah! ‘U cori vola s’all’umbra pigghi forma e ti prisenti
    nan pozzu ripusari.

    ‘U suli ora trasi dintr’o mari
    e fannu l’amuri
    ‘un c’è cosa cchiù granni
    tu si la vera surgenti
    chi sazia i sentimenti

    Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so calura crisci e mi turmenta
    Ah! Ah! ‘U cori vola sintennu sbrizzi d’acqua di funtana
    ‘ndo mo’ jardineddu mi piaci stari sula.

    Ah! Ah! ‘A stissa aria ca so calura crisci e mi tormenta
    Ah! Ah! ‘U cori vola sintennu sbrizzi d’acqua di funtana
    ‘ndo mo jardineddu mi piaci stari sulu
    mi piaci stari sula.

    ***

    Domenica giornata di scirocco
    fuori non si può stare
    per fare un po’ di fresco
    socchiudo la finestra
    e mi vado a riposare.

    La stessa aria con la sua potenza scioglie i miei pensieri
    un cuore vola se all’ombra prendi forma e ti presenti
    non posso riposare.

    Il sole ora entra dentro il mare e fanno l’amore
    non c’è cosa più grande
    tu sei la vera sorgente
    che sazia i sentimenti.

    La stessa aria col suo calore cresce e mi tormenta
    il cuore vola sentendo schizzi d’acqua di fontana
    nel mio giardinetto mi piace stare solo
    mi piace stare sola.

  53. Ciao Tosca, sono la piccola Clara, sai che sono stata promossa in I media? Ma purtroppo ancora non sono libera del tutto, perchè devo ancora sostenere gli esami d’inglese del British che saranno giorno 25 giugno e sono un po’ preoccupata!!! Sei già stata al mare? Io si, un paio di volte e già sono un po’ abbronzata. Sai che ho due nuove gattine? Le altre due che avevo purtroppo non ci sono più 🙁 🙁 . Si chiamano una Jessica ed è una soriana, mentre l’altra è uuguale a Minou degli Aristogatti, io la volevo chiamare come lei, ma la nonna Maria che non sa chiamarla così l’ha ribattezzata Lulù e allora abbiamo lasciato questo nome. Ho visto i video dei gattini e sono troppo carini, mi sono piaciuti tanto, grazie per averli inserito. Adesso ti mando un bacio a te ed uno alla mia zietta Dany… zia aspetto il regalo per la promozione 🙂 🙂 http://www.youtube.com/watch?v=gryymVUrnec

  54. Oh! Che sorpresa piccola Clara, ma mi sa che tanto piccola ormai non lo sei più. Auguri per la promozione. Mi dispiace per le gattine che non hai più, ma sono contenta per quelle nuove. Mi è molto piaciuto il cartone animato degli Aristogatti, è stato come tornare indietro nel tempo, molto indietro. Ricambio il bacio e ti auguro buone vacanze. Non ti preoccupare per gli esami d’inglese, te la caverai benissimo me lo sento. Continua ad andare al mare, io ancora non ci vado per tutti gli impegni che ho ed anche perchè se prima la stagione non va un po’ più avanti e l’acqua non diventa più tiepida non fa per me. Ti aspetto qui tutte le volte che vorrai, in questo mondo d’adulti a portare un po’ di freschezza. Ciao ciao e una carezza da parte mia alle tue micette.

  55. Ora di pranzo
    attendono i fornelli.
    Un aperitivo ho voglia di gustare,
    così, su questo spazio virtuale
    dove sostare mi è abituale
    per pensare, scrivere e postare.
    Buon appetito
    a tutti quelli
    che hanno voglia di partecipare
    sorseggiando con calma
    o mandando giù di fretta
    questo cocktail speciale
    fatto d’attesa, simpatia,
    perplessità, condivisione
    animosità, frequenza,
    noia, assenza,
    fugacità, permanenza.
    Il mix ha un gusto speciale
    ed ogni palato lo coglie a suo piacere.
    In alto i calici
    l’aperitivo della casa
    è d’invecchiamento quasi biennale
    e sull’etichetta è scritto:
    “La classe non è acqua”.
    cock tail

  56. La tua poesia, Tosca, è davvero un cocktail bene assortito d’ingredienti, con un discreto tenore alcolico e l’aggiunta generosa di qualche spezia piccante. L’ho assaggiato e l’ho trovato molto gradevole.

