LA CATENA DELLA VITA

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Forse fu proprio perchè si chiamava così: Catena. Forse fu proprio per questo che quando ero ragazzina lei m’insegnò la CATENA DELLA VITA. In un momento di grande sconforto seppe parlarmi e mi disse: – Non te lo dimenticare, quello che oggi ho detto a te, tu un giorno lo dirai ai miei figli e miei figli lo diranno ai tuoi figli, perchè è così la vita, è una catena. La vita è una generazione dopo l’altra e c’è sempre chi è più vecchio e forte e chi più giovane e indifeso. Così chi prima le ha passate le pene deve fare coraggio agli altri, chi prima li ha superati i pericoli deve aprire gli occhi agli altri .

Pur continuando a credere che ci siano esperienze non trasmissibili, mi piace pensare a questa catena della vita fatta di anelli di affetto per dare o ricevere un aggancio, un’ancora di salvataggio nei momenti peggiori.

COME CHICCHI DI UN GRAPPOLO (TEMPO DI RACCOLTA: d’uva e di riflessioni)

 

uva-maniCOME CHICCHI DI UN GRAPPOLO

Come chicchi di un grappolo

dolci di buon succo

ci teniamo per  le mani.

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Come chicchi di un grappolo

attaccati  insieme

su un raspo

di pace e allegria.

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Come chicchi di un grappolo

dove nessuno è mai solo

tutti frutti dello stesso seme

tutti uguali e diversi

 ci riconosciamo.

amici

Come chicchi di un grappolo

legati al passato, al presente

alle speranze

 di domani.

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Come chicchi di un grappolo

allacciamo distanze

facciamo amicizie

allarghiamo il cuore

la mente e i pensieri

percorriamo sentieri

che portano altrove.

vigneto

Come chicchi di un grappolo

sul filare della vite del mondo

ci ritroviamo fratelli.

amicizia

Tosca Pagliari – settembre 2016

CIAO SCUOLA ( Per tornare a scuola attraverso gli occhi dei bambini)

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Ciao scuola,

è stata lunga la tua estate da sola

così tutta vuota

e senza una parola?

Stanca hai riposato col cuore nell’oscurità

e la faccia al sole, ma dimmi in verità

 hai sognato la quieta fonte

lassù in cima al monte

o lo schiamazzo del lido affollato?

E ora che t’hanno svegliata

rinfrescata e adornata,

con uno sbadiglio e un po’ d’agitazione

hai spalancato

occhi di finestre e bocca di portone.

Ma dimmi  t’ha più scosso il trillo

  della campanella o il nostro festoso strillo?

Che fame  che avevi se per colazione

ordini subito la lezione

e ci ingoi tutti quanti in un boccone!

Ma dimmi  ti farai pancia di balena

o grembo di mamma serena?

Ciao scuola,

ma ci hai guardati bene?

Abbiamo zaini nuovi pieni di curiosità

visi ambrati  di luce e felicità

gambe più lunghe che hanno corso veloci

riempiendoci d’allegra energia.

Abbiamo ancora  negli occhi lucenti

la meraviglia e la poesia

dei posti nuovi dove siamo stati contenti

e nelle orecchie le diverse voci

dei nuovi  incontri, dei nuovi amici;

abbiamo mani più grandi

 che hanno impastato

 sabbia di mare e accarezzato

fili d’erba nei campi, gioiosità

spensieratezza e libertà.

Ciao scuola,

 ora come farai

a chiederci la  penna rossa e la penna blu,

il libro aperto, le parole sul foglio bianco

 lo spazio stretto del banco,

 tanta attenzione

il controllo dell’agitazione

il silenzio  e tutto quel che vuoi tu?

Lo sai  scuola, tu che hai tanto ingegno,

lo sai veramente

che siamo ancora col cuore in vacanza?

Lo sai scuola mia

che ci vuole pazienza

 e un po’ di simpatia

per tornare dal gioco all’impegno,

e per risvegliare allo studio la mente?

Allora facciamo ogni cosa serenamente

che tutto diventa più bello:

oggi un fiore e un pastello

domani un racconto

  e una conchiglia.

Poi fai conto

che se oggi si sbaglia

domani si farà una conquista

e vedrai che ci rimetteremo tutti in pista.

Ciao scuola, ciao scuola mia

anche quest’anno, sei pronta

a lasciarci la tua buona impronta

prima che il tempo voli e da te ci riporti via?

Tosca Pagliari – settembre 2016

 

ADESSO ANCHE I GATTI SONO NATIVI DIGITALI

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Si sono già visti gatti che giocano  con il tablet cercando di pescare pescioli o acchiappare topolini virtuali, ma non finisce qui.

Il mio gatto riconosce il suo padrone durante una connessione  via Skype e si struscia contro lo schermo emettendo fusa incredibili. Poi inizia a muovere le zampe sul tappetino. Lo fa con quel modo cadenzato, che hanno i gatti di muovere le zampette, per esprimere affetto, come se stessero per impastare il pane.

Il prossimo passo evolutivo sarà quello di riconoscere i tasti per avviare la conversazione?

Certo che c’è da pensare!