COSA SCONOSCIAMO DI QUESTA NOSTRA TERRA?

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Menton Questa nostra Terra è una sfera, chi pensa di poter svelare i misteri li legge in una sfera. Ce la faremo a scoprire o almeno a intuire il mistero di quel che è stato per comprendere quel che è ed ipotizzare quel che sarà? Il mito, la religione, la storia, la filosofia, la scienza, tutto lo scibile umano non basta a decodificare molti i misteri del nostro Pianeta.

Facciamone, se vi va, argomento di conversazione ed anche discussione se è il caso. Non troveremo di certo le risposte, ma una sola porta aperta sul dubbio può diventare una squallida via di fuga, migliaia di porte aperte sul dubbio forse possono allargare l’orizzonte.

90 thoughts on “COSA SCONOSCIAMO DI QUESTA NOSTRA TERRA?

  1. Ecco fatto Giuseppe, ho aperto questo nuovo tread. Sarà un piacere catalogare i grandi enigmi della Terra e chiacchierarne insieme.
    Riporto qui il video del mistero delle piste di Nazca in modo d’avere tutto il repertorio su un unico articolo.

  2. Questa sera ho visto “2012” di Hemmerich e di congetture millenaristiche e fantascientifiche ne ho fatto sinceramente un’indigestione. Rinuncio a lasciare un commento sul mistero di questa nostra terra. Almeno stasera non ne ho voglia. Preferisco leggermi qualche pagina di un buon libro. Poi domani si vedrà. Buona notte a tutti.

  3. Un saluto a tutta la classe. Mi preparo per la penultima andata alla terme. Per me Nazca e Palenque sono semplici realtà archeologiche (d’interesse artistico, antropologico e religioso) che fanno galoppare la fantasia di alcuni “aficionados” del genere. Altro esempio famoso (che non riguarda in questo caso il nostro pianeta) è la famosa “face” (o faccia) sul pianeta Marte, su cui vi lascio un breve,ma succoso articolo.http://psicocafe.blogosfere.it/2006/09/la-faccia-su-marte-una-pareidolia.html

  4. Buongiorno amici e buona cura termale a Raffaele. Io mi appresto ad affrontare due gioni pieni di impegni. L’argomento proposto e da me “stuzzicato” apre una grande pagina su quelli che potrebbero essere i misteri della terra. Negli anni i cultori della fanta – archeologia si sono scatenati sul filone in maggioranza scrittori che si improvvisavano archeologi o pseudo tali, che da questa “vena” hanno tratto notevoli vantaggi con le loro “pubblicazioni i” in forma di normalissimi romanzi o presunti tali. Però in parallelo a questi signori hanno lavorato personaggi di indiscutibile serietà e professionalità. Archeologi e scienziati di chiara fama hanno contribuito a scoperte sensazionali nel mondo dell’archeologia e questo ci ha permesso di conoscere almeno in parte la nostra storia. I più grandi misteri del nostro pianeta sono legati a questi grandi eventi; ogni qual volta che un sito archeologico o un semplice reperto ultra millenario viene alla luce è inevitabile che con esso vengano posti all’attenzione degli enigmi: è la logica consequenza razionale dell’uomo e credo che sia anche giusto. Ma cominciamo come in un libro da scrivere o da leggere, con l’introduzione all’argomento: chi siamo? O da dove veniamo? E’ la nostra civiltà che si è semplicemente evoluta o siamo “figli delle stelle” o ancora più semplicemente il nostro remoto passato non è che l’evoluzione massima del nostro sesso passato ancor più remoto? Ipotesi, teorie, supposizioni, la verità è che l’uomo è sempre alla ricerca di se stesso e troppo, spesse volte non sa leggere ” i segnali del passato” e l’egoismo lo parta sempre ad errare. Ma cominciamo intanto con una teoria che potrebbe essere un’ipotesi: Supponiamo che centinaia di migliaia di anni or sono, l’uomo abbia sviluppato una civiltà evoluta diciamo come quella allo stato attuale; poi vittima della sua stessa arroganza e del suo inguaribile egoismo , cominciò ad autodistruggersi completando l’opera con una catasfrofe nucleare. Sul pianeta scenari di morte e distruzione, niente e nessuno restava in vita, la terra fu destinata a morire. Ma una piccolissima parte di umani si salvarono, le radiazioni atomiche in parte di essui avevano mutato le condizioni genetiche e questa razza venne segnata . Nacquero così ibridi metà uomo metà animali esseri strani che però conservarono il bagaglio della conoscenza che avevano accumulato i loro padri. Insieme a questa razza se ne sviluppò un altra: questi erano ominidi camminavano curvi erano semi selvaggi e consideravano l’altra razza come degli dei:furono gli dei ad educare i selvaggi, insegnado loro l’arte del fuoco, della caccia e facendo si, che progressivamente i sevaggi ridiventassero ” l’homo sapiens ” . Tanti anni dopo l’uomo ormai evoluto scopriva i siti di Nazca, le piramidi d’ Egitto, i nuraghi, i dolmen ed i menhir, vedeva gli ufo e …. supponendo magari ipotizzava qualche teoria….

  5. Le tue ipotesi,Giuseppe, sono sicuramente affascinanti e degne di attenzione. Il mistero sulle nostre origini è abbastanza fitto e spesso aggiornato da nuove scoperte e nuove congetture. Probabilmente noi abbiamo solitamente un metro di misura molto limitato e magari anche frenato da una sorta di prudenza. Il rischio di cadere in una mitologia è sempre abbastanza alto. Io credo che il mito sia affascinante, a suo modo anche intelligente, ma certamente anche potente perché tende a plasmare le categorie di pensiero e tradurle in credenze. Il film che ho visto ieri, ripensandolo a mente fredda, tutto sommato è illuminante perché ci fa capire quanto siamo fragili nelle nostre sicurezze.Ve lo consiglio,tra l’altro anche per gli effetti speciali davvero mai visti e sbalorditivi. Una buona serata a tutti voi dell’isola.

  6. La ricerca della Verità è tutto il cammino della nostra vita, ma tra migliaia di congetture trovarla pare un’impresa impossibile. Concordo con quel che dice Raffaele che il nostro metro è troppo limitato, il nostro sguardo non spazia lontano. Così allunghiamo il collo e ci alziamo in punta di piedi ed è questo sforzo inquietante a voler guardare oltre che nonostante tutto ci rende vivi. L’ipotesi di Giuseppe l’ho sempre cosiderata anch’io, ma mi sgomenta. Tutto questo fare e disfare e ricominciare da capo per ricommettere gli stessi errori lo trovo avvilente. E’ un po’ come il reincarnarsi della civiltà e del progresso in strati successivi che ci svelano solo l’inutilità del fare, lasciandoci sempre più confusi sull’eterna questione del “chi siamo e dove andiamo?”.
    Con questo pensiero vi auguro una buona serata.