  57. Bene, Raffaele, sono contenta che il tuo palato abbia gradito il cocktail. Magari all’improvviso, chissà che potrà venirne fuori qualcun altro.

    Intanto mentre scrivo il mare è d’un blu intenso e la nave bianca da crociera lo attraversa. Passa spesso questa nave bianca è come un appuntamento col piacere della visione e con la sensazione di relax che produce. La cosa strana è che a me piace solo guardarla, ma non amo le traversate via mare, qualche volta mi è capitato e ho benedetto il momento d’aver rimesso i piedi a terra. Vederla così scivolare sull’acqua con l’elelganza di un enorme cigno mi commuove quasi, ma starci dentro mi fa sentire claustrofobica, intrappolata, ingabbiata. C’è l’aria condizionata troppo fredda, c’è troppa gente, troppo chiasso, troppi locali su e giù, da perdersi in un labirinto. Che non me ne vogliano gli operatori turistici delle crociere, ma non fanno per me. Preferisco una barchetta di legno a remi e quei bei giretti che si faceva da ragazzini tutti accalcati per la classica “varchiata” non troppo al largo della costa. Quando poi la strettezza diventava insopportabile ci si tuffava abilmente in acqua e a nuoto si raggiungeva la riva lasciando procedere in pace i pochi rimasti.
    Ecco nel frattempo la nave è già sparita alla vista come indignata per questo mio sproloquio, ma tanto domani alla stessa ora ripasserà per la stessa striscia di mare. Così come domani, o stasera, o chissà quando, sarò di nuovo qui a scrivere quel che mi passerà per mia la testa e ad attendere quel che passerà per la vostra testa. Questo è il bello.
    Buona serata a tutti quanti.

  58. Conoscevo la storia della gemella del Titanic, l’Olimpic, ma non quella del Britannic, forse perché la diversa verniciatura la rende meno somigliante alle sorelle. Circa la Raffaello e la Michelangelo ho avuto un’esperienza diretta – “in illo tempore”,ovviamente, vedendone entrare una dal Mar Tirreno nel golfo di Napoli, non saprei dire quale (dipende dalle linee che percorrevano): uno spettacolo imponente!

  59. PER CHI CERCA L’ANIMA GEMELLA E PER CHI CE L’HA GIA’

    Nell’amore romantico, per anime gemelle si intendono due persone fra cui esiste una affinità spirituale e sentimentale talmente profonda da poter essere interpretata come segno che tali persone fossero predestinate ad amarsi. Nel linguaggio comune, lo stesso concetto viene comunemente espresso facendo riferimento alla metafora della “mezza mela”, per cui le due anime gemelle sono complementari come le due parti ottenute tagliando di netto una mela a metà. Il concetto di “anima gemella” è in genere associato all’implicazione che esista un solo partner amoroso predestinato per ciascuna persona, e quindi è affine e correlato a quello di vero amore.
    Una delle immagini classiche associate all’idea di “anima gemella” è quella riportata nel Simposio di Platone, in cui viene riportato ed elaborato il mito greco degli ermafroditi. Secondo questo mito, all’origine dei tempi gli esseri umani non erano suddivisi per genere, e ciascuno di essi aveva quattro braccia, quattro gambe e due teste. Per gelosia nei confronti della perfezione umana, gli dei separarono l’uomo in due parti con un fulmine, creando da ogni essere umano primordiale un uomo e una donna. Come conseguenza, ogni essere umano cerca di ritrovare la propria iniziale completezza cercando la propria metà perduta. ( Tratto da Wikipedia)

  60. Una grande, struggente e famosa metafora quella contenuta nel Simposio di Platone, evocativa di un’originaria separazione alla quale la mente umana non si è mai rassegnata.
    Il video che hai proposto, indubbiamente affascinante,è uno dei prodotti di questa nostalgia di un’unità originaria, di un “paradiso perduto”, di questa fatica – talvolta drammatica – ad accettare che la vita reale non è fatta dell’impalpabile e suggestiva materia dei sogni, ma è governata da limiti e finitudini.
    Buona notte a te,Tosca, e a chi per caso passerà da queste parti.

