LA CULTURA.

La cultura è il fertilizzante della mente e del cuore. La cultura permette di legare il vecchio al nuovo senza stravolgimenti perchè ha il potere di comprenderne i nessi e le necessità. La cultura ha il talento d’intendere gli altri perchè può focalizzarne il punto di vista, la temporalità, il luogo e la tradizione. La cultura porta con sè le nozioni, ma non se ne veste, non le sfoggia, le tiene in riserva per la necissità di coglierne il riferimento. La cultura abbraccia tutto lo scibile e lo condensa affinchè lo si possa assimilare e conservare. La cultura non è una somma, è uno sfondo che rende percepibile il sapere in ogni circostanza. La cultura è il dono più grande che l’umanità ha saputo costruire nei millenni sicchè nessun popolo è passato invano sulla scena del mondo. Ed ora che non la si ammazzi, che non la si confonda, che non la si riconduca ad un prodotto di tipo aziendale, che non la si pasticci in fredde rese economiche, ma che la si elargisca nel modo e nei tempi migliori. E chi sta porgendo sorsi di cultura alle nuove generazioni lo faccia col giusto spirito, lo faccia con convinzione perchè tocca far comprender al fanciullo e al giovane che quella mirabile scatolina trillante tenuta tra le mani può sapere di tutto e di nulla. Che comprendano come in un click si possa trovare immediatamente la nozione, ma mai la cultura. Una nozione da sola non ha identità, porta soltanto ad altre nozioni e non fornisce aghi per la cucitura. E che poi si premi la cultura e tutto ciò che l’accompagna: l’impegno, lo studio, la genialità, il coraggio, il sacrificio. Tutto questo si premi con un degno lavoro che porti ad una vita decorosa o nessun giovane ci crederà più e preferirà sempre l’immediata scatolina trillante.

Così tanto che pensavo e mi veniva da dire.

Tosca Pagliari

I paesaggi fuori e dentro di noi.

I pittori li dipingono, i fotografi li cercano per catturarli dall’angolatura migliore, gli ecologisti fanno in modo di salvaguardarne l’ecosistema biologico, gli architetti sono alle prese (o quanto meno dovrebbero esserlo) per integrare armonicamente la parte antropica con quella naturale, i poeti li mettono come sfondo ai loro versi, cantanti e musicisti li descrivono a suon di note, le sovraintendenze ai beni culturali si danno da fare per proteggere quelli che racchiudono siti archeologici. Di fatto i paesaggi sono un patrimonio storico-artistico, ma anche un’identità, una comunione di luoghi e di spiriti dove ricordi e abitudini si legano fino a renderli unici e irrinunciabili. Noi siamo anche il paesaggio in cui viviamo, quello di cui ne abbiamo nostalgia, quello che sogniamo, quello per cui lottiamo. Rurali o urbani che siano i paesaggi diventano parte della nostra identità perchè in essi ci riconosciamo, perchè essi influenzano le nostre abitudini ed il nostro mondo interiore.

Allora, se vi va, scambiamoci pensieri amichevoli e saggi sui paesaggi.