  7. Io credo che la vita umana, nel suo percorso individuale, sia anche occasione di apprendimento attraverso l’esperienza. Si può imparare subito, in casi particolarmente felici, la lezione del vivere, come pure – essendo talvolta l’essere umano di “dura cervice” -può essere necessario un lungo percorso di maturazione, “per prove ed errori”. Mi vien da pensare che anche l’umanità, di cui facciamo parte, si comporti così, procedendo verso una progressiva illuminazione della coscienza collettiva. Non mi pare che questo avvenga secondo il ripetitivo “modello di Penelope” (fare e disfare), ma secondo un modello – se pur dialettico – orientato verso la crescita della coscienza, un modello evolutivo, più complesso e,se vogliamo, anche più sottile. Per ora mi fermo qui e vi auguro una buona notte e sogni d’oro.

  8. Buongiorno amici. Non ho ancora visto 2012, l’intenzione è di farlo al più presto. Concordo con Raffaele sul percorso in base all’esperienza sono più che convinto dell’altrettanto percorso della “maturazione” ed è certamentwe in relazione a questi fattori che si va verso “la progressiva illuminazione della coscienza collettiva”. Per arrivare a questo, credo però che l’uomo abbia anche bisogno di conoscere o meglio di approfondire quello che umanamente innato nella nostra natura e cioè “la voglia del sapere”; in base a quel bene prezioso che ci dona l’intelligenza: la capacità obiettiva. Un saluto al resto ‘”dell’ isola “misteriosa”. A lunedì ( la domenica da un pò di tempo la lascio fuori dal mondo virtuale)

  9. Ho visto il video sui Dogon,ma – mi spiace dirlo – francamente non mi ha convinto. Eventualmente cercherò di approfondire. Queste supposte conoscenze astronomiche dei Dogon su Sirio e il suo sistema mi sembrano più un’interpretazione alquanto libera e suggestiva che un’evidenza scientifica.Ma, ripeto, per quel che mi sarà possibile approfondirò e se avrò raccolto elementi nuovi e interessanti vi farò sapere.

  10. Mi piacciono queste contrapposizioni tra il fascino del mistero e la razionalità. Era proprio quello che mi aspettavo da questo thread. Buon proseguimento.
    Girovagando in cerca di novità sul web di cose stravaganti ne ho trovate di tutte le maniere, ma mi sembravano proprio tanto “bufaline” che le ho lasciate stare. Questa dei Dogon mi pare interessante anche se va soppesata con spirito critico.
    Io ho una mia convinzione in merito ai fatti straordinari. Sono convinta che non siamo altro che un granellino nell’universo, i nostri cinque sensi sono limitati e forse ingannevoli, magari c’è qualcuno che possiede delle doti fuori dal comune e sa fare cose che a noi sembrano magia o qualcosa di simile. Credo anche che esistano i miracoli e un essere supremo. Ma credere in tutte queste cose significa pure non credere in tutto quello che ci viene propinato, perchè di fanatici, mitomani, approfittatori, affabulatori e così via ne è pieno questo nostro conosciuto mondo.
    Buonanotte e una buona domenica, magari con qualche fatto piacevolmente straordinario.

  11. Anch’io Tosca non sono insensibile al fascino delle ipotesi straordinarie e potrei sottoscrivere tutto quello che tu hai scritto ora, che siamo un granellino nell’universo, che i cinque sensi sono limitati, che i miracoli esistano e così pure un essere supremo. E, ritornando alla cosmologia dei Dogan, non mi pongo con una chiusura preconcetta, ma solo con rispettosa attenzione critica. Il lato meraviglioso nell’esperienza umana è sempre stato presente e sempre lo sarà.
    Già il sole che sorge è qualcosa di meraviglioso e non è strano che in altri tempi e contesti culturali sia stato oggetto di culto o di rilevanza mitologica. Il mistero certamente è presente anche nelle piccole cose di tutti i giorni. Più cerchiamo di comprendere lo spessore della realtà, più ci affacciamo sulla meraviglia della vita. O, se vogliamo, sulla straordinaria ricchezza di ciò che potremmo liquidare come “ordinario”.
    C’é un salmo, il 131, che mi è sempre piaciuto perché esprime con linguaggio poetico e ispirata semplicità quello che spesso la mente umana fatica a concepire o accettare. Nell’ordinario, nella semplicità (che non è ottusità) più facilmente s’affaccia il mistero della vita nostra e dell’universo in cui ci troviamo. Con questo pensiero desidero concludere la mia giornata.

    Salmo 131

    Lo spirito dell’infanzia

    1 Canto delle ascensioni. Di Davide.

    Signore, non si inorgoglisce il mio cuore
    e non si leva con superbia il mio sguardo;
    non vado in cerca di cose grandi,
    superiori alle mie forze.

    2 Io sono tranquillo e sereno
    come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
    come un bimbo svezzato è l’anima mia.

    3 Speri Israele nel Signore,
    ora e sempre.

  12. Buona domenica a tutta la classe. Qui la giornata è tipicamente novembrina, con grigio diffuso e foglie gialle che rivestono ancora per poco gli ultimi alberi.
    Mi preparo a fare una pedalata in bici e ad immergermi in questa atmosfera.

  13. Qui il clima è mite, la nebbia non arriva, non è signora di questi luoghi. Tuttavia c’è qualcosa d’opaco rispetto ai giorni scorsi, la luminosità accecante si è come velata e la giornata ha preso quel tono autunnale che in fondo rilassa.
    Spero di trovare il tempo di andare un po’ in giro, anche se dovrei fare qualche salto mortale, ma forse ci proverò.

    Buona domenica.

  14. E’ calata la sera in uno squarcio di azzurro con nubi leggere e striate. Novembre a volte ha queste sorprese: si toglie di dosso il suo mantello grigio e si presenta con colori d’intensità pittorica, quasi vitrei o di preziosi smalti. Buon fine pomeriggio a tutti coloro che compariranno sull’isola.

  15. Per rimanere in tema di “cosa sconosciamo di questa nostra terra” vi propongo il curioso argomento dei “giganti”. Come tutti sappiamo i giganti sono esseri umani o umanoidi spessissimo citati nelle tradizioni,nelle fiabe, nei miti e nelle religioni. Su “You Tube” ci sono molti video (p.e. su ritrovamenti di scheletri giganti) che lasciano perplessi e francamente sembrano bufale ben congegnate. Vi propongo sull’argomento questa pagina web che mi sembra gettar benzina sul fuoco della fantasia e,nel contempo, esser di qualche interesse.