  61. Buon giorno a tutti!!! State Bene? Scusate l’assenza, ma anche se non ho scritto sono sempre approdata su questa meravigliosa isola, dove si sta così bene da dimenticare ogni problema, perchè si respira un’aria buona, si è in ottima compagnia e le spiagge non affollate ti permettono di leggere, meditare e riposare le tue stanche membra ascoltando solamente le onde del mare che si infrangono sulla sabbia dorata…. ma che ispirazione stamattina!!!!

  62. It’s wonderful! Ho sbolognato tutta la burocrazia relativa all’anno scolastico 2009/2010, mi sento così leggera e libera che non riesco ancora a gioirne poichè presa dall’incredulità.
    It’s wonderful! Ho letto con piacere i vostri piacevoli commenti, carissimi Daniela e Raffaele.
    It’s wonderful! Ho avuto un’ulteriore conferma che anche se non ci sono commenti non significa che l’isola sia deserta.

  63. Complimenti, Tosca, per aver sbolognato la burocrazia. Ora puoi appenderla al chiodo come un trofeo di caccia grossa! Decidi tu quale immagine può essere più adatta. La fantasia non ti manca.
    Ben tornata, Daniela. Mi piace l’idea di un’isola che assomigli ad un luogo non affollato, dove si possa leggere, meditare e sostare per una piacevole e garbata conversazione.
    La stagione pare migliorare e anch’io con lei. Sto dimenticando del tutto lo stress dell’influenza.
    Arrivederci.

  64. Beata te , Tosca, che hai finito…io ancora no: lunedì consegna schede, comitato di valutazione del servizio di una collega e finalmente giorno 30 consegna dei documenti, non vedo l’ora. Dopo sai che farò? Raccoglierò tutte le carte inutili e ne farò un bel falò, dopo me ne andrò in palestra e poi a fare un corso di lingua inglese con Teresa… e poi naturalmente qualche bella passeggiata, un po’ di lettura e un po’ di decoupage il mio hobby preferito.

  65. ACROSTICOESTIVO

    Estate, finalmente
    Sei arrivata
    Tanto, tanto ti abbiamo
    Aspettata.
    Tutti contenti e a passo di danza
    Estate, con te, andiamo in vacanza!!!!

  66. Ciao Daniela, io per questo ho ancora un collegio docenti il 2 di luglio. Sono in servizio fino al 30 giugno ogni giorno. Ho solo detto di aver chiuso con le pratiche burocratiche dell’anno scolastico appena trascorso. Adesso sto sistemando alcune cose per l’avvio del prossimo in modo poi da chiudedere definitivamente il capitolo scuola. Poi ho da sistemare un bel po’ di cose di casa, credo che ne avrò per più d’una settimana. Spero per la metà di luglio, e con un briciolo d’ottimismo anche prima, di poter veramente andare in vacanza. Come programma avrei delle belle passeggiate a passo svelto sul lungo mare, granita alla mandorla a colazione, nuotate e sole, al corso d’inglese quasi quasi ci penso, qualche pranzo in qualche verdeggiante e quieto agriturismo etneo ( ne ho scoperto qualcuno davvero delizioso ). Ma quel che di veramente ho voglia è mettermi seduta al fresco e scrivere, risvegliare i miei personaggi in coma da tanto tempo in una storia ancora strampalata tutta da rivedere. Sarà tutto questo un’utopia? Spero tanto di no, ho troppo bisogno di ricaricare le batterie. Quest’anno scolastico è stato il più pesante tra tutti quelli che ne ho memoria. Se è una cartina di tornasole per il nuovo assetto ministeriale la cosa è pietosa, preferisco pensare che si sia trattato di una casualità passeggera. Troppo simpatico l’acrostico estivo! Speriamo davvero che quest’estate sia piacevole come una danza. Lo auguro a tutti. Adesso questo acrostico lo metto in archivio. E’ un bel po’ di tempo che non faccio quest’operazione, forse, distrattamente, qualcuno me lo sono perso nel senso che mi sono dimenticata d’archiviarlo. Chiedo scusa, ora che ho qualche pensiero in meno vedrò di stare più attenta.
    Buona giornata a tutti quanti.

  67. NOSTALGIA D’ESTATE

    E’ strano,come tutte
    straordinariamente
    tocchino le corde
    antiche dei ricordi,quelle
    tanto attese,poi rimpiante,
    estati della nostra vita!

  68. Buona domenica. Sto per uscire a fare una lunga pedalata in bici attraverso la campagna. La giornata è bella e la stagione pure. Dovrei fare qualche buona foto.

  69. Anche se virtuale non è male. Io me la sono davvero spassata. Ho macinato chilometri e ha scattato numerose foto che sto caricando su Panoramio.

  70. NOI GATTI CHE ENTRIAMO ANCORA IN CLASSE:

    gatto1

    RAFFAELE
    (Un buon libretto con tante proficue presenze)

    gatto 2

    TOSCA
    (S’impegna per quel che può)

    gatto 3

    GIUSEPPE
    (Di recente ha diverse assenze giustificate sul libretto)

    gatto 4

    DANIELA
    ( Ha ripreso le frequenze con molto profitto).

  71. Tratto da:
    http://www.tuttozampe.com/gatti-a-scuola/1061/

    Dopo le scuole di addestramento per cani, ecco nascere le prime scuole dedicate esclusivamente ai gatti! Si chiamano Kitten Classes, e sono state create per rispondere alle esigenze dei proprietari di cuccioli di gatto, in particolare di quelli che hanno tre le sette e le tredici settimane.

    Il Kitten Classes, che dura in genere circa due settimane, ha l’obiettivo di prevenire eventuali problemi comportamentali del micio, cercando di farlo socializzare con l’uomo e con i suoi simili, di abituarlo a essere manipolato, stabilire un forte legame tra animale e proprietario, fornire a quest’ultimo tutte le indicazioni relative allo sviluppo del gatto e alle sue necessità fisiologiche ed etologiche all’interno della famiglia.

    L’educazione viene insegnata all’animale senza alcun tipo di costrizione: il gatto infatti all’interno della classe può esplorare, giocare con i suoi simili e con i giochi propedeutici messi a disposizione dagli educatori. Insomma il micio viene stimolato ed educato sfruttando la sua naturale propensione alla curiosità.

  72. Vedo il gatto che mi rappresenta con occhiali praticamente simili ai miei! Simpatici questi occhialuti felini.
    Bello il video di Daniela. Potremmo definirci una delle Kitten Classes? Una classe per quattro gatti potrebbe essere un’idea azzeccata.

  73. NON SIAMO UNA CLASSE DI GATTI, SIAMO GATTI DI CLASSE!

    Gentili
    Attenti
    Talentuosi
    Tuttofare
    Intelligenti

    Stasera, alla faccia della modestia!

    gatto fiocco gatta cappellogatto collare gatto3

    E mi sto divertendo da matta, anzi da gatta.

  74. Un dubbio sorge spontaneo: si sta attivando una “pet therapy” consolatorio/scaramantica per essere solo 4 gatti, ancorché “di classe”?

  75. No, si comunica divertendoci e usando un pizzico d’ironia, non abbiamo bisogno affatto di terapie anche se la “pet therapy” di per sè è prodigiosa.
    I think so.

  76. La posa del soggetto mi richiama vagamente colui che disse, a proposito della crisi; “Quale crisi? Se l’è inventata l’opposizione”

  77. Se poi tu la vedi come una pet therapy, ognuno è libero del proprio modo di pensare. Io sto usando questi gatti perchè mi ci diverto, perchè al momento è l’unico argomento che mi viene e lo faccio con piacere, non di certo per salvare il “blog dalla crisi”. A parte il fatto che non considero ” crisi” la scarsità di persone che intervengono sul blog in questo momento, anzi sono contenta di quel che ho avuto e di quel che è rimasto. Ogni cosa ha i suoi ritmi e i suoi cicli, io non sono un guro e non ho la pretesa di trascinare le masse, mi sta bene così. Quando ho lo schiribizzo di dire qualcosa vengo qui e scrivo, se trovo chi interagisce mi fa piacere, se non trovo nessuno è un po’ deludente, ma non mortificante. Del resto ho appurato già da tempo che molte persone passano a leggere, anche attraverso il sistema del blog riesco a fare delle statistiche. La situazione attuale non mi si pone in termine di problema, anche perchè se volessi attirare necessariamente le folle, basterebbe mettere in scena gli stuzzicanti argomenti di cui le moltitudini vanno alla ricerca. Anzi basterebbe appena scatenare polemiche e creare putiferi e chissà quanti ci si butterebbero a pesce, ma questo non è lo spirito del mio blog. Se non interverrà più nessuno vorrà dire che quando ne avrà voglia starò qui a parlare da sola o agli invisibili.Spero che il discorso sia chiaro e che non si rischino fraintendimenti.