  16. Ho provato a spedirvi il link, ma evidentemente è troppo lungo e il mio commento è in attesa di moderazione. Cerco di rimediare mandandovelo “attaccato” al testo. Voi poi dovete copiarlo e incollarlo semplicemente.http://www.google.it/imgres?imgurl=http://spiritualita.altervista.org/ GenesiAlternativa/ ArcheologiadiConfine/Giganti/FotoGiganti3.jpg&imgrefurl=http://spiritualita.altervista.org/GenesiAlternativa/ArcheologiadiConfine/Giganti/Index.htm&h=325&w=396&sz=12&tbnid=0JSfQIr2uT19HM:&tbnh=102&tbnw=124&prev=/images%3Fq%3Dscheletri%2Bgiganti&hl=it&usg=__BfzOcyX2qCVYCAx83k3YbaZDIGU=&ei=UXYJS7u3Epic_AbVifzPBA&sa=X&oi=image_result&resnum=8&ct=image&ved=0CCMQ9QEwBw

  17. Ciao Raffaele, interessante, ma come te sono un po’ scettica. Mi dà tanto l’idea del fotomontaggio.
    Io avevo trovato quello di una tizia rapita dagli alieni e del suo feto alieno. Non lo riporto perchè la visione potrebbe essere inquitante per qualcuno, a me ha fatto senso solo perchè il presunto “bimbo alieno” mi sembrava una donnola scuoiata e basta. Figuriamoci se oggi con tutte le conoscenze sul DNA un reperto del genere non sarebbe stato analizzato in merito. Il video è tratto da una trasmissione televisiva che fa odience con tutti questi sensazionalismi. Potrebbero essere esistiti i giganti, potrebbero esserci presenze aliene che s’incrociano con quelle umane, ma tutto resta nel “potrebbe o potrebbero” il voler convincere producendo prove dall’aria contraffatta non aiuta affatto a credere, anzi genera la convinzione opposta.

  18. Sì, ho fatto il giro che avevo in mente e nel frattempo ho fatto anche visita a care persone di famiglia. E’ stato un pomeriggio domenicale distensivo dopo molto tempo. Domani si ricomincia. Buon inizio di settimana a tutti quanti.

  19. Bene, Tosca. Conveniamo che questa materia debba essere abbondantamente “scremata”. Se fossero cose serie non cercherebbero di vivere sempre in contesti “misteriosi” e “iniziatici”,ma sarebbero portati alla luce del sole, nell’evidenza e nell’effettiva verificabilità. Anch’io ho visto quel video della sedicente ingravidata dagli alieni. Più che una psicotica delirante (anche se certamente ha un disturbo di personalità) mi è sembrata una, neanche tanto abile, manipolatrice che cerca di far proseliti per condividere uno spettacolo in cui sentirsi la primadonna, l’ “eletta” dagli alieni. Il presunto feto alieno era certamente un coniglio scuoiato e “preparato” ad hoc. Era meglio se se lo facevano alla cacciatora! Una gran miseria intellettuale e morale che ripropone un clima da baraccone, da sempre facile specchietto per certe allodole! Mi viene in mente la saggezza di Collodi quando descrive la partenza per il Paese dei Balocchi.

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    Dalle “Avventure di Pinocchio” – Cap.XXX

    ….Intanto si era già fatta notte e notte buia: quando a un tratto videro muoversi in lontananza un lumicino… e sentirono un suono di bubboli e uno squillo

    di trombetta, cosí piccolino e soffocato, che pareva il sibilo di una zanzara!

    — Eccolo! — gridò Lucignolo, rizzandosi in piedi.

    — Chi è? — domandò sottovoce Pinocchio.

    — È il carro che viene a prendermi. Dunque, vuoi venire, sí o no?

    — Ma è proprio vero — domandò il burattino — che in quel paese i ragazzi non hanno mai l’obbligo di studiare?

    — Mai, mai, mai!

    — Che bel paese!… che bel paese!… che bel paese…

  20. Vi auguro una buona settimana. Una settimana dove la felicità stia nel sapore delle cose naturali, il piacere venga dal calcare i nostri passi sulla vecchia madre terra. Anche se la fantasia ogni tanto si concede lo sfizio di varcare le soglie dello “sconosciuto”, l’umiltà la riconduca amabilmente là dove si sente il profumo del pane quotidiano, nella grazia che ci viene concessa di vivere “qui e ora”.Un saluto a tutta la classe.

  21. Buongiorno amici, mi fa piacere che si è dibattuto sull’argomento:nello specifico sui Dogon vorrei aggiungere qualcosa. Come sopra accennavo quando viene alla ribalta un ” fatto misterioso ” od una scoperta che si relaziona ad esso, il popolo della fantarcheologia o del fanta- mistero si scatena. In grandissima maggioranza fra questo popolo è materia di sopravvivenza, la bufala e lo scadente romanzismo. Anche nel caso dei Dogon puntualmente questo si è avverato ed ecco il fiorire di leggende, teorie tanto fantastiche quanto assurde, che poi finiscono con lo screditare quel poco di serio e concreto che ci potrebbe essere. Ecco che riferendomi a quello che ho scritto in un post precedente, cito la nostra capacità di obiettare ed in merito ad essa la nostra capacità di valutare. Io nel campo non ho, non posso avere grande capacità di valutazione però questo non mi porta sicuramente a dare per scontato tutto ciò che mi si propina. Ad esempio restando sull’esempio Dogon,io sono del parere che essi, abbiano avuto magari prima degli altri qualche conoscenza astronomica ma èpossibile che essi abbiano appreso dalle tribù di nomadi che attraversavano l’Africa regolandosi con le stelle già da centinaia dia anni. Qui allora nasce spontanea la domanda come mai questi popoli erano in possesso di tali informazioni? Tutto varicercato nella storia della nostra umanità o è semplice coincidenza? Io personalmente nel campo del mistero mi muovo lentamente con circospezione, perchè è vero che l’argomentazione mi affascina e la mia sete di conoscenza mi alimenta ciò; ma è anche vero che la mia parte razionale mi frena e mi spinge ad essere cauto, creando anche una sana e comprensibile conflittualità. Allora ecco che magari sono più interessato a lavori di tipi come Heinrich Schliemann anche se suscettibile di ambiguità che alle teorie nazinalpopolarfantamisteriose alla Dan Brown per intenderci

  22. Ciao a tutti.
    La settimana comincia triste con la morte di un caro amico di famiglia. Era una morte annunciata, ma la morte si sente davvero nel momento che prende, prima è solo un lieve timore tinto di scaramanzia, dopo il grande desiderio di rimozione del dolore. Ora ci sono sentimenti dolenti accompagnati dall’impotenza di una non possibile risurrezione o dello spostarsi indietro del tempo. Gravano i ricordi, le malinconie, le riflessioni, quel che è stato e quel che ha prodotto, una reazione a catena d’eventi che continuano ad andare. Verso dove?
    Mi risuona nella mente una vecchia canzone di Branduardi dove la morte assume un significato allegorico e folkloristico, ma che comunque porta a pensieri profondi. Lo condivido con tutti voi perchè a turno, in tutto il tempo passato insieme su questo blog, siamo stati colpiti da un lutto.