    gatta al computer

  78. … senza parole… non c’è più niente da fare… è stato bello sognare… recitava così una vecchia canzone!!!!
    A proposito di gatti, grazie Tosca ,per quello che sai proporre con la solita ,ironica e garbata maestrìa che ti ha sempre contraddistinto.

  79. LA PET THERAPY

    La pet therapy sta diventando una pratica sempre piu’ diffusa nel coadiuvare le cure cliniche in specifici casi e in particolari soggetti. L’impiego di animali, che giochino a stretto contatto con i pazienti, non ha la funzione di guarire ma ha la capacità di migliorare lo stato psicologico del soggetto, determinandone un benessere emotivo.
    La pet therapy non è un modo per guarire ma è una alternativa per curare l’aspetto emotivo e psicologico del malato, che per stare bene fisicamente ha bisogno di “sentirsi” bene.

    Ma ora ci chiediamo perché un gatto nella Pet Therapy?

    Sono tante le storie, le leggende tramandate che ci segnalano il gatto come animale divino, misterioso spesso amato o odiato, sentimenti contrastanti che assalivano l’uomo in ere e luoghi diversi. Molti pensano che il gatto sia divenuto domestico perché ha deciso così, è stato lui a prendere l’iniziativa, l’uomo invece ha mollato le redini notando come un piccolo felino fosse in grado di gestirlo e quasi “ammaestrarlo” in sintesi per la prima volta non è stato l’uomo a scegliere il gatto e addomesticarlo ma il gatto ha voluto prendere l’iniziativa. Molti spiegano così il motivo che ha indotto l’uomo a sensazioni ed emozioni diverse e contraddittorie sul gatto … l’uomo dona al gatto una curiosità infinita, il gatto da sempre simbolo del mistero e del potere, il gatto è sempre divertente e affascina grandi e piccoli, sprigionando tante energie positive e emozioni nuove, ma spesso l’uomo spaventato da questa indipendenza ha sparlato di lui, del gatto, come un animale insensibile, affezionato alla casa, un animale indipendente che non ha alcun bisogno del padrone. I sentimenti dell’uomo verso il gatto sono, quindi vari, l’uomo prova per questo piccolo felino amore, paura, odio e altre volte il gatto sprigiona un vero fascino, spesso simbolo di femminilità.
    Ma quali sono quelle emozioni, quei sentimenti che il gatto provoca al nostro corpo? Quali sono le principali caratteristiche di questo animale che lo rendono prezioso per la Pet Therapy ?

    · Per le particolari dimensioni, la formidabile flessibilità del suo corpo agile e morbido, il gatto viene facilmente tenuto in grembo, sulle ginocchia per essere coccolato e la sua percettibile voglia di coccole, voglia di ricevere da noi colma quel vuoto interiore che spesso ci rende tristi e depressi. Il suo mantello, la sua disponibilità nel lasciarsi accarezzare e manipolare esalta la sua relazione fisica e rassicurante nei nostri confronti. In sintesi l’esorbitante voglia di coccole, di carezze di un gatto è equivalente a quella dell’uomo e ancor di più della donna. Coccole è l’equivalente in lingua inglese di Petting, un insieme di dolcezza, carezze e emozioni che rassicurano l’uomo e lo rendono felice.

    · Il gatto non suda e il contatto con l’uomo risulta alquanto piacevole e stimolante soprattutto quando viene accarezzato.