  23. Come non partecipare con consapevole empatia al lutto di cui ci rendi partecipi,Tosca?
    Una morte, specialmente quella annunciata da prognosi infauste, è un lungo logorio per chi la vive in prima persona,ma anche per chi si trova nei panni di parente o di amico che “accompagna” l’estremo tragitto, spesso misterioso nella sua qualità e durata temporale.
    La canzone di Branduardi è sempre molto appropriata per un momento meditativo.
    Io, cari amici, mi permetto di suggerirvi un piccolo, aureo libretto che sto leggendo e meditando in queste giornate: “Dialogo sulla morte” di P.Cascavilla e M.Illecito – Ed.Messaggero,Padova (2009)
    L’elaborazione del lutto è davvero un faticoso e talvolta lacerante travaglio interiore. Chi ha letto qualcosa della Kübler-Ross sa di certo quanto è complesso questo processo. Quando si esce da un lutto importante – e talvolta occorre molto tempo – non si è più come prima, si è cambiati, in un certo senso rinati nella coscienza del nostro esistere.
    Buon pomeriggio a voi tutti.

  24. Buon pomeriggio cari amici, mi associo anch’io al dolore di Tosca e comprendo cosa si può provare per la perdita di un caro amico. Raffaele accennava alla dottoressa Elisabeth Kubler-Ross e probalbimente al suo concetto “morire è come nascere” elaborato dalle sue dirette esperienze nel campo dei malati terminali. Il Passaggio dalla vita verso un altro stadio coscienziale attraverso la morte nella crescita e nell’evoluzione spirituale e psichitica, elaborato nelle tesi della dottoressa Kubler-Ross è praticamente l’affermazione che la morte non è reale ma che si accede ad uno stadio più alto dela vita stessa, più bello e spiritualmente superiore. Ognuno di noi elebora il proprio pensiero sulla morte chi nell’involontario schema della della retorica, chi nella convinzione delle idee e chi molto umilmente nell’espressione delle proprie deduzioni.

    La Morte

    Quando ti pensavo una volta eri solo un fugace pensiero
    che mi rubava qualche attimo leggero
    poi vennero altre primavere e tu mi rubasti l’ illusione
    strappando a forza quel che a me caro senza mozione
    cominciai a guardarti col dubbio di chi avverte la paura
    ora che al mio sangue si e’ unito l’amore non provo premura
    cerco di capire cosa si nasconde oltre l’orizzonte della vita
    se solo nebbia in una giornata giunta alla fine triste e sbiadita
    o l’ incosciente sperare di un’alba di perenne quiete
    io non so essere così vile da bere alla fonte senza aver sete
    l’umano essere mi porta a prendere per mano la ragione
    ma nell’alma mia recondita si dischiude un fiore senza nome
    trascina via ogni masso che non sia fede
    dicendomi d’ un cielo senza catena che lede
    ed ora sempre che tu sia o no vicina alle mia idea
    non mostrarti al mio sguardo come una dea
    porta con te il pregio della saggia consolatrice
    non la triste nomea di grande meritrice

    Giuseppe Castorina

  25. Molto bella e davvero sentita, vissuta e meditata la tua poesia, Giuseppe. Umanamente, spiritualmente condivisibile anche la forma confidenziale di un “dialogo” con quella che fu anche definita da S.Francesco “Sorella”.
    Circa la Kübler-Ross c’è chi vede con qualche perplessità l’evoluzione dalle prime sue opere alle più recenti. Io credo nella validità del suo modello descrittivo del percorso del lutto. Sugli sviluppi più recenti credo che le esperienze con i malati terminali, per chi le ha vissute, possano comportare stati di coscienza molto particolari nei caregiver. Certamente l’accompagnamento di questi pazienti o attiva difese psichiche formidabili, una sorta di distanziamento emotivo, o muove una forma di “compassione”, di partecipazione spirituale ed emozionale che apre squarci su dimensioni del vivere normalmente fuori dalla portata della normale consapevolezza.

  26. La tua poesia Giuseppe è fonte di numerose riflessione e comunque quanto dite tu e Raffaele aiuta ad aprire gli orizzonti mentali. Ho sempre vissuto questo blog come una grande crescita mentale adesso più che mai. E’ anche vero che dopo ogni elaborazione di un lutto si esce cambiati, spiritualmente più cresciuti.
    Adesso vado a dormire con la luce accesa. Buonanotte.

  27. “La morte si dà a noi sempre come morte degli altri. Quella morte incontrata negli altri sarà anche la morte che un giorno attraverserà la porta di ogni mia attesa. E così accade che questo altro, che si è affacciato attraverso la vita che da lui mi è stata donata, ora si riaffaccia attraverso il suo stesso morire. Se la mia morte si dà attraverso la morte altrui, allora la morte altrui diventa anche la mia morte.(…) L’altro che va via si porta dietro una parte di me.” (Michele Illecito, in op. cit.”Dialogo sulla morte”,pag.94-95)
    Si fa giorno, Tosca. Ogni nuovo giorno è una rinascita. Ogni nuova nascita è implicitamente il ricordo prezioso della vita che ci ha preceduto, sostenuto e condotto sulla strada della consapevolezza.
    Buona giornata a te e a tutta la classe.

  28. Buon pomeriggio amici, la vita e la morte si alternano nel ciclo biologico naturale, ma lasciano segni nel nostro essere spesso incancellabili. Chi spesso retoricamente in queste occasioni dice ” la vita continua ” non sa di sminuire qualcosa di alta sacralità. E’ l’immensurabile “mistero” della morte che apre le porte alla vita, la nuova vita, che non va ricercata fra la continuazione del materiale quotidiano. A volte nel dolore si trova la strada per nuovi orrizzonti e può essere questo la fonte di un mutamento radicale del proprio vivere. Nella costernazione e nel dolore si può trovare quella profondità interiore che in tanto tempo di gioia non si è conosciuta. Scusate amici perdonate i miei ” pensieri contorti “. Un saluto agli isolani latitanti; a domani.

  29. Buona sera al tutto il popolo dell’autunno imbrunito, delle foglie secche, delle nubi striate, dei tramonti veloci, inquieti e tristi! Buon autunno a tutti.

  30. Ciao a tutti.
    Mi accorgo che dai misteri del Pianeta Terra siamo passati ai misteri della morte e della vita, ma in fondo è tutto un unico richiamo. Oggi pomeriggio sono stata al funerale, ho dentro sensazioni molto tristi eppure vere e quiete come un pianto di saggezza, una scoperta già conosciuta, un qualcosa che morde e accarezza. E’ difficile da tradurre in parole, ma so che lo capirete in quanto esseri umani fatti della stessa sostanza e delle stesse emozioni.
    Luciano il tuo saluto ha il tono di una poesia, mi piace tantissimo.
    Hai ragione Giuseppe, ci sono molti isolani latitanti, forse hanno bisogno di un thread più attraente, magari dai toni più leggeri, chissà!
    Magari nei giorni a venire scaturirà qualcosa, ma ora sono proprio vuota.
    C’è già per aria il tran tran dell’atmosfera natalizia, ma se vi dico che quest’anno quasi quasi mi scoccia, mi prendete per eretica?
    Al di là dello spirito religioso lo vivo sempre più come una carnevalata, come una serie di tradizioni obbligate. Per un anno vorrei provare un Natale senza star dietro alle decorazioni, ai pranzi, ai regali. Sì ma allora che Natale è? Direbbero persino i miei alunni ai quali si propinano poesie, canzoncine e lavoretti vari. Mi piacerebbe un Natale senza le solite cose che è una vita che si ripetono ipocritamente uguali.
    Ho visto un film dove il protagonista voleva scappare dal Natale, ma poi si è reso conto che in fondo era piacevole. Forse dovrei provare a scappare anch’io. L’unica cosa piacevole del Natale è il riavvicinamento dei familiari. Forse è solo questo il grande spirito del Natale, oltre ai valori religiosi.
    Chissà perchè sono finita a fare questi discorsi. Sarà la tristezza che non mi si scolla di dosso e si trasforma in insofferenza.
    E’ verissima, Raffale la frase che hai citato: “L’altro che va via si porta dietro una parte di me”.
    Domani sarà un giorno, forse migliore, magari troverò qualcosa d’interessante anche per gli isolani latitanti.
    Buonanotte a tutti quanti.