    · I soliti, indefiniti e spericolati giochi e comportamenti del gatto fanno sorridere l’uomo rendendolo curioso e attento ad ogni suo movimento. Questo rapporto stimolante e interessante assume una elevata importanza nella vita dell’uomo, rendendolo rilassato e incuriosito. Comportamenti questi posti alle prime posizioni per quanto riguarda la riuscita di una Pet Therapy. Le fusa del gatto inoltre risultano efficaci per alleviare lo stress, dimenticarsi dei problemi soprattutto se a stretto contatto con il nostro corpo, così come avviene nel gatto le sue fusa ci rassicurano in momenti tristi e bui, ci donano allegria gratuita e vera, una serenità interiore ma tutto sta nel lasciarsi andare, nel sapersi isolare e nel ricercare in quei momenti solo la compagnia del nostro gatto.

    · Il gatto presenta, come abbiamo prima evidenziato, numerosi e importanti aspetti che esaltano maggiormente, nei confronti di altri animali, le sue qualità specifiche come “induttore di emozioni” e come “stimolatore dell’uomo a livello psichico”, un esempio vero e simbolico lo abbiamo nei nostri momenti tristi, nei momenti di stress dove spesso restiamo soli con i nostri pensieri, ci accorgeremo del gatto che senza alcuna pretesa ci terrà compagnia accoccolandosi al nostro fianco, sulle nostre gambe o magari ai nostri piedi, tenendoci compagnia e sprigionando in silenzio un amore unico e vero, il cane tende invece ad avere più pretese ad essere più presente, spesso a non rispettare il nostro bisogno d’amore e di pace silenziosa, il gatto dona amore quanto un cane ma diversamente, non sottovalutate il suo amore.

    Non dimentichiamo che la Pet Therapy ha risvolti positivi se con il nostro gatto si instaura un buon rapporto basato sull’amore, la stima, la fiducia, il rispetto. Tutto questo tuttavia, ci pone ad assumere obblighi e doveri nei suoi confronti.

    Hai deciso di adottare un gatto? Pensi che il gatto possa riuscire a colmare quel vuoto interiore che spesso ti rende triste e depresso?

    Importante è la scelta del gatto, ogni gatto ha il proprio modo di donare amore. Possiamo scegliere un gatto sperduto e bisognoso cercandolo in un gattile o se desideriamo un gatto particolare, con delle particolari caratteristiche possiamo decidere di adottare un gattino di razza. La scelta della razza deve essere effettuata non solo per l’aspetto del gatto madobbiamo essere in grado di stabilire quale gatto si addice più al nostro bisogno d’amore, analizzando con l’aiuto di allevatori e standard anche il comportamento del gatto stesso. Non voglio generalizzare ma spesso alcune razze si gravano di comportamenti diversi rispetto ad altre. Importante assumersi la responsabilità di curare il gatto, di allontanarlo dai pericoli, di sfamarlo, coccolarlo rispettare i suoi spazi e le sue abitudini. Nel rispetto del gatto dobbiamo ricordare che nessun animale deve essere considerato un pupazzino, senza emozioni o sentimenti, un pupazzino al quale poter fare di tutto anche torturarlo o trattarlo come un peluche. Importante se c’è la presenza dei bambini stabilire regole precise di convivenza e insegnare al bambino il rispetto degli altri, il rispetto del mondo che ci circonda. Imparando a rispettare il gatto (o qualsiasi altro animale) il bambino comincerà a crescere, ad assumersi alcune piccole responsabilità e di conseguenza a rispettare, un giorno, tutto ciò che potrà incontrare dinanzi, un uomo con convenzioni o carnagione diversa, un uomo diverso sia esteticamente che emotivamente da se stesso … il rispetto verso la vita e verso se stesso.

  80. Eccezionale davvero Daniela questo tuo post. Una volta si cresceva in case piene di gatti e si cresceva senz’altro meglio, non si era neanche così allergici come al giorno d’oggi. Crescere con un gatto determina una crescita in tutti i sensi, ma poi sono arrivati i Tamagogi ( famosi giocattoli a forma di uovo elettronico dove si alleva un animale virtuale).

    Eccone uno

  81. Grazie Raffaele è per una canzone molto gradita, mi riporta a tempi lontani, ma me la ricordo benissimo e agli inizi di luglio, ogni anno, come una sorta di rito, spesso la canticchio.

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