  31. Credo di aver inteso e compreso quelli che tu, Giuseppe, definisci pensieri contorti, ma io tuttavia vedo perfettamente pertinenti e chiari. Se è vero che la vita continua -è innegabile – rifiorisce e rinasce, è anche vero che la perdita, il lutto, il vuoto, l’assenza non sono eventi indolori. L’unico modo per capire questo è riconoscere il proprio dolore, assumerlo e non negarlo. La nostra civiltà – se così vogliamo chiamarla – è tutta protesa sulla negazione del limite, del dolore, della morte e della perdita. E’ strano e anche un po’ inquietante – i Farisei sono ancora pronti a stracciarsi le vesti! – che si difenda tanto la croce nelle aule, nei tribunali, la si indossi come un vistoso ninnolo, spesso esibito con una cafoneria unica, e non se ne sappia meditare il vero senso spirituale e morale. Non vorrei che la sacralità della croce, grande segno storico di umanità e di spiritualità, fosse ridotta ad una specie di totem, magico e rassicurante, o peggio ancora ad un anacronistico vessillo di battaglia.Con queste riflessioni vi saluto,perchè la notte è inoltrata. A domani.

  32. Ho come l’impressione che mi manchi un pezzo tra la conversazione di Raffaele e Giuseppe, ma magari stamattina sono ancora un po’ stordita.
    Sono andata a cercare sull’amministrazione del sito. Ho trovato due commenti in attesa di approvazione appartenenti a Raffaele, che ho inviato, ma risalivano a giorni addietro e mi pare che in qualche modo il contenuto era riuscito ad arrivare comunque.
    Oggi c’è una giornata chiara, mi ha svegliato il sole tra le imposte, lo prendo come buon auspicio. Buona giornata a tutti quanti.

  33. Io, Tosca, mi riferivo all’osservazione di Giuseppe che ti riporto per intero :
    “…Chi spesso retoricamente in queste occasioni dice ” la vita continua ” non sa di sminuire qualcosa di alta sacralità. E’ l’immensurabile “mistero” della morte che apre le porte alla vita, la nuova vita, che non va ricercata fra la continuazione del materiale quotidiano. A volte nel dolore si trova la strada per nuovi orrizzonti e può essere questo la fonte di un mutamento radicale del proprio vivere”.
    Quel che scrivevo più sopra era, oltre che a condivisione del pensiero di Giuseppe, una riflessione come nella nostra tradizione e cultura cristiana – che può piacere o meno,ma questo è un altro discorso – la croce sia un segno di riconoscimento e di superamento della morte. Riconoscimento perché non basta dire retoricamente “la vita continua” a chi vive la parte più straziante del lutto, e questo è il lato duro della croce, ben rappresentato in tanti capolavori artistici come le crocifissioni, le deposizioni e i compianti. Questa è la parte della vicenda umana che l’attuale nostro stile di vita cerca di rimuovere, di obnubilare, di scacciare come un cane rognoso. Meglio occuparsi di gossip, di veline e di altre ciarle.
    Ma a mio avviso esiste anche un altro lato della croce, illuminato dalla speranza. Non è certo una speranza basata sull’evidenza. Sì, certo, “la vita continua”, ma tante vite dopo determinati lutti o perdite sono così simili ad un limbo di smarrimento! La possibilità di andare oltre, di scoprire nuovi orizzonti è una questione profondamente spirituale, dove può essere d’aiuto una visione del mondo, dell’esistenza basata sull’idea – religiosa o laica – che la vita davvero rifiorisce. Ma non rifiorisce “meccanicamente” come un “prodotto” di consumo. Rifiorisce all’interno della coscienza, individuale e collettiva, quando i tempi sono maturi, e si rivela poi all’esterno, nei fatti e – volendo essere meditativi – nella storia individuale e collettiva.
    I commenti che erano in attesa,Tosca, contenevano dei link un po’ “lunghi” sul presunto ritrovamento di scheletri giganti. Se non si riusciranno a scaricare basterà andare su “You Tube” e digitare “scheletri giganti”.
    Buona giornata a tutta la classe.

  34. Guccini s’interroga poeticamente sul futuro, ma alla fin fine vive nel presente, almeno credo, come tutti noi, poeticamente o meno. Come tutti noi che, vivendo nel presente, confidiamo – chi più chi meno – in un mondo nuovo e migliore. Buon pomeriggio.

  35. Buon pomeriggio amici Tosca ha postato una bellissima canzone di Guccini che anche se un pò datata (1978 mi pare), è sempre punto di riflessione e di straordinaria attualità, come del resto un pò tutta la tematica Gucciniana. In questa canzone c’è una strofa bellissima che mi colpisce in particolare ogni quel volta che l?ascolto. La riporto testualmente:

    E non sapremo perchè e come
    siamo di un’ era in transizione
    fra una civiltà quasi finita
    ed una nuova inconcepita.
    Se quasi nessuno ormai più crede,
    quale mai sarà la nuova fede,
    quali mai saran le nuove mete
    che spegneranno la nostra eterna sete
    di poter essere sé…
    Sembra quasi uno dei threads del “nostro ” Blog. Mi trovi perfattamente in linea Raffaele sul messaggio della Croce e sopratutto sul giudizio che dai sul l’altro lato della stessa; hai detto bene quando i tempi saranno maturi la vita potrà rifiorire in una condizione di coscienza individuale e collettiva per adesso come recita la lirica gucciniana, credo che ci troviamo “in un’ era in transizione fra una civiltà quasi finita ed una nuova inconcepita. A domani

  36. ALBA ROSSA

    Al risveglio la rossa luce
    di un’alba autunnale
    insolita, apocalittica,
    filtrando tra le imposte
    mi ha suggerito insieme
    curiosità e vago timore
    per l’incognita giornata,
    per l’incognita del vivere
    che di nuovo s’affaccia.

    A tutti voi, amici isolani, un saluto e un augurio di buona giornata.

  37. GUARDANDO AL FUTURO CON LO SGUARDO DEL PASSATO…

    E’ la pioggia che va

    The Rokes

    Lind – Mogol

    (1967)

    Sotto una montagna di paure e di ambizioni
    c’è nascosto qualche cosa che non muore
    Se cercate in ogni sguardo, dietro un muro di cartone
    troverete tanta luce e tanto amore

    Il mondo ormai sta cambiando
    e cambierà di più
    Ma non vedete nel cielo
    quelle macchie di azzurro e di blu
    È la pioggia che va, e ritorna il sereno
    È la pioggia che va, e ritorna il sereno

    Quante volte ci hanno detto sorridendo tristemente
    le speranze dei ragazzi sono fumo
    Sono stanchi di lottare e non credono più a niente
    proprio adesso che la meta è qui vicina

    Ma noi che stiamo correndo
    avanzeremo di più
    Ma non vedete che il cielo
    ogni giorno diventa più blu
    È la pioggia che va, e ritorna il sereno
    È la pioggia che va, e ritorna il sereno

    Non importa se qualcuno sul cammino della vita
    sarà preda dei fantasmi del passato
    Il denaro ed il potere sono trappole mortali
    che per tanto e tanto tempo han funzionato

    Noi non vogliamo cadere
    non possiamo cadere più giù
    Ma non vedete nel cielo
    quelle macchie di azzurro e di blu
    È la pioggia che va, e ritorna il sereno
    È la pioggia che va, e ritorna il sereno

  38. Che bello i Rokes, Shel Shapiro & C. Grazie Raffaele son tornato per qualche attimo alla mia fanciulezza, quando a casa di mia nonna grazie ai miei zii si respirava l’aria del rinnovamento. Il 68, l’era beat ed io ragazzino che fantasticavo ….. è stato un bel periodo della mia vita. Il testo de “E’ la pioggia che va” è anch’esso di un’attualità incredibile se pensiamo che è stato scritto più di quarant’anni fa; ma forse la verità è che quel mondo che noi pensavamo di avere cambiato è stato solo “trasformato” mantenendo immutati i suoi connotati e le sue caratteristiche. O forse attenendoci alla ciclicità della storia, stiamo attraversando un ciclo già vissuto commettendo e aggravando purtroppo gli stessi errori. Non vorrei essere ripetitivo ma già più volte ho espresso questo pensiero ma pur essendo conscio dell’attuale momento non esaltante che stiamo attraverasndo, io confido in quella “coscienza collettiva” che prima o poi verrà fuori; così la mia speranza lascia il posto ad un velato ottimismo ed a una recondita fiducia. Buona sera amici.

  39. Condivido questo tuo sentimento,Giuseppe. Non a caso ho proposto la canzone del Rokes che mi pare caratterizzata da un robusto ottimismo – secondo lo stile di quegli anni…”formidabili” – anche se non ignaro della “pioggia che va”.

  40. Passo alla svelta, scusatemi, il tempo di una camomilla accanto al “caminetto”. Oggi giornata frenetica. Per fortuna qui si respira tra poesia, canzone e nobili pensieri. Complimenti vivissimi Raffaele, sai cogliere gli attimi di vita e dare ad essi l’immortalità poetica.
    In quanto ai pensieri sul mondo, stasera io ce l’ho del tutto individuali. Voglio un mondo che non vada di fretta, che non rincorra troppe cose contemporaneamente, che abbia bisogno di poco per gioire tanto. Voglio i miei ritmi distesi, il tempo con i miei cari, tempo per ridere e per chiacchierare e per stare magari in silenzio e vicini. Questo è un mondo di corse in macchina, orologi alla mano, posteggi, paura di guasti e paura d’ imprevisti e ritardi. Questo è un mondo in giro per i supermercati e per i negozi e ancora per le bollette quotidiane e tutto rincara e nulla basta mai. Questo è un mondo dove manca sempre qualcosa, dove qualcosa ti prende in continuazione e i tuoi spazi vanno a farsi friggere.
    Che bella solfa sto tirando fuori, però sorseggio camomilla, vedrete che mi quieterò. Scusate nel frattempo questi pensieri raso terra.
    Buona notte.

  41. In questo mondo, Tosca, tutti viviamo un po’ come stranieri, un po’ come migranti da un “altrove” che forse coincide con l’Eden dei nostri desideri, dei nostri ricordi, del nostro immaginario. I tuoi pensieri, mentre sorseggi la camomilla, tanto assomigliano ai miei di certi momenti. Saranno, come dici tu, “raso terra”, ma se hanno un loro spazio nella nostra mente avranno anche un loro senso e una loro dignità. Dobbiamo essere forse né polli, inquieti e compulsivi razzolanti nell’aia di un orizzonte chiuso e banale, né aquile, troppo orgogliosamente accecate dalle altezze vertiginose, ma forse gabbiani, liberi di planare dal cielo alla spiaggia, figli del vento e del mare, capaci di giocare sulle onde e inseguire i pescherecci per guadagnare il premio di una giornata di vita.
    Buona notte a te e a tutta la classe.

  42. Buongiorno amici, originale e simpatico il video.Dar sfogo alla creatività è uno dei più bei modi d’espressione della fantasia. Quelli che tu definisci pensieri ” raso terra” cara Tosca, sonoper me e presumo tanti altri come me, aneliti di speranza da condividere in un futuro di cui siamo alla perenne ricerca. Oggi il fine mese mi obbliga ad un lavoro fiscalmente impegnato odio giornate come queste fatte di carte e scrivanie. Un saluto a tutti (anche gli isolani assenti).

  43. Cari amici, la nostra anima per respirare ha bisogno di poesia. Sì, certo ci sono tante cose urgenti, “concrete”, necessarie, materialmente parlando. Si va di corsa, (le “giornate frenetiche” citate da Tosca) spesso bruciando il tempo e non per questo dobbiamo colpevolizzarci.
    Oppure siamo costretti, come dice Giuseppe, “tra carte e scrivanie”. Io ne so qualcosa, dell’una e dell’altra esperienza e non voglio dar certo consigli.
    Voglio solo ricordare, prima di tutto a me stesso, che dentro di noi, nel profondo ricettacolo della nostra persona alberga una fiamma che riscalda e illumina. Possiamo chiamarla come vogliamo. Forse non è necessario neppure darle un nome. Forse è sufficiente “sentirla” e mettersi in ascolto.
    Per concludere vi propongo una bella versione video di “Novembre” del Pascoli. Spero che piaccia anche a voi, come è piaciuta a me.

  44. L’immagine è molto bella, ma i riferimenti di “Sta passando novembre” di E.Ramazzotti sono alquanto dolorosi per un tipo di perdita tra le più difficili da elaborare e superare.

  45. Il guardiano del faro augura una buona notte a tutti, con auspici di serenità, felici ispirazioni, sogni d’oro e armonia interiore.

  46. PENSIERO

    Il silenzio, sia quello della natura, sia quello delle persone,
    intriga l’attenzione, stuzzica e focalizza i movimenti della fantasia.
    Quando la parola si ritira
    nei luoghi spesso inaccessibili e misteriosi del silenzio,
    inevitabilmente viene seguita dalla memoria sul suo percorso recente,
    come si seguono e s’interrogano le tracce sul sentiero.

    Buona giornata a tutti..

  47. Un velo di tristezza ha destato in me il video di Ramazzotti (fra l’altro molto bello e che sconoscevo) comprendo l’animo di Tosca ed il dolore ancor vivo per la perdita di una persona cara. Ricordando i nostri cari scomparsi mi vengono in mente le parole di un bellissimo brano di Franco Battiato dedicato ad un amico comune scomparso qualche anno fa. In riferimento alla vita, nel brano Franco la indica come un ” Veloce volo che finisce, come spesso accade, troppo presto” .


    Buon fine settimana amici.

  48. Eccomi qua, per fortuna è sabato sera, domani, anche tra tanto da fare, i ritmi saranno meno frenetici.
    Ho ascoltato le canzoni proposte da Raffaele e Giuseppe con lo stesso tema della vita perduta. I dolori del mondo in fondo sono sempre gli stessi e tutti gli esseri umani li percepiscono allo stesso modo, per fortuna che ci hanno programmato con una grande risorsa: la rassegnazione. La rassegnazione è un frutto tardivo che matura piano piano e con il suo gusto agrodolce sfama ogni pena.

    Domani speriamo sia una giornata buona, preludio di altrettanta serena settimana. Da molti giorni qui il tempo è una meraviglia, nè caldo nè freddo, nè vento nè pioggia. Giornate limpide da dipingere. Ma mi sa che non potrà durare a lungo, temo il dispetto della pioggia che dopo una lunga assenza arriva, di solito, più prepotente che mai. Speriamo che mi sbagli del resto non sono mica il Colonnello Bernacca. Chi se lo ricorda il Colonnello Bernacca diventato per antonomasia la previsione del tempo in assoluto?

    Vi auguro una buona nottata e un felice risveglio. Su, che domani è domenica!

  49. Ieri sera a Faenza c’è stata la presentazione congiunta del mio libto “Tra la Pietramora e Monte Mauro e de “Il terrazzo dei nanetti” di Stefano Medici, autore bolognese che ha scritto una trilogia molto simpatica la cui nuova edizione di prossima uscita contiene un’introduzione scritta da me. http://www.stefanomedici.com/index.htm
    L’esperienza è stata positiva, i partecipanti numerosi, l’occasione utile per perfezionare la pratica di questi necessari momenti di pubblicizzazione dei propri libri.
    Una buona domenica a tutta la classe.

  50. Forse i meno giovani – anagraficamenre,s’intende – ricorderanno “Il Musichiere”, Mario Riva e la canzone “Domenica è sempre Domenica”.

    Ancora buona domenica a tutta la classe,

  51. Povero mese di novembre.

    Povero mese di novembre! Povero sulla terra e nel cielo.
    Povero di gioia nel cuore degli uomini.
    Molte grazie si possono chiedere alla famiglia di tutti i Santi che sta schierata sulla soglia del mese,
    non però quella di arrestare il ciclo della stagione e di far ritornare il tempo su se stesso.
    C’è l’estate di San Martino, è vero, ultima illusione di colore e di vita, sospesa a un filo.

    (Diego Valeri)

  52. Congratulazioni vivissime Raffaele! Sono molto contenta davvero per te.
    Domani finisce novembre e si corre a finire un altro anno. Il treno del tempo va sempre più in fretta un anno dopo l’altro. Com’era lento il tempo quand’ero bambina! Veramente stiamo continuando a misurarlo con lo stesso metro? 2010, se mi fermo a pensarci e non lo do come un dato scontato di una sequenza numerica già vissuta, mi sembra una data da film di fantascienza. Invece è vera ed io ci sono dentro, stupefatta del passo veloce con cui ci sono arrivata.
    Fortunatamente ancora oggi non piove, la montagna è nuvolosa e il mare è di un blu violaceo, mi sa che manca poco. Ho molto ancora da sfaccendare, è meglio che mi sbrighi. Magari vi ritrovo qui stasera mentre sorbisco la mia solita camomilla. A più tardi. Buona domenica, la domenica è ancora tutta da vivere per chi vuole e può godersela.

  53. Bella voce, brava cantante e davvero avvenente figura di giovane donna. Non la conoscevo ed è stato un piacere, anche perchè la canzone mi è piaciuta, pur senza aver capito nulla del coro in dialetto. Ma nella vita capire non è tutto. Infatti la canzone mi ha dato emozioni e mi ha intrigato, cosa per me molto importante. Buona serata a tutti. Se avete voglia di farvi un giretto a faenza ho inserito nuove foto in Panoramio: http://www.panoramio.com/user/3269655

  54. Cari amici, spero che oggi sia stata una domenica tranquilla e serena, quello che sto per postare non ha a che vedere con il tema di questo thread, ma lo voglio condividere con voi. E’ un brano della ” cantantessa” catanese C. Consoli ede è bellissima.

    ‘A Finestra
    Sugnu sempri alla finestra e viru genti ca furria pà strada
    Genti bedda, laria, allegra, mutriusa e siddiata
    Genti arripudduta cu li gigghia isati e a vucca stritta
    “Turi ho vogghia di quaccosa, un passabocca, un lemonsoda”
    Iddu ci arrispunni: “Giusi, quannu ti chiamavi Giuseppina,
    eri licca pà broscia cà granita”
    “Turi tu n’ha fattu strada e ora che sei grosso imprenditori
    t’ha ‘nsignari a classi ‘ntò parrari”

    Sugnu sempre alla finestra e viru genti spacinnata,
    sduvacata ‘nte panchini di la piazza, stuta e adduma a sigaretta,
    gente ca s’ancontra e dici “ciao” cu na taliata,
    genti ca s’allasca, genti ca s’abbrazza e poi si vasa,
    genti ca sa fa stringennu a cinghia, si strapazza e non si pinna,
    annunca st’autru ‘nvernu non si canta missa,
    genti ca sa fa ‘lliccannu a sadda,
    ma ci fa truvari a tavula cunsata a cu cumanna

    Chi ci aviti di taliari, ‘un aviti autru a cui pinsari
    almeno un pocu di chiffari
    “Itavinni a travagghiari” vannia ‘n vecchiu indispettitu,
    “avemu u picciu arreri o vitru”.
    Jù ci dicu “m’ha scusari, chista è la me casa e staju unni mi pare.

    La domenica mattina dagli altoparlanti della chiesa
    a vuci ‘i Patri Coppola n’antrona i casi, trasi dintra l’ossa
    “piccaturi rinunciati a ddi piccati di la carni
    quannu u riavulu s’affaccia rafforzatevi a mutanna”.
    Quannu attagghiu di la chiesa si posteggia un machinone
    scinni Saro Branchia detto Re Leone
    Patri Coppola balbetta e ammogghia l’omelia cu tri paroli
    picchì sua Maestà s’ha fari a comunioni

    Chi ci aviti di taliari, ‘un aviti autru a cui pinsari
    almeno un pocu di chiffari
    “Itavinni un pocu a mari”, vannia un vecchiu tintu
    “accussì janca mi pariti ‘n spiddu”
    Jù ci dicu “m’ha scusari,
    ma picchì hati a stari ccà sutta a me casa pà ‘nsultari”.

    Sugnu sempri alla finestra e viru a ranni civiltà
    ca ha statu, unni Turchi, Ebrei e Cristiani si stringeunu la manu,
    tannu si pinsava ca “La diversità è ricchezza”
    tempi di biddizza e di puisia, d’amuri e di saggezza
    Zoccu ha statu aieri, oggi forsi ca putissi riturnari
    si truvamu semi boni di chiantari
    ‘Nta sta terra ‘i focu e mari oggi sentu ca mi parra u cori
    e dici ca li cosi stannu pì canciari

    Chi ci aviti di taliari ‘un aviti autru a cui pinsari,
    almeno un poco di chiffari
    Itavinni a ballari, ittati quattru sauti e nisciti giustu pì sbariari
    Jù ci dicu “Cù piaciri, c’è qualchi danza streusa ca vuliti cunsigghiari!?”

  55. Insuperabile Carmen Consoli! Grazie Daniela per averla proposta.
    Per i non parlanti siciliano propongo un video della stessa Carmen dove spiega questa canzone dalle colorate immagini.

  56. Splendide come sempre le tue foto, Raffaele! A furia di guardarle mi sento contagiata dalla voglia di fotografare. Me lo sento da un bel po’. Certe mattine mi propongo di partire prima per la scuola, mi dico che se c’è il bel tempo porto con me la macchina fotografica e mi fermo via via a fare degli scatti.
    Il guaio è che partire prima rimane un’utopia e si va sempre a rotta di collo. In questi giorni di novembre ho visto panorami stupendi, fotografati solo con gli occhi. Bravo Raffaele che riesci a fotografare davvero e sai cogliere a colpo le meraviglie che incontri.
    Buonanotte e buon inizio di settimana.

  57. Domani è il compleanno di Giuseppe, l’ho appreso da facebook, che pare non debba servire e invece è anche quella una risorsa.
    Perciò ho deciso di fargli trovare gli auguri se si dovesse affacciare su questo blog. Anzi glieli faccio fare dai miei amichetti alieni. Embè, non posso avere gli amichetti alieni? Ce li ho, ce li ho eccome!

  58. Stamane ho fatto l’augurio di buon inizio di Dicembre con un giorno di anticipo. Cerchiamo di vivere l’ “hic et nunc” e quindi: buona fine di Novembre, intanto! Rinnovo invece gli auguri di buon compleanno a Giuseppe e un saluto a tutta la classe.

  59. Buonasera amici e grazie per gli auguri. Aggiungo oggi un altro anno alla bacheca della vita e non mi stupisco ormai più di tanto di come il tempo corre sul binario dell’alta velocità. Sarà strano ma non mi pesano più di tanto i miei cinquantadue anni, sarà che sto tanto a contatto con i giovani o forse sarà per la grande voglia di vivere che ho.Però questo mio essere mi porta a mettere in secondo piano problemi, noie e imprevisti quotidiani in fondo penso, che ad ognuno di noi gli sia “caduta addosso ” un tipo di vita facciamo conto che ci sia un qualcosa di missionario in questo e cerchiamo quindi di trarne il meglio. Un saluto a tutti stasera brinderò virtualmente anche con voi amici.

  60. Buona sera, oggi sono stato “ospite ” di un mio amico docente universitario. Una bella esperienza davvero. Quel che mi ha colpito è stato l’attegigamento degli studenti, che consci lor malgrado del futuro incerto che li aspetta, non chiudono le porte alla speranza ed all’entusiasmo. Ho parlato con i giovani di musica, di letteratura, ma sopratutto dell’attuale condizione socio politica ed economica; ho colto in loro la voglia di lottare, di non lasciare niente al caso ed una grandissima voglia di ricominciare, di rinnovamento. Mi sono reso conto che forse è vero che i nostri figli hanno bisogno di noi ma è sicuro che noi abbiamo tanto bisogno di loro. Dopo l’ondata fresca di gioventù, ritorno ora alla mia scrivania dove il mio entusiasmo si smorza notevolmente per tantissime ragioni; allora prima di tuffarmi a capofitto fra partite doppie, conti economici e stati patrimoniali, approfitto per porgere un saluto ai miei amici isolani di questo blog che invece mi rilassa e mi stimola. Come dice Raffaele e concordo, cerchiamo di vivere ” qui ed ora” aggiungendo: “nel miglior modo in cui possiamo”.

  61. Ciao Giuseppe, sfido io che questo blog è rilassante, io lo tiro su la sera a sorsate di camomilla.
    A parte gli scherzi, sono contenta che produca questo effetto e ci credo perchè anch’io provo la stessa sensazione, al di là della camomilla. Il merito è che siete, come per miracolo, approdate delle belle persone e siete rimaste nel tempo formando una classe eccezionale.

    Alla fine siamo arrivati ad un altro dicembre e quasi quasi un altro anno e ne va. Mi fa un po’ impressione tutti gli anni, anzi in tutti quest’ultimi anni, vedere sul calendario l’ultimo foglio che resta ancora attaccato, come un residuo fiato di vita di un tempo pronto ad andare.

    Ho allestito l’albero, tutto sommato è stato gradevole, il pensiero di dell’ambaradan era un po’ ossessivo, l’esecuzione invece ha regalato dei momenti di relax e ora mi piace guardarlo tutto luccicante. Forse la magia del Natale dei fronzoli sta nel farci riscoprire un animo bambino e l’animo bambino ci conduce alla voglia di credere, sperare, amare.

    A
    tutti voi
    buonanotte
    e sogni d’oro.
    Un saluto speciale
    a Raffaele, Giuseppe
    Natale, Daniela, Irene,
    a tutti quelli che appaiono
    ogni tanto, anche a quelli che
    non si sono più visti e a quelli
    che magari arriveranno a sorpresa
    ad ingrandire ancora questa classe.
    A domani
    che sarà
    speciale.

  62. Avevo costrito un albero di Natale con le parole, poi nell’invio è stato automaticamente modificato e ne è uscito mezzo. Lo volevo cancellare, poi mi sono detta che mezzo è meglio di niente. Notte notte.

  63. Specifico il senso del mio precedente laconico messaggio. In questi primi giorni della settimana ho avuto vari impegni e imprevisti di tipo professionale che mi hanno molto assorbito e ancora ne avrò almeno fino a sabato.Conto comunque di fare qualche concisa puntata per controllare il faro e salutare l’isola.

  64. Buon pomeriggio amici, grazie Tosca per aver pubblicato il link ; sai questo video è nato quest’estate quando in una rimpatriata con degli amici emigrati per lavoro, fui “invitato” a creare qualcosa che gli ricordasse la nostra cara Riposto. L’idea dell’albero è molto carina grazie anche per questo. Qui da noi questo pomeriggio fa freddino un venticello di maestro soffia a ricordarci che siamo quasi a natale. Rispettando il silenzio sabbatico del nostro Raffaele, saluto i miei compagni di classe ovunque loro siano.

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